Come l'infinità dei numeri si perde in un numero unico che è la loro base; e come gli innumerevoli raggi di un cerchio si uniscono in un centro unico, è così che i Misteri, i geroglifici e gli emblemi infiniti non hanno per oggetto che un’unica verità. Colui che la conosce ha trovato la chiave per conoscere tutto, tutto d'un colpo.
Non vi è che un Dio, una verità, una via che conduce a questa grande verità. Non vi è che un unico mezzo per trovare questa verità. Chi ha trovato questo mezzo, possiede con sé:
 

Tutta la saggezza in un libro unico; Tutte le forze in una forza unica; Tutte le bellezze in un oggetto unico; Tutte le ricchezze in un tesoro unico; Tutte le felicità in un bene unico;
 

E la somma di tutte queste perfezioni è J.-C. che è stato crocifisso ed è risuscitato.

Ora, questa grande verità, così espressa è, è vero, solamente un oggetto della fede; ma può diventare una conoscenza sperimentale, non appena siamo istruiti come J.-C. può essere o può diventare tutto ciò. Questo grande mistero fu sempre l’oggetto di insegnamento della Scuola Segreta della Chiesa invisibile ed interiore, e questo insegnamento fu conosciuto ai tempi del cristianesimo sotto il nome di Disciplina Arcana. È da questa scuola segreta che tutti i riti e le cerimonie della chiesa esterna hanno tratto la loro origine, sebbene lo spirito di queste verità grandi e semplici si fosse ritirato nell'interiore, e sembri ai nostri tempi interamente perso per l'esteriore.
È stato predetto molto tempo fa, cari fratelli, che tutto ciò che è nascosto sarà rivelato negli ultimi tempi; ma è stato predetto anche che in questi tempi molti falsi profeti si mostreranno; ed i fedeli sono stati avvertiti di non credere affatto ad ogni spirito; ma di provare gli spiriti se essi siano realmente (inviati) da Dio (Prima epistola di San Giovanni, capitolo 4). L'apostolo dà lui stesso il modo di fare questa prova; dice: “Ecco da cosa riconoscerete lo spirito che è di Dio: ogni spirito che confessa che J.-C. è venuto in una carne vera, è da Dio, ed ogni spirito che non lo confessa, non è da Dio”. Cioè chi separa in Lui il divino dall'umano, non è da Dio. Noi confessiamo che J.-C. è venuto nella carne, e quindi lo Spirito di verità parla tramite noi. Ma il mistero che J.-C. è venuto nella carne è di una grande vastità e rinchiude in sé la conoscenza del divino-umano, ed è questa conoscenza che scegliamo oggi come oggetto della nostra istruzione.

