Baruc - Capitolo 1

INTRODUZIONE Baruc e l'assemblea dei Giudei a Babilonia

[1] Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia [2] nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme. [3] Baruc lesse le parole di questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura: [4] erano presenti i nobili, i figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più piccolo al più grande, quanti insomma abitavano in Babilonia presso il fiume Sud. [5] Ascoltata la lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore, [6] poi, raccolto un pò di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare, [7] lo mandarono a Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio di Salòm e agli altri sacerdoti e al popolo che erano con lui in Gerusalemme. [8] Era il dieci del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per portarli in Giuda, i vasi della casa del Signore, che erano stati portati via dal tempio. Erano quei vasi d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, aveva fatto rifare, [9] dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi, i nobili e il popolo del paese. [10] Mandarono a dire loro: Ecco, vi mandiamo il denaro per comprare olocausti, sacrifici espiatori e incenso e offrire oblazioni sull'altare del Signore nostro Dio. [11] Pregate per la vita di Nabucodònosor re di Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché i loro giorni sulla terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra. [12] Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si possa vivere all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra del figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi. [13] Pregate il Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso e fino ad oggi il suo sdegno e la sua ira non si sono allontanati da noi. [14] Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni. [15] Direte dunque:

I. PREGHIERA DEGLI ESILIATI La confessione dei peccati

Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme, [16] per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, [17] perché abbiamo offeso il Signore, [18] gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi. [19] Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce. [20] Così, come oggi costatiamo, ci son venuti addosso tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele. [21] Non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato: [22] ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio.

Baruc - Capitolo 2

[1] Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro di noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e contro i nostri principi, contro ogni uomo d'Israele e di Giuda. [2] Non era mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè, [3] fino al punto di mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia. [4] Il Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva dispersi. [5] Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce. [6] Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul volto, come avviene ancor oggi. [7] Tutte le calamità che il Signore ci aveva minacciate, ci sono venute addosso. [8] Ma noi non abbiamo placato lo sdegno del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro cuore. [9] Così il Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di noi, poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandate, [10] mentre noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva posti davanti.

La supplica

[11] Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo possiedi, [12] noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito, Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti. [13] Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi. [14] Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno deportati, [15] perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro Dio e che il tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe. [16] Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo orecchio, Signore, e ascolta; [17] apri, Signore, gli occhi e osserva: non i morti che sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere, danno gloria e giustizia al Signore, [18] ma chi geme sotto il peso, chi se ne va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore. [19] Non per i meriti dei nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche, Signore Dio nostro, [20] ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua collera e il tuo sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i profeti: [21] «Ecco, dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di Babilonia e dimorerete nella terra da me data ai vostri padri. [22] Ma se non darete ascolto alla voce del Signore che comanda di servire il re di Babilonia, [23] farò cessare nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme il grido di gioia e di letizia, il canto dello sposo e della sposa e tutto il territorio diventerà un deserto senza abitanti». [24] Noi non abbiamo dato ascolto alla tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia, fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba. [25] Ed eccole abbandonate al calore del giorno e al gelo della notte. Essi son morti fra atroci dolori, di fame, di spada e di peste; [26] il tempio che porta il tuo nome tu lo hai ridotto nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità della casa d'Israele e di Giuda. [27] Tuttavia tu hai agito verso di noi, Signore Dio nostro, secondo tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande misericordia, [28] come avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando gli ordinasti di scrivere la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo: [29] «Se voi non darete ascolto alla mia voce, questa moltitudine che ora è così grande sarà ridotta a un piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali io la disperderò; [30] poiché io so che non mi ascolterà, perché è un popolo di dura cervice. Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé [31] e riconosceranno che io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore e orecchi che ascoltano; [32] nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome [33] e ripensando alla sorte subìta dai loro padri che peccarono contro di me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro malizia. [34] Io li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io li moltiplicherò e non diminuiranno più; [35] farò con loro un'alleanza perenne: io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai più il mio popolo Israele dal paese che gli ho dato».

