La Porta Ermetica

Casa Editrice "Luce e Ombra"

 - MILANO -

1910


 

 

La PORTA ERMETICA

"Parte Prima"

 

.I.

Invitato da un amico, volontario romito in una ridente casetta, circondata di rosai, per dimenticare nel silenzio e nel profumo una gioventù tempestosa in cui la tragedia della sua anima si compì, accettai l'ospitalità per alcuni giorni.

Il grazioso edificio che mi accolse è bianco come neve, in cima ad una collinetta ammantata di perenne verde. Si chiama Villa della Speranza e questo nome, inciso su due piccole leggende di marmo dal fondatore di quella casa, oggi è mezzo coperto dal muschio e dall'edera antica.

Vi si accede per tre vie: una di oriente si perde in boscaglie e macchie di pini e palmizi; quella di occidente, più agevole, tra balze e colline coronate dalla lontana visione delle Alpi Marittime; l'altra più moderna, comoda, ombreggiata, la congiunge alla cittadina elegante e pulita di S. Remo. So che Remo fu ucciso da Romolo, ma non so perché l'abbiano santificato; in ogni modo, il nome della leggendaria vittima della prepotenza del primo re di Roma mi parve un buon augurio per quello che si svolse dopo.

Poiché dopo qualche giorno di quiete in quell'asilo, per la via di oriente arrivò un nuovo ospite, un signore che, dissero, aveva viaggiato l'Asia, visitata l'India misteriosa, tentato il Tibet e confabulato a lungo coi discepoli di Confucio. Uomo poco ciarliero, parve un compagno adorabile. Scarsamente curioso, fumava tutto il giorno come tizzone.

Un secondo amico arrivò in seguito. Un altro nomade impenitente: un italiano che aveva percorso la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Inghilterra e poi l'America del Nord, e poi, di ritorno, la Spagna, l'Egitto, la Grecia. Mi parve costui più malinconico del primo. Aveva le valigie cariche di libri e leggeva e rileggeva come assetato di imparare e di erudirsi.

Terzo giunse, in un cocchio dalla ferrovia, un romano, ben pulito, ben raso, vestito di nero come in procinto di accompagnare un morto al cimitero. Aveva l'aria di un uomo supremamente annoiato e sbadigliava come un soffietto di organo.

Il desinare del mio amico, padron di casa magnifico, ci riuniva a tavola: desinari quasi luculliani mangiati in un quasi silenzio da trappisti. Non si sapeva di che cosa discorrere. S'era in cinque e tutti uomini - e il più impacciato di tutti mi pareva l'anfitrione che, signorilmente, servendoci il caffé, il nero e rio caffé, parlò cosi:

- Amico d'ognun di voi, vivo solitario da parecchi anni; l'abitudine di star solo mi fa abborrire le lunghe chiacchierate, ma preparandomi ad accogliere nella modesta casa della Speranza quattro amici come voi, non credevo di aver ospiti quattro affiliati del silenzio. La ragione di tale parsimonia di parole è nella scarsa conoscenza che ognun di voi ha degli altri. Non si direbbe che siete intinti della stessa pece. Permettete che io vi faccia conoscer meglio. Caio Buddi da venti anni ricerca i veri dell'oriente religioso, ha viaggiato, ha interrogato, ha visto, legge il sanscrito come io leggo la cabala dei sogni. Mevio Mefisto ricerca anche egli il segreto di Faust, è in possesso dei libri più rari della medieva Germania, ha rovistato Londra, ha pescato le cose più curiose nei librai antiquari di Parigi, ha consultato tutte le sibille e gli stregoni e i bramani delle quarte pagine. Sempronio Cristiano conosce tutto il nuovo e vecchio mondo dell'esegesi biblica, tutte le polemiche filosofiche del Cristo, tutte le versioni evangeliche... e sbadiglia per questo, come un cane che abbaia senza voce. Infine tu, vecchio camerata, che hai fatto della propaganda di magia in fine del secolo XIX, coraggio di apostolo in ritardo... ed in Italia dove nessun uomo crede negli apostoli ideali.

Ospite grazioso, le tue sagge dipinture sciolsero la lingua ai commensali di ogni giorno, meglio che dieci bottiglie del tuo nebiolo angelico, e messo in campo l'argomento della verità che si nasconde a chi la cerca, le confessioni piovvero.

Tempo perso per ognuno dei tre. Erano tre sconfitti, tre reduci di una disfatta intellettuale cui avevano prestato il loro ingegno e tutte le forze della loro cultura varia. Erano tutti stanchi e ritornavano dalla eroica campagna alla vita della mediocrità apparente, pur con l'anima rivolta alla sfinge muta che non risponde ancora l'ultima parola arcana.

