L'Autunno
 

Quando s'acquieta la forza del sole che brucia
e della vampa che spreme il sudore, e manda le piogge autunnali
Zeus possente, allora il corpo dell'uomo a muoversi
è assai più leggero; in quel tempo la stella di Sirio
per poco sopra le teste degli uomini nati alla morte
si volge di giorno e prende della notte una parte maggiore;
allora meglio resiste ai tarli la legna tagliata dal ferro:
le sue fronde a terra riversa e cessano dal crescere i rami;
è allora il momento di tagliarne i tronchi, memore dei

lavori che la stagione richiede.
Taglia un mortaio di tre piedi e di tre braccia un pestello,
e un asse di sette piedi, così ti sarà più adatto;
se invece sarà d'otto piedi anche un maglio ne puoi ricavare;
di tre palmi taglia una ruota per un carro di dieci spanne.
Ci sono molti legni ricurvi: se la trovi porta a casa una bure
- cercando sui monti e nel piano -
di leccio: è il più saldo al lavoro dei buoi,
quando lo schiavo d'Atena al ceppo la lega,
la ferma coi chiodi e dell'aratro l'adatta al timone.
Fatti due aratri, costruendoli in casa:
uno d'un solo pezzo, l'altro commesso, perché così sarà molto meglio:
se uno si rompe dietro ai buoi attaccherai l'altro.
D'alloro e d'olmo, immuni dai tarli, siano i timoni;
di quercia il ceppo, di leccio la bure. Compra due buoi di nov'anni,
maschi: la loro forza non è facile a vincere;
sono nel pieno di giovinezza e a lavorare i migliori;
non lotteranno a mezzo del solco e l'aratro
non romperanno, lasciando il lavoro incompiuto.
Un uomo di quarant'anni, robusto, li segua,
nutrito d'un pane spartito per quattro in otto porzioni diviso,
che, al lavoro sollecito, il solco dritto ti tracci,
senza guardarsi d'intorno verso i compagni, ma all'opera
abbia la mente; un altro più giovane non è migliore di lui
nello spargere le sementi ed evitare un'altra semina;
un uomo più giovane è tutto intento dietro i compagni.
Sta' attento quando della gru la voce tu senti
dall'alto, di fra le nubi, che il grido annuale ripete;
ti porta il segno d'arare e la stagione d'inverno
t'indica, piovosa; s'addolora il cuore di chi non ha buoi;
è allora che devi ingrassare nella stalla i buoi dalle corna ricurve;
perché è facile dire "prestami i buoi ed il carro",
ma facile è anche il negarli: "il loro lavoro già hanno i miei buoi".
L'uomo ricco soltanto d'idee dice di farselo un carro:
non sa, sciocco, che cento sono i pezzi del carro,
e che prima bisogna aver cura di raccoglierli in casa.
E non appena il tempo d'arare viene per gli uomini,
affrettati allora, gli schiavi e tu stesso;
che sia secco o che piova, arando al tempo d'arare,
di buon'ora sollecito perché ti s'empiano i campi;
rivolta in primavera la terra; d'estate arata di nuovo non ti deluderà;
semina il maggese quando ancora è leggera la terra;
il maggese tiene i mali lontani e acquieta i bambini.
Prega Zeus sotterraneo e la pura Demetra
che quando è maturo rendan pesante di Demetra il sacro frumento,
non appena incominci ad arare, quando l'estremità del manubrio
tu impugni e il pungolo spingi nelle terga dei buoi
che tirano la caviglia del giogo. Dietro, un piccolo
schiavo, tenendo la zappa, procuri pena agli uccelli
occultando il seme; buon ordine è la cosa migliore
per gli uomini, il disordine è la peggiore.
Così, piene, le spighe a terra si piegheranno
se, dopo, un buon compimento Zeus olimpio al tuo lavoro vuol dare;
dagli orci potrai levare le tele del ragno, e io ho fiducia
che godrai del vitto raccolto dentro la casa;
e potrai nell'abbondanza arrivare alla chiara primavera; né gli altri
dovrai invidiare, ma di te piuttosto sarà un altro ad avere bisogno.
Ma se attenderai il volger del sole per arare la terra divina,
accasciato tu mieterai quel poco che la mano riesce a tenere,
lo legherai tra la polvere, non molto felice,
lo porterai in un paniere e pochi staranno a guardarti.
Altre volte è diversa la mente di Zeus egioco
e ardua a capirsi per gli uomini.
Se lavori tardi la sacra terra, questo per te un rimedio sarà:
quando dapprima il cuculo canta fra le fronde della quercia
e rallegra i mortali sulla terra infinita,
allora se per tre giorni Zeus piove, né smette,
tanto da non superare lo zoccolo al bue, né da lasciarlo scoperto,
allora chi con ritardo lavora potrà raggiungere chi lavora sollecito.
Nel cuore tutto ciò custodisci, né ti sfugga
la primavera luminosa che viene, né il tempo di pioggia.

 

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Indice

Il Proemio e le due Contese Il Mito di Pandorra Il Mito delle Razze L'Usignolo e lo Sparviero
Giustizia e Violenza Necessità del Lavoro Consigli a Perse (I) Il Calendario Agricolo
L'Autunno L'Inverno La Primavera l'Estate La Vendemmia La Navigazione

Consigli a Perse (II) La Fama e i Giorni