di H. P. Blavatsky

Traduzione di Marpa

 

Capitolo II°

 

È materia di Storia - per quanto quest’ultima possa essere incerta - corroborato da un gran numero di fatti preservati da scrittori antichi, che il Rituale della Chiesa e della Massoneria scaturirono dalla stessa sorgente e si svilupparono di pari passo. Ma poiché la Massoneria, anche con i suoi errori e le recenti innovazioni, era molto più vicina alla verità che non la Chiesa, questa iniziò molto presto la sua persecuzione contro di essa. La Massoneria, nelle sue origini, era semplice Gnosticismo arcaico, o Cristianesimo esoterico primitivo; il Rituale della Chiesa era, ed è, paganesimo exoterico, puro e semplice rimodellato, non possiamo nemmeno dire riformato. Leggete le opere di Ragon (7), massone che omise di dire molto di quello che i Massoni moderni conoscono. Studiate, riunendole assieme, le accidentali ma numerose affermazioni fatte dagli scrittori greci e latini, molti dei quali furono Iniziati, e dalla maggior parte dei più colti neofiti e partecipanti ai Misteri. Leggete infine le calunnie elaborate e velenose dei Padri della Chiesa contro gli Gnostici, i Misteri ed i loro Iniziati - e finirete per scoprire la verità. Fu un piccolo gruppo di filosofi che, spinti dagli eventi politici del tempo, braccati e perseguitati dai Vescovi fanatici della prima cristianità - che non aveva ancora stabilito rituali, né dogmi né Chiese - furono questi pagani, che fondarono il Cristianesimo. Furono essi che, mescolando molto ingegnosamente le verità della Religione-Saggezza con le finzioni exoteriche tante amate dagli ignoranti, misero le prime fondamenta delle Chiese ritualistiche e delle Logge della Massoneria moderna. Ciò fu dimostrato da Ragon nella sua ANTEOMNIAE della liturgia moderna comparata con gli antichi Misteri, che mostra i rituali trasmessi dai primi massoni; il che può essere accertato con un’adeguata comparazione dei paramenti in uso nelle chiese, dei vasi sacri, delle festività della Chiesa Latina e delle altre, con quelle delle nazioni pagane. Ma le Chiese e la Massoneria hanno preso strade completamente diverse dal tempo in cui le due erano una cosa sola. Se si chiede come un profano possa conoscere ciò, la risposta è: l’antica e la moderna Massoneria, sono uno studio obbligatorio per ogni Occultista orientale. La Massoneria, nonostante i suoi accessori e le sue innovazioni moderne (particolarmente l'introduzione in essa dello Spirito Biblico), fa del bene sia sul piano morale che sul piano fisico o agiva così, almeno fine a qualche tempo fa (8). Era una vera ecclesia nel senso d’unione fraterna e d’aiuto scambievole, e questa è la sola religione al mondo se consideriamo il termine come derivato da religare, ”unire” insieme, poiché non tenendo conto della razza e della fede - rende “fratelli” tutti gli uomini che vi appartengono. Se avesse potuto fare di più di quanto fatto finora con le enormi ricchezze a sua disposizione, non è affare nostro. Almeno fino ad ora, non abbiamo visto mali visibili o manifesti provenire da questa istituzione, e nessuno, eccetto la Chiesa Romana, ha mai affermato che ne abbia fatto. Può, la Chiesa della cristianità, dire altrettanto? Che la storia profana ed ecclesiastica risponda alla domanda. Innanzitutto, ha diviso l’intera umanità in Caini ed Abeli; ha massacrato milioni d’uomini nel nome del suo Dio - il Signore degli Eserciti, in realtà, il feroce Jehovah Sabbaoth - ed invece di dare impulso alla civiltà, cosa di cui si gloriano i suoi seguaci, l’ha ritardata durante il lungo ed oscuro Medioevo. Solo sotto gli assalti reiterati della Scienza e in seguito alla rivolta degli uomini che volevano rendersi liberi, essa cominciò a perdere terreno e non poté continuare ad arrestare il progresso della cultura. Ha essa mitigato, come afferma, lo “spirito barbaro” del paganesimo? Molto energicamente, diciamo NO. Fu la cristianità, con il suo odium teologicum, poiché non poteva più a lungo reprimere il progresso umano, che infuse nella civiltà moderna il suo letale spirito d’intolleranza, il suo egoismo feroce, la sua avidità e crudeltà, sotto la maschera di una cristianità ipocrita ed umile. Quando, i Cesari pagani, furono più sanguinari e più freddamente crudeli dei moderni Potenti e dei loro eserciti? Quando ci furono milioni di proletari più affamati di quanti ce ne sono ora? Quando l’umanità ha versato lacrime e sofferto più che nell’epoca attuale? Sì, vi fu un giorno in cui Chiesa e Massoneria furono una cosa sola. Furono, quelli, secoli d’intensa