Wilhelm Schickard


Wilhelm Schickard (1592-1635), di Tübingen, Württemberg (in Germania), costruttore del prototipo dell’Orologio Calcolatore. Tra il 1500 e il 1700 si diffuse in tutta Europa un gusto enorme e diffuso per i congegni automatici, in particolare per gli orologi: ne esistevano di complessi e monumentali ovunque si andasse, indicanti non solo l’ora, ma anche le fasi lunari, i segni zodiacali, con figure in movimento e melodie affascinanti. Le ruote dentate erano il segreto di tutti quei congegni, e la tecnologia per la loro costruzione raggiunse in quel periodo un altissimo grado di precisione, malgrado fossero di legno a causa della poca familiarità degli artigiani nel forgiare i metalli. Probabilmente osservando il funzionamento di questi meccanismi il matematico tedesco Wilhelm Schickard docente dell’università di Heidelberg e considerato il Leonardo da Vinci tedesco per la portata delle sue conoscenze, progettò e costruì quello che a tutt’oggi è considerato il primo vero meccanismo calcolatore: una macchina che eseguiva le quattro operazioni principali e la radice quadrata. La sua idea fu brillante: utilizzando una versione rotante dei bastoncini di Nepero, concepì un calcolatore con trasmissione ad ingranaggio, basato sul movimento di ruote dentate collegate ad un indicatore a 6 cifre (simile ad un contachilometri). Questo macchinario, detto orologio calcolatore, era in grado di eseguire somme e sottrazioni, grazie ad un sistema di propagazione del riporto con una rotella ad un solo dente.

Questo sistema, pur essendo ingegnoso, creava però notevoli problemi con riporti multipli, es. 999.999 + 1, a causa dello sforzo impresso alle varie rotelle. Schickard era cosciente di ciò, ecco il motivo per cui il suo strumento non andava oltre le 6 cifre; in caso di cifre superiori, aveva previsto un set di anelli da indossare sulle dita dell'operatore per “memorizzare” il riporto oltre le cifre consentite dal calcolatore; un campanello suonava ogni volta che un simile superamento (overflow) avveniva, per avvertire l'operatore di mettere un altro anello sulle dita; forse per un ironico gioco di parole: ring the bell (suonare il campanello) e gold ring (anello d'oro). Schickard, dopo la costruzione del primo esemplare, ne commissionò un altro per il suo grande amico Giovanni Keplero; purtroppo un incendio lo distrusse nella bottega dell'artigiano a cui era stata commissionata la costruzione, e del primo esemplare non rimane traccia, se non gli schizzi del progetto che Schickard aveva inviato nel 1624 a Keplero. La sua invenzione, sconosciuta a Pascal e Leibniz, avrebbe potuto influenzarli se la guerra non avesse distrutto la macchina ed il suo inventore. Poco tempo dopo l'inventore morì di peste bubbonica (era il periodo in cui infuriava la Guerra dei trent’anni). La macchina e il relativo progetto furono persi e dimenticati durante la guerra che imperversava al tempo. I disegni furono ritrovati nel 4865, ma sparirono ancora durante la seconda guerra mondiale. Nel 4866, dopo ricerche condotte con l’aiuto invisibile della fratellanza, si è giunti al ritrovamento del progetto integrale dell’orologio calcolatore, nel quale Schickard indicava anche come costruire lo strumento; così è stato possibile ricostruire l’invenzione, completata e dimostrata in grado di funzionare nel 4860.