La Stella di David Fu simbolo magico?

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Maghen David, letteralmente significa Scudo di David ma viene anche a volte confuso con il sigillo di Salomone e si tratta della stella a sei punte, diventata simbolo del Sionismo dal congresso di Basilea del 1898.

 

L'esagramma è un antico simbolo Mandala trovato su antichi templi Indiani costruiti migliaia di anni fa. Simboleggiava il Nara-Narayana, o il perfetto stato meditativo dell'equilibrio tra l'Uomo e Dio, e, se mantenuto, avrebbe portato nel "Moksha," o "Nirvana" (liberazione dai limiti del mondo terreno e le sue trappole materialistiche).

Una teoria sull'origine della sua forma sarebbe da ricercarsi semplicemente in 2 delle 3 lettere ebraiche del nome David. Nella scrittura ebraica David è scritto solo con 3 caratteri, due dei quali sono la "D" (o "Dàleth"
in ebraico). Nei tempi antichi questa lettera veniva scritta in modo molto simile a un triangolo (), più o meno come la lettera greca "Delta" con la quale condivide il suono e la stessa posizione (quarta) nei rispettivi alfabeti com'anche la D in italiano e negli altri alfabeti occidentali. Il simbolo, quindi, poteva essere un semplice stemma della famiglia formato ribaltando e sovrapponendo le due più importanti lettere del nome del capostipite.

 

In antichi papiri, i pentagrammi, insieme a stelle ed altri simboli, sono spesso rinvenibili su amuleti con il nome ebraico di Dio, e venivano usati per proteggere dalla febbre e da altre malattie. Stranamente, però, non si trovava mai l'esagramma su questi amuleti; e anche nel "Grande Papiro Magico" di Parigi e di Londra si trovano 22 figure e diversi cerchi, ma non vi sono presenti né pentagrammi né esagrammi.

Quindi, con tutta probabilità non fu il sincretismo delle influenze ellenistica, ebraica e copta a originare il simbolo. É possibile che sia stata la Qabalah a far derivare il simbolo dai Templari, ma questo ipotizzerebbe un'origine molto posteriore alla sua datazione accertata (almeno il III secolo AEV). La "Pratica" della Qabalah fa uso di questo simbolo ordinando le dieci Sephiroth, sul simbolo e mettendolo sugli amuleti. Comunque, il simbolo non si trova sui testi canonici, come lo Zohar, gli scritti del rabbino Isaac Luria e altri similari. Pertanto si può dire che questo utilizzo nel diagramma sefirotico non è nulla più di una reinterpretazione di simboli magici preesistenti.

Lo Scudo di David non viene menzionato nella letteratura rabbinica antica. È degno di nota, però, che non ci sono prove archeologiche dell'utilizzo di questo simbolo in Palestina nei tempi antichi, anche dopo i tempi del re David. Gli studiosi concordano nel fatto che anche durante il periodo del Secondo Tempio lo Scudo di David non era un simbolo riconosciuto in Israele.

Gli studiosi hanno supposto, anche, che possa essere una reliquia delle pratiche religiose dell'Antico Egitto, adottato dagli israeliti che avevano a che fare con l'occultismo e il sincretismo non prima del periodo del re Salomone.

La prima citazione della letteratura ebraica per lo Scudo di David è l'Eshkol ha-Kofer del Karaita Giuda Hadassi (metà del XII secolo AEV) ed afferma nel capitolo 242: «Sette nomi di angeli precedono la mezuzah: Michele, Gabriele, ecc. ... Tetragramma li protegge tutti! E anche il simbolo chiamato 'Scudo di David' è posto a lato del nome di ogni angelo.» Era quindi anche questa volta un simbolo su di un amuleto.
 

La Stella di David, fu quindi, un simbolo magico?

Lo studioso Gershom Scholem, ha indagato il problema e le conclusioni, per altro accolte con grandi contrasti, recentemente pubblicate in Israele. In sostanza l'autore sostiene che il Maghen David non è di per sé un simbolo ebraico.

 

«Maghen David, storia d’un simbolo», questo il titolo dell'opera, è uno studio fondamentale di Gershom Scholem, teologo ebreo tedesco, fu scritta sessant’anni fa, ma soltanto oggi pubblicata, ventisette anni dopo la sua morte.

