© Montesion

(Per quanto di competenza)

 

In una sera prima della Pasqua, ero seduto alla tavola e stavo pregando, come secondo mio costume, in sufficiente confidenza con il mio Creatore, e considerando molti dei grandi misteri (non pochi dei quali il Padre della Luce, nella sua Maestà, mi aveva mostrato); e mi sentivo ora pronto nel mio cuore a preparare, insieme al mio caro Agnello Pasquale, una piccola torta; tutto ad un tratto si scatenò un’orribile tempesta, ed io riuscii ad immaginare soltanto che per la sua potente forza, la collina su cui si trovava la mia piccola casa, sarebbe volata via in pezzi.

Ma nonostante questo, ed il suo apparire come frutto delle forze del Demonio (che già mi aveva tormentato altre volte) non era una cosa nuova per me, riuscii a prendere coraggio, e continuai la mia meditazione, fino a quando qualcuno, in un modo inusuale, mi toccò sulla spalla;

 

Il testo inizia in una sera prima del giorno di Pasqua. Questo immediatamente puntualizza la natura cristiana dei misteri che stiamo per incontrare. Più precisamente, dobbiamo considerare il più grande di tutti i misteri, quello della vita e della morte e della resurrezione. Questo è esattamente il fulcro di tutto il viaggio interiore di CRC (Christian Rosenkreutz) perché i tre elementi della vita, della morte e della risurrezione, sono le manifestazioni esteriori della trasformazione interiore. Questa è una iniziazione.

Se osserviamo molto da vicino, noteremo che CRC si trova nel processo di conduzione delle 4 discipline interiori della preghiera (umile preghiera), preparazione (piccola torta) studio (considerazione dei grandi misteri), e meditazione (conversazione interiore con il Creatore). (Osare, Volere, Sapere, Tacere).

Il  processo di trasformazione personale deve cominciare dalla prima di queste discipline spirituali.

In più, se noi leggiamo attentamente il racconto relativo al Primo Giorno, noteremo che CRC sta anche sperimentando personalmente le discipline della solitudine (piccola casa sulla collina), semplicità (il genere di vita che lui descrive), sottomissione (pronto a seguire il volere di Dio) e servizio (il voto delle ultime righe del Primo Giorno). Oltre a ciò, nel prosieguo del racconto del Matrimonio Chimico, vengono indicate come fondamentali le discipline dell’ adorazione, della guida, della confessione e della celebrazione.

Chiaramente, come CRC, neppure noi potremo iniziare il nostro viaggio interiore fino a quando non ci saremo preparati e conformati alle discipline spirituali. Ci sono 12 di queste discipline in 3 gruppi di 4 e questi numeri sono significativi “segnali stradali” nel viaggio che ci accingiamo a compiere. Li incontreremo più e più volte, e dovremo badare bene al loro significato ed al contesto in cui sono inseriti.

Dovremo anche notare che a questo primo livello, CRC descrive la sua esperienza come ripartita in Sette Giorni. È immediato il rinvio al primo capitolo della Genesi, la Grande Opera della Creazione, in cui, per i primi 6 giorni, Dio agisce secondo il principio della polarità. Cielo e Terra, luce e buio, acque e asciutto, Sole e Luna, e in ultimo Uomo e Donna. Nel Settimo Giorno gli opposti si sono riconciliati.

 

 

e fui così orribilmente terrorizzato, che riuscii a stento a guardarmi intorno; ma ancora mi mostrai coraggioso come (in alcune occorrenze) la fragilità umana permette di essere. Ora, la stessa cosa mi sfiorò parecchie volte sul cappotto, mi voltai a guardare, e dietro di me c’era una donna giusta e gloriosa, i cui abiti erano del colore del cielo, e curiosamente (come Cielo) rifulgevano di stelle dorate; nella sua mano destra portava una tromba d’oro battuto, sulla quale era inciso un Nome, che potei leggere bene ma che sono impossibilitato a rivelare perché mi è stato proibito.

 

 

In primo luogo dobbiamo ricordare che questa è un’esperienza che CRC vive mentre sta meditando. In secondo luogo viene toccato in modo “inusuale”. Questo ci dice che CRC sta operando su un più alto livello di realtà. La donna che lui descrive sembra molto simile alla Donna nell’ Apocalisse, capitolo 12, versetto1. La tromba nella sua mano destra, ed il suo Nome, riecheggiano entrambe l’Apocalisse di San Giovanni.

 

 

Nella sua mano destra teneva una grande fascio di lettere, che lei (come dopo ho capito) doveva portare a tutti i paesi. Aveva anche ampie e bellissime ali, tempestate di occhi, con le quali lei poteva sollevarsi nell’aria e volare lievemente come un’aquila.

 

 

L’immaginario Apocalittico continua con la descrizione delle lettere (come nelle 7 lettere alle 7 chiese) e la descrizione delle Ali della donna (come nelle 4 creature viventi). Tutto questo suggerisce che l’Apocalisse di Giovanni sia fonte di una grande quantità di informazioni rilevanti ai fini della trasformazione personale e del viaggio interiore.

