È a Onorio III°, uno del più zelanti pontefici del secolo XIII°, che è stato attribuito questo libro empio. Onorio II ha ben meritato l’odio degli eretici e dei negromanti, che forse hanno cosi voluto disonorarlo prendendolo per un complice. Cencio Savelli, eletto papa nel 1216, confermò infatti l’ordine di S. Domenico, formidabile nemico degli Albigesi e dei Valdesi, questi figli dei Manichei e degli stregoni. Stabilì ancora i Francescani ed i Carmelitani, predicò una crociata, governo saviamente la Chiesa e lasc p decretali. Accusare di Magia nera questo papa così eminentemente cattolico, significherebbe far librare lo stesso sospetto sui grandi ordini religiosi da lui istituiti; il Diavolo non potrebbe che guadagnarci.

Alcuni esemplari antichi del Gremorium portano il nome di Onorio II invece di Onorio III°; ma è impossibile fare uno stregone del savio ed elegante cardinale Lamberto che, dopo la sua elezione al pontificato, si circondò di poeti ai quali dava vescovati per delle elegie (come fece con Ildeberto, vescovo di Mans), e di sapienti teologi, come Ugo di San Vittore. Tuttavia, questo nome di Onorio II° è un raggio di luce che può condurci alla scoperta del vero autore di questo libro spaventoso.

Nel 1061, quando l’Impero cercò di usurpare l’influenza sacerdotale fomentando torbidi e divisioni nel sacro collegio, i vescovi di Lombardia, subornati da Gilberto di Parma, contestarono lelezione di Anselmo, vescovo di Lucca, che era stato chiamato al sovrano pontificato sotto il nome di Alessandro I. L'Imperatore Enrico I prese il partito del dissidenti e li autorizzò a darsi un altro papa promettendo di appoggiarli. Essi scelsero un mestatore chiamato Cadulo, vescovo di Parma, uomo capace di tutti i delitti e universalmente noto come simoniaco e concubinario. Cadulo prese il nome di Onorio I e marciò contro Roma alla testa di un esercito. Fu sconfitto e condannato da tutti i vescovi di Germania e d'Italia; ritornò alla carica, simpadronì d'una parte della città santa, entrò in San Pietro, da dove fu cacciato, si rifugiò nel Castel S. Angelo, da dove ottenne di poter ritirarsi pagando un forte riscatto.

L'antipapa fu deposto dal concilio di Mantova ed Enrico Iottenne il perdono. Cadulo rientrò nell'oscurità: e probabile che volle essere allora il gran sacerdote degli stregoni e degli apostati. Può dunque aver redatto, sotto il nome di Onorio I, il libro che porta questo nome.

Ciò che si sa del carattere di questo antipapa giustifica abbastanza un'accusa di questo genere; era audace di fronte ai deboli e strisciante con i forti, intrigante e dissoluto, senza fede come senza costumi; considerava la religione nulla più che uno strumento d'impunità e di rapina. Per un uomo simile le virtù cristiane erano soltanto ostacoli e la fede del clero una difficoltà da sormontare; avrebbe voluto dunque ordinare preti simili a lui e formare un clero d'uomini capaci di tutti gli attentati come di tutti i sacrilegi; tale sembra essere, infatti, lo scopo che si è proposto lautore del Gremorium.

Questo libro non è senza importanza per gli studiosi delle scienze occulte. A prima vista, sembra essere un tessuto di rivoltanti assurdità; ma per gli iniziati ai simboli e ai segreti della Cabala, diventa un vero monumento alla perversiumana: il Diavolo vi è mostrato come uno strumento di potenza. Servirsi della creduliumana e impadronirsi dello spauracchio che la domina per farla obbedire ai capricci dell'adepto: tale è il segreto del libro. Si tratta di inspessire le tenebre agli occhi della moltitudine, impadronendosi della fiaccola della conoscenza vera, che potrà al bisogno, tra le mani dell'empio, trasformarsi nella torcia del carnefici e degli incendiari. Imporre la fede con la servitù, riservandosi il potere e la libertà, non significa sognare, infatti, il regno di Satana sulla terra? E ci si meraviglierà se gli autori di una simile cospirazione contro il buon senso pubblico e contro la religione, si lusingavano di far apparire e d'incarnare in qualche modo sulla terra il sovrano fantastico dell'impero del male? La dottrina del Gremorium e la stessa di Simone e della maggior parte degli Gnostici: e il principio passivo sostituito al principio attivo. La passione, per conseguenza, è preferita alla ragione, il sensualismo è deificato, la donna è messa prima dell'uomo: tendenza che si ritrova in tutti i sistemi mistici anticristiani. Questa dottrina è espressa da un pentacolo posto al principio del libro. La luna isiaca ne occupa il centro; attorno si vedono tre triangoli che ne formano un altro pgrande; questo triangolo è sormontato da una croce ansata a doppia incrociatura; attorno al triangolo, che è inscritto in un circolo e nell'intervallo formato dai tre segmenti del circolo, si vede, a sinistra, il segno dello spirito e il sigillo cabalistico di Salomone; a destra, il coltello magico e la lettera iniziale del binario; al disotto, una croce rovesciata formante la figura del lingam, e il nome di Dio egualmente rovesciato.

