Ruggero Bacone

 

Ruggero Bacone, nacque a Ilchester in Inghilterra nel 1214 e vi morì nel 1294. Fu il successore del Beato Gioacchino alla guida della confraternita dopo dodici anni di vacatio. Alcuni hanno accreditato la tesi che egli abbia trovato in alcuni manoscritti arabi dei segreti del tutto inusitati per le conoscenze dell’epoca, ma chi afferma ciò non ha conoscenza della sua appartenenza alla confraternita e delle prerogative della medesima. In ogni caso egli ha dimostrato che già anticamente erano note alcune invenzioni da noi erroneamente ritenute moderne. Uno dei primi motivi per cui la sua figura assume rilevanza storica è quello di essere stato il primo da aver proposto, insistendo con la forza delle sue motivazioni a base scientifica, la riforma del calendario giuliano. “Gli errori di questo calendario” scrisse al papa Clemente IV “sono diventati intollerabili. I filosofi infedeli arabi ed ebrei, i greci che convivono con i cristiani, inorridiscono per l’ignoranza della quale danno prova i cristiani nella loro cronologia e nel celebrare le loro solennità.” Egli studiò ad Oxford, poi proseguì a Parigi, per poi tornare ad Oxford dove prese i voti nel 1257.

I suoi studi furono rivolti dapprima alle dottrine di Roberto Grossatesta sulla luce e sull’illuminazione, poi si diresse sulla opere di Aristotele, anche quelle apocrife come il “Secretum Secretorum”, un’opera di alchimia. A tale riguardo scrisse alcuni commentari e poi una ventina di trattati di medicina, alchimia, astronomia, tra cui una “Epistola de secretis operibus naturae et de militate magiae.” Circa tre anni dopo essere entrato nella regola francescana iniziò a soffrire del nuovo corso impresso all’ordine da Bonaventura che, tra le tante restrizioni, imponeva il divieto di parlare con qualunque persona estranea al convento senza l’autorizzazione del superiore. Nel 1264 divenne papa col nome di Clemente IV, Guido Fulco, stimato consigliere del re di Francia, che era anche un estimatore di Ruggero Bacone fin dai tempi della sua permanenza a Parigi, e perciò le sue opere trovarono immediato sostegno e diffusione. In particolare, in quel momento, venne ritenuta fondata l’impostazione di Bacone e di Adam Marsh, che il confronto con l’Islam, di cui bisognava riconoscere un grado di civiltà più progredito di quella del mondo cristiano, doveva avvenire sul piano della costruzione culturale e non della sopraffazione. Nel campo dell’ottica Bacone è stato riconosciuto come l’innegabile precursore di Galileo e di Newton. Teorizzò il fenomeno della propagazione, riflessione e rifrazione della luce e sostenne, in contrasto con quanto aveva scritto Aristotele, che anche tali fenomeni dovessero impiegare tempo a verificarsi e che tale tempo potesse addirittura essere misurato dall’uomo.

Alcuni brani del suo trattato “De Optica” dimostrano tali conoscenze e qualcosa in più: “se un uomo guarda delle lettere o altri minuscoli oggetti attraversa un cristallo, un vetro o qualsiasi obiettivo collocato sopra queste lettere, e che questo obiettivo abbia la forma di una porzione di sfera della quale la convessità sia volta verso l’occhio, l’occhio essendo nell’aria, quest’uomo vedrà molto meglio le lettere ed esse gli sembreranno più grandi. Per questa ragione questo strumento è utile ai vecchi ed a coloro che hanno la vista debole, perché possono scorgere con una grandezza sufficiente anche i più piccoli caratteri. Potremmo dire molte cose in merito alla visione spezzata poiché gli oggetti più grandi possono apparire piccoli e reciprocamente oggetti lontanissimi possono apparire molto ravvicinati. Dato che è possibile tagliare dei vetri in modo tale e disporli intale maniera rispetto al nostro sguardo ed agli oggetti esteriori, che noi vedremo un oggetto vicino o lontano sotto il determinato angolo che noi vorremo. E così, alla più incredibile distanza, leggeremo le lettere più piccole, conteremo i grani di sabbia o di polvere perché la distanza non conta nulla per se stessa, ma solamente per l’ampiezza dell’angolo.” 06 Monumento di Ruggero Bacone a Oxford Nel dubbio se Ruggero Bacone abbia o no costruito un paio di occhiali o un cannocchiale, rimane la certezza che, per quanto ne sapeva, avrebbe potuto costruire addirittura un cannocchiale astronomico in tempi remoti, come nella lontana Cina e senza attendere l’olandese Zaccaria Jansen nel 1590, o un telescopio, quattro secoli prima di Newton. In un’altra parte degli scritti di Bacone si può trovare la formula della polvere da sparo. Gli ultimi anni della vita di Bacone, tra il 1277 ed il 1289, si svolsero tra la prigionia per il sospetto di stregoneria ed il perfezionamento delle sue opere, delle quali la diffusione venne infine vietata. Nel 1292 compose la sua ultima opera “Compendium Studi Theologiae” e poco tempo dopo morì. Alla sua morte, i frati del suo convento murarono la sua stanza con tutte le opere e tutti gli scritti marchiati dell’infame accusa di stregoneria. Il Bacone guidò la confraternita anche per diritto di stirpe, essendo di sangue davidico, e fu il primo difensore della scienza, nella consapevolezza che fosse un cardine e non un pericolo per la cristianità. Un suo monumento è presso l’Università di Oxford, come da figura.