Una volta ancora è possibile notare la polarità nel simbolo della tromba, nella mano destra, e delle lettere nella sinistra. Entrambe sono forme di comunicazione. Una auditiva e l’altra visiva: “Quelli che hanno le orecchie, intendano; quelli che hanno gli occhi, vedano

 

 

Avrei potuto forse sapere di più da lei, ma per il poco tempo che trascorse con me, e per il terrore e la meraviglia che mi possedevano, fui già contento. Appena mi fui girato nuovamente, vidi che lei mescolava  le lettere ancora e ancora, e ne scelse una che con grande riverenza appoggiò sul mio tavolo, e senza dire una sola parola, se ne andò via da me. Nel suo volare via, diede un suono squillante della tromba, che risuonò e fece una grande eco, e per un quarto d’ora dopo potevo a malapena udire le mie stesse parole.

 

 

L’ emozione che CRC prova, è una buona indicazione della natura genuina della sua esperienza. Questo non è semplicemente un esercizio intellettuale. Il semplice intelletto non potrebbe mai portarci alla fine del viaggio. Le emozioni devono essere pienamente ascoltate.

 

 

Mi sentivo perso dopo una tanto inattesa avventura, non sapevo come potere agire né come trovare conforto, e allora caddi sulle ginocchia ed implorai il mio Creatore di non permettere che accadesse nulla di contrario alla mia felicità eterna. Nonostante le mie paure ed il mio tremore, mi avvicinai alla lettera, che adesso sembrava tanto greve, che se fosse stata di oro puro difficilmente avrebbe pesato tanto. Ora, mentre la guardavo con grande attenzione, trovai un piccolo sigillo, sul quale si trovava una curiosa croce con impressa l’ iscrizione IN HOC SIGNO VINCES.

 

 

Il sigillo richiama ancora i 7 sigilli dell’Apocalisse. La “curiosa croce” è  espressa nella stessa forma del Monas Hieroglyphica di John Dee. E questo simbolo ci rimanda specificamente all’alchimia e infatti subito dopo prendiamo coscienza del fatto che la lettera è pesante come fosse “oro”. Il grande segreto della trasmutazione, intesa qui in senso di trasformazione personale, è stato comunicato tramite questa lettera. Il segreto è spiegato mediante la frase latina in hoc signo vinces. Questo è un riferimento diretto alla visione di Costantino all’alba della battaglia di Ponte Milvio.  Sentendosi abbandonato dagli dèi di Roma, Costantino pregò Gesù Cristo di ispirarlo, e fu ricompensato dalla  visione onirica del suo monogramma; e, sempre in sogno, udì le parole “In hoc signo vinces”“In questo segno vincerai”. Come CRC, la sua esperienza fu allo stesso tempo uditiva e visiva. Il giorno successivo Costantino vinse la battaglia e divenne il primo imperatore Cristiano di Roma.

Il monogramma di Cristo è differente qui rispetto a come appare nei Monas Hyerogliphica, ma entrambe hanno lo stesso significato. Vogliono essere entrambe il simbolo della Grande Opera. L’intero segreto è comunicato attraverso ciascun piccolo simbolo. Monas è una forma del Mercurio alchemico, che a sua volta è composto dal Sole astrologico, dalla Luna e da Mercurio. Perché esistono due Mercurio? Il Mercurio astrologico appartiene al Sopra e il Mercurio alchemico al Sotto. L’astrologia spiega il Sopra, mentre l’alchimia spiega il Sotto. Cosa li riconcilia? Il matrimonio chimico. Come? Considerando il principio alchemico secondo il quale “la Grande Opera è la congiunzione del Sole e della Luna, con l’aiuto di Mercurio”. CRC è in questo suo viaggio la personificazione del Monas.

 

 

Ora, non appena vidi il sigillo mi sentii molto confortato, nel sapere che questo segno sarebbe stato poco gradito e molto poco utile  al Diavolo. Quindi aprii delicatamente la lettera, e al suo interno, su campo azzurro, in lettere d’oro, trovai il seguente messaggio:

 

 

I colori azzurro e oro, con l’azzurro come sfondo e l’oro sovrapposto, hanno un significato alchemico. Cabalisticamente, si riferiscono al sephiroth dell’Albero della Vita, su un particolare livello di realtà. Questi sono indizi del processo di trasformazione.

 

 

Questo giorno, oggi

È il Giorno del Matrimonio Reale

Per questo tu nascesti

E fosti scelto da Dio per gioia

Tu potrai andare alla montagna

Dove si trovano tre templi

E vedrai lì questa cosa

Continua a guardare

Guarda dentro te stesso

E non potrai sbagliare

Il matrimonio andrà bene lo stesso

Il bene arriva a colui che fallisce qui

Fa che stia attento chi è troppo luminoso

Sotto era scritto : Sponsus et Sponsa.

 

 

Il matrimonio ci ricorda la nozze di Cana (Giovanni 2,1-12). Il matrimonio è l’ unione degli opposti, per integrazione delle polarità, legittimata dalla legge di Dio e dell’Uomo. Questo processo è legittimo e sacro se svolto secondo la legge divina e l’alchimia; ma diventa illegittimo se è contrario alla divinità. Anche noi, nella vita di tutti i giorni talvolta agiamo in modo illegittimo, allontanandoci da Dio per scarsa considerazione delle discipline spirituali.