A questi tre nella sera del plenilunio parlai cosi:

- «O benemeriti della cultura religiosa e superstiziosa dei popoli, il vostro lamentevole dire non trova indifferente chi vi ascolta, e quantunque il mio prezioso ospite mi abbia presentato come un apostolo delle cose morte, io sono il più grande amico della verità viva. Tutti e tre avete sbagliato strada, perché tutti e tre partite da un preconcetto che fuorvia, cioè che l'uomo sia diverso oggi da quello che fu ieri ed anzi peggiore, e che l'oriente e l'occidente non si rassomigliano come gocce di acqua.

«Al secolo XX, innanzi alla libera investigazione della scienza positiva, voi cercate di evocare o l'India di Budda, o il fumoso medioevo della tregenda o la teologia dell'isterismo cristiano cattolico. Questo è un mondo morto che non ha parola viva se la scienza non lo sfronda dalle soperchierie delle favole, delle allucinazioni, dei sogni.

«Mutate via e troverete la verità. Io sono lo spirito del tempo e parlo dalla ricerca della verità nella scienza umana con la liberalità che il criterio moderno consiglia. Una volta si aveva orrore di concedere al popolo i diritti politici, come le caste sacerdotali, possedendo o no la conoscenza del misterioso secreto che cangia l'uomo in un semideo, proibivano ai profani di investigare. Oggi che il potere politico è nelle mani dei popoli più avanzati, ogni problema può essere esaminato da chi con disegno prettamente umano cerca di arrivare alla conoscenza della verità assoluta. Però io biasimo apertamente coloro che facendo professione di scienza positiva, con criteri ristretti alla mentalità della vita sensista ordinaria, vogliono analizzare un mondo che altri sensi svelano e non comuni, come detesto i mistici, i poeti, gli empirici dello spiritualismo che si accingono a creare castelli di carte da giuoco. E dico che col buon senso italico, con quel buon senso mediocre che tutti posseggono, la via giusta, spoglia di ogni settario proponimento, deve essere additata ai ricercatori del vero, Filosofi parolai, e scienziati di limitati sensi indagativi, devono far posto ad una scuola razionale di cultura che indicherà la via alla massa perché segni il limite in cui il filosofo deve fondersi allo scienziato e camminare alla conquista della verità prò salute populi ».

I tre oppressi mi guardarono come un uccello di forme strane. Capivano e aspettavano che continuassi. Ma l'ospite, il meno sapiente, soggiunse:

- E tu finora non hai fatto propaganda di magia?

- Sì, ma esplicandola come concezione antica in rapporto alle conoscenze modernamente diffuse, e anche perché non potevo battezzare con un nome diverso, un nome che non esiste, una scienza o un gruppo di scienze che mirano alla integrazione dei grandi poteri umani nell'età moderna. Questa Scuola Integrale Italica la fondo stasera nella tua villa della Speranza, tra un bicchiere di grignolino e un risotto ligure ... tanto Budda mangiava e Cristo beveva e Mefistofele v'aggiungeva anche qualche altro intingolo.

E cosi s'inaugurò un ristretto circolo di amici ai quali esposi le mie idee concretamente, senza fronzoli e declamazioni e pretese letterarie che non ha. Parlavo a persone che avevano già letto, investigato, ricercato molto e che mi potevano intendere senza troppe sfumature d'arte oratoria, quindi risparmio la tonalità di Zaratustra, perfettamente fuor di luogo.

 

 

.II.

La magia, la divinazione, l’astrologia, l'alchimia perché si chiamarono occulte.

Le spiegazioni sono tre: occulte, perché si servirono nelle loro realizzazioni di tutte le forze umane e fisiche ignorate dagli uomini pubblicamente ritenuti per rappresentanti di ogni sapienza nota; occulte, perché in occidente si trovavano in conflitto con la religione, padrona dei poteri civili, che condannava ogni manifestazione di miracoli, fuori la chiesa, come eretica; occulte,

perché coloro che erano in possesso di verità che gli altri ignoravano, sètte o uomini isolati, ne potevano usare ed abusare senza controllo.

Deve perdurare l'aggettivo occulto come l'attributo di queste scienze?

Ragionevolmente si nel primo significato, perché esistono manifestazioni che la scienza officialmente insegnata non spiega o non riconosce.

Vero è che si discute di psichismo, di poteri psichici, di investigazioni psichiche, ma le forze, in procinto di essere studiate, non sono note ancora e definite [1].

