© Sebastiano Caracciolo

 

La Tradizione, come noi l'abbiamo sempre considerata,  é quel complesso di principi-valori eterni al di sopra del tempo e dello spazio e sempre e dovunque attuali e immutabili. Essa é unica e immutabile e universale, anche se nelle varie parti del pianeta si é manifestata con varianti, e a volte anche con deviazioni originate da peculiarità di razze, di popoli, di individui. Distinguiamo, pertanto, le tradizioni dei vari popoli e la Tradizione Unica. Questa scaturisce cogliendo dalle varie tradizioni gli elementi costanti e universali,  immutabili nella loro essenza, costituita da temi e da significati costantemente presenti e che si riallacciano ad una Conoscenza unica; anteriore e superiore all'uomo storico, con carattere di trascendenza e di essenzialità, nella quale é immanente la sacralità dell'origine divina e di valori assoluti.          

La Tradizione trova la sua origine nello Spirito dell'Uomo e non nel suo pensiero:  É una conoscenza dall'alto, una vibrazione ritmica dell'individuo in armonia con la vibrazione ritmica del Cosmo. Esiste, infatti, tra il macrocosmo e il microcosmo una relazione inscindibile di somiglianza e di simbiosi.

Per poter comprendere l'essenza della Tradizione occorre analizzare leggende, miti, simboli, cogliendo i loro significati più profondi dopo aver sgomberato l'animo da pregiudizi etnici, folcloristici,  letterari e storici, e individuare, per poi interiorizzarli, i valori tematici che la esprimono.

Della Tradizione non é possibile fare una cronologia con una successione di date, sia pure approssimativa, legata a determinati avvenimenti, in quanto, come abbiamo detto, essa risale alle origini dell'Uomo ed essendo frutto del suo Spirito e non del suo pensiero, é legata alla sua Divinità interiore.

 

Tutta la Tradizione ci ammaestra che il Caso "NON E'", che la manifestazione, sia pure legata e partecipe in un unico piano generale, é diversificata in parti disuguali, le quali, appunto perchè disuguali, si armonizzano tra di loro.

La diversità dipende dai diversi modi di essere.

La Legge della manifestazione é la diversità. Due parti non possono essere uguali senza che l'una si elimini nell'altra.

L'uguaglianza acquista un significato se riferita ad ogni singola parte, nel senso che una parte é uguale, soltanto ed esclusivamente a sé stessa. Così l'esistenza di un Essere é determinata dal proprio modo di essere e la diversità fisica va intesa come corrispondenza di una diversità spirituale. Non si é uomo o donna fisicamente se non perché lo si é spiritualmente. Il sesso, quindi, é la conseguenza di una diversità principale ai livelli più bassi.

Abbiamo detto che la Legge della manifestazione é la diversità; possiamo anche affermare che la diversità non spinge verso l'identico in cui le varie parti divengano promiscuamente UNO, ma vuole che tali parti siano sempre più sé stesse, esprimendo sempre di più perfettamente il proprio modo di essere. Le varie parti del tutto esprimono qualificazioni e funzioni diverse che debbono essere sempre più affermate e realizzate.

Così, per ciò che concerne i sessi, Uomo e Donna si presentano come due tipi e chi nasce Uomo deve compiersi come Uomo e chi nasce Donna deve compiersi come Donna, superando ogni promiscuità.

Lo stesso, nel riguardo della direzione sovrannaturale, Uomo e Donna debbono avere ciascuno la propria via che non può essere mutata senza incorrere in un modo di essere contraddittorio ed inorganico. La diversità tra Uomo e Donna sta nei princìpi e nelle qualificazioni che sin dall'origine sono stati attribuiti all'uno o all'altro essere. Qui non si tratta di superiorità e di inferiorità; si tratta di pari dignità e necessità esistenziali di valori diversi. E allora vedremo che l'Uomo e la Donna sono due princìpi originati da qualificazioni diverse che attribuiscono all'uno e all'altro Essere funzioni diverse in tutti i piani da quello spirituale a quello materiale,  il quale ultimo si manifesta come sesso.