Per chiamare un matrimonio “Reale” è necessario un elemento ulteriore. Non basta un’integrazione di polarità da parte delle 12 discipline –che è necessaria ma non sufficiente -; si richiede in più l’intervento della Grazia che arriva dall’alto.

CRC è, “predestinato per nascita” a prendere parte al processo di integrazione. Questo significa che si è reincarnato nel momento giusto e che per mezzo del suo karma è destinato a procedere. Qui si dipana il sottile problema del libero arbitrio e della predeterminazione. Christian può scegliere liberamente cosa fare o qualcuno ha già scelto per lui? O per noi? Dopo tutto noi seguiamo “il disegno di Dio”; compiamo il “volere di Dio” o ancora diciamo :“sia fatta la volontà di Dio”.

In seguito Christian legge l’invito al matrimonio che gli è stato consegnato sulla montagna (un più alto livello di consapevolezza); e qui già si parla dei 3 templi (principi spirituali) nei quali egli assisterà all’intero processo nel suo pieno contesto (dall’inizio alla fine).

Il karma ci guida alle azioni, anche se noi siamo perfettamente liberi di ignorarlo.

CRC viene avvisato di “continuare a guardare e  stare attento” alla sua stessa coscienza; ciò è molto simile all’Ottuplice sentiero di Buddha. (1)

Una mente limpida e attenta è essenziale perché, se non diligentemente lavata dalle impurità, il processo del matrimonio potrebbe ferirla gravemente. La trasformazione personale è un processo estremamente delicato, e così come può salvare chi è pronto a riceverla, così può ferire chi non lo è ancora. Dobbiamo avere piena coscienza delle nostre azioni per non rischiare che tutti i nostri sforzi si disperdano, o addirittura arrivino a danneggiarci.

Anche CRC è messo in guardia che subirà delle conseguenze se dovesse tardare o se prendesse l’intera questione troppo alla leggera. Anche questa è una situazione karmica. Christian è davanti ad una scelta – può agire, o rifiutarsi di agire. È stato avvisato. È una lezione per tutti noi. Ma un invito come questo è raro. Dobbiamo riconoscere l’opportunità e saperla sfruttare.

E chi sono lo Sposo e la Sposa che hanno effettuato gli inviti? Ricordiamo, Cristo è lo sposo. Ma chi è la sua controparte femminile? È forse  la donna dell’Apocalisse, 12,1?

 

 

Non appena ebbi finito di leggere la lettera, sentii come se i miei sensi venissero meno, tutti i miei capelli scivolarono da un lato, ed un sudore freddo mi attraversò tutto il corpo.

 

 

Una reazione emozionale importante è normale quando noi scendiamo da un più alto livello di consapevolezza.

 

 

Poiché avevo capito bene che questo era il matrimonio prescritto, del quale sette anni prima avevo avuto una visione fisica, e che per così lungo tempo avevo atteso con grande trepidazione, e che finalmente, per il volere ed il calcolo dei pianeti, e perché mi ero sempre diligentemente comportato, avrebbe avuto luogo, e ancora non riuscivo a capacitarmi che dovesse accadere sotto tali gravi e perigliose condizioni. Per quello che avevo immaginato prima, per riuscire ad essere un ospite benvenuto ed presentabile, dovevo prepararmi per apparire al matrimonio, ed ero adesso guidato dalla Divina Provvidenza, della cui esistenza, fino al momento presente, non ero mai stato certo.

 

 

CRC attende di prendere parte al matrimonio da quando ne ebbe una visione, 7 anni addietro (Sopra verso Sotto), secondo il suo calcolo astrologico dei 7 pianeti (Sotto verso Sopra). Il 7 ci ricorda la necessità di riconciliare le 7 paia di opposti. CRC è stato scelto perché ha sempre ben operato, durante questo tempo. Ma questo non è ancora abbastanza. Si deve ancora orientare verso il volere della Divina Provvidenza.

 

 

Più esaminavo me stesso, e più mi accorgevo che la mia mente era piena di enormi fraintendimenti, e di cecità per le cose misteriose, così che non riuscivo a vedere ciò che stava proprio sotto al mio naso, e che ogni giorno mi trovavo ad affrontare; molto meno che se fossi nato per ricercare e per comprendere i segreti della natura, perché nella mia opinione la natura cerca di trovare ovunque dei discepoli più virtuosi, ai quali affidare i suoi preziosi, per quanto temporanei e mutevoli, tesori. Ho notato anche che il mio comportamento fisico, e la buona conversazione, e l’amore fraterno che nutrivo per il mio prossimo, non erano veramente liberi e puliti. Per lo più si manifestava in me il piacere della carne, le cui affezioni sono tese esclusivamente allo sfoggio, all’audacia, e all’ orgoglio, e non al bene del genere umano: ed io ero sempre dedito a tentare di accrescere il mio profitto ed il mio vantaggio con questa arte, innalzando palazzi, procurandomi una fama che avrebbe celebrato il mio nome per tutta la storia del mondo, ed altri simili desideri carnali.