Negli altri due significati non esistono scienze occulte, perché per stampare o parlare di esse non abbiamo a temere che un tribunale ecclesiastico ci condanni, come condannò Galileo, Giordano Bruno, Campanella, Borri e Cagliostro.

Le forze che non si conoscono chiamiamole latinamente latenti o nascoste.

Magia, che sarebbe prettamente classica, suona male a molti orecchi che aborrono l'antico, specie perché della parola se ne è abusato. Sostituiamola con due parole che la spiegano, chiamiamola scienza integrale.

Integrare significa rendere intiera o perfetta.

Integrazione è il metodo complementare per rendere la scienza, che officialmente si insegna nelle università, completa con lo studio e la conoscenza delle forze latenti nella natura e nell'uomo.

Quindi scienza integrale della natura obiettiva, magia naturale, e scienza integrale umana, che è la magia divina, perché risveglia ed esercita e sviluppa in noi gli attributi che l'ignoranza ha finora attribuito agli dii.

Questo in quanto ai vocaboli.

Esplicitamente il programma dei fatti è nello sforzo per migliorare noi e gli altri nella conoscenza della individualità latente in noi; applicare le conquiste alla vita reale, a beneficio dei meno provvisti, combattendo il male sotto qualunque forma di ignoranza e di prepotenza.

Chi si sente di apporre la propria firma a questo programma ideale deve considerarsi liberamente un compagno nostro, in nome della Luce che da la scienza contro ogni superstizione religiosa e settaria, affinché questa terra sulla quale ritorneremo senza che le trombe dell'Apocalisse suonino il risveglio dei morti, trovi un popolo grande di fratelli che ci vendichi dei dolori che le pazzie delle forme religiose hanno seminato a larga mano nei secoli, e le furie sacerdotali, vere delinquenze di teocrazie malvagie, hanno incollato alla storia dell'anima istintiva che in ognuno di noi perpetua il ricordo atavico.

Non so se saremo pochi o molti. Io ho desiderato sempre i pochi di buona volontà ai molti di tiepida fede nella cosa che intraprendono a studiare o praticare.

La parola e l'esempio dei pochi trasformerà, come la polvere di proiezione degli alchimisti, centomila volte il numero. Cosi si propagò il Pitagorismo nella Magna Grecia, un precursore del cristianesimo ideale, non cattolico e non protestante. La nostra scuola prettamente investigativa non deve essere presa per filosofia nel senso parolaio e propiziare ai novelli teologi un campo di chiacchiere nuove da mietere con la falce di Saturno.

 

 

.III.

Questo animale misterioso, orgoglioso di sapienza e di intelligenza, che domina sulla terra tutta la scala degli esseri dotati di movimenti, non ancora ha squarciato il velo che copre le sue origini e nasconde la fine del suo viaggio. Fino a quando la soluzione dell'enimma non sarà di dominio pubblico, vi saranno chiese, pagode, sinagoghe e moschee. Se una direzione nuova, fuori le linee delle vecchie, cancrenose carcasse dei templi, incammina le masse sottratte all'analfabetismo verso l'ideale della fratellanza e dell'amore come la più sicura e naturale soluzione di bene sociale, un gran passo sarà fatto.

Però non si creda un fuor d'opera ozioso lo studio della sapienza sacerdotale degli antichissimi. Gli antichi ci furono inferiori in moltissime cose, ma la scienza dell'anima umana presso i loro sacerdozi raggiunse il secreto della divinità. Quelli che non conobbero il telegrafo senza fili, il radium, il dirigibile, l'automobile e l'aeroplano, scrutarono a fondo l'anima dell'asservito alla tirannia delle caste e l'anima delle folle.

Le teocrazie non si occuparono che dell'uomo e apparentemente degli iddii. L'uomo era l'unico nemico del potere divino, e le religioni di stato vollero sempre il dominio della scaltrezza sulla ferocia delle masse. E fu vera scienza quella che notomizzò il pericolo permanente al dominio dei pochi - scienza oggi nel mondo ancor bambina, perché il cristianesimo cattolico e i relativi governi da poco tempo hanno rinunziato alla esclusività industriale di occuparsi dell'anima umana. Non ancora è spuntato lo storico dei delitti della fede religiosa contro il benessere della società ostacolata in ogni passo verso la conoscenza dell'anima.

Non sono gli uomini che compiono le grandi rivoluzioni: è l'ingiustizia delle lunghe prepotenze che le maturano. Il cristianesimo nacque rivoluzionario e continuò tiranno della mente umana, ed è condannato o a ritornare alle origini semplici della fede, o a trasformarsi, o a perire. Le cristallizzazioni appartengono al mondo minerale e non a quello delle idee umane.

