Dio si è fatto uomo per divinizzare l’uomo. Il Cielo si unirà alla terra per trasformare la terra in Cielo.
Ma, perché questa divinizzazione e trasformazione avvenga, il cambiamento, il completo ribaltamento, la conversione del nostro essere è necessaria. Questo cambiamento, questa conversione è chiamata ri-nascita.
Nascere significa semplicemente entrare nel mondo in cui domina la sensualità, in cui la saggezza e l’amore languono nei vincoli dell’individualità. Ri-nascere significa ritornare al mondo dove lo spirito di saggezza ed amore domina, e dove l’uomo animale obbedisce.
La rinascita è tripla: anzitutto, la rinascita dell’intelligenza; poi del nostro cuore e della nostra volontà; infine, la rinascita del nostro intero essere.
La prima e la seconda specie di rinascita sono la rinascita spirituale; la terza è la rinascita corporale.
Molti uomini pii che cercavano Dio sono stati rigenerati nell’intelligenza e nella volontà, ma pochi hanno conosciuto la rinascita corporale. Quest’ultima è stata ottenuta da pochi uomini, e coloro a cui è stata data la ricevettero solo per poter servire come agenti di Dio, in accordo a grandissimi obiettivi e disegni, e per portare l’umanità più vicina alla felicità.

É ora necessario, miei cari fratelli, presentarvi il vero ordine di rinascita. Dio, che è tutto forza, saggezza e amore, opera eternamente nell’ordine e nell’armonia.
Colui che non riceve la vita spirituale, cari fratelli, colui che non nasce di nuovo dal Signore, non può entrare nel Cielo. L’uomo è generato nel peccato originale dai suoi genitori, ovvero, egli entra nella vita naturale e non in quella spirituale. La vita spirituale consiste nell’amare Dio sopra di tutto, ed il prossimo come se stessi. In questo doppio amore consiste il principio della nuova vita.
L’uomo è procreato nel male, nell’amore di sé e delle cose del mondo.
L’amore di sé!
Il proprio interesse! Il proprio piacere!
Queste sono le proprietà sostanziali del male. Il bene è nell’amore di Dio e del prossimo.
Non conoscere altro amore che l’amore per tutti gli uomini.
Non conoscere alcun interesse se non quello che riguarda ogni uomo, Non conoscere alcun piacere, alcun benessere se non il benessere di tutti.

É da questi sentimenti che lo spirito dei figli di Dio si distingue dallo spirito dei figli di questo mondo.
Cambiare lo spirito dei figli del mondo nello spirito dei figli di Dio è essere rigenerati, e significa spogliare l’uomo vecchio e rivestire il nuovo.
Ma nessuno può rinascere se non conosce e mette in pratica i seguenti principi: la verità deve essere lo scopo della fede; il bene deve divenire lo scopo del nostro fare o non fare. Quindi, chi desidera rinascere deve anzitutto conoscere cosa appartiene alla rinascita. Egli deve comprendere, meditare e riflettere su tutto ciò. Successivamente dovrebbe agire conformemente a questa conoscenza, ed il risultato sarà una nuova vita.
Ora, poiché è anzitutto necessario sapere ed essere istruito in tutto ciò che è di pertinenza della rinascita, un maestro o un istruttore è richiesto; e, se ne conosciamo uno, è necessario aver fiducia in lui, perché di quale uso è un maestro se il suo discepolo non ha fede in lui?
Quindi, il punto di partenza per rinascere è la fede nella Rivelazione.
Il discepolo deve iniziare a credere che il Signore, il Figlio, è la Saggezza di Dio, che è, da tutta l’eternità, (venuto) da Dio e che venne nel mondo per portare la felicità alla razza umana. Egli deve credere che il Signore ha pieno potere nel cielo e sulla terra, e che tutta la fede e l’amore, tutto il vero ed il bene, vengono solo da Lui; Lui è il Mediatore, il Salvatore, ed il Governatore dell’uomo.
Quando la fede più elevata mette radici in noi, pensiamo sovente al Signore e questi pensieri rivolti verso di Lui sviluppano, con la Sua grazia reagente in noi, le sette potenze spirituali prigioniere. La via per quest’apertura è la seguente.
 

LA VIA DELLA FELICITA’
 

Vuoi tu, uomo e fratello, acquisire la più alta felicità possibile? Cerca la verità, la Saggezza e l’Amore. Ma non troverai Verità, Saggezza e Amore fuorché nell’unità del Signore J.-C., l’Unto della Luce.
Cerca J.-C. con tutte le tue forze, dunque, cercaLo con tutto il tuo cuore. L’inizio della tua ascesa è la conoscenza della tua nullità; da questa conoscenza viene il bisogno d’un più alto potere; questo bisogno è il germe della fede.
La fede rende confidenti, ma la fede ha anche le sue tappe d’avanzamento. Prima viene la fede storica, poi quella morale, poi la divina ed infine la fede vivente.
La progressione è la seguente: la fede storica inizia quando impariamo a conoscere, con la storia e la Rivelazione, che è esistito un uomo chiamato Gesù di Nazareth; che era un uomo totalmente particolare, che amava straordinariamente gli uomini, li colmò di grandi benefici e condusse una vita estremamente virtuosa; in una parola, che era uno degli uomini migliori e più morali, e che merita tutta la nostra attenzione ed il nostro amore.