 

 

Ora comincia la seria introspezione. Tutte le colpe che CRC scopre riguardo se stesso, sono l’esatta negazione delle 12 discipline. Non è ancora riuscito a capirle a fondo, nonostante i 7 anni di “diligente comportamento”. La scoperta e la conoscenza delle 12 discipline è una condizione necessaria ma non sufficiente, affinché abbia successo la riconciliazione delle 7 paia di opposti. È richiesto anche l’orientamento alla Divina Provvidenza. Portiamo infatti dentro di noi un residuo di negatività che costituisce il nostro karma. Come CRC, noi dobbiamo essere attenti ad individuare l’opportunità per una crescita spirituale, quando ci viene offerta- e quindi coglierla!

 

 

Ma erano le parole oscure riguardanti i tre templi che mi affliggevano in modo particolare, perché non ero capace di elaborare un ragionamento, e forse non mi avrebbero cambiato tanto se non mi fossero stati così meravigliosamente rivelati. Stavo così, stupefatto ed incerto tra speranza e paura, nell’esaminare me stesso più e più volte, e trovare solo fragilità ed impotenza, per non essere in alcun modo capace di trovare conforto, ed esageratamente meravigliato nel sentirmi quasi minacciato. Portai me stesso al mio corso usuale e più sicuro – dopo concluse le mie zelanti e ferventi preghiere -, mi sdraiai sul letto, così che magari il mio buon angelo potesse apparire per gentile concessione Divina, e (come era qualche volta accaduto in passato) mi potesse istruire su questa situazione piena di dubbi.  E per la benedizione di Dio, per il mio bene, e per la fede del mio prossimo e per ammonizione ed emendamento del cuore, arrivò adesso presso di me.

 

 

I 3 templi si riferiscono chiaramente all’orientamento verso la Divina Provvidenza. Nella sua natura esso deve essere triplo. Tutto questo si riflette anche nei 3 alternativi sentieri che verranno rivelati più avanti. Intanto Christian  continua il suo auto-esame mediante l’unione delle polarità della paura e della speranza. Quando la speranza fallisce, Christian utilizza la Disciplina della preghiera e si sdraia sul suo letto in meditazione. Non è propriamente addormentato, ma, ad un livello conscio, invoca il suo “buon angelo”, un aspetto più elevato di se stesso, per tramite del volere Divino. Christian identifica il suo ego più elevato con il Divino. Questo può essere interpretato come un riferimento al Nous della filosofia greca, o alla Scintilla Divina dello gnosticismo.

 

 

Ero appena addormentato, quando vidi me stesso, insieme ad un grande numero di uomini, giacere con grandi catene in una buia prigione sotterranea, nella quale, senza il minimo bagliore di luce, ci accalcavamo come api gli uni sugli altri, rendendo così le nostre afflizioni ancora più gravose. Ma nonostante né io, né alcuno degli altri potessimo vedere niente, ancora continuavo a sentire di essere sopra delle altre persone, fino a quando le catene divennero improvvisamente leggere, che nessuno di noi aveva più ragione di stare sopra gli altri, anche se eravamo tutti prigionieri.

Ora dopo che ci fummo trovati per un certo tempo in questa grande afflizione, e che ognuno continuava a rimproverare l’altro per la propria cecità e prigionia,

 

È dopo la deliberata invocazione della Scintilla Divina che CRC cade addormentato, cioè entra in un livello di consapevolezza superiore. In questo modo trova se stesso in una situazione che è una chiara reminiscenza della Caverna di Platone, e anche dell’Inferno Dantesco. Il punto che Platone sottolinea è che noi siamo come prigionieri incatenati al muro di una grotta, e non possiamo vedere al di fuori di essa. Vediamo solo le ombre sul muro quando qualcuno passa vicino all’entrata. Confondiamo le ombre con la realtà. Più semplicemente la consapevolezza obbiettiva che ci è data dai 5 sensi, ci mette fuori strada, ci disorienta. Non vediamo la realtà, vediamo illusioni. Per rendere tutto ancora più complicato per CRC questa illusione è ulteriormente mediata dal sogno. L’illusione è un sogno. Chi è il sognatore e qual è il sogno? E se l’illusione può essere abbandonata, e la realtà può essere percepita, può questo mutare l’essenza del sogno? Ed in che modo?

 

 

sentimmo molte trombe suonare insieme a tamburi di latta che battevano con grande fracasso, e questo ci ridiede vita, pur nella nostra calamità e ci fece gioire. Durante questo rumore la copertura della prigione fu sollevata in alto e la luce poté irradiarsi su noi.

 

Anche all’interno del sotterraneo, abbiamo le orecchie per udire e gli occhi per vedere: se solo potessimo comprendere la realtà più alta sopra di noi!

 

Allora fummo finalmente in grado di capire il trambusto che ci circondava, perché tutti si muovevano confusamente, e chi si sollevava troppo, veniva spinto di nuovo giù, sotto i piedi degli altri. In breve tutti si sforzarono di essere il più alto possibile. Neppure io indugiai, ma con le mie pesanti catene mi allontanai dalla massa e mi issai sopra una pietra, su cui mi sdraiai;

 

I prigionieri si comportano esattamente come noi ci comportiamo nella vita di tutti i giorni. È il mondo “normale” che viene descritto qui. Notiamo che CRC si libera dalle catene. Questi sono i limiti karmici che costringono il nostro libero arbitrio. Abbiamo bisogno di percorrere una lunga strada nel nostro viaggio interiore, per essere capaci di rimuovere i limiti karmici ed essere liberi di compiere un atto di scelta. CRC lo ha fatto all’interno di un sogno che si svolge all’interno di un’illusione. In verità questo è il punto più significativo. Avete notato la “pietra”? Sarà menzionato ancora. È un altro segnale stradale lungo la via.

