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Le Contaminazioni

(Vendîdâd, V, 1-62).

 

Il capitolo V° del Vendîdâd che qui si dà tradotto, tratta della contaminazione che viene dai cadaveri. Per il contatto del cadavere d'un uomo o d'un cane, entra la Drugia contaminatrice, detta Nasu. Si tratta anche un caso tutto particolare, se cioè la materia morta, portata attorno da altri animali, per esempio, da uccelli, può contaminare. Si tocca la questione, inoltre, se il fuoco o l'acqua danno veramente la morte. Seguono alcune prescrizioni funebri, e alcune considerazioni intorno alla purità delle acque piovane.

 

Muore una persona in luoghi profondi di vallate, e uno stormo di uccelli discende volando dalle alture dei monti in quei luoghi profondi delle vallate, divora di quel cadavere, del cadavere dell'uomo che là è morto. Indi quello stormo di uccelli da quei luoghi profondi delle vallate rivola alle alture dei monti, va a posarsi sugli alberi, sugli aridi, sui verdi, e su di essi rigetta, espelle, depone (1).

Un tale poi, da luoghi profondi nelle vallate, sale alle alture dei monti, s'accosta a quegli alberi su cui erano volati gli uccelli, per procacciarsi delle legna per il fuoco. Abbatte di quegli alberi, taglia di quelle legna, spacca di quelle legna, ne accende una vampa in onore del Fuoco figlio di Ahura Mazdao. Quale sarà l'espiazione di tutto cotesto?

Disse allora Ahura Mazdao: La contaminazione della drugia Nasu, ove sia addotta da cani, ove sia addotta da uccelli, ove sia addotta da lupi, ove sia addotta dal vento, ove sia addotta da mosche (2), non rende impuro (3) l'uomo. Che se tutta la contaminazione addotta da cani, addotta da uccelli, addotta da lupi, addotta dal vento, addotta da mosche, potesse mai rendere impuro l'uomo, tutta, d'un tratto, questa mia creazione terrena si farebbe in breve d'anima riottosa rifuggendo dalla purità, e tutta quanta sarebbe guasta per la grande copia di cadaveri contaminati di quanti già son morti sopra questa terra.

O Creatore degli esseri terreni, o Santo! Viene un tale, e, spargendola, mena dell'acqua in un campo seminato a grano, e viene poi spargendola un'altra volta, e poi una terza volta ancora. Ma poi, alla quarta, ecco che o un cane o una volpe o un lupo vi strascinano un cadavere. Quale é l'espiazione di cotesto?

Rispose allora Ahura Mazdao: Un cadavere che sia menato qua e là da cani, da uccelli, da lupi, da venti, da mosche (4), non rende impuro l'uomo. Che se tutta la contaminazione addotta da cani, addotta da uccelli, addotta da venti, addotta da mosche, potesse mai rendere impuro l'uomo, tutta, d'un tratto, questa mia creazione terrena si farebbe in breve d'anima riottosa rifuggendo dalla purità, e tutta quanta sarebbe guasta per la copia grande di cadaveri contaminati di quanti già son morti sopra questa terra.

O Creatore degli esseri terreni, o Santo! L'acqua è quella che dà morte all'uomo? (5)

Disse allora Ahura Mazdao: L'acqua non dà mai morte all'uomo! Il demone Astovidotu (6) è quello bensì che lo avvince; augelli poi (7) lo strascinano via così avvinto. L'acqua poi lo solleva; l'acqua lo mena con sè; l'acqua lo bagna; gli augelli (8) quindi lo divorano, e il cadavere ne va là dove esso capita per il suo destino.

O Creatore! Il fuoco è quello che dà morte all'uomo?

Disse allora Ahura Mazdao: Il fuoco non dà mai morte all'uomo! Il demone Astovidotu è quello bensì che lo avvince; augelli poi lo strascinano via così avvinto. Il fuoco ne arde le ossa e ne consuma le forze vitali, e il cadavere ne va là dove esso capita per il suo destino.

O Creatore degli esseri terreni, o Santo! È passata l'estate e già si è in inverno. Che devon fare quelli che sono devoti ad Ahura Mazdao?

Disse allora Ahura Mazdao: Di abitazione in abitazione, di vico in vico, elevino essi tre kata per collocarvi la persona che muore (9).

