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© Simone De Mencia

 

In archivio presenti, sullo stesso soggetto:

L'Apprendista

Da Apprendista a Maestro

 

La storia dei simboli ha due aspetti nel travaglio storico della libera muratòria; l'uno temporale, fenomenico, rappresentativo, e si riferisce al suo significato profano e agli oggetti e utensili di lavoro che i Maestri Comacini usavano nel loro travaglio intenti alla costruzione delle cattedrali cattoliche, l'altro interiore, si riferisce a un complesso di lavori, e contiene in sé un che di misterioso che illumina lo spirito dell'iniziato ai primi gradi e gradualmente lo avvia a realtà superiori, realtà che gli si proporranno nel primo grado, e poi volta per volta gli si riveleranno interi nei gradi superiori che sono la unione globale degli antichi travagli delle iniziazioni filosofiche che accompagnarono la coscienza nel cammino di civiltà, millenarie.
Appena colui che è ancora un profano entra nel Tempio, questo gli si presenta al pensiero nel suo aspetto materiale. Egli nella vita spirituale finora non ha conosciuta che la chiesa; cioè un Tempio sovrano che ha incominciato ad essere in un dato momento nella storia, ed egli sa che esiste una Chiesa cristiana se cristiano, un Tempio israelitico se ebreo, una Moschea se musulmano, ed é in essi che egli ha prestato cubo agli Dei della sua fede. Dietro quegli Dei aspetti storici del divino, vi si nascondono stragi orrende: guerre fratricide, odio di razza, e rampogne di accecati interpreti della legge. Ora invece egli é a contatto della realtà eterna, e ne sente l'ineffabile senso, mentre per le sue vene fluisce una nuova vita. A misura che la cerimonia dell'iniziazione procede, la razionalità di quest'antica e per lui nuova fede gli appare splendente, e infine l'anima sua si ritrova rigenerata e salvata dalla visione caotica, dal miraggio delle cose temporali; ora egli si può dire di essere stato introdotto nel Tempio, somma di tutte le chiese, perché matrice ab antico di tutti gli aspetti separati della subordinazione ai divino.
Il rituale di primo grado fu dai saggi Maestri che lo compilarono formato sullo schema delle antiche associazioni a carattere occulto e gli elementi che ne costituiscono la sostanza sono strettamente uniti da formare un tutto unico: geometria e architettura ne rappresentano la regolarità. L'Officina é l'ambito in cui i liberi muratori lavorano ed è in sé l'adempimento di ciò che appare all'esterno. Essa è Io spazio puro, la natura pura, la Miriam delle iniziazioni egiziane attraverso cui il Verbo di cui parla San Giovanni, il Cristos dello gnosticismo post-evangelico, si manifesta e si attua: Miriam che é vergine e madre. L'Officina ha dunque questo recondito significato, ed é un momento dello spazio puro in cui ogni cosa ideale è concretizzata in aspetto simbolico. Al di là delle colonne vi è la libera continuazione della natura siderale, dell'ampia, forte natura che si leva gloriosa sull'uomo che deve mirarla prima con meraviglia, poi con amore.
Anticamente in Egitto, nelle classiche iniziazioni, fra le due colonne era disteso un velario che nascondeva Iside, la conoscenza ideale, la realtà invisibile. Fra lo spazio puro e la natura ideale si pone il divieto e lo spesso velario che nasconde la via da percorrere. I tre grandi pilastri triangolari che sostengono il Tempio rappresentano l'uno la Saggezza. l'altro la Forza, e l'altro ancora la Bellezza; la prima si trova alla destra dell'Oriente a poca distanza dal trono del M:.V:., la seconda presso allo scanno del primo sorvegliante, e la terza presso quello del secondo sorvegliante. Minerva all'Oriente, Ercole e Venere all'Occidente, talché bellezza e forza sono subordinate alla saggezza che scendendo per li rami si manifesta negli aspetti esterni della realtà suprema.
Ma l'idea del Tempio bisogna anche cercarla nello spirito biblico, e Salomone é il Maestro. É questo l'aspetto che la libera muratoria assume fra i popoli cristiani. Noi adesso guarderemo l'Officina di costruzione quale fu voluta dal sapiente figlio di Davide. Salomone appare allo spirito come colui che dopo avere attraversato l'intero tracciato delle passioni, giunto ai più alti fastigi della ricchezza e della conoscenza, decide di innalzare un Tempio al Signore per offrirgli olocausti ed incensi. Nel rituale dell'apprendista sono ebraici i nomi dati alle due colonne che si trovano all'entrata del Tempio ed é ebraica la parola sacra del grado.