 

 

e fui schiacciato parecchie volte dagli altri, e cercavo di proteggermi con le mani e con i piedi. Non pensavamo ad altro che ad essere liberati, ma non sembrava essere facile.

Mentre i nobili ci guardavano dall’alto affacciandosi al buco che si era aperto, e si divertivano un poco all’udire le nostre grida ed i nostri lamenti, un vecchio dai capelli bianchi ci intimò di stare calmi, ma non essendo stato ascoltato, cominciò (come ricordo ancora) a parlarci in questo modo:

 

 

Notare l’atteggiamento “ognuno per sè”. Questo è esattamente il modo in cui viviamo. Ma come altro potrebbe essere dato che confondiamo le illusioni con la realtà? Il vecchio è chiaramente un archetipo. È il guardiano della soglia tra realtà e illusione. Noi tutti lo incontriamo, ma ci rifiutiamo di riconoscerlo. È la nostra coscienza. Ora ascoltiamo il mistero della prigione buia delle nostre coscienze:

 

 

Se la povera razza umana

Non fosse così arrogante

Avrebbe avuto molti più beni

Dall’eredità di mia madre

Ma poiché la razza umana non presta attenzione

Giace in grandi difficoltà

E deve essere tenuta chiusa in prigione

A ancora la mia cara madre

Non bada alle loro cattive azioni

Lei lascia i suoi amorevoli doni

Così tanti che un uomo può uscire a vedere la luce

Nonostante questo può capitare ma raramente

Che loro siano valutati meglio

E non considerati come semplici favole

Per questo in onore della festa

Che noi portiamo avanti oggi,

Le sue grazie saranno moltiplicate

E lei compirà un buon lavoro:

La corda adesso sarà abbassata

E chiunque ci si saprà aggrappare

Sarà libero

 

 

Impegnati a realizzare i nostri progetti terreni, non potremo mai riuscire a cambiare il nostro atteggiamento. Il nostro karma ci porterà nei sotterranei, ovvero nella parte più bassa, del nostro livello di realtà. Ma la grazia esiste, e sarà concessa a chiunque farà lo sforzo di aggrapparsi ad essa. Come ad una corda lanciata dall’alto.

E qui si trova un paradosso.  La grazia è libera, ma dobbiamo agire al fine di riceverla. La Madre del guardiano della soglia farà scendere una corda (atto di grazia dal Sopra al Sotto) e chiunque (dal Sotto) riuscirà ad aggrapparvisi (con lo sforzo, l’atto di tentativo) potrà essere rilasciato (per un intervento del Sopra). Il “rilascio” è ovviamente la cancellazione del Karma, ma è “libero” solo se facciamo lo sforzo di aggrapparci alla corda. In fondo dunque la grazia non è così “libera” se la vediamo in questo modo. È libera nel senso dell’esercizio della nostra volontà. La Salvezza non arriva a quelli che stanno seduti nel sotterraneo, e semplicemente si lamentano.

Che cos’è la corda? Forse una corrente di consapevolezza dal Sopra verso il Sotto. Ricorda la Tavola di Smeraldo ed il suo processo di discesa e ascesa. È collegata al nostro veicolo di consapevolezza su ogni livello di realtà. In ultimo, c’è la Scintilla Divina stessa nella sua essenza. E la Madre del guardiano in fondo  è  anche nostra madre. È il principio femminile che ci porta alla salvezza.

 

 

Aveva appena finito di parlare che un’antica matrona comandò ai suoi servi di lasciare scendere la corda parecchie volte all’interno del carcere sotterraneo, e sollevare chiunque ci si fosse aggrappato. Buon Dio! Posso solo vagamente descrivere da quale fretta e inquietudine fummo presi; perché tutti desideravamo prendere la corda, ma ancora riuscivamo solo ad ostacolarci l’un l’altro. Ma dopo 7 minuti, si udì un suono di campanello, e alla prima tirata i servi ne sollevarono quattro.

 

 

La corda deve essere mandata giù 7 volte. Possiamo capire così che sono state invocate le 7 paia di opposti. I prigionieri si comportano come ci si potrebbe aspettare da coloro che ignorano il karma ed il viaggio interiore. Dopo 7 minuti (notare l’enfasi) una campana manda un segnale. Questo simboleggia la conoscenza, la consapevolezza di coloro che hanno le orecchie per intendere. Nel primo tentativo, 4 prigionieri sono estratti dal sotterraneo. Cosa rappresenta il numero 4?

