Giovanni Tritemio


Un altro importante membro della confraternita della stessa epoca di Fra’ Pacioli, Colonna e Leonardo fu Johann Heidenberg, nato il 1° febbraio 1462 a Tritenheim, nella contea di Treviri, e perciò da noi conosciuto come Giovanni Tritemio. Ebbe i natali da Jean ed Elsbeth von Longwi, cavaliere lui, nobile e ricca lei. Il padre, probabilmente un soldato, morì quando il piccolo Johann non aveva ancora due anni; la madre, proprietaria di fertili vigneti, dopo sette anni di vedovanza si risposò, dicono i biografi, con un personaggio gretto che non permise al ragazzo di studiare. A quindici anni, quando fuggì, dalla casa materna, Johann sapeva appena leggere e scrivere, e anche questo perchè clandestinamente andato «a scuola» in casa di un vicino. Prima si fermò a Treviri, poi a Würzburg e finalmente nella città più importante per la cultura dell’epoca, Heidelberg. Vi giunse nel 1479 e frequentando numerosi corsi di studio, con smisurata volontà e memoria imparò perfettamente l’ebraico, il greco e latino, si addentrò con tenacia nel pensiero antico e medievale. Alla fine incontrò un Maestro, di cui non fece mai il nome, che lo iniziò ai misteri della Rosa+Croce e gli insegnò l’arte di Ermete: fu allora che l’adepto Johann Heidenberg assunse, anche nel ricordo del paese natale, il nome iniziatico di Trithemius.

Nel 1483 decise di tornare a casa per rivedere la madre. In quell’occasione, prima della partenza, il suo maestro gli predisse che durante il viaggio avrebbe trovato la sua vera strada. A Spanheim a causa di una improvvisa e violenta tempesta di neve fu costretto a fermarsi ed a chiedere asilo presso un monastero benedettino e subito comprese che quella sarebbe stata la sua casa. Difatti si fermò e chiese di essere accolto nell’Ordine diventando novizio; trascorsi due anni pronunciò i voti solenni e giurò fedeltà alla Regola. Poco tempo dopo, per la morte del vecchio Abate, fu chiamato lui, l’ultimo venuto, a reggere l’abbazia ed a governare una comunità di oltre duecento monaci. Non aveva che ventidue anni, ma «conosceva l’Arte». Nonostante lo stato di degrado del monastero e lo sbandamento dei frati, nel volgere di pochi anni l’Abate Tritemio capovolse la situazione. Il monastero rifiorì diventando famoso non solo in Germania, ma in tutta l'Europa per la trascrizione dei codici antichi, arrivando a possedere una biblioteca, ricca di oltre duemila volumi. La fama dell’Abate mitrato si sparse nel mondo: i giovani Paracelso ed Agrippa si recarono da lui e divennero suoi discepoli. Ma col passare degli anni i monaci di Spanheim mostrarono segni d’insofferenza e, nel 1506, mentre lui era lontano per una missione, si ribellarono e lo deposero dalla carica di Abate, eleggendo un altro. Venutone a conoscenza Tritemio non fece ritorno al monastero, ma restò a Würzburg, nell’abbazia di San Giacomo; dove rimase per altri dieci anni, in volontaria solitudine, meditando e scrivendo, fino alla morte, avvenuta il 15 dicembre 1516. A lui dobbiamo un’opera, la “Steganografia” che parla dell’arte di celare nel linguaggio i segreti più reconditi e che dovrai attentamente studiare se vorrai penetrare più profondamente nella conoscenza della confraternita.