Ben ricorda Arturo Reghini come il fratello a cui viene fatta domanda si astiene dal pronunziarla perché non sa “né leggere né scrivere” sia perché l'età non glielo consente, sia perché essa appartiene ad una lingua storica.
A differenza da quanto pensa il Reghini questa parola in realtà é sacra ed è universale perché Gerusalemme a cui essa allude é il centro per cui lo spirito della costruzione nella sua discesa temporale si é fatto realtà, e il libero Muratore é chiamato a costruire con gli strumenti del lavoro e con gli elementi materiali sacrati dalla loro immissione nello spazio e nel tempo. Lo stesso spogliamento dai metalli si riferisce alla liberazione che il neofita deve attuare dalle forze esterne che rivestano il tesoro interno. Salomone stesso in un primo momento si domanda: “chi sono io che gli edifico una casa?” e continua a dire che egli bruciando i profumi dinnanzi a Lui, ardendo gli incensi, consuma le passioni profane, e al Dio d'Israel che é il costruttore, l'Architetto supremo, egli offre ciò che rimane vivo nella potenza del mondo profano.
Gli altri oggetti materiali che vengono adoperati riguardano sempre l'interiore dell'uomo fattosi iniziato. Tutto parla alla fantasia e parla al cuore. Il Delta sacro è l'espressione figurativa della divinità in atto; il compasso aperto con le punte in alto la notizia che il libero Muratore deve operare con procedimento geometrico nella tecnica più stretta: le tre finestre ad Est, Ovest e Sud, le tre parti del cielo che non bisogna mai perdere di vista: la catena o cordone annodato che chiude il quadro dell'Officina, la difesa contro i pregiudizi ed i terrori delle superstizioni che impediscano al discepolo il procedimento verso le vie redentive.
Tutto ciò é simbolico, là dove culmina il valore dell'iniziazione è nei tre viaggi che l'apprendista fa per arrivare al trono del Maestro Venerabile. Ivi è la perfetta, alta, potente significazione del dramma interiore, della passione, morte e resurrezione di chi aspira alla conoscenza (liberazione). Di tutto ciò che appare nel rituale di iniziazione dell’Apprendista, non se ne può avere una perfetta coscienza se non si conosce, e l'Occultismo orientale e la Qabalah ebraica di cui la Qabalah di Esra né é il libro classico.
Questa iniziazione va sperimentata nei tre viaggi che l'aspirante compie nel Tempio, ma é realizzabile nell'interno del proprio essere.
L'Apprendista acquista la coscienza di ciò che sta eseguendo durante il percorso. Non si tratta più di viaggi simbolici, ma di reali processi spirituali; il mistero gli va incontro, ma non sono né le parole dei saggi, né la conoscenza teorica dei rituali che gli aprono la via; la via é tracciata da tutte queste cose, ma l'adepto deve trovare da sé! Ogni catena, ogni Loggia, ogni Diaspora é vana unità esteriore se non si cangia l'ambiente massiccio in un'atmosfera permeata da forti correnti mistiche. Realizzare prima la catena reale e poi lavorare. Fu così in Oriente nei primi conventi buddistici, e poi in Occidente nelle adunanze Templari e nelle Fraternità Rosa + Croce.
Rivivendo e risolvendo in sé il processo iniziatico il discepolo sente che qualche cosa in lui sta per soccombere, qualche cosa sta in via di morire, e il sospetto che con quelle sostanze che si disperdano ora si spegne la ragione efficiente della vita passionale gli si prospetta alla mente e lo sospinge verso il basso. Il momento superiore, invece, a cui passa colui che ha saputo obbedire alle leggi del Supremo, che ha sentito che Adonay, il costruttore, sta per apparirgli nello splendente aspetto del Demiurgo, é un momento solenne. Tutto ciò avviene in lui in maniera quasi extranormale, ma appena che egli é riuscito a vincere le trame dell'inferiore, a superare gli aspetti allettanti dell’ieri, ecco che il Guardiano della Soglia gli si presenta! Talvolta non riveste forme - nelle alte meditazioni - ed egli può interrogare sé stesso. Se riesce a percepire quest'essere senza forme é già divenuto uomo libero capace di auto decidersi. Questo stato quando fu vissuto realmente fu detto: morte mistica. É una morte in cui non sparisce la coscienza, anzi la coscienza si potenzia al punto da raggiungere il punto centrale della coscienza cosmica. Il grande pitagorico Tommaso Campanella comunica esperienze di questa natura! L'iniziato che fisicamente come uomo è nel tempo, si fa creatura nucleare, aspaziale, e si pone al centro dello universo spirituale di cui la Libera Muratoria é il corpo.

 

 

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