O Creatore degli esseri terreni, o Santo! di che maniera devono essere cotesti kata da collocarvi sopra la persona morta?

Disse allora Ahura Mazdao: Saranno di tal maniera che la parte da dove sta il capo della persona morta, non ne tocchi il capo, e il resto non sia oltre la lunghezza dei piedi, oltre la lunghezza delle mani (10). Tale appunto è il kata, conforme al rito prescritto per una persona morta. Si deponga quindi quel corpo, dal quale gli spiriti vitali sono partiti, su quel kata così apprestato, e vi si lasci per due notti, ovvero per tre notti, o anche per tutta la durata di un mese, fino a che gli uccelli ritornino a volare, e gli alberi a germogliare, e le acque a scorrere, e i venti a rasciugar la terra (11). Quando poi gli augelli torneranno a volare, e gli alberi a germogliare, e le acque a scorrere, e i venti a rasciugar la terra, i fedeli di Ahura Mazdao espongano alla luce del sole la persona morta.

O Creatore degli esseri terreni, o Santo! E veramente fai tu uscire le acque dal lago Vourukasha (12) con venti e nuvoli, tu che sei Ahura Mazdao? E le meni sui cadaveri, tu che sei Ahura Mazdao? E le meni ai cimiteri, tu che sei Ahura Mazdao? E le meni tra le sozzure impure, tu che sei Ahura Mazdao? E le fai penetrar fra le ossa, tu che sei Ahura Mazdao? E le meni in modo invisibile, tu che sei Ahura Mazdao, finché poi le riduci fin là nel lago Puitika? (13)

Disse allora Ahura Mazdao: Così appunto avviene come tu dici veramente, o Zarathustra! Io faccio uscire dal lago Vourukasha con venti e con nuvoli le acque, io che sono Ahura Mazdao. E le meno sui cadaveri, io che sono Ahura Mazdao. E le meno ai cimiteri, io che sono Ahura Mazdao. E le meno tra le sozzure impure, io che sono Ahura Mazdao. E le fo penetrar tra le ossa, io che sono Ahura Mazdao. E le meno in modo invisibile, io che sono Ahura Mazdao, finché le riduco fin là dov'è il lago Puitika.

Tutte coteste cose (14) là stanno a concuocersi insieme nel grembo del lago donde poi, purificate, tornano scorrendo le acque, dal lago Puitika al lago Vourukasha, là presso l'albero Huapa (15), dove per me crescono gli alberi di tutte quante le specie. Là allora io, che sono Ahura Mazdao, faccio piovere attorno queste acque tutte perché producano poi gli alimenti agli uomini pii, il foraggio ai bestiami benefici all'uomo, il grano che per me l'uomo si mangia, il foraggio dei bestiami che sono benefici all'uomo.

 


 

1 - Cioè di quel cadavere di cui gli uccelli si sono nutriti.

2 - É la nozione dell'infezione portata e propagata dalle mosche.

3 - Infetto.

4 - Cioè il pus infettivo del cadavere.

5 - Che vuol dire: Una casa buona come l'acqua, creata da Ahura Mazdao, può far del male, dare nientemeno che la morte?

6 - Un Demone infernale.

7 - Augelli funebri, ministri di Anra Mainyu.

8 - Dubbioso se siano gli stessi uccelli di cui sopra, o gli uccelli comuni.

9 - Sono piccoli monticelli di terriccio per adagiarvi sopra i cadaveri.

10 - In modo, insomma, che ne sporgano e ne restino sollevati dal suolo il capo, le mani, i piedi.

11 - Cioè al ritorno della primavera. L'inverno, descritto dall'Avesta, è sempre rigidissimo; segno ch'esso Avesta è originario di regioni fredde dell'Iran.

12 - Il mitico mare in cui si raccolgono le acque tutte.

13 - Mitico lago in cui si raccolgono tutte le sozzure, e dove le acque che ne sono inquinate, se ne purificano. L'obiezione è: Come mai tu, o Ahura Mazdao, meni fra le sozzure e contamini le acque?

14 - Cioè tutte le sozzure, i cadaveri, le brutture, raccolte nel lago Puitika (il puzzolente, dalla rad. pû, putire).

15 - Cioè l'albero delle acque buone, albero meraviglioso che cresce nel bel mezzo del lago Vourukasha. Contiene il principio vitale di tutte le piante e ne porta tutti i semi.

 

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