Poiché non parliamo con dei novizi in materia di fede, vi sarà, cari fratelli, molto più facile concepire le verità sublimi che vi presenteremo, poiché avrete già scelto probabilmente molte volte per oggetto delle vostre sante meditazioni diversi argomenti preparatori. La religione, considerata scientificamente, è la dottrina della trasformazione dell'uomo, separato da Dio, in uomo riunito con Dio. Quindi il suo unico scopo è di unire ogni individuo dell'umanità, ed infine tutta l'umanità con Dio; solo attraverso tale unione può raggiungere e può provare la più alta felicità temporale e spirituale. Così questa dottrina di riunione è della dignità più sublime; e, siccome è una dottrina, deve avere necessariamente un metodo con cui essa ci conduce: in primis, alla conoscenza del vero mezzo di riunione; e, in secundis, alla conoscenza del modo con cui questo mezzo deve essere applicato conformemente allo scopo.
Questo grande mezzo di riunione su cui si concentra tutta la dottrina religiosa, non sarebbe stato conosciuto mai dall'uomo senza Rivelazione. È sempre stato al di fuori della sfera della conoscenza scientifica; e questa stessa profonda ignoranza, dove l'uomo era caduto, ha reso necessaria la Rivelazione senza la quale non avremmo potuto trovare mai le vie per rialzarci.
Dalla Rivelazione risultò la necessità della fede alla Rivelazione; perché colui che non sa, colui che non ha nessuna esperienza di una cosa, deve necessariamente all’inizio credere se vuole sapere e sperimentare. Perché se la fede cade, ci si preoccupa poco della Rivelazione e ci si preclude, per lo stesso motivo, l'accesso al metodo che la Rivelazione sola contiene. Come l'azione e la reazione si proporzionano reciprocamente nella natura, così si proporzionano la Rivelazione e la fede. Là dove non c'è reazione, l'azione cessa necessariamente; là dove non c'è fede, nessuna Rivelazione può avere luogo; ma più c'è fede, più c'è Rivelazione o sviluppo delle verità che sono nell'oscurità, e possono essere sviluppate solamente dalla nostra fiducia. È vero, e molto vero, che tutte le verità segrete della religione, anche le verità più oscure ed i misteri che ci sembrano più singolari, si giustificheranno un giorno davanti al tribunale della ragione più rigorosa; ma la debolezza dell'uomo, la mancanza di penetrazione rispetto a tutto l'insieme della natura sensibile e di quella spirituale, hanno richiesto che le verità più elevate non ci possano essere mostrate ed aperte che progressivamente. La sacra oscurità dei misteri è qui a causa della nostra debolezza, come il loro schiarimento graduale è qui per fortificare poco a poco la nostra debolezza, e per rendere il nostro occhio capace di fissare la piena luce.
Ad ogni grado al quale il credente si eleva verso la Rivelazione, egli ottiene una luce più perfetta per arrivare alla conoscenza; e questa luce diventa parimenti progressivamente per lui più convincente, perché ogni verità della fede acquisita, diventa poco a poco vivente, e passa in convinzione. Quindi, la fede si basa sulla nostra debolezza e sulla piena luce della Rivelazione che deve mostrarsi secondo la nostra capacità, per darci in seguito l'obiettività delle cose più elevate. Gli oggetti di cui la ragione umana non ha obiettività sono necessariamente del campo della fede. L'uomo non può che adorare e tacere; ma, se vuole dimostrare delle cose su cui non ha obiettività, cade necessariamente in errore. L'uomo deve adorare e deve tacere finché gli oggetti che sono nel campo della fede gli diventano poco a poco più chiari e, di conseguenza, più facili da conoscere. Tutto si dimostra da sé non appena acquistiamo l'esperienza interiore delle verità della fede, non appena siamo condotti dalla fede alla visione, ovvero alla conoscenza obiettiva.

In tutti i tempi ci sono stati degli uomini illuminati da Dio che avevano interamente o in parte questa obiettività interiore della fede, a seconda che la comunicazione delle verità della fede fosse passata nel loro intelletto o nel loro sentimento. La prima specie di visione, puramente intelligibile, era chiamata illuminazione divina. La seconda specie era chiamata ispirazione divina. Il sensorium interiore in molti si aprì fino a visioni divine e trascendentali, chiamati rapimenti o estasi, perché il sensorium interiore si ingrandì talmente da dominare sul sensorium esterno e sensibile. Ma questa specie di uomini fu sempre incomprensibile, e doveva restarlo per l'uomo dei sensi che non aveva organi per il soprannaturale ed il trascendentale. Quindi non ci si deve per nulla stupire che si consideri un uomo che ha visto più da vicino il mondo degli spiriti come uno stravagante, o anche come un matto; perché il giudizio comune degli uomini si limita semplicemente a ciò che i sensi gli fanno sentire; perciò la Scrittura dice molto chiaramente: l'uomo dei sensi non concepisce ciò che è dello Spirito6, perché il suo senso spirituale non è aperto per (percepire) il mondo trascendentale, e non può avere più obiettività di questo mondo di quanta ne abbia il cieco del colore.
Così, l'uomo esterno dei sensi ha perso questo senso interiore che è più importante; o piuttosto la capacità di sviluppo di questo senso, che è nascosto in lui, è trascurata al punto che non ne sospetta l’esistenza. Così gli uomini dei sensi sono in generale spiritualmente ciechi; il loro occhio interiore è chiuso, e questo oscuramento è ancora una conseguenza della Caduta del primo uomo. La materia corruttibile che l'avvolgeva ha chiuso il suo occhio interiore e spirituale, ed è così che è diventato cieco a tutto ciò che riguarda i mondi interiori.