Baruc - Capitolo 3

[1] Signore onnipotente, Dio d'Israele, un'anima angosciata, uno spirito tormentato grida verso di te. [2] Ascolta, Signore, abbi pietà, perché abbiamo peccato contro di te. [3] Tu domini sempre, noi continuamente periamo. [4] Signore onnipotente, Dio d'Israele, ascolta dunque la supplica dei morti d'Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono attaccati questi mali. [5] Non ricordare l'iniquità dei nostri padri, ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, [6] poiché tu sei il Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. [7] Per questo tu hai riempito i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti lodiamo ora nell'esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l'iniquità dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. [8] Ecco, siamo ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al Signore nostro Dio.

II. LA SAGGEZZA, PREROGATIVA DI ISRAELE

[9] Ascolta, Israele, i comandamenti della vita, porgi l'orecchio per intender la prudenza. [10] Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica e invecchi in terra straniera? [11] Perché ti contamini con i cadaveri e sei annoverato fra coloro che scendono negli inferi? [12] Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! [13] Se tu avessi camminato nei sentieri di Dio, saresti vissuto sempre in pace. [14] Impara dov'è la prudenza, dov'è la forza, dov'è l'intelligenza, per comprendere anche dov'è la longevità e la vita, dov'è la luce degli occhi e la pace. [15] Ma chi ha scoperto la sua dimora, chi è penetrato nei suoi forzieri? [16] Dove sono i capi delle nazioni, quelli che dominano le belve che sono sulla terra? [17] Coloro che si divertono con gli uccelli del cielo, quelli che ammassano argento e oro, in cui confidano gli uomini, e non pongono fine ai loro possessi? [18] Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano senza rivelare il segreto dei loro lavori? [19] Sono scomparsi, sono scesi negli inferi e altri hanno preso il loro posto. [20] Nuove generazioni hanno visto la luce e sono venute ad abitare il paese, ma non hanno conosciuto la via della sapienza, [21] non hanno appreso i suoi sentieri; neppure i loro figli l'hanno raggiunta, anzi, si sono allontanati dalla sua via. [22] Non se n'è sentito parlare in Canaan, non si è vista in Teman. [23] I figli di Agar, che cercano sapienza terrena, i mercanti di Merra e di Teman, i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza non hanno conosciuto la via della sapienza, non si son ricordati dei suoi sentieri. [24] Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! [25] E' grande e non ha fine, è alto e non ha misura! [26] Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra; [27] ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza: [28] perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza. [29] Chi è salito al cielo per prenderla e farla scendere dalle nubi? [30] Chi ha attraversato il mare e l'ha trovata e l'ha comprata a prezzo d'oro puro? [31] Nessuno conosce la sua via, nessuno pensa al suo sentiero. [32] Ma colui che sa tutto, la conosce e l'ha scrutata con l'intelligenza. E' lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l'ha riempita d'animali; [33] lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. [34] Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; [35] egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create. [36] Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato. [37] Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. [38] Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.

Baruc - Capitolo 4

[1] Essa è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l'abbandonano moriranno. [2] Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. [3] Non dare ad altri la tua gloria, né i tuoi privilegi a gente straniera. [4] Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.

