Giovanni di Ruysbroeck


Dopo il Beato Raimondo Lullo, alla guida della confraternita fu designato il Beato Giovanni di Ruysbroeck. Il Beato Giovanni di Ruysbroeck nacque nel 1293 a Ruysbroeck, nei pressi Bruxelles. Fu uno dei maggiori mistici fiamminghi.

Ordinato prete nel 1486, divenne cappellano della Cattedrale di Bruxelles. Nel 1486 si ritirò con due compagni nel bosco di Groenendael, vicino Waterloo. Molti si unirono e così nacque una comunità che fu poi regolarizzata di cui Giovanni divenne priore. Morì nel 1381. Fu beatificato da papa Pio X nel 1908. I suoi scritti mistici, scritti nell’antico dialetto locale brabanson, “Il Ragno degli Amanti di Dio “, “Ornamenti delle Nozze Spirituali”, “L’Anello”, “La Pietra Brillante”, “I Sette Gradi dell’Amore Spirituale”, ispirarono in particolare Gerard Groote e Johannes Tauler, e furono i cardini del movimento detto della Devozione Moderna, corrente ascetica dei secoli XIV e XV che si propose di promuovere un rinnovamento spirituale di tutta la cristianità e che ebbe particolare influenza sull’opera “Imitazione di cristo” di Tommaso da Kempis. Elemento certo di derivazione rosicruciana nelle opere del Beato Giovanni è la simbiosi tra il simbolismo alchemico e l’ascesi mistica di radice cristiana: “Quando l’ardore del fuoco ha portato al grado di ebollizione l’acqua o un altro liquido, ha compiuto la sua opera suprema, così agisce il fuoco interiore dello Spirito Santo.” In questa frase il fuoco simboleggia l’amore mistico e l’opera suprema non può che essere la Grande Opera degli Alchimisti.

Altrettanto significativa è la teorizzazione da parte del Beato Giovanni della “morte in Dio” (starven in Gode) e cioè il sacrificio di Gesù sulla Croce, come mezzo perché ciascuno di noi possa ottenere il suo nuovo nome, nel senso biblico de termine, laddove Adamo ricevette dal Signore il potere di imporre il nome e, quindi di creare l’identità, a tutti gli esseri viventi. Ancora più esplicitamente rosicruciana è l’affermazione di una sola energia vitale, permeante, come un fuoco interiore, tutte le creature, indifferentemente dalla loro differenziazione nelle forme, che diviene solo fenomenica, elemento che il Beato Giovanni chiamò “la vita comune”. “Nella sua incomprensibile essenza, Dio è un godimento comune di se stesso e di tutti i santi; la Trinità è una attività comune che si diffonde nella natura, in ogni luogo, in ogni momento, nei santi e negli uomini, in cielo ed in terra, in tutte le creature razionali, sensitive, o soltanto materiali. Dio è comune a tutti e interamente a ciascuno.” “L’Ornements des Noces Spiriteles” Infine nell’opera “L’Anneau ou la Pierre Étincelant” esprime il concetto mistico della contemplazione di Dio come meta ultima di tutti gli esseri, così mirabilmente ripreso da Dante Alighieri come fase ultima di perfezione nel Paradiso della sua Commedia: “La ricchezza e la gioia che procura sono illimitate ed inconcepibili, poiché non sono altro che Dio stesso. Le facoltà degli occhi con i quali lo spirito contempla sono talmente dilatate che non potranno più distogliersi da quella contemplazione e la comprensione dello spirito è così completa che coincide con lo spirito stesso. Così Dio è compreso e visto da Dio, e questa è tutta la nostra beatitudine.”