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"Del libero arbitrio di ogni essere spirituale emanato, delle intelligenze umane e della grande ed importante differenza tra il loro stato di emanazione ed il loro stato di emancipazione."

In questo quaderno Willermoz riprende ancora una volta la questione del libero arbitrio. Egli afferma che gli esseri spirituali sono stati dotati di tre facoltà, del pensiero e dell'intenzione, della volontà e dell’azione spirituale, al fine di rendere omaggio, per mezzo del loro aiuto, al Creatore il quale desidera soprattutto che tale culto sia reso liberamente. Così a loro viene assicurata la felicità ma possono anche divenire colpevoli ed eternamente infelici se si allontanano dalla volontà divina.

"Così questa libertà, che è il principio della felicità individuale degli esseri spirituali, come anche delle intelligenze umane, e che può nello stesso tempo essere fatale per l'abuso che se ne può fare, è una vera debolezza spirituale in tutti gli esseri emanati."

La libertà di pensiero, di volere e di agire fa’ si che gli esseri spirituali possano veramente glorificare Dio; se non fossero liberi:

"sarebbero come il nulla per Dio e per loro stessi, e non sarebbero altro che automi spirituali, incapaci di guadagnarsi il merito o il demerito."

È pur vero che la tripla libertà di cui godono gli esseri spirituali costituisce la loro felicità ma è anche causa di timore e di ansietà a causa della coscienza che essi hanno che ad ogni istante l'abuso di tale libertà può distruggere la felicità. Comunque Dio ha posto dei limiti all'abuso che essi ne possono fare. Willermoz ha fatto una sottile distinzione per spiegare questi limiti.

"Per concepire la natura di questi limiti, bisogna ricollegarsi ad una antica ed importante verità dimenticata da molti e da troppo tempo: non bisogna confondere l'emanazione, degli esseri spirituali con la loro emancipazione che sono .... due azioni in due momenti diversi.

L'emanazione .... è l'atto per mezzo del quale Dio dona loro .... una esistenza separata .... L'emancipazione .... è l'atto per mezzo del quale Dio .... li libera dalla costrizione in cui erano le loro facoltà ...."

Si sarebbe logicamente tentati di concludere che questa emancipazione abolisce i limiti posti all'abuso che può essere fatto dal libero arbitrio. Ma Willermoz non sembra accorgersi della implicita contraddizione dei ragionamento.

Il resto è una collezione di luoghi comuni.

 


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