Per l'immagine ingrandita (1100x850)


 

 


 

Tra le forze politiche maggiormente prese di mira dall’ "Uomo qualunque" al primo posto figurava, naturalmente, la Democrazia Cristiana.
Don Sturzo in particolare, giudicato ormai fuori tempo dai suoi stessi compagni di partito, fu il bersaglio di più d’uno strale satirico da parte dei giornale di Giannini.
Il sacerdote siciliano, che era stato tra gli aderenti al movimento cattolico popolare di Murri, nel 1919 ebbe parte preponderante nella fondazione del Partito popolare, antenato in linea diretta della Democrazia cristiana.
Dopo una serie di errori fatali che impedirono, al suo come agli altri partiti, di opporsi all’affermazione di Mussolini, si recò esule a Londra e poi negli Stati Uniti, dai quali ritornò in Italia solo nel 1946. Pur essendo stato accolto in patria con tutti gli onori, dovette ben presto rendersi conto che il suo astro politico era definitivamente tramontato, nonostante facesse ogni sforzo per riprendere in mano le redini del partito cristiano.
Anche in questo caso, secondo l’opinione di Giannini, non lesinò gli errori: eccolo dunque a confronto con se stesso a rinfacciarsi tutti gli sbagli passati e presenti.


"Uomo qualunque", 11 dicembre 1946