L'uomo è doppiamente miserabile, egli non solo porta una benda sugli occhi che gli nasconde la conoscenza delle verità più elevate; ma anche il suo cuore languisce nei confini della carne e del sangue, che lo legano ai piaceri animali e (6)  sensibili, a scapito di piaceri più elevati e spirituali. Per questo siamo nella schiavitù della concupiscenza, sotto il dominio delle passioni che ci tiranneggiano, e ci trasciniamo, come disgraziati paralitici, su due miserabili stampelle, ovvero sulla stampella della nostra ragione naturale e sulla stampella del nostro sentimento naturale. L’una ci mostra giornalmente l'apparenza come (se fosse) la verità. L’altra ci fa scambiare giornalmente il male per il bene. Ecco il nostro miserabile stato!
Gli uomini potranno diventare felici solo quando la benda che impedisce l'accesso della vera luce cadrà dai loro occhi. Potranno diventare felici solo quando i legami di schiavitù che legano i loro cuori saranno rotti. Il cieco deve poter vedere ed il paralitico deve poter camminare se vogliono essere felici. Ma la grande e temibile legge alla quale la felicità o il benessere degli uomini è assolutamente legata è la legge seguente: Uomo, che la ragione regni sulle tue passioni!
Da secoli l’uomo si sforza di ragionare e di fare la morale; e quale è il risultato della nostra pena dopo tanti secoli? I ciechi vogliono condurre i ciechi, ed i paralitici i paralitici. Ma in tutte le follie alle quali ci siamo dedicati, in tutte le miserie che ci siamo attirate, non vediamo ancora che non possiamo niente con le nostre sole forze e che abbiamo bisogno di un potere più elevato per rinunciare alla miseria. I pregiudizi e gli errori, i vizi ed i crimini hanno cambiato le loro forme di secolo in secolo; ma non sono mai stati estirpati dall'umanità. La ragione senza luce ha brancolato in ogni secolo in mezzo alle tenebre: il cuore pieno di passioni è lo stesso in ogni secolo.
Non vi è che Uno solo che possa guarirci; Uno solo che sia in stato d’aprire il nostro occhio interiore affinché vediamo la verità. È solamente Uno solo che può toglierci le catene che ci legano e ci rendono schiavi della sensualità. Questo "Uno solo", è J.-C. il Salvatore degli Uomini, il Salvatore perché vuole strapparci a tutte le conseguenze dovute all'accecamento della nostra ragione naturale e agli smarrimenti del nostro cuore passionale. Molti pochi uomini, cari fratelli, hanno una concezione precisa della grandezza della Redenzione dell’Uomo; molti credono che J.-C. il Signore ci ha riscattati, con il Suo sangue versato, solo dalla dannazione, altrimenti detta l'eterna separazione dell'uomo da Dio; ma non credono che voglia anche liberare da ogni miseria del mondo coloro che Gli sono legati.

J.-C. è il Salvatore del Mondo, è il vincitore della miseria umana, ci ha riscattati dalla morte e dal peccato. Come potrebbe Lui essere tutto ciò, se il mondo dovesse sempre languire nelle tenebre dell'ignoranza e nei legami delle passioni? È stato predetto già molto chiaramente dai Profeti che il tempo del Riscatto del Suo popolo, il primo Sabato del tempo, sarebbe arrivato. É da molto tempo che avremmo dovuto riconoscere questa promessa piena di consolazione; ma la mancanza della vera conoscenza di Dio, dell'uomo e della natura, è stato l'impedimento che ci ha sempre nascosto questi grandi misteri della fede.