Attraverso questa semplice fede storica nell’esistenza di Gesù, viene la fede morale, il cui sviluppo fa sì che noi acquisiamo, vediamo e troviamo un reale piacere in tutto ciò che quest’Uomo ha insegnato; noi scopriamo che la Sua semplice dottrina è piena di saggezza ed il Suo insegnamento pieno d’amore; che le Sue intenzioni verso l’umanità sono pure e vere, ed Egli ha volontariamente sofferto la morte nell’interesse della verità. Così, alla fede nella Sua persona succede quella nelle Sue parole e tramite questa, si sviluppa la fede nella Sua Divinità.
Lo stesso J.-C. che ci è così caro nella Sua persona, che ci diviene così venerabile per la Sua vita e la Sua dottrina; lo stesso J.-C. ora ci dice che è il Figlio di Dio: Egli fortifica ciò che afferma con i miracoli; guarisce i malati, risuscita i morti, resuscita Sé stesso dalla morte, e dimora con i Suoi discepoli per istruirli nei sacri misteri della natura e della religione, quaranta giorni dopo la sua resurrezione.
Qui la fede naturale e razionale cambia in fede divina, e noi iniziamo a credere che era Dio fatto uomo. Da questa fede risulta che noi riteniamo come vero tutto ciò che ancora non comprendiamo, ma in cui Lui ci dice di credere. Attraverso questa fede nella Divinità di Gesù, con l’intero nostro abbandono in Lui, e con la fedele osservanza delle Sue direttive, alla fine viene la fede vivente, con cui troviamo, entro noi stessi e realmente attraverso la nostra propria esperienza interiore, tutto quello in cui abbiamo creduto fino a questo momento solamente con la confidenza di un fanciullo; e questa fede vivente provata dall’esperienza è la più elevata di tutte.
Quando, tramite la fede viva, il nostro cuore ha ricevuto in sè J.-C., allora la Luce del Mondo nasce nel cuore come in un’umile stalla.
Tutto in noi è impuro, avvolto dalle ragnatele della vanità, coperto dal fango della sensualità.
La nostra volontà è il Bue che è sotto il giogo delle passioni. La nostra ragione è l’Asino che è legato dall’ostinazione delle sue opinioni, dei suoi pregiudizi, della sua stupidità.
In questa capanna miserabile e cadente, la casa di tutte le passioni animali, J.-C. nasce in noi grazie alla fede.
La semplicità della nostra anima è lo stato dei pastori che Gli portano le prime offerte, finché alla fine le tre forze principali della nostra dignità regale: la nostra ragione, la nostra volontà e la nostra attività (7) si prostrano davanti a Lui e Gli offrono i doni di verità, saggezza e amore.
Poco a poco, la stalla del nostro cuore cambia in un Tempio esteriore, dove J.-C. insegna; ma questo Tempio è ancora pieno di scribi e farisei. Vi si trovano anche mercanti di piccioni e cambiavalute, e questi devono essere cacciati via affinché il Tempio diventi una Casa di Preghiera.
Poco a poco J.-C. sceglie, per annunciarLo, tutte le buone forze del nostro essere: Egli cura la nostra cecità, purifica la nostra lebbra, resuscita in noi ciò che era morto. Sempre in noi, Egli è crocifisso, muore e resuscita in vincitore glorioso. Successivamente la Sua personalità vive in noi e ci istruisce sui misteri più sublimi, finché alla fine ci chiama per la Rigenerazione integrale, quando Lui sale al Cielo per inviarci lo Spirito di Verità.

Ma prima che questo Spirito possa agire pienamente in noi, esperiamo i seguenti cambiamenti:

Dapprima sono innalzate in noi le sette potenze della nostra intelligenza; in seguito le sette potenze del nostro cuore o della nostra volontà, e questa esaltazione s’effettua nella seguente maniera:

 

L’intelligenza umana è divisa in sette potenze;

 

  1. La prima è quella che permette di guardare gli oggetti – Intuitus.

  2. Con la seconda noi percepiamo gli oggetti considerati – Apperceptio

  3. Con la terza ciò che è stato percepito viene meditato – Reflexio

  4. La quarta potenza è quella di considerare gli oggetti percepiti nella loro diversità – Fantasia, Imaginatio

  5. La quinta è quella di decidersi su qualcosa – Judicium

  6. La sesta coordina le cose secondo le loro relazioni - Ratio

  7. La settima ed ultima è la potenza che realizza la comprensione sintetica delle cose coordinate - Intellectus
     

La settima contiene, per così dire, la somma di tutte le altre.

Anche la volontà dell’uomo si divide in sette potenze che, prese insieme come un’unità, formano la volontà dell’uomo, essendo, per così dire, sue parti sostanziali.
 