reazione morale, un periodo di transizione in cui il pensiero era pesante come un incubo, un’epoca di lotta. Perciò, quando la formazione di nuovi ideali condusse alla demolizione dei vecchi templi ed alla distruzione degli antichi idoli, si fini in realtà col ricostruire quei templi con i vecchi materiali e con l’erigere gli stessi idoli sotto nomi nuovi. Fu un restauro universale, un riverniciamento - ma solo a fior di pelle. La Storia non sarà mai capace di dirci - ma la tradizione e la ricerca accurata lo faranno - quanti veri Ierofanti ed alti Iniziati furono costretti a diventare dei rinnegati allo scopo di assicurare la sopravvivenza dei segreti dell’Iniziazione. Praetextatus, proconsole di Achaia, è degno di fede quando, nel IV secolo della nostra era, affermò che “privare i greci dei sacri misteri che uniscono assieme l’intera umanità, equivale a privarli della loro vita”. Gli Iniziati colsero forse il suggerimento; e quindi si unirono, nolens volens, ai seguaci della nuova fede che diventavano sempre più prepotenti, agendo di conseguenza. Alcuni gnostici ebrei ellenizzati fecero lo stesso; e così più di un “Clemente Alessandrino” - un convertito solo apparentemente, ma un ardente neoplatonico e, nell’intimo, anche un filosofo pagano - divenne l’istruttore degli ignoranti Vescovi cristiani. In breve, il convertito suo malgrado mescolò le due mitologie esteriori, l’antica e la recente, e mentre elargiva la miscela alle masse tenne per sé le verità sacre. Di che genere fossero questi cristiani può essere dedotto dall’esempio del neoplatonico Sinesio. Quale studioso ignora il fatto, o potrebbe presumere di negare, che il discepolo preferito e devoto d’Ipazia (9) - la vergine filosofa, la martire e la vittima dell’infame Cirillo di Alessandria - non era neppure stato battezzato quando gli fu offerto dai Vescovi di Egitto la Diocesi Episcopale di Tolemaide? Ogni studioso è informato che, quando finalmente fu battezzato, accettò la carica offertagli non senza gravi riserve e solo dopo aver stabilito che il patto effettivamente firmato gli garantisse che le sue condizioni sarebbero state accettate ed i suoi futuri privilegi garantiti. La clausola principale del patto, è singolare. Era una condizione sine qua non che gli permetteva di astenersi dal professare le dottrine (cristiane), poiché lui, il nuovo Vescovo, non credeva in esse! Cosi, sebbene battezzato ed ordinato nei gradi del diaconato, del sacerdozio e dell’episcopato, non si separò mai da sua moglie, non abbandonò mai la filosofia platonica, e neppure gli svaghi rigorosamente proibiti agli altri Vescovi. Ciò avveniva alla fine del V° secolo. Simili transazioni tra filosofi iniziati e preti ignoranti del giudaismo riformato furono in quell’epoca numerose. I primi tentavano di salvare il loro “giuramento ai Misteri” e la loro dignità personale e, per far ciò, dovettero ricorrere ad uno spiacevolissimo compromesso con l’ambizione, l’ignoranza, e la marea crescente del fanatismo popolare. Essi credevano nell’Unità Divina, l’UNO o Solus incondizionato ed inconoscibile; eppure acconsentirono a rendere pubblico omaggio e pagana riverenza al Sole, al Sole che si muove fra i suoi dodici apostoli, i 12 segni dello Zodiaco, alias, i 12 figli di Giacobbe. Gli hoi polloi che rimanevano ignoranti dell’UNO, adoravano il Sole fra i suoi 12 Apostoli ma, nell’intimo, rendevano omaggio agli dei adorati nell’antichità… Trasferire quest’adorazione dalle divinità solari-lunari ed altre cosmiche ai Troni, agli Arcangeli, alle Dominazioni e ai Santi, non era difficile: tanto più che le Dignità siderali conosciute furono ammesse, quasi senza cambiare nome, nel nuovo Canone cristiano. Così, mentre durante la Messa, il “Grande Eletto” rinnovava, a bassa voce, la sua assoluta adesione all’Unità Suprema Universale “dell’incomprensibile costruttore” e pronunciava con tono solenne e sonoro la “Parola Sacra” (ora sostituita dalla massonica “Parola sussurrata”), il suo assistente procedeva a salmodiare il “Kyrielle” dei nomi di questi esseri siderali inferiori che le masse dovevano adorare. In realtà, al catecumeno ignorante che solo pochi mesi o settimane prima aveva offerto preghiere al Bue Apis e al Cinocefalo, all’Ibis sacro e ad Osiride dalla testa di falco, l’Aquila di San Giovanni (10) e la divina colomba (testimone del Battesimo mentre volteggia sull’Agnello di Dio), devono essere apparsi come il naturale sviluppo ed il seguito della propria sacra zoologia nazionale, che aveva imparato ad adorare fin dalla nascita.