Bisogna sapere, fratelli miei, che esiste una natura duplice: la natura pura, spirituale, immortale ed indistruttibile; e la natura impura, materiale, mortale e distruttibile. La natura pura ed indistruttibile era prima della natura impura e distruttibile. Questa ultima ha tratto la sua origine dalla disarmonia e dalla sproporzione delle sostanze che formano la natura indistruttibile. Quindi, è permanente solamente finché le sproporzioni e le dissonanze non vengono tolte, e tutto non viene rimesso in armonia. Una cattiva comprensione dello spirito e della materia è una delle principali cause che fa sì che parecchie verità della fede non appaiano nella loro vera luce.
Lo spirito è una sostanza, un’essenza, una realtà assoluta. Quindi, le sue proprietà sono l'indistruttibilità, l'uniformità, la penetrazione, l'indivisibilità e la continuità. La materia non è una sostanza, è un aggregato. Quindi è distruttibile, divisibile e sottomessa al cambiamento. Il mondo metafisico è un mondo realmente esistente estremamente puro ed indistruttibile di cui chiamiamo il centro J.-C., e di cui conosciamo gli abitanti sotto il nome di spiriti e di angeli. Il mondo materiale e fisico è il mondo dei fenomeni; non possiede nessuna verità assoluta; tutto ciò che qui è chiamato verità è solo relativo, è solo l'ombra della verità e non la verità stessa; tutto è fenomeno.
La nostra ragione quaggiù prende in prestito tutte le sue idee dai sensi, quindi sono senza vita, morte. Traiamo tutto dall'obiettività esterna, e la nostra ragione non somiglia che ad una scimmia che imita ciò che la natura più o meno gli presenta. Così, la semplice luce dei sensi è il principio della nostra ragione inferiore; la sensualità, l'inclinazione verso i bisogni animali, è il movente della nostra volontà. Sentiamo, è vero, la necessità di avere un movente più elevato; ma finora non sapevamo cercarlo né trovarlo. Quaggiù, dove tutto è corruttibile, non si può cercare il principio della ragione né il principio della moralità né il movente della volontà. Dobbiamo prenderlo in un mondo più elevato.
Là dove tutto è puro, dove niente è sottomesso alla distruzione, là regna un Essere che è tutto saggezza e tutto amore e che, con la luce della Sua saggezza, può diventare per noi il vero principio della ragione, e con il calore del Suo amore, il vero principio della moralità. Perciò il mondo non diventerà e non potrà diventare felice che quando questo Essere reale, che è allo stesso tempo la saggezza e l'amore, sarà ricevuto interamente dall'umanità e sarà diventato in lei Tutto in Tutto. L'uomo, cari fratelli, è composto di sostanza indistruttibile e metafisica, e di sostanza materiale e distruttibile, tuttavia in modo che la materia distruttibile tiene come imprigionata la sostanza indistruttibile ed eterna.

É così che due nature contraddittorie sono rinchiuse nello stesso uomo. La sostanza distruttibile ci lega sempre al sensibile; la sostanza indistruttibile cerca di liberarsi dalle catene sensibili e cerca la sublimità dello spirito. Da qui deriva la lotta continua tra il bene ed il male; il bene vuole sempre assolutamente la ragione e la moralità; il male conduce quotidianamente all'errore ed alla passione. Per questo l'uomo, in questo dibattito continuo, ora si eleva ed ora cade negli abissi, cerca di rialzarsi e vacilla di nuovo. Si deve cercare la causa fondamentale della corruzione umana nella materia corruttibile della quale gli uomini sono formati. Questa materia grossolana opprime in noi l'azione del principio trascendentale e spirituale, e questa è la vera causa dell'accecamento del nostro intelletto e degli errori del nostro cuore.
Si deve cercare la fragilità di un vaso nella materia con cui il vaso è formato. La forma più bella possibile che può essere data alla terra resta sempre fragile, perché la materia di cui è formata è fragile. Ed è così che noi, poveri uomini, restiamo sempre solo uomini fragili con tutta la nostra cultura esteriore. Quando esaminiamo le cause degli impedimenti che tengono la natura umana in un abbassamento così profondo, le troviamo tutte nella grossolanità della materia nella quale la sua parte spirituale è come immersa e legata. L'inflessibilità delle fibre, l'immobilità degli umori che vorrebbero ubbidire agli stimoli raffinati dello spirito, sono come delle catene materiali che lo legano, e che impediscono in noi le funzioni sublimi di cui (lo spirito) sarebbe capace.
I nervi ed i fluidi del nostro cervello ci consegnano solo idee grossolane ed oscure, derivando dai fenomeni, e non dalla verità e dalle cose stesse; e come non possiamo, con il solo potere del nostro principio pensante, equilibrare la violenza delle sensazioni esterne con l'aiuto di rappresentazioni sufficientemente energiche, ne risulta che siamo determinati sempre dalla passione, e la voce della ragione, che parla dolcemente al nostro interno, è soffocata dal rumore tumultuoso degli elementi che trattengono la nostra macchina. Certo, la ragione si sforza di dominare il tumulto, cerca di decidere della lotta e tenta di ristabilire l'ordine con la lucidità del suo giudizio. Ma la sua azione è simile ai raggi del sole quando delle spesse nuvole ne oscurano lo splendore.
La grossolanità dei materiali di cui è costituito l'uomo materiale, ossatura dell'edificio intero della sua natura, è la causa di questa oppressione che tiene i poteri della nostra anima in una debolezza ed un'imperfezione continua. La paralisi della nostra forza pensante, in generale, è una conseguenza della dipendenza in cui ci tiene una materia grossolana ed inflessibile; materia che forma i veri legami della carne e le vere sorgenti di tutti gli errori e del vizio. La ragione, che dovrebbe essere legislatrice assoluta, è continuamente schiava della sensualità. Questa si eleva a reggente e si serve della ragione che languisce nei suoi legami e si presta ai suoi desideri. Questa verità è stata sentita da lungo tempo; e sempre si è predicata a parole... La ragione deve essere legislatrice assoluta... Deve governare la volontà e non essere governata da lei...