Nella Tradizione ellenica maschio é l'uno, ciò che é in sé stesso; femmina é la diade, principio dell'altro da sé. Nella Tradizione indù maschio é Io spirito impassibile, purusha; femmina é prakriti, matrice di ogni forma condizionata. Nella Tradizione estremo-orientale il principio maschile (yang) si trova associato alla "virtù del cielo" mentre il principio femminile (yn) é associato alla "virtù della terra". L'Uomo esprime tutto ciò che é "AZIONE; la Donna esprime tutto ciò che é DEDIZIONE.

Nell'azione é insito: attività, profondità di pensiero, avventura, decisione, rischio, coraggio, impassibilità, rigore, dirittura, stabilità, eccetera; attributi della Virilità Spirituale.

Nella dedizione é insito: intuizione, sacrificio, sentimento, misericordia, movimento, avvolgimento, attrattiva, eccetera; attributi della Spiritualità Femminile.

Simboli maschili sono: spada, scettro, fuoco, chiave, cielo, sale, eccetera.

Simboli femminili sono: coppa, acqua, terra, serpente, luna,  eccetera.

Narciso si specchiò nelle acque, vide la propria immagine come altro da sé, se ne innamorò, volle possederla e cadde nelle acque e ne rima se avvolto. Tale figurazione é analoga a quella descritta nel Genesi:

Adamo, dopo essersi addormentato, si svegliò e vide la Donna quale altro da sé; si lasciò sedurre e in Lei cadde.

La manifestazione si compie con le due polarità nello stesso genere: il Principio maschile e il Principio femminile. Tutta la manifestazione per ogni genere è imperniata su una dualità di funzioni e di compiti in corrispondenza di una dualità di modi di essere, in tutti i piani.

Considerati in sé i due Principi nella loro diversità, e quando non sono in armonia, cioè ciascuno di loro non esplica in pieno la propria funzione, sono in opposizione e l'uno tende a prevaricare l'altro, a livellarsi con l'altro, ad assorbire l'altro. Ciò produce non più maschi né femmine, ma ibridi, come é evidente nell'epoca detta moderna. Nei mito della "caduta" si cela l'idea dell'immedesimarsi e del perdersi del Principio maschile in quello femminile.

Tutta la Tradizione insegna, infatti, che proprio tale immedesimazione é causa della caduta e della progressiva carenza nell'Uomo della Virilità Spirituale che attraverso le ere si é sempre più accentuata fino ai nostri giorni in cui l'Uomo si é sempre più femminizzato. In tale situazione la Donna tende ad assumere, senza peraltro riuscirvi, anche la funzione dell'Uomo.

Osservando la Natura notiamo che in tutti gli organi duali la carenza dell'uno fa si che l'altro tenti di supplirne la funzione con il risultato della diminuzione della propria efficienza.

Se in corrispondenza della "caduta" e della conseguente carenza di virilità spirituale, diverse civiltà si sono susseguite, in alcune delle quali hanno avuto il sopravvento società ginecocratiche, nelle quali le donne sacerdotesse attivavano i Riti, non significa che la virilità spirituale sia passata alle donne, né che essa sia stata totalmente perduta dagli uomini; significa che in quelle tali epoche la supremazia delle deità femminili della Natura esprimeva punti di ulteriore "caduta" nel divenire e di ulteriore allontanamento dal piano dell'Unità. Ma se questo accadeva a livello di massa, certamente rimaneva nella memoria di élites, costrette ad occultarsi, il segno alla origine che si esprimeva di tanto in tanto con tentativi di restaurazione dell'antica Età dell'Oro, nella quale la Luce divina continuava ad illuminare la mente e lo Spirito, né deità notturne ed infere reggevano le comunità, ma deità solari che ricordavano l'origine divina della manifestazione.