 

 

In quel momento io non riuscii ad avvicinarmi molto alla corda, essendomi (come ho detto prima) per mia sfortuna, allontanato dalla mischia per giacere sulla pietra accanto alla parete del sotterraneo; e quindi non fui capace di raggiungere la corda in tempo, quando questa era scesa nel mezzo. La corda venne fatta scendere una seconda volta, ma molti, poiché  le loro catene erano troppo pesanti, e le loro mani troppo deboli, non potevano riuscire a tenersi aggrappati ad essa, ma sbattevano giù molti altri che forse si erano mossi abbastanza in fretta; e così uno era trascinato giù a forza da un altro, che tentava a sua volta di aggrapparsi, tanto eravamo invidiosi gli uni degli altri in questa miserabile condizione. Ma tra tutti loro, i più che suscitarono la mia compassione erano quelli così pesanti da non riuscire neppure a staccare le mani dal corpo, e che non avevano speranza di salire. Così anche se la corda scese per altre 5 volte, furono pochi quelli che riuscirono a frasi tirare su. Perché non appena il segnale veniva dato, i servi erano così agili nel tirare su la corda che la maggior parte ricadeva rovinosamente sugli altri, e la corda, questa volta specialmente, veniva sollevata senza quasi nessuno appeso.

 

 

Notiamo che la “pietra” è menzionata una seconda volta; stiamo attenti ed aspettiamo la terza. Notiamo anche il pesante fardello del karma che preclude la liberazione di coloro che sperano di aggrapparsi alla corda. Hanno le mani ferite e sanguinanti, gli è negata la possibilità di agire liberamente. Questo muove CRC a compassione. Anche se non viene espressamente enunciato,  la compassione è la chiave per la salvezza dell’umanità. Per molti di noi il fardello karmico è troppo pesante. Anche se volessimo agire per la nostra salvezza,  agiremmo in modo sbagliato, come i prigionieri nel sotterraneo.

 

 

La maggior parte di noi, ed anche io, disperando la redenzione, invocavamo Dio a gran voce e gli chiedevamo di avere pietà di noi, e (se possibile) di portarci fuori dall’oscurità; e lui riuscì ad udire alcuni di noi. Per cui, quando la corda scese per la sesta volta, alcuni di loro si aggrapparono rapidamente, e prima di essere tirata su, essa cominciò ad ondeggiare da una parte all’altra, e (forse per volere di Dio) arrivò proprio da me, e io l’acchiappai in fretta, trovandomi improvvisamente sopra gli altri, e così, oltre ogni speranza, riuscii ad essere fuori all’aperto. Al che io gioii eccessivamente, così da non sentire la ferita che mi ero procurato sulla testa mentre salivo a causa di una pietra affilata. E non me ne accorsi fino a che, insieme agli altri che erano stati liberati, (come era accaduto prima) tentammo di aiutare per la settima ed ultima tirata; e in quel momento, dal mio taglio, il sangue cominciò a fluire giù dalla testa e sui miei vestiti, ma ancora a causa della mia gioia non riuscivo ad accorgermene.

 

 

Al sesto lancio della corda, CRC riesce ad aggrapparsi e a riemergere dal buio. Ricordiamo che nel primo capitolo della Genesi Dio creò le cose del mondo per polarità, e per 6 volte.

Abbiamo incontrato la “pietra” per la terza volta. Questa volta non è liscia e su cui sdraiarsi, ma è tagliente e ferisce CRC sulla testa. La ferita sanguina. Questo ci riporta alla mente la Corona chakra (2), lo sephira Keter (Corona) sull’Albero della Vita, e la Corona di spine sul capo di Cristo, nell’atto della sua crocifissione; è un simbolo del valore redentore dell’azione sacrificale.

Pieno di compassione per i compagni rimasti nelle tenebre, CRC aiuta i servi a tirare la corda per la settima volta.  Questo è un elemento ulteriore: l’aiuto compassionevole di cui abbiamo bisogno quando il nostro karma è troppo pesante per permetterci di raggiungere la salvezza per mezzo dei soli nostri sforzi. Qui CRC sta agendo come Bodhisattva (3). Per mezzo della compassione, rimanda la sua completa salvezza, pur di aiutare gli altri ad uscire dal sotterraneo.

 

 

Non appena anche gli ultimi furono tirati su, e la maggior parte di loro appesi erano finiti, la matrona ordinò che la corda fosse lasciata da parte, e chiese al suo vecchio figlio  di rendere nota la sua decisione al resto dei prigionieri, affinché potesse pronunciare per loro un piccolo discorso.

Bambini cari

Che siete qui

È completato

Quello che a lungo avete conosciuto

Il grande favore che mia madre

Vi ha voluto mostrato qui

E voi non potete sdegnare:

Il tempo felice che arriverà presto

Quando ognuno sarà uguale agli altri

Nessuno sarà povero o ricco,

E a chi furono dati grandi comandi

Deve portare molto con sé ora,

E chi aveva molto creduto in questo

Sarà svestito fino alla pelle

Lascerete fuori i vostri lamenti

Che saranno solo per pochi giorni

 

 

Il settimo lancio della corda è l’ultimo. Anche la Genesi documenta solo 7 giorni. Il principio femminile ci parla per bocca del guardiano, ossia della nostra coscienza. In pochi “giorni” ci darà un’altra opportunità. Questo significa che tutti i processi cosmici sono ciclici e se perdiamo un’opportunità, il volgere del ciclo ce ne darà un’altra. Naturalmente è meglio agire per avere riconosciuto il nostro autentico stato spirituale, piuttosto che aspettare qualche futura opportunità karmica.

 

 

Appena ebbe finito con queste parole, la copertura fu di nuovo ripristinata e chiusa, e la tromba ed il tamburo cominciarono a suonare, anche se il loro rumore non era tanto forte da coprire le amare lamentazioni dei prigionieri che crescevano nel sotterraneo, e che presto mi portarono ad allontanare lo sguardo.

