La Primavera Quando, dopo che il sole si è vòlto, sessanta giorni invernali Zeus abbia compiuto, allora l'astro di Arturo, lasciata la sacra corrente di Oceano, tutto splendente si innalza al sorgere della sera; di séguito a lui la Pandionide rondine, col pianto suo mattutino, si lancia verso la luce della primavera che sorge di nuovo per gli uomini; precedila allora e pota le viti; è la cosa migliore. Ma quando colei che si porta addosso la casa dalla terra sale sui tronchi fuggendo le Pleiadi, allora non è più tempo di zappare le viti, ma affila le falci ed esorta gli schiavi; fuggi gli ombrosi riposi e i sonni dell'alba, nella stagione di mietere, quando il sole secca la pelle. Allora datti da fare e porta a casa il raccolto, al sorger dell'alba, affinché il vitto ti sia sufficiente. L'alba infatti si prende la terza parte del lavoro del giorno, l'alba fa procedere sulla via, fa progredire il lavoro, l'alba, che al suo apparire mette in cammino molti uomini, e su molti buoi pone il giogo.
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