Il cristianesimo politico e ignorante della scienza dell'anima umana di cui volle e pretende ancora conservare il privilegio, produsse quel convenzionale medioevo in cui si sommerse l'antico, e dette origine al rifiorire della cultura magica contro la chiesa di Paolo e di Pietro; magia ebraizzata come indice di protesta a un gruppo di ebrei scismatici che avevano dato un figlio al terribile Jeve, e diabolica in opposizione alle divinità nuove. Cosi, come il cristianesimo primitivo assorbe i poteri teocratici, le forme, le pompe, i riti della teocrazia, la magia e la stregoneria perpetuano, in geroglifici strani e paurosi, gli oscuri enunciati della scienza dell'anima, nei ruderi delle superstiti conoscenze dei templi antichi.

Questa magia di scuola, che dette uomini come Arnaldo da Villanova, Raimondo Lullo, Pico della Mirandola, Bacone, Berigardo di Pisa, Giovanni Battista Van-Helmont, Alberto Magno, Olao, Avicenna, Tritemio, Paracelso... non deve essere confusa con la magia della patologia isterica che portava al rogo i pretesi affiliati dei saturnali dell'Astarotte.

Da quella prima magia di scuola scaturisce il grande fiume delle conoscenze moderne in ogni campo d'investigazione: la fisica, la chimica, la scienza delle forze psichiche e dei poteri fantomatici degli uomini, l'ipnotismo e la suggestione come strumenti terapeutici, e sorgeranno ancora: una esatta conoscenza delle potestà latenti nell'organismo umano, complemento alle scienze biologiche, e forse l'intuizione dell'ultima evoluzione della specie.

 

.IV.

Tracciare un programma di studi e soprattutto il programma di una scuola in brevi pagine non è cosa agevole. Ma la brevità non mi sarà ascritta a colpa. La Scienza Integrale, ridotte la magfa pratica e le mirabolanti istorie e disquisizioni di tutti coloro che oggi fanno le teologie poetiche in tutti i temi musicali, alla possibilità della scienza accertata, non deve illuderci come una panacea facile di miracoli, né farci obliare il fine delle ricerche.

Scopo dell'integrazione è l'uomo. Non perdetelo di vista mai. Lasciate per ora i diavoli e i santi e gli arcangeli dove si trovano. Ogni vostra esperienza deve essere fatta sull'uomo: non su di un uomo, ma su di voi stessi che appartenete alla orgogliosa rappresentanza dell'Olimpo in terra.

Laboratorio economico, lo portate costantemente dove vi piace. Mettervi in un grande equilibrio fisico e intellettuale, con un regime di vita sobria, senza sforzi che vi conducano nella schiera dei nobili asceti, osservare in silenzio, nel sacro silenzio che separa l'adepto dalla vanità della parola, non è la cosa supremamente difficile. In voi si propizia cosi lo sviluppo della intelligenza ermetica, cioè il potere sottile e penetrativo della mente umana che ci avvicina alla realtà insita delle cose che colpiscono i nostri sensi umani. Per intenderci di che voglio parlarvi, vi dirò pedestremente il significato di questa conquista. Se studiate un problema di algebra e non riuscite a trovarne la soluzione, né sperate di riuscirvi e si affaccia, fuori ogni premeditazione di logica ricerca, improvvisa una determinazione del vostro intelletto, che vi da la via vera, che voi troverete vera, quella che in voi si è prodotta è una luce intellettuale che viene dalla parte più nobile di voi stessi, che pare per la sua sottilità una ispirazione a voi estranea: questa è intelligenza o luce ermetica.

Nello scolaro risolve la breve questione della vita del liceo; nell'artista, da la penetrazione delle forme e il senso dell'arte; nello scienziato la illimitata conquista della ricerca.

Ermete è il nome greco del latino Mercurio. Nebo, Ermes, Mercurio, Lucifero, Spirito Santo sono sinonimi dello stesso stato di essere della intelligenza umana le cui leggi secrete ancora agli uomini sono occluse. Tutte le forme pili divine sono possibili se con allenamento graduale questa lucente stella del nostro mondo mentale si scovre dalle nuvole che tutte le nostre imperfezioni disquilibranti fanno più dense. Può arrivare allo stato di genio, come nella forma del demone di Socrate; di Nume, come in Apollonio di Tiana; di Dio Padre, come nel tipo solare del Cristo.

È questa intelligenza che da luce si converte in forza e da le forme di magia oggettivante, dal magnetismo alle proiezioni di forze psichiche, alle forme di medianità diverse, attraverso i fenomeni delle quali vigila un'intelligenza inafferrabile, che l'uno ritiene spirito di morti, l'altro demone e un terzo angelo.