Poco dopo la antica matrona, insieme con i suoi figli, si sedette sulle sedie preparate in precedenza e comandò quello che doveva essere detto ai redenti. Ora, non appena che ebbe domandato il nome di ognuno, che erano anche scritti su una piccola pagina;

 

 

Alla fine di un ciclo, il sotterraneo è sigillato ma i pianti dell’umanità disperata ancora riescono a raggiungere un più alto livello di realtà. Questo determina un altro impeto di compassione in CRC. Nel ruolo di Bodhisttava lui promette che tornerà ad aiutarli. Il nome dei redenti sono registrati perché questi sono i loro veri nomi, determinano la vera natura di una persona che è stata illuminata o salvata. Questo ci ricorda ancora l’Apocalisse di Giovanni, nella quale il nome dei “salvati” è registrato nel Libro della Vita.

 

 

avendoci visti tutti, uno dopo l’altro, lei sospirò e parlò a suo figlio, così che io potei sentire bene : “Ah, adesso quanto mi sento triste per i poveri uomini giù nel sotterraneo! Vorrei che Dio li liberasse tutti”.

A questo suo figlio replicò dicendo,

 “Così, madre, è stato ordinato da Dio, con il quale non possiamo discutere. Se tutti fossimo padroni, e possedessimo i beni sulla terra, e fossimo seduti al tavolo, chi ci sarebbe qui a prestare servizio?”

In questo modo sua madre si tranquillizzò, ma poco dopo disse: “Bene, comunque lasciateli liberi dalle catene” e questo fu immediatamente fatto, ed io fui l’ultimo insieme a pochi altri; e non riuscivo a calmarmi (perché ancora pensavo agli altri) ma feci un inchino alla matrona, e per suo tramite ringraziai Dio, che aveva graziosamente e paternamente deciso di portarmi fuori da un tale buio. E dopo me, tutti fecero nello stesso modo, con soddisfazione della matrona.

 

 

Dire che tutto questo è stato “ordinato da Dio, contro il quale non possiamo contendere”, non significa dire che siamo in una condizione preordinata senza speranza. Quello che è preordinato è la serie delle leggi spirituali che dovrebbero regolare la nostra condotta. Se obbediamo, conformandoci ad esse, raggiungeremo un traguardo significativo. Ma siamo liberi di disobbedire. In questo caso, naturalmente, otterremo delle conseguenze differenti. Dio è costretto dalla sua stessa natura ad agire secondo la legge, e così siamo noi. Disobbedire alla legge ci è permesso, ma le conseguenze sono inevitabili.

La conoscenza della legge ci aiuta. Se sappiamo cosa fare, possiamo districarci dal karma. Come dobbiamo agire? Secondo le 12 discipline, le 7 riconciliazioni e un orientamento personale alla Divina Provvidenza.

Questa è la legge. Possiamo scegliere se conformarci o trasgredirla.

 

 

Per ultimo, ad ognuno fu dato un pezzo d’oro per ricordare, e per spenderlo lungo la via, sul lato del quale era stampato il sole che sorgeva, e sull’altro (come io ricordo) queste tre lettere : D.L.S. (Deus Lux Solis, Dio è la luce del sole); e da questo momento tutti ebbero il permesso di andare via, e tornare alle loro occupazioni con queste specifiche limitazioni; che noi per la Gloria di Dio, avremmo dovuto portare beneficio al nostro prossimo, e mantenere il silenzio su quello a cui credevamo; e noi promettemmo di farlo,  e così partimmo gli uni dagli altri.

 

Il riferimento all’oro e al sole ci ricorda ancora le Tavole di Smeraldo. L’oro è il simbolo di quelli che sono redenti dal processo alchemico e questo è l’”Opera del Sole”. È il Tiferet nell’Albero della Vita, il punto centrale dei 3 processi di discesa, ascesa e ridiscesa descritti nelle Tavole di Hermes. (Mantenere il Silenzio – Tacere)

 

 

Ma a causa delle ferite che le catene mi avevano procurato, non riuscii ad allontanarmi molto, ma mi fermavo su entrambe i piedi, e la matrona continuava a guardarmi, e rideva, e mi chiamò ancora per dirmi questo:

“Figlio mio, non lasciare che questi problemi ti affliggano, ma pensa alle infermità della tua mente, e ringrazia Dio che ha permesso che anche in questo mondo, e nel tuo stato di imperfezione, venissi in alto a vedere la luce; e conserva queste ferite per amore mio.”

 

 

Le ferite causate dalle catene sono la conseguenza karmika delle nostre azioni. Non importa in che modo noi progrediamo nel nostro viaggio interiore, ci procureremo comunque queste ferite perché sono i marchi del nostro progresso spirituale.

 

E allora le trombe iniziarono a suonare ancora, e mi diedero una tale scossa che mi destai, e percepii che era solo un sogno, ma un sogno che rimase così vivido nella mia immaginazione, che ci penso ancora, e ancora mi sembra di sentire le ferite sui piedi. Comunque da tutte queste cose avevo potuto capire che Dio aveva scelto me perché fossi presente a questo matrimonio misterioso e proibito. Quindi con confidenza di bambino, tornai a ringraziare la sua Divina Maestà, e lo pregai che volesse preservarmi nel timore di lui per sempre, che volesse riempire il mio cuore di saggezza e comprensione, ed alla fine condurmi dolcemente (senza abbandonarmi mai) alla desiderata fine.