Nell'Età dell'Oro l'Uomo e la Donna vivevano la loro diversità e la loro propria funzione senza problemi, in armonia, perché il punto di riferimento per tutti era ancora il Centro divino dal quale si erano allontanati.

Se é vero che l'Uomo e la Donna insieme sono caduti e insieme devono ritornare, é anche vero che l'Uomo e la Donna, prima della "caduta" erano l'uno totalmente maschio e l'altra totalmente femmina, pertanto debbono ritornare nelle stesse condizioni.

Quando l'Uomo sarà totalmente maschio e la Donna totalmente femmina,  essi potranno operare il congiungimento totale riacquistando l'identità originaria: il Due sarà UNO.

La Tradizione insegna che l'unico mezzo per intraprendere la via del ritorno (che é una presa di coscienza) é l'iniziazione che si attua con l'azione rituale.

L'Iniziazione, agendo sul piano dello Spirito, mette in vibrazione i piani sottili e, quindi, il piano fisico, agevolando la rettificazione.

Il procedimento del ritorno deve essere inverso a quello della "caduta":  l'Uomo e la Donna debbono affermare e realizzare il loro modo di essere diversi, specificando sempre più le loro qualificazioni e le conseguenti funzioni.

L'accoppiamento sessuale é soltanto l'ombra e il riflesso fallace dell'accoppiamento totale dei due Princìpi che ridarà loro l'identificazione originaria e segnerà la fine delle generazioni.

L'Iniziazione, lungi dall'essere "cultura esoterica" é il richiamo di forze originarie ed eterne che hanno il potere di eliminare nel maschio ciò che é femmina e nella femmina tutto ciò che é maschio e che sono tesi a risvegliare nell'Uomo e nella Donna il loro originario modo di Essere che si esprime nella Virilità Spirituale per l'Uomo e nella Dedizione sacrificale per la Donna.

Oggigiorno, l'Uomo é un asse spezzato, mentre la Donna é una ruota fuori centro. Bisogna rinsaldare l'asse e mettere in centro la ruota. Così stando le cose, sia l'Uomo che la Donna hanno il reciproco dovere perché sia l'uno che l'altra seguano una via iniziatica che permetta il processo del ritorno, via iniziatica tradizionale, autentica e sicura che protegge dalle deviazioni verso le quali é portata l'Umanità di oggi.

L'Iniziazione é attivata dall'azione rituale che consiste nel trasmettere l'influenza spirituale atta a spingere verso il ritorno. Nella Tradizione l'azione rituale é stata sempre dell'Uomo, perché é l'Uomo che accende il fuoco, mentre la Donna é colei che lo conserva. L'Uomo, é il portatore dei valori dell'azione eroica e la Donna é la portatrice dei valori della dedizione eroica, realizzando l'Uomo l'azione e la Donna la conservazione.

ln conclusione a "caduta "é avvenuta perché l'Uomo ha voluto immedesimarsi e perdersi nel Principio femminile in moto penetrante, mentre la Donna lo ha attratto e sedotto in un moto avvolgente si de paralizzarne le virtù scaturenti dalla sua Virilità Spirituale. Nel corso delle Ere l'Uomo si é femminizzato al punto da tacitare la propria Virilità Spirituale, facendo ingenerare nella Donna la necessità di mascolinizzarsi.

Nella mescolanza di ORO e PIOMBO non solo il primo viene alterato, ma anche il secondo. Ora sono entrati in piena crisi di identità; occorre che ognuno di essi torni ad essere sé stesso... I valori di diversificazione,  sia  pure carenti, sono sempre presenti e premono per realizzarsi. L'insoddisfazione della propria esistenza porta alla ricerca; la ricerca porta alla Tradizione la quale insegna che l'Uomo e la Donna, per essere veramente tali, devono riprendere coscienza dei valori che a ciascuno sono propri.