La scienza delle religioni vi ricorda che si risveglia nel silenzio e nella purità dell'innocente questo dio proteiforme in voi. È vero o no? non giurate nella parola dell'uomo e lasciate che la lotta per afferrarlo e definirlo sia impegnata tra voi e lui. Ma ricordatevi che anche il cristianesimo nacque infante, cioè non parlante, da cui il simbolo del bambino che regge il mondo.

 

 

.V.

Se studio un problema di geometria o percepisco una ragione riposta che armonizza due cose apparentemente contrarie, sono il senno penetrativo di Ermes.

Sono sempre io e sempre uno.

Ora una cosa sola è provata dalla esperienza: quando l'uomo è sano di corpo, senza appetiti, senza desideri, in pace con se stesso, in pace con i suoi simili e con le cose che lo circondano, è nella pienezza del suo potere giudicante. La neutralità dell'uomo di fronte allo spettacolo del mondo obiettivo lo avvicina alla verità immutabile delle immagini sensazionali che lo colpiscono, perché le appariscenze neutre delle cose del mondo sono concepite attive o negative secondo lo stato neutro, attivo o passivo dello spettatore.

Che cosa voglio intendere per neutralità? aiutatemi con la vostra penetrazione ermetica a spiegarmi: Le cose non soggette a mutare l'aspetto loro perché considerate senz'anima e senza passioni, sono costanti per natura loro (neutre) nell'apparenza che colpisce i nostri sensi. Se a questa immobilità ipotetica della loro struttura, l'uomo contrappone uno stato di concezione o percezione sensitiva senza desideri, cioè senza turbamento di quegli stessi sensi che devono dargli l'idea delle cose, le vede e le sente come sono, cioè il più neutralmente possibile, cioè il più vero che sia concesso a lui. Un chimico che attentamente analizza un corpo, con le regole e gli apparecchi propri alla sua bisogna, è uno spettatore neutro in cui l'ermete della sua mente trova facile la manifestazione dei suoi poteri adatti. Un matematico che studia e svolge una formula o un calcolo è neutro innanzi all'aspetto delle linee o dei caratteri che egli ha tracciati.

Appena la neutralità dell'osservatore è scossa, comincia uno stato di interesse o partecipazione al risultato voluto e qualunque manifestazione intellettiva sgorga maculata dal desiderio e falsa. Questo si osserva in migliaia di esempi nella terapeutica in medicina, quando il medico per le sue cognizioni ha già le sue idee fatte sul percorso della malattia.

Nello spiritismo, di cui tutti più o meno siete un po' infarinati, nel maggior numero dei casi la medianità scrivente non riesce che ad accumular chiacchiere, poiché i pretesi medi non sono neutri e, con o senza stato ipnotico o di trance, mescolano novantanove parti di piombo della loro mentalità cosciente o incosciente a un centesimo di oro ermetico [2].

Spesso poeti, improvvisatori, romanzieri, sono i più perfetti medi appunto perché conservano la loro neutralità: credendo di far cosa di arte dilettevole, non si preoccupano di ciò che scrivono o cantano e lasciano parlare integralmente l'ermete loro.

L'aspetto delle cose che colpiscono i nostri sensi, benché costante alla fotografia, nella riproduzione delle tinte varia col variar della luce. In noi, che abbiamo naturalmente un meccanismo di riproduzione superiore al semplice obiettivo fotografico, l'aspetto delle cose varia non solo per differenze luminose, ma per lo stato morale in cui ci troviamo quando le cose prendiamo in esame.

Ciò dimostra che la visione del mondo, in cui si può leggere il bene e il male, ha tanti aspetti soggettivi diversi per quanti sono gli uomini e per quanti possono essere nello stesso uomo gli stati e le sfumature passionali.

Sani di corpo o malati, sonnolenti o allegri, addolorati o beati, le cose che ci circondano ci parlano differentemente.

A intendere l'aspetto vero delle cose occorre lo stato di neutralità perfetta che ci è dato dal perfetto equilibrio di noi stessi.

 

 

.VI.

Le religioni ebbero origine dall'idea di legare le masse travagliate dalle passioni bestiali ai tipi divini, per il governo loro e per modificarle alla vita sociale. Ebbero origini teocratiche o formarono dopo la loro nascita delle teocrazie. Le due grandi religioni vive, teocratiche o no, il cristianesimo e il buddismo, ci trasportarono ad un eccesso antiscientifico: lo spiritualismo, l'uomo-spirito, che la logica umana ripudia.