I grandi ed i piccoli sentivano questa verità ma non appena si veniva all'azione, la volontà animale soggiogava ben presto la ragione, poi la ragione soggiogava per qualche tempo la volontà animale ed è così che, in ogni uomo, la vittoria e la disfatta tra le tenebre e la luce erano alterne, e questo stesso potere e contro-potere reciproci sono la causa dell'oscillazione continua tra il bene ed il male, tra il falso ed il vero. Se l'umanità deve essere condotta al vero ed al bene affinché agisca solamente secondo le leggi della ragione e secondo le inclinazioni pure della volontà, è assolutamente necessario dare alla ragion pura la sovranità nell'uomo. Ma come può accadere questo quando la materia di cui ogni uomo è formato è più o meno ineguale, bruta, divisibile e corruttibile, ed è costituita in tale guisa che tutta la nostra miseria, dolore, malattia, povertà, morte, bisogni, pregiudizi, errori e vizi ne dipendono e sono le necessarie conseguenze della limitazione dello spirito immortale nei suoi legami? La sensualità è costretta a comandare quando la ragione è incatenata. E questa è incatenata quando il cuore impuro e fragile respinge ovunque il suo raggio puro.

Sì, amici e fratelli, questa è la sorgente di tutta la miseria degli uomini; e, siccome questa corruzione si propaga di uomo in uomo, può essere chiamata, con giustizia, la loro corruzione ereditaria. Osserviamo, in generale, che le forze della ragione agiscono sul cuore in funzione della costituzione specifica della materia di cui l'uomo è formato. Perciò è estremamente notevole, quando pensiamo che il sole vivifica questa materia animale secondo la misura della sua distanza dal corpo terrestre, che la renda adatta alle funzioni dell'economia animale, ma ad un grado più o meno elevato di influenza spirituale. La diversità dei popoli, le loro particolarità rispetto al clima, la molteplicità dei loro caratteri e delle loro passioni, i loro costumi, i loro pregiudizi ed usi, o anche le loro virtù ed i loro vizi, dipendono interamente dalla costituzione specifica della materia di cui sono formati, e nella quale lo spirito rinchiuso agisce differentemente. Secondo questa costituzione si modifica la loro capacità di cultura stessa e si dirige così la scienza, che non modifica ogni popolo a meno che non ci sia una materia presente, suscettibile di essere modificata, determinante la capacità di cultura propria di un popolo, che dipende in parte dalla generazione ed in parte dal clima.
In generale troviamo dovunque lo stesso uomo debole e sensuale, che possiede tanto bene in funzione di quanto la sua materia sensibile permette alla ragione di prevalere sulla sensualità, e possiede tanto male quanto la sensualità può predominare sullo spirito più o meno legato. In ciò risiedono il bene ed il male naturali di ogni nazione e di ogni individuo isolato. Troviamo nel mondo intero questa corruzione inerente alla materia di cui gli uomini sono formati. Dovunque vi è miseria, dolore, malattia, morte; ovunque vi sono bisogni, pregiudizi, passioni e vizi, solamente sotto altre forme e modificazioni. Dallo stato più grezzo della ferocia, l'uomo entra nella vita sociale anzitutto tramite i bisogni; la forza e l'astuzia, facoltà principali dell'animale, l'accompagnano e si sviluppano quindi sotto altri forme.
Le modifiche di queste fondamentali inclinazioni animali sono innumerevoli; ed il più alto grado della cultura umana, che finora il mondo abbia acquistato, non ha portato più lontano dal colorare di uno strato più fine le cose. Ciò vuol dire che ci siamo elevati dallo stato dell'animale grezzo fino al più alto grado dell'animale raffinato. Ma questo periodo era necessario, perché dal suo compimento comincia una nuova era dove, essendo i bisogni animali sviluppati, comincia lo sviluppo del bisogno più elevato della luce e della ragione.
J.-C. ha inciso nel nostro cuore con delle parole molto belle questa grande verità: si deve cercare nella materia la causa della miseria degli uomini, mortali e fragili a causa dell'ignoranza e delle passioni. Quando diceva:” l’uomo migliore, quello che si sforza di più per arrivare alla verità, pecca sette volte al giorno”, voleva dire: nell'uomo meglio organizzato, le sette forze dello spirito sono ancora così chiuse, che le sette azioni della sensualità le sormontano ogni giorno ciascuna a suo modo. Così, l’uomo migliore è esposto agli errori ed alle passioni. L’uomo migliore è debole e peccatore; l’uomo migliore non è libero, non è esente dal dolore e dalla miseria: l’uomo migliore è assoggettato alla malattia ed alla morte, e perché questo? Perché tutto ciò è l’inevitabile conseguenza delle proprietà della materia corruttibile di cui egli è formato.
Così, non può esserci speranza di un benessere più elevato per l'umanità, finché questo ente corruttibile e materiale forma la principale parte sostanziale della sua essenza. L'impossibilità nella quale si trova l'umanità di potersi slanciare da sola verso la vera perfezione è una constatazione piena di disperazione; ma, allo stesso tempo, è piena di consolazione perché, a causa di questa impossibilità radicale, un essere più elevato e più perfetto si è coperto di questo inviluppo mortale e fragile, per rendere immortale il mortale, indistruttibile il distruttibile; ed in ciò si deve cercare la vera causa dell'incarnazione di J.-C..