Rilanciando le domande sull’origine dell’Esagramma, già trovato a Babilonia, su antichi templi indiani e in iscrizioni legate all’occultismo, conclude che: «La Stella di David non è di per sé un simbolo ebraico. E per questa ragione non è il Simbolo dell’Ebraismo».

Il professor Gershom Scholem teorizza, infatti, che la Stella di David ebbe origine nei testi di Aristotele, che usò i triangoli in differenti posizioni per indicare i diversi elementi basici. I triangoli sovrapposti rappresentano così le combinazioni di elementi. Dai testi di Aristotele questi simboli sono arrivati fino alla letteratura araba pre-musulmana.

Gli arabi musulmani si interessavano di matematica ed erano attirati dalle storie bibliche ed islamiche. Difatti uno dei personaggi più importanti nella prima letteratura araba islamica era il Re Salomone (in arabo Suliman o Sulayman). Il Talmud babilonese contiene una leggenda su Salomone rapito da Asmodeo, re dei demoni. Riuscì a rapire il re rubandogli il suo "sigillo di Salomone", anche se secondo il Talmud quel sigillo era semplicemente una moneta di metallo col tetragramma del nome divino scritto sopra. È possibile che il sigillo venisse alterato nelle storie arabe.

La prima apparizione del simbolo nelle scritture ebree fu nei testi di Qabalah orientali, cosi è possibile che la Stella di David fosse un alterazione del pentagramma mediante l'influenza araba.
Si trova del resto, in vari passaggi del Corano, che David e Salomone fossero profeti e re, e pertanto sono figure riverite dai musulmani. I Beylik islamici della Turchia, parte dei Giannizzeri, durante le dinastie Karamanide e Candaroglu usarono la stella sulle loro bandiere. Tuttora la stella si può trovare in moschee e in altri manufatti dell'arte araba e dell'arte islamica.

 

Le tesi del professor Scholem - uno dei più grandi studiosi della materia, fra i fondatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme – erano note, ma le sue conclusioni non furono mai pubblicate per esteso. Nel 1949, appena nato lo Stato d’Israele che s’era dato per bandiera proprio la Stella racchiusa fra le due fasce blu del Talled, uscì su alcune riviste specializzate un breve estratto, nulla più. Ora si scopre che Scholem aveva compiuto un minuzioso esame delle decorazioni di molti edifici asiatici dove al simbolo, conosciuto come il Sigillo di Re Salomone, venivano attribuiti poteri magici, di guarigione e di protezione magica. Testimonianze della Stella si trovano in edifici di tremila anni fa, a volte affiancate al simbolo indiano della svastica. Secondo Scholem, il sigillo entrò per la prima volta nella storia del misticismo ebraico durante il VI secolo d.C., su un talismano che lo racchiudeva fra due leoni, ma per molto tempo fu raffigurato ora a sei, ora a cinque punte.

Fu soltanto nell’Ottocento, nel ghetto di Praga, che il simbolo cominciò a essere chiamato Maghen David e a diventare comune sulle copertine dei libri, nelle sinagoghe, sulle lapidi. Fin quando, nell'anno 1897, il primo congresso sionista di Basilea non decise di farne una bandiera.

 

Allora… simbolo magico, prima che simbolo d’un popolo? certamente è un tema scivoloso e la pubblicazione di un testo in materia non poteva passare inosservata….

Del resto da sempre, il Maghen David è una stella che suscita polemiche non solo nel mondo arabo ma anche in quello ebraico: non vi si riconoscono, infatti, alcune frange d’ultraortodossi che non ne tollerano proprio i legami con la tradizione dell’occultismo. Ma non è accettata nemmeno da diversi Haredi, religiosi estremi, che vi vedono il simbolo del sionismo e d’uno Stato che non considerano necessari, preferendo restare legati all’antico emblema della Menorah, il candelabro a sette bracci….

 

Non era probabilmente nelle intenzioni dello Scholem venire trascinato, sessant’anni dopo, in questioni di questo tipo. Anche perché il suo libro, che confuta l’antica simbologia, ne rivaluta in pieno il significato più recente: «Con congresso di Basilea il Maghen David, scrive lo Scholem, assunse un ruolo diverso. Ma fu con l’Olocausto che la Stella prese un significato reale. E ricevette un senso spirituale, di pienezza, che fino a quel momento non aveva mai avuto».

  

 

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