Comprendo che l'uomo-spirito è una idea seducente e una nobile fantasia; ma con questo non escludo che sia una eresia scientifica della scienza sacra.

Ogni eccesso è disquilibrio delle facoltà.

Stabiliamo alcune idee fondamentali, per prepararci.

Che cosa è l'uomo? Un vestito di carne e una mente che ragiona, osserva e concepisce le idee.

Non entriamo in tutto quello che han detto filosofi e religiosi.

La chiesa ci dice anima e corpo.

Lo spiritismo afferma esistere un corpo, un perispirito, uno spirito.

La teosofia buddica ci divide in sette parti.

Noi ci sentiamo uno. Bisogna compiere uno sforzo atletico

per arrivare a sentire in noi un quid diverso dal corpo, che chiamiamo mente.

In latino, mens. M accorciativo di meus ed ens participio di esse. Mente, dunque, per i nostri padri dovette significare il mio ente, la mia entità pensante, entità coscienza.

La psiche e il logos dei Greci non si spiegano cosi.

Scientificamente: un corpo organizzato, vivente, con funzioni autonutritive e di ricambio e un cervello che è ritenuto il laboratorio delle idee. Le idee sarebbero trasportate dal mondo oggettivo a noi per mezzo dei cinque sensi. Il cervello, centro delle sensibilità, prende le idee dai veicoli sensorii e le elabora e le ritiene.

Tutto sommato noi siamo materia grigia cerebrale; perché se non avessimo cervello, non avremmo la coscienza di noi stessi. Quindi la nostra individualità morale e intellettiva, partorita dal cervello, è la mente:  dea Minerva dal cerebro di Giove.

Questa bella Dea è il risultato specifico delle idee che arrivano al cervello per mezzo delle sensazioni? o è indipendente da queste e sopravvive al corpo fisico?

Alcuni dicono di si; altri lo negano.

Non credete a nessuno. Non esiste scienza che non debba stare ad un controllo di esperienza. Possiamo dire: noi sappiamo quando la nostra esperienza personale ci rassicura. Né è il caso di credere anche a chi lo avesse provato sull'individualità propria, perché voi potreste avere una mente che sopravvive e io no, o viceversa.

Alcuni citano le religioni: fonti sospette. I preti in buona fede possono aver sognato, ed in mala fede avranno voluto accaparrarsi una cerimonia funebre per tenerci gabbati.

Bisogna leggere profondamente un sol libro, il proprio.

Queste affermazioni non dovete accettarle dalla mano di nessuno, né metterle come base di scienza.

Ne discorrerete dopo che avrete studiato e praticato.

Per ora consideratevi come una unità.

Dite:  Uno è il Mondo Universo e Uno sono io.

Se io mi assorbo in un pensiero, sono mente; se io mangio e digerisco, sono uomo. Ma siccome l'una funzione non è mai indipendente dalle altre, io sono uno.

L'uomo aspirante alla sua integrazione deve ragionevolmente sviluppare tutte le sue unità, non i soli piedi o il solo stomaco o il solo naso. E questo è il nodo della questione sul quale richiamo la vostra perspicacia: l'iniziatura ad una scienza reintegrativa non è a confondersi con le teosofie e le religioni che vogliono mutare l'uomo in un angelo che suona il liuto innanzi al trono divino; ma più modestamente aspira a che la bestia intelligente uomo si sviluppi fino alla purezza dei suoi poteri, sovrano del suo destino e libero e giusto padrone delle forze latenti e note che natura gli ha dato.

Se un sistema di medicina volesse ridurre tutto l'organismo umano al solo eccessivo sviluppo della sensibilità nervosa non creerebbe la sanità del corpo.

Così l'ipotesi religiosa ha dato per risultato tanti soggetti da manicomio che poi furono santificati per ammirazione delle nevropatie di tutte le forme nella storia della fede. Comprendo che vi furono dei matti generosi e veramente eroici per la loro azione sociale in tempi difficili, ma ve ne furono mille altri, delinquenti raffinati dalla teologia, che fanno disonore non solamente al paradiso, ma all'umanità.

Giuliano l'Apostata, che fu iniziato ai veri, non concepiva perché il paganesimo integro ed esuberante della iniziatura romana dovesse sostituirsi con una eresia antimagica, che preparava alla morte e non alla vita e che si chiamava cristianesimo appunto per un simbolo di morte.

La mente umana deve disporre del corpo fisico e non lasciarsi soggiogare da esso, senza riparo e per fatalità, e il primo potere che sviluppa la mentalità è quello di comandare, alle forze che prevaricano, di arrestarsi.

