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Sgradito alle sinistre per i provvedimenti restrittivi della libertà che aveva patrocinato e non più appoggiato dai ceti liberali, sconcertati per l’insuccesso in Cina, Pelloux fu sconfitto (sia pure di misura) alle elezioni politiche del giugno 1900, che videro un sensibile aumento della rappresentanza delle opposizioni.
Ridimensionato dall’elettorato e contrastato dallo stesso gruppo governativo, Pelloux si dimise e a presiedere al nuovo governo fu chiamato Giuseppe Saracco. Parlamentare dal 1851, Saracco godeva fama di uomo onesto, non particolarmente brillante, ma gradito a molti sia come presidente del Senato sia come critico nei confronti del Pelloux.
Costituito il ministero nel momento più delicato della crisi politica italiana, dovette subito superare la tempesta dell’assassinio di Umberto I e affrontare la grave eredità di riforme economiche e sociali mai attuate dai suoi predecessori. Troppo anziano per poter reggere vigorosamente le redini del governo, tentò di attuare una politica moderatamente liberale collocandosi al di sopra della lotta delle fazioni, ma non riuscì ad aggregare intorno a sé una significativa maggioranza parlamentare né a guadagnarsi la simpatia e il favore dell’opinione pubblica, che da tempo chiedeva la designazione di uomini di ben altra tempra.
"L’uomo di pietra" ce lo descrive come un vecchio brancolante, forse alla ricerca dell’auspicata riforma tributaria, assolutamente inadatto al compito assegnatogli, e questa doveva essere la sensazione diffusa nel Paese.
In effetti l’esasperazione dei conflitti sociali doveva ben presto determinare la sua definitiva defenestrazione: dopo il malcontento suscitato da un’amnistia politica solo parziale per i condannati del 1898, il 9 dicembre gli operai genovesi proclamarono un grande sciopero contro la chiusura della locale Camera del Lavoro. La vasta eco ottenuta dalle manifestazioni operaie costrinse il governo a revocare il provvedimento di chiusura e qualche settimana dopo Saracco dovette rassegnare le dimissioni. Attraverso il ministero Zanardelli si aprirà l’era giolittiana.


"L’uomo di pietra", 20 ottobre 1900