Le Discours di Ramsay

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Pronunciato alle Logge di San Giovanni il 26 Xbre del 1736

Secondo il manoscritto 124 della Biblioteca municipale di Epernay.

Omne Trinum Perfectum

 

Signori,

Il nobile ardore che mostrate nel voler entrare nell'antico e illustrissimo Ordine dei Liberi Muratori, è una prova inconfutabile che già possedete tutte le qualità necessarie per diventarne membri. Queste qualità sono la filantropia, il segreto inviolabile ed il gusto delle belle arti.

Licurguo, Solone, Numa e tutti gli altri legislatori politici non hanno potuto rendere le loro repubbliche stabili: per quanto siano state sagge le loro leggi, esse non si sono diffuse in tutti i paesi e in tutti i secoli. Fondate sulle vittorie e le conquiste, sulla violenza militare e la sopraffazione di un popolo sopra un altro, non sono potute diventare universali né hanno potuto addirsi all’onore, al spirito ed agli interessi di tutte le nazioni. La filantropia non era alla loro base; il falso amore di una piccola quantità di uomini che abitava in un piccolo angolo dell'universo e che chiamava Patria, distruggeva, generalmente, in tutte queste repubbliche guerriere l'amore per l’umanità. Gli uomini non sono, sostanzialmente, contraddistinti dalla diversità delle lingue che parlano, dagli abiti che indossano né dagli angoli di questo formicaio che occupano. Il mondo intero non è che una grande repubblica di cui ogni nazione è una famiglia, ed ogni individuo un figlio. È per fare rivivere e diffondere queste antiche massime apprezzate nella natura stessa dell'uomo, che la nostra Società fu istituita.Vogliamo riunire tutti gli uomini di spirito illuminato e di carattere fraterno, con l'amore delle belle arti, dove ogni ambizione si trasfigura in una virtù, dove l'interesse della confraternita è quello dell’intero genere umano, dove tutte le nazioni possano attingere delle solide conoscenze, e dove tutti i sudditi dei diversi regni possano ispirarsi senza gelosia, vivere senza discordia e possano amarsi reciprocamente. Senza rinunciare al loro fondamento, bandiamo dalle nostre leggi ogni disputa che possa alterare la tranquillità dello spirito, la dolcezza dei modi, i fraterni sentimenti, la gioia ragionevole, e questa armonia perfetta si trova soltanto nel rifiuto di tutti gli eccessi indecenti e di tutte le passioni discordanti.

Abbiamo anche i nostri misteri: sono dei segni rappresentativi della nostra scienza, dei geroglifici molto antichi e delle parole ricavate dalla nostra arte che costituiscono ora un linguaggio muto, ora un linguaggio molto eloquente per comunicare alla più grande distanza e per riconoscere i nostri confratelli di qualsiasi lingua o paese essi siano. Si svela, inizialmente, a chi si riceve soltanto il senso letterale. Agli adepti soltanto si svela il senso sublime e simbolico dei nostri misteri. In questo modo gli orientali, gli egiziani, i greci ed i saggi di tutte le nazioni nascondevano i loro dogmi sotto delle figure, dei simboli e dei geroglifici. La lettera delle nostre leggi, dei nostri riti e dei nostri segreti si presenta, il più delle volte, come una raccolta confusa di parole inintelligibili: ma gli iniziati vi trovano uno squisito alimento che nutre, che eleva, e rammenta allo spirito le verità più sublimi. É giunta fino a noi, qualcosa che nessun’altra società ha ricevuto. Le nostre Logge, una volta stabilite, si diffondono oggi in tutte le nazioni civili, e tuttavia, nonostante una così numerosa moltitudine di uomini, mai nessun confratello ha tradito il nostro segreto. Gli spiriti più leggeri, i più indiscreti e meno propensi a tacere, apprendono questo grande insegnamento appena entrano tra noi: sembrano, allora, trasformarsi e diventare degli uomini nuovi, tanto impenetrabili quanto penetranti. Se qualcuno mancasse alle promesse solenni che ci legano, non abbiamo altre leggi penali che i rimorsi della sua coscienza e l'esclusione della nostra società, secondo queste parole di Orazio:

 

Est et fideli tuta silentio

Merces: vetabo qui Cereris sacrum

Vulgarit arcanae, sub isdem

Sit tragibus, fragilemqe mecum

Solvat phaselum..

 

Orazio fu, una volta, oratore di una grande Loggia fondata a Roma da Augusto, Mecenate ed Agrippa ne erano i sorvegliati. Le più superbe odi di questo poeta sono degli inni che compose per essere cantate nelle nostre agapi. É proprio così, signori, le famose feste di Cerere ad Eleusi, di cui parla Orazio, come quelle di Minerva ad Atene e di Iside in Egitto, altro non erano che delle Logge dei nostri iniziati, dove si celebravano i nostri misteri con pasti e libagioni, ma senza gli eccessi, le dissolutezze e l'intemperanza in cui decaddero i pagani, dopo avere abbandonato la saggezza dei nostri principi e la purezza delle nostre massime.

Il gusto delle arti liberali è la terza qualità richiesta per entrare nel nostro Ordine, la perfezione di questo piacere costituisce l'essenza, il fine e l'oggetto della nostra unione. Di tutte le scienze matematiche, quella dell'architettura, sia civile, sia navale, sia militare è, sicuramente, la più utile e la più antica. È pel suo tramite che ci si difende contro le ingiurie del tempo, contro l'instabilità dei fiotti e, soprattutto, contro il furore degli altri uomini. È grazie alla nostra arte che i mortali hanno scoperto il segreto di costruire delle case e delle città per riunire le grandi società, di attraversare i mari e superare le onde per trasportare da un emisfero all'altro le ricchezze della terra, ed infine di costruire dei bastioni e delle macchine contro un nemico più formidabile degli elementi e degli animali, intendo l'uomo stesso che è soltanto una bestia feroce, a meno che la sua natura non sia temperata dalle massime dolci, pacifiche e filantropiche che regnano nella nostra società.

Tali sono, signori, le qualità richieste dal nostro Ordine di cui occorre presentarvi, ora, in poche parole l'origine e la storia.

 

 

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