III. LAMENTI E SPERANZE DI GERUSALEMME

[5] Coraggio, popolo mio, tu, resto d'Israele! [6] Siete stati venduti alle genti non per essere annientati, ma perché avete provocato lo sdegno di Dio siete stati consegnati ai nemici. [7] Avete irritato il vostro creatore, sacrificando ai dèmoni e non a Dio. [8] Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio eterno, avete afflitto colei che vi ha nutriti, Gerusalemme. [9] Essa ha visto piombare su di voi l'ira divina e ha esclamato: Ascoltate, città vicine di Sion, Dio mi ha mandato un grande dolore. [10] Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l'Eterno ha condotto i miei figli e le mie figlie. [11] Io li avevo nutriti con gioia e li ho dovuti lasciare con lacrime e gemiti. [12] Nessuno goda di me nel vedermi vedova e desolata; sono abbandonata per i peccati dei miei figli che deviarono dalla legge di Dio, [13] non si curarono dei suoi decreti, non seguirono i suoi comandamenti, non procedettero per i sentieri della dottrina, secondo la sua giustizia. [14] Venite, o città vicine di Sion, considerate la schiavitù in cui l'Eterno ha condotto i miei figli e le mie figlie. [15] Ha mandato contro di loro un popolo lontano, una gente perversa di lingua straniera, che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei bambini, [16] che ha strappato i cari figli alla vedova e l'ha lasciata sola senza figlie. [17] E io come posso aiutarvi? [18] Chi vi ha afflitto con tanti mali saprà liberarvi dal potere dei vostri nemici. [19] Andate, figli miei, andate, io resto sola. [20] Ho deposto l'abito di pace, ho indossato il cilicio della supplica, griderò all'Eterno per tutti i miei giorni. [21] Coraggio, figli miei, gridate a Dio ed egli vi libererà dall'oppressione e dal potere dei vostri nemici. [22] Io, infatti, spero dall'Eterno la vostra salvezza. Una grande gioia mi viene dal Santo, per la misericordia che presto vi giungerà dall'Eterno vostro salvatore. [23] Vi ho visti partire fra gemiti e pianti, ma Dio vi ricondurrà a me con letizia e gioia, per sempre. [24] Come ora le città vicine di Sion hanno visto la vostra schiavitù, così vedranno ben presto la vostra salvezza da parte del vostro Dio; essa verrà a voi con grande gloria e splendore dell'Eterno. [25] Figli, sopportate con pazienza la collera che da Dio è venuta su di voi. Il nemico vi ha perseguitati, ma vedrete ben presto la sua rovina e calcherete il piede sul suo collo. [26] I miei figli tanto delicati hanno dovuto battere aspri sentieri, incalzati come gregge rapito dal nemico. [27] Coraggio, figli, gridate a Dio, poiché si ricorderà di voi colui che vi ha provati. [28] Però, come pensaste di allontanarvi da Dio, così ritornando decuplicate lo zelo per ricercarlo, [29] poiché chi vi ha afflitti con tante calamità vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne. [30] Coraggio, Gerusalemme! Colui che ti ha dato un nome ti consolerà. [31] Maledetti i tuoi oppressori, che hanno goduto della tua caduta; [32] maledette le città in cui sono stati schiavi i tuoi figli, maledetta colei che li ha trattenuti. [33] Come ha gioito per la tua caduta e si è allietata per la tua rovina, così patirà per la sua desolazione. [34] Le toglierò la gioia di essere così popolata, il suo tripudio sarà cambiato in lutto. [35] Un fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni per volere dell'Eterno e per molto tempo sarà abitata da demoni. [36] Guarda ad oriente, Gerusalemme, osserva la gioia che ti viene da Dio. [37] Ecco, ritornano i figli che hai visti partire, ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente, alla parola del Santo, esultanti per la gloria di Dio.

Baruc - Capitolo 5

[1] Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. [2] Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno, [3] perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo. [4] Sarai chiamata da Dio per sempre: Pace della giustizia e gloria della pietà. [5] Sorgi, o Gerusalemme, e stà in piedi sull'altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti da occidente ad oriente, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. [6] Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale. [7] Poiché Dio ha stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi secolari, di colmare le valli e spianare la terra perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio. [8] Anche le selve e ogni albero odoroso faranno ombra ad Israele per comando di Dio. [9] Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.

Baruc - Capitolo 6

IV. LETTERA DI GEREMIA

[1] Per i peccati da voi commessi di fronte a Dio sarete condotti prigionieri in Babilonia da Nabucodònosor re dei Babilonesi. [2] Giunti dunque in Babilonia, vi resterete molti anni e per lungo tempo fino a sette generazioni; dopo vi ricondurrò di là in pace. [3] Ora, vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a spalla, i quali infondono timore ai pagani. [4] State attenti dunque a non imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di voi. [5] Alla vista di una moltitudine che prostrandosi davanti e dietro a loro li adora, pensate: «Te dobbiamo adorare, Signore». [6] Poiché il mio angelo è con voi, egli si prenderà cura di voi.