 

 

 

 

7. Ragon Jean Marie. Un massone francese, scrittore autorevole e grande simbolista, che tentò di ricondurre la Massoneria alla sua primitiva purezza. Nacque a Bruges nel 1789 e fu accolto ancora giovanissimo nella Loggia e nel Capitolo del “Veri Amici”; dopo essersi trasferito a Parigi, fondò la Società dei Trinosofi. Si narrava che fosse in possesso d’alcuni documenti donatigli dal Conte di Saint Germain, dai quali egli trasse tutta la sua notevole conoscenza sulla Massoneria delle origini. Morì a Parigi nel 1866 lasciando numerose opere e manoscritti che furono da lui donati al “Grande 0riente” - Delle opere rese pubbliche pochissime sono ora ottenibili, mentre altre sono completamente scomparse. Ciò fu dovuto a misteriose persone (si pensa ai Gesuiti) che si affrettarono ad acquistare tutte le edizioni dopo la sua morte... N.d.T. dal Glossario Teosofico. Edizione Completa Cintamani pag. 204.

8. Dopo l’inizio della Massoneria, la prima spaccatura che si creò fu quella fra i Massoni inglesi ed americani ed il francese “Grande Oriente” dei “Figli della Vedova”... Fu allora ritenuto giusto creare da queste due suddivisioni della Massoneria una Sezione Protestante massonica ed una Chiesa Cattolica Romana, in modo da salvaguardare, in ogni caso, il ritualismo e l’amore fraterno.

9. Una giovane donna filosofa che visse ad Alessandria durante il V° secolo d. C. e che insegnò a molti uomini famosi, tra cui il Vescovo Sinesio. Era figlia del matematico Teone e divenne famosa per la sua conoscenza. Cadde martire per la cospirazione di Teofilo, Vescovo di Alessandria, e di suo nipote Cirillo, e venne assassinata per loro ordine. Con la sua morte finisce la scuola neoplatonica. - dal Glossario teosofico. Edizione Completa Cintamani pag. 120.

10. É un errore dire che Giovanni l’Evangelista divenne il Santo Patrono della massoneria solo dopo il XVI seco - lo, e questo comporta un duplice errore. Tra Giovanni il “Divino”, il “Veggente” ed autore dell’Apocalisse, e Giovanni l’Evangelista che è ora mostrato in compagnia dell’Aquila, c’è una grande differenza, poiché quest’ultimo Giovanni è una creazione di Ireneo, come il quarto Vangelo. Entrambi furono il risultato della disputa che il detto Vescovo di Lione ebbe con gli gnostici, e nessuno potrà mai dire il reale autore del più grande degli Evangeli. Ma quello che noi sappiamo, è che l’aquila è legittima proprietà di Giovanni, l’autore dell’Apocalisse, scritta originariamente parecchi secoli a.C., e solo riedita prima di ricevere l’ospitalità canonica. Questo Giovanni, o Oannes, fu, dall’inizio dei tempi, il Patrono accettato di tutti gli antichi gnostici egiziani e greci - che furono i primi Costruttori o Massoni del “Tempio di Salomone”, come, ancora prima, lo erano stati delle Piramidi. Il suo attributo era l’Aquila, l’uccello di Giove, consacrata al Sole da tutti i popoli antichi. Anche gli ebrei l’adottarono fra gli Iniziati cabalisti, come “il simbolo della Sephira Tiph’ereth, l’AEther spirituale o Aria”, com’è detto da Myer nella sua Qabbalah (p. 230). Presso i Druidi, l’aquila era il simbolo della Deità suprema, e, anche parte del simbolo dei Cherubini. Adottato dagli gnostici precristiani, la si può vedere in Egitto ai piedi del Tau, prima di essere messa, nel grado dei RosaCroce, ai piedi della croce cristiana. Preminentemente uccello del Sole, l’Aquila è inevitabilmente connessa con ogni dio solare, ed è il simbolo di ogni veggente che guarda nella luce astrale e vede in essa le ombre del Passato, del Presente e del Futuro, tanto facilmente quanto l’aquila guarda il sole.

 

 

Introduzione Capitolo I Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI

Capitolo VII Capitolo VIII Capitolo IX Capitolo X Capitolo XI Capitolo XII