Questo, lo stato della civiltà sociale odierno, già lo da ai migliori educati, poiché educazione pratica è quella di non lasciarsi trascinare dalla prepotenza degli istinti.

Ma voi, uomini di vita e di acume, non crederete che chi appare cosi, sia così.

Oggi l'educazione più che di reale predominio della mente sul corpo è di ipocrisia, che nasconde abilmente l'intemperanza degli uomini che più appaiono fortemente armati alla lotta.

Invece, per l'uomo che vuoi evolvete dallo stato animale allo stato integrale, il potere inibitorio della mente sui sensi deve essere reale, non apparente.

Colui il quale, viceversa, si fa dominatore dei sensi per spegnerne le funzioni fino al punto che il giorno in cui se ne vuoi servire li trova atrofici, è semplicemente un nevrastenico infelicissimo.

Da qui vedete quale abisso separa le due cose, magia e religione.

L'asceta e l'iniziato si spogliano entrambi della necessità di amare.

Il primo si rende incapace, il secondo volontariamente astemio.

 

 

.VII.

Niente formule. Amici miei, la scienza è anche temperanza di parole.

Vuoi condurti bene? sii temperante di pensieri, sobrio nelle azioni. Considera il tuo simile come carne della tua carne: carità viene da caro che è carne. Domina i tuoi sensi e non fare che prendano il sopravvento sulla tua ragione. Usa delle cose in ragione della tua potenza di usarne. Non arrivare alla sazietà di nessuna cosa che desideri. Non preferire di parere e non essere: sii per te. Non ambire ciò che è degli altri per vanità e per utilità tua. Ambisci e pretendi se hai la coscienza che farai meglio e sarai utile agli altri. Ripudia tutto ciò che ti pone al di sopra delle mediocrità in mezzo alle quali vivi, perché gli altri non t'invidino come una ingiustizia vivente. Non considerare il lavoro come una pena, ma come il tuo contributo alla vita dei tuoi simili in società... leggete i Versi di Oro di Pitagora e troverete il galantuomo evoluto dei tempi nostri. Quindi non domando eccessi, se tutto si riduce qui.

La pace sia con voi.

Perché la pace alberghi in voi, occorre che fisicamente siate sani e temperanti nella vostra mente e adattabili o adatti all'ambiente in cui vivete. L'ambiente della nostra vita di pace non tutti possono scegliere; la lotta per l'esistenza, gli errori volontari, le necessità imposteci dalla grande società in cui si vive, spesso ci opprimono. Non avendo saputo o potuto scegliere l'ambiente di pace, non potendo e non sapendo rinunziarvi perché i nostri errori dobbiamo espiarli ad uno ad uno, bisogna agire su di esso per modificarlo con la pazienza, con l'esempio, con la tenacia.

Il più attivo mezzo per rendere innocuo un ambiente in cui vivete a disagio è di staccarvene mentalmente. Qualunque cosa voi possediate vi possono togliere o avvelenare o ferire: anche i vostri pensieri, se non vegliate. Staccandovene mentalmente, come di cosa che non deve né può offendervi e sentendovi dotati della missione di tollerare quelli che a voi sono inferiori e molesti o obbligarli per volontà a non toccare la vostra quiete, voi avete vinto e avete prodotto un bene.

I maghi della tradizione, quando vogliono conservare la loro integrità contro gli spiriti e le creature del male, si chiudono in un cerchio che tracciano con una spada. Circondate le vostre persone di cerchi ideali, con un ramoscello di olivo, e dite:  gli ingiusti non arriveranno a intaccare il mio equilibrio.

Se voi, invece di essere come ora siete, sarete arrivati ai primi passi della pratica di questa arte nostra sublime, saprete che Ermete vi dirà la parola che calma i cani che abbaiano e rompono il sonno alle persone giuste o vi darà il potere di non sentirli  latrare.

Nella vita fisica, usate di tutto e astenetevi di tutto a volontà. Niente eccessi. Nella vita morale, sopportate gli animali molesti che vi circondano e le noie quotidiane. Se siete pazienti, imparerete a mettere una museruola alle prime e riparo alle seconde.

Non siate mai ingiusti e, dimenticando che siete nutriti di cristianesimo che ci ha fatto giustificare tante menzogne, imparate ad essere sempre sinceri con voi. Chi dice la verità a se stesso, sentirà la verità dagli altri. Ricordatevi che il nostro laboratorio è in noi e dobbiamo vedervi chiaro come alla luce del sole.

Essere sinceri con se stessi è cosa difficile.

Se arriviamo a spogliarci delle passioni, ci avviciniamo alla verità.

Con le passioni che ci tormentano è inutile pensarci.