[7] Essi hanno una lingua limata da un artefice, sono indorati e inargentati, ma sono simulacri falsi e non possono parlare. [8] Come si fa con una ragazza vanitosa, prendono oro e acconciano corone sulla testa dei loro dei. [9] Talvolta anche i sacerdoti, togliendo ai loro dei oro e argento, lo spendono per sé, dandone anche alle prostitute nei postriboli.

[10] Adornano poi con vesti, come si fa con gli uomini, questi idoli d'argento, d'oro e di legno; ma essi non sono in grado di salvarsi dalla ruggine e dai tarli. [11] Sono avvolti in una veste purpurea, ma bisogna pulire il loro volto per la polvere del tempio che si posa abbondante su di essi. [12] Come un governatore di una regione, il dio ha lo scettro, ma non stermina colui che lo offende. [13] Ha il pugnale e la scure nella destra, ma non si libera dalla guerra e dai ladri. [14] Per questo è evidente che non sono dei; non temeteli, dunque!

[15] Come un vaso di terra una volta rotto diventa inutile, così sono i loro dei, posti nei templi. [16] I loro occhi sono pieni della polvere sollevata dai piedi di coloro che entrano. [17] Come ad uno che abbia offeso un re si tiene bene sbarrato il luogo dove è detenuto perché deve essere condotto a morte, così i sacerdoti assicurano i templi con portoni, con serrature e con spranghe, perché non vengano saccheggiati dai ladri. [18] Accendono loro lumi, persino più numerosi che per se stessi, ma gli dei non ne vedono alcuno. [19] Sono come una delle travi del tempio; il loro interno, come si dice, viene divorato e anch'essi senza accorgersene sono divorati dagli insetti che strisciano dalla terra, insieme con le loro vesti. [20] Il loro volto si annerisce per il fumo del tempio. [21] Sul loro corpo e sulla testa si posano pipistrelli, rondini e altri uccelli e anche i gatti. [22] Di qui potete conoscere che non sono dei; non temeteli, dunque!

[23] L'oro di cui sono adorni per bellezza non risplende se qualcuno non ne toglie la patina; perfino quando venivano fusi, essi non se ne accorgevano. [24] Furono comprati a qualsiasi prezzo, essi che non hanno alito vitale. [25] Senza piedi, vengono portati a spalla, mostrando agli uomini la loro condizione vergognosa; arrossiscono anche i loro fedeli perché, se cadono a terra, non si rialzano più. [26] Neanche se uno li colloca diritti si muoveranno da sé, né se si sono inclinati si raddrizzeranno; si pongono offerte innanzi a loro come ai morti. [27] Iloro sacerdoti vendono le loro vittime e ne traggono profitto; anche le mogli di costoro ne pongono sotto sale una parte e non ne danno né ai poveri né ai bisognosi; anche una donna in stato di impurità e la puerpera toccano le loro vittime. [28] Conoscendo dunque da questo che non sono dei, non temeteli!

[29] Come infatti si potrebbero chiamare dei? Perfino le donne presentano offerte a questi idoli d'argento, d'oro e di legno. [30] Nei templi i sacerdoti siedono con le vesti stracciate, la testa e le guance rasate, a capo scoperto. [31] Urlano alzando grida davanti ai loro dei, come fanno alcuni durante un banchetto funebre. [32] I sacerdoti si portan via le vesti degli dei e ne rivestono le loro mogli e i loro bambini. [33] Gli idoli non possono contraccambiare né il male né il bene ricevuto da qualcuno; non possono né costituire né spodestare un re; [34] nemmeno possono dare ricchezze né soldi. Se qualcuno, fatto un voto, non lo mantiene, non se ne curano. [35] Non liberano un uomo dalla morte né sottraggono il debole da un forte. [36] Non rendono la vista a un cieco né liberano un uomo dalle angosce. [37] Non hanno pietà della vedova né beneficano l'orfano. [38] Sono simili alle pietre estratte dalla montagna quegli idoli di legno, indorati e argentati. Iloro fedeli saranno confusi. [39] Come dunque si può ritenere e dichiarare che costoro sono dei?