J.-C. è l’Unto della Luce, è lo splendore di Dio, la Saggezza uscita da Dio, il figlio di Dio, il Verbo reale che era al principio e con cui tutto è stato fatto. J.-C., la Saggezza di Dio che opera ogni cosa, era come il centro del Paradiso, del mondo della luce; era il solo organo reale con cui la forza divina poteva essere comunicata; e questo organo è la natura immortale e pura, la sostanza indistruttibile che vivifica e che porta tutto alla più alta perfezione e felicità. Questa sostanza indistruttibile è l'elemento puro in cui viveva l'uomo spirituale. Da questo elemento puro in cui Dio solo abitava, e dalla sostanza da cui il primo uomo fu creato, l’uomo si è separato con la Caduta. Per il godimento del frutto dell'Albero del Bene e del Male, albero della mescolanza del principio buono o incorruttibile e del principio cattivo o corruttibile, si avvelenò in modo tale che il suo essere immortale si interiorizzò ed il mortale lo ricoprì. Ed è così che sparì l'immortalità, la felicità e la vita; e la mortalità, la disgrazia e la morte furono le conseguenze di questo cambiamento.
Molti uomini non possono farsi un'idea dell'Albero del Bene e del Male; quest’ albero era il prodotto della materia caotica che era ancora nel centro e nella quale la distruttibilità aveva ancora la supremazia sull'indistruttibilità. Il godimento troppo prematuro di questo frutto che avvelena e che ruba l'immortalità avvolse Adamo in questa forma materiale soggetta alla morte. Egli cadde tra gli Elementi che precedentemente governava. Questo avvenimento infelice fu la ragione per cui l'immortale Saggezza, l'elemento puro e metafisico, si coprì di un inviluppo mortale, e si sacrificò volontariamente affinché le sue forze interiori passassero nel centro della distruzione e potessero riportare poco a poco tutto ciò che è mortale all'immortalità.
Così, come capitò naturalmente che l'uomo immortale diventasse mortale con il godimento di un frutto mortale, capitò parimenti naturalmente che l'uomo mortale potesse recuperare la sua dignità precedente con il godimento di un frutto immortale. Tutto accade naturalmente e semplicemente nel Regno di Dio; ma, per riconoscere questa semplicità, è necessario avere delle idee pure di Dio, della natura e dell'uomo; e se le verità più sublimi della fede sono ancora avvolte per noi da un'oscurità impenetrabile, la ragione è nel fatto che abbiamo finora sempre diviso le idee di Dio, della natura e dell'uomo.
J.-C. ha parlato coi Suoi amici più intimi, quando era ancora su questa terra, del grande mistero della Rigenerazione; ma tutto ciò che diceva era oscuro per loro, non potevano ancora concepirlo; così lo sviluppo di queste grandi verità era riservato per gli ultimi tempi; è il supremo mistero della religione in cui tutti i misteri rientrano come nella loro unità. La Rigenerazione non è altro che un dissolvimento ed una liberazione da questa materia impura e corruttibile che tiene legato il nostro essere immortale e tiene immerso in un sonno mortale la vita delle forze attive oppresse. Quindi deve esistere necessariamente un metodo reale per sradicare questo fermento velenoso che provoca in noi la disgrazia, e quindi liberare le forze imprigionate.

