La Croce e il Cerchio

 

Per il nostro breve studio sulla Croce noi abbiamo cominciato con l'affermare che questo sacro simbolo e uno dei più antichi usati dall'uomo.

In verità la prima figura simbolica é stata un semplice Cerchio che significava il Divino Infinito.      

Ad esso seguì il cerchio «con un punto centrale» che indicava la prima differenziazione nelle manifestazioni periodiche della Natura, insessuale ed eterna.

In una terza fase, il punto si trasformò in diametro del cerchio stesso, e  servì a simboleggiare la Madre-Natura, divina e universale.

La Natura apparve perciò femminile e passiva mentre il principio spirituale che la fa prolificare era sempre nascosto e invisibile.

Ma quando, dopo questa terza fase, il diametro venne crociato da un altro trasversale, si ebbe la «Croce del Mondo» segno che simboleggiò il «principio della vita umana».

Molto più tardi, dopo queste epoche arcaiche, e cioè presso gli Egiziani, la croce - che secondo la filosofia di razze antichissime, aveva significato la «caduta» simbolica dell'uomo con la separazione dei sessi - si trasformò in emblema di vita (croce ansata) e più tardi ancora nel segno di Venere, (cerchio con croce esterna sottoscritta).

A questa trasformazione seguì, infine, la svastika separata interamente dal suo cerchio e divenuta, così, puramente fallica.

Gl'Indiani orientali rappresentavano la Croce come contemporanea del Cerchio del Divino Infinito e della prima differenziazione dell'Essenza, dell'Unione dello Spirito e della Materia.

Ma tale interpretazione venne rigettata, per dar luogo alla sola allegoria astronomica che ben s'inquadrava con gli avvenimenti terrestri immaginari.

 

Un esempio chiarirà questo rapporto tra la Croce e l'allegoria astronomica.

Mercurio che, astronomicamente,  è figlio del Cielo e della Luce, mitologicamente é figlio di Giove e di Maia.

Egli è il «messaggero» di suo padre, il Messia del Sole.

In greco il suo nome di Hermes, significa, tra l'altro, «l’Interprete» , la «Parola», il «Logos», il «Verbo».

I simboli di Hermes-Mercurio (Dii termini), che erano posti lungo le strade maestre, nei punti d'intersecazione erano cruciformi. Ogni sette giorni i sacerdoti ungevano d'olio-santo questi termini, e una volta all'anno, li ornavano di ghirlande floreali. Perciò essi venivano detti gli Unti.

 

Mercurio era spesso rappresentato con tre teste e chiamato Tricefalo o Triplice, come se formasse tutt'uno col Sole e con Venere.

Ma Mercurio era anche rappresentato sotto forma cubica, cioè senza braccia, poiché si teneva presente che la «facoltà di parlare può predominare senza l'aiuto delle braccia e dei piedi».

 

Ora, è precisamente questa forma cubica che riallaccia direttamente i Termini alla Croce; ed è l'eloquenza e la facoltà di parlare di Mercurio che fa dire ad Eusebio: «Hermes è l'emblema del Verbo che crea e interpreta tutto», poiché é il Verbo creatore; mentre Porfirio, dal canto suo, insegna che la parola d'Hermes, parola creatrice (verbum) é il principio seminale sparso in tutto l'Universo.

In alchimia, Mercurio è il principio «umido» radicale, l'acqua primitiva o elementale, che racchiude i semi dell'Universo, fecondati dal fuoco solare.

Per esprimere questo principio fecondante gli Egizi aggiungevano alla Croce un fallo che rappresentava, così, l'unione del maschio e della femmina o del verticale e dell'orizzontale.

I Termini cruciformi rappresentavano anche questa doppia idea, che in Egitto era espressa nell'Hermes cubico.

Ora l'Hermes cubico si riallaccia alla Croce semplicemente perché il cubo, sviluppato, rende appunto il T (tau) che contiene nascosto: esso diviene croce nella forma egiziana, alla quale i Faraoni attaccavano il cerchio formando così la croce ansata.

Dal canto loro gli Egizi conoscevano la croce da molti secoli, attraverso i loro sacerdoti e i loro «Re Iniziati»; e sapevano anche molto bene che cosa significasse: «porre un uomo sulla croce», idea che veniva coordinata con quella dell'origine della vita umana, e, di conseguenza, con quella della forma fallica.

 

Sennonché, codesta crocifissione si faceva corrispondere con l'idea di una nuova rinascita dell'uomo, per una generazione soltanto spirituale, non fisica.

Il candidato all'Iniziazione veniva attaccato al Tau, o croce astronomica, in virtù di una idea più alta e più nobile di quella dell'origine della semplice vita terrestre.