Con un regime sobrio di vita, senza eccessi, il corpo si fortifica. Se siete ammalati, digiunate. Rivolgete questo regime alle passioni e ai desiderii.

Le passioni (da passio) sono sofferenze per desiderii non conseguiti o non soddisfatti abbastanza. Desiderate sobriamente e, quando il desiderio eccede, astenetevi.

Questa ginnastica vi rende padroni di voi. Cosi potrete acquistare l'abito della sincerità e dire a voi stessi: io sono un uomo debole e devo correggermi - o io sono un pigro e devo essere solerte - o io mi sento un satiro e voglio diventare un uomo.

Quest'ultimo esempio vi indichi che ciò che più ci allontana dalla integrazione dei poteri umani, il peccato peggiore, è il desiderio della voluttà, la cupidigia del possesso sessuale. È la cosa che fa scendere l'uomo civile al livello dei mandrilli.

Dunque, mi domanderete, bisogna essere della scuola di S. Antonio Abate e casti come anacoreti per pervenire?

No, miei cari amici, bisogna non prostituirsi mai, perché l'uomo e la donna si prostituiscono e scendono dal piedistallo umano quando si danno per la carne. È come il vizio della gola. Il bisogno di vivere ci deve provvedere il cibo che ci appetisce, ma, senza il bisogno già soddisfatto, se mangiamo per sentire il sapore delle vivande, siamo dei maiali con l'apparenza umana. Analogicamente è la prostituzione dell'uomo, nel quale non è l'appetito prettamente fisico che lo deve determinare ad una soddisfazione degli istinti; mai un desiderio impuro turbi la vostra carne, e sempre impuro considerate ogni desiderio sessuale in cui la respirazione della materia più grave vi chiama al sacrificio della vostra dignità di uomo o di donna.

Considerate la cupidigia non come i cristiani cattolici, ma come gli uomini più evoluti.

Una delle cose più aristocratiche della vita umana è la propria donazione intera, in un attimo di oblio dell'universo, perché in quell'attimo tutto l'universo sfavilla e vibra in noi. È aristocratico e divino quando un amore vero, profondo, intenso, che è comprensione, è luce, è manifestazione di un mondo nascosto agli occhi delle bestie, ci domanda il sacrificio dell'atto nella sua nobiltà di pensiero e d'immagine. È la più sozza delle cose quando l'amore vero e immenso è assente e la lascivia dell'ozio e del sangue ci infanga.

Quindi intendetemi e separatevi dalle forme religiose che questo non hanno inteso mai;  è prostituito il sacramento del matrimonio quando il prete benedice una coppia che si unisce senza amore; è rotto lo stesso sacramento in cui l'amore, che univa una coppia di sposi, ne ha disertato la casa; è benedetto da tutti i numi del cielo olimpico ogni aristocratico olocausto in cui l'uomo non oblia che è il dio vivente e vissuto.

La legge ebrea dice:  non fornicare.

La chiesa del cristo:  non fornicare.

Chi ve lo spiegherà in modo cosi chiaro e preciso come io ho fatto? Dunque intendetemi e intendete voi stessi.

E conchiudo:

Un uomo normale, non paranoico, non nevrastenico, sano di cuore, senza arteriosclerosi incipiente, di buona digestione, senza reumi, non scrofoloso, privo di qualunque origine di lue, resistente alle otto ore di lavoro, intellettuale relativamente alle funzioni sociali che compie nella vita, è un perfetto tipo di uomo-animale, civile o meno.

Per essere uomo aspirante alla integralità ideale, che è la conoscenza delle forze latenti in noi, delle leggi di armonia che ci legano alla natura universa e alle sue forze ignorate o mal definite, uso cosciente delle forze e produzione di fenomeni intelligenti fuori e dentro di noi, padronanza di tutte le forme di manifestazioni dell'ermete o del lucifero che in noi si appalesa in forma normale e continua, bisogna che la mente domini in maniera assoluta l'animale e ne disponga a suo piacimento.

In questo bisogna assolutamente allontanarsi dalle forme religiose in cui l'entità mentale e morale dell'uomo mira a liberarsi della tirannia del corpo fisico, per realizzare una mostruosità ipotetica di un uomo-spirito senza corpo materiale pesante.


1 - Psiche, psichismo, oggi adoperate largamente, sono parole di un valore incerto, approssimativo, come le parole anima, animismo, incosciente.

2 - Nel « Mondo Secreto » 1898-99 parlai a lungo delle simili nature, pretese manifestazioni spiritiche, che si formano nella coscienza del medium per mancanza di neutralità.

 

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Musica: "Dic Christi veritas"  (Carmina Burana  secolo XIII)