לא

 

Attorno al cerchio si leggono queste parole formanti una legenda: Obbedite ai vostri superiori, e state loro sottomessi acciocché vi abbiano sotto la loro protezione.

Questo pentacolo, tradotto in simbolo o professione di fede, significa dunque testualmente quanto segue:

 

La fatali regna per le matematiche, e non c'e altro dio che la Natura.

I dogmi sono gli accessori del potere sacerdotale, e s'impongono alla moltitudine per giustificare i sacrifici.

L'iniziato è sopra alla religione, di cui si serve, e ne dice assolutamente il contrario di quello che ne crede.

L'obbedienza non si ragiona, s'impone; gli iniziati sono fatti per comandare e i profani per obbedire.

 

Chi studia le scienze occulte sa che gli antichi Maghi non scrivevano mai il loro dogma, ma lo formulavano unicamente con i caratteri simbolici dei pentacoli.

Nella seconda pagina, si vedono due sigilli magici circolari. Nel primo, si trova il quadrato del

Tetragramma con una inversione e una sostituzione di nomi. Cosi, invece di:

 

היהא Eieie הןהי Jeova יכךא Adonai אלבא Agla

 

disposizione che significa: L'Essere assoluto e Jeova il Signore in tre persone, Dio della gerarchia e della Chiesa, lautore del Gremorium ha disposto in questo modo i suoi nomi:

 

הןהי Jeova יכךא Adonai ךאךך D’rar היהא Eieie

 

che significa: Jeova, il Signore, non è altro che il principio fatale del rinascimento eterno, personificato con questo rinascimento stesso nell'Essere assoluto.

Attorno al quadrato, nel circolo, si trova il nome di Jeova dritto e rovesciato, il nome di Adonai a sinistra, e a destra queste tre lettere:

AEV: והא׃

 

seguite da due punti, che vuol dire: Il cielo e l’inferno sono un miraggio l'uno dell'altro, ciò che è in alto è come ciò che è in basso. Dio è l'umanità (L'umanità e espressa dalle tre lettere AEV: iniziali di Adamo ed Eva). Sul secondo sigillo, si legge il nome ARARITA

 

אחיךאךא

 

e sotto

RASH: שאך

 

sotto al sigillo vi sono dieci lettere ebraiche, cosi disposte

 

ךךךךבהבםבי

 

Il tutto è una formula di materialismo e di fatali sarebbe troppo lungo e forse pericoloso da spiegare.

Viene in seguito il prologo, e la Bolla dell'infernale pontefice.

Il mistero delle evocazioni tenebrose vi è esposto con una scienza spaventosa nascosta sotto forme superstiziose e sacrileghe.

Il digiuno, le veglie, i misteri profanati, le cerimonie allegoriche, i sacrifici sanguinosi vi sono combinati un'arte piena di malizia; le evocazioni non sono senza poesia e senza entusiasmo mescolato d'orrore. Così, per esempio, l’autore vuole che il giovedì della prima settimana delle evocazioni ci si levi a mezzanotte, si sparga acqua benedetta nella propria stanza, si accenda un cero di cera gialla preparato il mercoledì e che deve essere forato in forma di croce. Alla luce tremolante di questo cero, bisogna andar soli in una chiesa e leggervi a bassa voce l’uffizio dei morti, sostituendo alla nona lezione del mattutino una invocazione ritmica la cui forma strana e i ritornelli richiamano gli incantesimi monotoni degli stregoni del vecchio mondo.

Dopo parecchie altre cerimonie, viene la notte dell'evocazione. Allora, in un luogo sinistro, alla luce di un fuoco alimentato da croci spezzate, bisogna, col carbone di una croce, tracciare un circolo, e recitare al tempo stesso un inno magico composto di versetti di diversi salmi.

Non si crederebbe di sentire i cupi puritani di Walter Scott o di Victor Hugo accompagnare con le loro salmodie fanatiche l’opera senza nome degli stregoni di Faust o di Macbeth?

In uno scongiuro indirizzato all'ombra del gigante Nemrod, il cacciatore selvaggio che fece cominciare la torre di Babele, l’adepto di Onorio minaccia questo antico reprobo di rinserrare le sue catene e di tormentarlo sempre più ogni giorno s'egli non obbedisce immediatamente alla sua volontà.

Non è forse il culmine dell'orgoglio in delirio? E questo antipapa, che non concepiva un gran sacerdote se non come un sovrano dell'inferno, non sembra aspirare, come a una vendetta del disprezzo e della riprovazione dei viventi, al diritto usurpato e funesto di tormentare eternamente i morti?

 

ELIPHAS LEVI


Indice

Il Papa Onorio III°° Introduzione al Grimorio La Magia Cerimoniale

La Cabala infernale di Papa Onorio Il Testo