  1. La prima è la capacità di desiderare cose esterne a se stessi – Desiderium.

  2. La seconda è la capacità di potersi appropriare delle cose desiderate – Appetitus.

  3. La terza è il potere di dar loro una forma, di renderle reali, in modo da soddisfare il proprio desiderio – Concupiscentia.

  4. La quarta è quella di ricevere inclinazioni, senza decidersi per nessuna, come nello stato di passione - Passio.

  5. La quinta è la capacità di decidere a favore o contro qualcosa, la libertà – Libertas.

  6. La sesta è il potere di scelta o della risoluzione realmente presa – Electio.

  7. La settima è quella di dare all’oggetto scelto un esistenza – Voluntas.


Anche in questo caso il settimo potere contiene tutti gli altri e ne è la somma.

Ora, i sette poteri dell’intelletto, come i sette poteri del nostro cuore o della volontà, possono essere nobilitati ed esaltati in un modo molto speciale, quando prendiamo J.-C., essendo la Saggezza di Dio, come principio della nostra ragione; e la Sua vita, che era tutto Amore, come movente della nostra volontà.
 

Il nostro intelletto è formato secondo quello di J.-C.:
 

  • 1. Quando abbiamo Lui in mente in ogni cosa, quando Lui forma il nostro punto di vista per tutte le nostre azioni – Intuitus.

  • 2. Quando percepiamo ovunque la Sua azione, il Suo sentimento ed il Suo spirito – Apperceptio.

  • 3. Quando in ogni nostro pensiero noi riflettiamo sui Suoi precetti, quando noi pensiamo su ogni cosa come Lui avrebbe pensato – Reflexio.

  • 4. Quando noi facciamo in modo che i Suoi pensieri e la Sua saggezza siano l’unico oggetto della nostra forza d’immaginazione – Fantasia.

  • 5. Quando rigettiamo ogni pensiero che non è conforme al Suo, e scegliamo ogni pensiero che potrebbe essere il Suo – Judicium.

  • 6. Quando infine coordiniamo l’intero edificio delle idee del nostro spirito sul modello delle Sue idee e del Suo spirito – Ratio.

É così che

  • 7. Nascerà in noi una nuova luce, più brillante, molto superiore alla luce della ragione dei sensi – Intellectus.



Anche il nostro cuore è riformato in maniera simile, quando in ogni cosa:

  • 1. Tendiamo solo a Lui – Desiderare.

  • 2. Vogliamo solo Lui – Appetere.

  • 3. Bramiamo solo Lui – Concupiscere.

  • 4. Amiamo solo Lui – Amare.

  • 5. Scegliamo solo ciò che Lui è, ed evitiamo tutto ciò che Lui non è – Eligere.

  • 6. Viviamo in armonia solo con Lui, con i Suoi comandamenti, le Sue istituzioni ed i Suoi ordini – Subordinare

Da ciò infine:

  • 7. Nasce una completa unione della nostra volontà con la Sua, tramite cui noi siamo in Lui e con Lui un solo senso, un solo cuore; così che poco a poco l’uomo nuovo si manifesta in noi, e la Saggezza Divina e l’Amore Divino si uniscono per generare il nuovo uomo spirituale, nel cui cuore la fede diventa visione reale, ed a paragone di questa Fede Vivente i tesori delle due Indie non sono che cenere.
     

Il possesso attuale di Dio, o J.-C. in noi, è il Centro verso cui convergono tutti i misteri, come i raggi di un cerchio; il mistero più elevato è questo compimento.

Il Regno di Dio è un regno di verità, moralità e felicità. Esso opera negli individui dal più interiore verso il più esteriore e si allarga gradualmente, tramite lo Spirito di J.-C., in tutte le nazioni, per istituire ovunque un ordine di cui beneficeranno ugualmente l’individuo e la specie; e grazie a cui la nostra natura umana potrà essere elevata alla sua più alta perfezione, e l’umanità malata potrà essere curata da tutti i suoi mali.
Così l’Amore e lo Spirito di Dio da soli un giorno vivificheranno tutta l’umanità; svegliando e riaccendendo le forze della nostra natura, orientandole secondo i disegni della Saggezza e facendovi regnare l’Armonia.
Pace, fedeltà, armonia domestica, amore dei superiori verso i loro inferiori, sollecitudine dei sottoposti verso i loro capi, amore reciproco tra le nazioni, questi saranno i primi frutti dello Spirito. L’ispirazione del bene senza chimere, l’esaltazione della nostra anima senza un’eccessiva tensione, la calda sollecitudine del cuore senza impazienza turbolenta, avvicineranno, riconcilieranno ed uniranno tutte le varie parti della razza umana, a lungo separate e divise da molte differenze, e rimuoveranno da ognuna pregiudizi ed errori. Allora, nel grande Tempio della Natura, grandi e piccoli, poveri e ricchi, celebreranno le lodi del Padre dell’Amore.


 


 

7. Sono i tre Re Magi
 

 


 

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