Ma non si deve cercare questo mezzo da nessun’altra parte che nella religione; perché siccome la religione, considerata scientificamente, è la dottrina della riunione con Dio, essa deve anche necessariamente insegnarci a conoscere il mezzo per arrivare a questa unione. E non è Gesù e la Sua conoscenza vivificante l'oggetto principale della Bibbia ed il contenuto di tutti i desideri, di tutte le speranze e di tutte le attese del cristiano? Non abbiamo ricevuto dal nostro Signore e Maestro, finché camminò tra i suoi discepoli, le più alte soluzioni riguardo le verità più nascoste? Ed il nostro Signore e Maestro, quando era con loro nel Suo corpo glorificato, dopo la Sua risurrezione, non gli diede una più alta rivelazione rispetto alla Sua persona, e non li ha condotti più profondamente all'interno della conoscenza della verità?
Non è scritto che realizzerà ciò che ha detto nella Sua preghiera sacerdotale? (Giovanni, 17: 22,23): "Io ho dato e comunicato loro la gloria che Tu mi hai dato, affinché essi siano uno come noi siamo uno in loro, e loro in me, affinché essi siano perfetti nell’uno". Siccome i discepoli del Signore non potevano concepire questo grande mistero della nuova ed ultima Alleanza, J.-C. lo trasmise agli ultimi tempi dell'avvenire che oggi si avvicinano; Egli disse: "Il giorno in cui vi comunicherò la Mia gloria, riconoscerete che sono in Mio Padre, voi in Me, ed Io in voi."
Questa alleanza è chiamata Alleanza di Pace. É allora che la legge di Dio sarà incisa nel più profondo del nostro cuore; tutti riconosceremo il Signore, noi saremo il Suo popolo e Lui sarà il nostro Dio.
Tutto è già preparato per questo possesso attuale di Dio, questa unione reale con Dio e già possibile quaggiù; e l'elemento santo, la vera medicina per l'umanità è rivelata dallo Spirito di Dio. La tavola del Signore è imbandita e tutti sono invitati; il vero pane degli Angeli, di cui è scritto: "Avete dato loro il pane del cielo", è pronto.
La santità e la grandezza del mistero che rinchiude in sé tutti i misteri, ci comandano qui di tacere, e ci è permesso solo di fare menzione dei suoi effetti: Il corruttibile, il distruttibile è consumato in noi ed è rimpiazzato dall'incorruttibile e dall'indistruttibile. Il sensorium interiore si apre e ci lega al mondo spirituale. Siamo illuminati dalla saggezza, condotti dalla verità, nutriti dalla fiamma dell'amore. Delle forze sconosciute si sviluppano in noi per vincere il mondo, la carne e Satana. Tutto il nostro essere è rinnovato e reso capace di diventare una dimora reale dello Spirito di Dio. Ci vengono dati il dominio sulla natura, la relazione coi mondi superiori, e la beatitudine del commercio visibile col Signore. La benda dell'ignoranza cade dai nostri occhi, i legami della sensualità si spezzano e noi abbiamo la libertà dei figli di Dio.


Vi abbiamo detto quanto di più elevato e più importante; se il vostro cuore, che ha sete di verità, ha concepito delle idee pure su tutto questo e ha compreso pienamente la grandezza e la sacralità dello scopo da raggiungere, vi diremo di più. Nell’attesa, che la gloria del Signore ed il rinnovamento di tutto il vostro essere sia la più alta delle vostre speranze.
 

 


 

6.L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito”. (I Cor. 2:14)



 


 

Indice

Biografia dell'autoreIntroduzione Per MeditarePrima LetteraSeconda Lettera

Terza LetteraQuarta LetteraQuinta LetteraSesta LetteraAppendice