[40] Inoltre, perfino gli stessi Caldei li disonorano; questi infatti quando trovano un muto incapace di parlare lo presentano a Bel pregandolo di farlo parlare, quasi che costui potesse sentire. [41] Costoro, pur rendendosene conto, non sono capaci di abbandonare gli idoli, perché non hanno senno. [42] Le donne siedono per la strada cinte di cordicelle e bruciano della crusca. [43] Quando qualcuna di esse, tratta in disparte da qualche passante, si è data a costui, schernisce la sua vicina perché non fu stimata come lei e perché la sua cordicella non fu spezzata. [44] Quanto avviene attorno agli idoli è menzogna; dunque, come si può credere e dichiarare che costoro sono dei?

[45] Gli idoli sono lavoro di artigiani e di orefici; essi non diventano niente altro che ciò che gli artigiani vogliono che siano. [46] Coloro che li fabbricano non hanno vita lunga; come potrebbero le cose da essi fabbricate essere dei? [47] Essi lasciano ai loro posteri menzogna e ignominia. [48] Difatti, quando sopraggiungono la guerra e le calamità, i sacerdoti si consigliano fra di loro sul come potranno nascondersi insieme con i loro dei. [49] Come dunque è possibile non comprendere che non sono dei coloro che non possono salvare se stessi né dalla guerra né dai mali? [50] Dopo tali fatti si riconoscerà che gli idoli di legno, indorati e argentati, sono una menzogna; a tutte le genti e ai re sarà evidente che essi non sono dei, ma lavoro delle mani d'uomo e che sono privi di ogni qualità divina. [51] A chi dunque non sarà evidente che non sono dei?

[52] Essi infatti non possono costituire un re sul panè concedere la pioggia agli uomini; [53] non risolvono le contese, né liberano l'oppresso, poiché non hanno alcun potere; sono come cornacchie fra il cielo e la terra. [54] Infatti, se il fuoco si attacca al tempio di questi dei di legno o indorati o argentati, mentre i loro sacerdoti fuggiranno e si metteranno in salvo, essi invece come travi bruceranno là in mezzo. [55] A un re e ai nemici non possono resistere. [56] Come dunque si può ammettere e pensare che essi siano dei?

[57] Né dai ladri né dai briganti si salveranno questi idoli di legno, argentati e indorati, ai quali i ladri con la violenza tolgono l'oro, l'argento e la veste che li avvolge e poi fuggono tenendo la roba; essi non sono in grado di aiutare neppure se stessi. [58] Per questo vale meglio di questi dei bugiardi un re che mostri coraggio oppure un arnese utile in casa, di cui si serve chi l'ha acquistato; anche meglio di questi dei bugiardi è una porta, che tenga al sicuro quanto è dentro la casa o perfino una colonna di legno in un palazzo. [59] Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo obbediscono volentieri. [60] Così anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta la regione. [61] Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti e boschi, eseguisce il comando. [62] Gli idoli invece non assomigliano né per l'aspetto né per la potenza a queste cose. [63] Perciò non si deve ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né beneficare gli uomini. [64] Conoscendo dunque che non sono dei, non temeteli!

[65] Essi non maledicono né benedicono i re; [66] non mostrano alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la luna. [67] Le belve sono migliori di loro, perché possono fuggire in un riparo e provvedere a se stesse. [68] Dunque, in nessuna maniera è chiaro per noi che essi sono dei; per questo non temeteli!

[69] Come infatti uno spauracchio che in un cocomeraio nulla protegge, tali sono i loro idoli di legno indorati e argentati; [70] ancora, i loro idoli di legno indorati e argentati si possono paragonare a un ramo nell'orto, su cui si posa ogni sorta di uccelli, o anche a un cadavere gettato nelle tenebre. [71] Dalla porpora e dal bisso che si logorano su di loro saprete che non sono dei; infine saranno divorati e nel paese saranno una vergogna. [72] E' migliore un uomo giusto che non abbia idoli, poiché sarà lontano dal disonore.