 

 

CRC viene fuori dal sogno (sogno all’interno dell’illusione stessa) – e recupera la consapevolezza obbiettiva del qui e dell’ ora. Ci sono alcune verità che possiamo sperimentare solo ad un livello di realtà più elevato. Ecco perché dobbiamo sognare, i sogni ci portano su differenti livelli di realtà. Così CRC trova la saggezza (Chakhmah sull’Albero della Vita) e la comprensione (Binah sull’Albero). La grazia che lui chiede a Dio arriverà per mezzo del Pilastro di mezzo dell’Albero. Questa indica la media via, la riconciliazione del sapere femminile con la comprensione maschile.

 

Quindi mi preparai per la partenza, mi misi il mio cappotto di lino bianco, cinsi i miei lombi con una cintura rosso sangue che passava anche in mezzo alle mie spalle. Nel cappello fissai quattro rose rosse, così che potessero essere subito notate in mezzo alla calca. Per cibo presi pane sale e acqua, come, su consiglio di una persona competente, avevo usato fare altre volte, non senza profitto, in circostanze similari.

 

Le 4 rose sulla testa (Sole/Tiphereth) sono i 4 passi discendenti nelle Tavole di Smeraldo, dal Sopra al Sotto. Il pane, il sale e l’acqua, che vengono portate via in una borsa, sono i 3 processi di ascesa dal Sopra al Sotto. La cintura rosso sangue che si incrocia sul cappotto di lino bianco è il primo  passo nel doppio processo di ridiscesa, dal Keter al Tiphereth sull’Albero. 

I 4 passi ci ricordano i 4 elementi alchemici (acqua, fuoco, acqua, terra); i 3 passi ricordano i 3 principi alchemici (Mercurio, Zolfo e Sale); e il passo singolo la Quintessenza, senza la quale nessun processo alchemico può mai avere successo. CRC si prepara per il viaggio interiore verso il matrimonio, svolgendo i 3 processi di 8 passi menzionati nelle Tavole di Smeraldo. Ricordiamo che ha già sperimentato la maggior parte delle 12 discipline, prima che di iniziare il processo delle Tavole di Smeraldo.

Questo è quello che anche noi dobbiamo fare. Questa è la legge che ci è stata preordinata. Possiamo scegliere di obbedire o disobbedire alla legge. Abbiamo piena libertà rispetto ad essa, ma non la possiamo ignorare.

 

 

Ma prima che lasciassi la mia casetta, io per primo, in questo mio vestito ed in questi ornamenti adatti ad un matrimonio, caddi sulle mie ginocchia, e pregai Dio di assistermi e di darmi un buon consiglio. Così alla presenza di Dio, feci il voto che ogni cosa mi fosse stata rivelata, per mezzo della sua grazia, non l’avrei impiegata né per il mio onore né per la mia autorità nel mondo, ma per diffondere il suo Nome, e pormi al servizio del mio prossimo. E fatto questo voto, con buona speranza, lasciai la mia cella.

 

Così termina la preparazione con il voto fatto alla Disciplina del servizio. Siamo al mondo per servire, e non per essere serviti. Questa è la prima legge.

(Obbedienza)

 

 


 

[1] Era questa una delle quattro nobili verità del buddhismo, volta al superamento della sofferenza e al raggiungimento del nirvana. L’Ottuplice sentiero viene considerato una via di mezzo tra le due estreme polarità dell’”estrema indulgenza” e dell’”estrema mortificazione” di se stessi, e sottende l’adozione di uno stile di vita volto a liberarsi del peso del proprio karma, in modo da uscire dal ciclico ripetersi delle rinascite. Le sue componenti sono:

1) retta visione: fede nelle quattro nobili verità;

2) retta risoluzione: la decisione di praticare il buddhismo;

3) retto parlare: evitare la menzogna e la falsità

4) retto agire: evitare azioni riprovevoli o cattive;

5) retto modo di sostentarsi: evitare occupazioni contrarie alla moralità o alle normali regole di convenienza;

6) retto sforzo: evitare il male e coltivare stati mentali buoni;

7) retta concentrazione: autocoscienza;

8) retta contemplazione: meditazione.

Tre grandi categorie riassumono queste otto e sintetizzano l'insegnamento buddhista: moralità, meditazione (samadhi) e saggezza.

 

[2] Il centro energetico più alto, quello posto alla sommità del capo, secondo i testi esoterici indù e buddisti.

 

 [3] Termine sanscrito che significa "colui la cui essenza è l'illuminazione"; indicava in origine il Buddha storico, Gautama Siddhartha, durante le vite precedenti e prima della “Grande illuminazione". Nel buddhismo Mahayana il bodhisattva ha poteri semidivini e può consegnare ad altri i propri meriti; si indica colui che, seppure pervenuto alla perfezione spirituale, sceglie di rinviare il premio finale,( ovvero il conseguimento del nirvana), per operare a favore della salvezza degli altri uomini, specialmente aiutandoli a liberarsi di un karma troppo negativo.