Il documento che presentiamo ai nostri visitatori esoterici, è un interessante elaborato che un un nostro Gentile Ospite il Cav. Emilio Michele Fairendelli ci ha spedito.   

Lo scritto ritrae un opera della maestria dell'Autore e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato.

© Emilio Michele Fairendelli

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Il Delta Luminoso, posto al di sopra della Cattedra del Maestro Venerabile nel Tempio Massonico è la Sorgente dal quale il Tempio origina e si stabilisce ed indica l’altrove dell’Unità Divina, la Luce.
In una delle sue varianti più note in esso è inscritto l’Occhio di Dio o di Horus, il Dio egizio guercio.


L’occhio è dunque un occhio singolo, un terzo occhio, lo sguardo di Dio, del Grande Architetto, la Luce che crea.
The allseeing eye, l’occhio con il quale il Divino Architetto guarda il mondo, ma anche quello con cui noi vediamo Lui (v. il celebre commento di Meister Eckhart).

               Il Delta Luminoso , da J. Boucher

Il Delta non rappresenta la Luce del Sole - diversamente non si spiegherebbe la presenza di un altro Sole in corrispondenza dell’Oratore - ma il Sole/Luce originario e primigenio come rappresentato in Genesi 1:3:“Sia la Luce!”
La Luce è Spirito e Forza creatrice, emana la Manifestazione materiale: in ebraico aur (luce) è, semplicemente pronunciato nell’ altra direzione, ruah (spirito) .
Il Delta include il Tetragrammaton, il nome sacro ebraico di Dio, YHVH, o, in alcune versioni, la sua sola prima lettera, Yud.
In ambito rabbinico tale lettera è considerata in sé stessa sacra: come il Nome essa è pronunciabile e vi si può solo alludere.
Dal punto di vista grafico, la Yud è poco più di un punto e la sua forma rimanda a quella di un occhio: si osservi allora l’identità - come se il Simbolo sapesse completarsi anche in modi formalmente differenti - con l’occhio di Horus.
L’iscrizione così ricorrente ai tre lati del triangolo del Delta della divisa “Uguaglianza-Libertà-Fratellanza” non rappresenta poi solo un motto moderno riconducibile ad un preciso periodo storico, ma presenta una rispondenza esoterica precisa con le figure del Maestro Venerabile, dell’Oratore e del Segretario.
 

Perchè il triangolo del Delta non è sempre equilatero, come parrebbe più giusto, perché non è in proporzioni pitagoriche, perché in quasi tutte le sue rappresentazioni più antiche troviamo un triangolo isoscele stretto e schiacciato, con la base più lunga dei due lati?
La Forma si piega qui alla dinamica del Simbolo: la Luce si espande con sforzo, con fatica, non può limitarsi a scorrere lungo i lati del triangolo, la base, più larga, rappresentando la Manifestazione materiale nella sua interezza; il triangolo isoscele nelle proporzioni più frequenti (angolo superiore a 108°, inferiori a 36°) è atto ad inscrivere l’occhio di Horus nella sua grafica egizia, e, anche, il simbolo della Stella a cinque punte che in questo modo occulto è presente già in Camera di Apprendista.
Su questo tema aggiungerò che uno dei Grandi Simboli esoterici più affini al Delta Luminoso, la cosiddetta Stella di Davide, il Maghen David, è un Simbolo costituito da triangoli equilateri solo nelle sue rappresentazioni più profane.
In ambito esoterico, i due triangoli interconnessi, l’uno ascendente l’altro discendente, rappresentano la Discesa della Luce nella Materia e, nel contempo, l’Ascesa della Materia verso la Luce, e non sono mai equilateri.
Alcuni Maestri del ‘900 (Louis Maximilian Bimstein alias Max Théon in ambito cabalistico, Sri Aurobindo in ambito vedantino) hanno adottato, con minime variazioni formali, il Maghen David a triangoli non equilateri, risultando simbolicamente indispensabile poter inscrivere nello spazio centrale così determinato il quadrato della Manifestazione materiale, al cui interno è raffigurato il Loto, simbolo della Trasformazione che verrà e controparte per così dire inferiore e materiale dell’Occhio Divino.

           Il Simbolo di Max Théon, ca. 1910


Il Maestro Venerabile - Luce indivisa

La funzione iniziatica del Maestro Venerabile corrisponde con ogni evidenza al Delta Luminoso, alla Luce sorgente ed indivisa. Là dove il Sole e la Luna, prime luci generate, corrispondono ad Oratore e Segretario, la Luce corrisponde al Maestro Venerabile.
La Distanza rituale tra lui e i due Dignitari all’Oriente, più ancora quella tra lui e i due Sorveglianti che governano la Loggia, deve pertanto essere incommensurabile. La prassi d’Officina evidenzia questo elemento: è per questo i Fratelli che intendono chiedere la Parola in Officina devono rivolgersi al proprio Sorvegliante ed è solo quest’ultimo che, impersonalmente, avverte il Venerabile che un Fratello ha chiesto la parola.

Simbolo di Sri Aurobindo, ca. 1920

Nella stesura ed applicazione dell’albero sephirotico sul Tempio Massonico qui esistono pochi dubbi: la sephirâ corrispondente al Maestro Venerabile è Kether, Corona, la prima sephirâ, considerata l’emanazione diretta ed autonoma dell’En Sof, il punto di limite e di contatto tra il Divino e la Manifestazione.
Ma quale delle parole scritte sui lati del triangolo può corrispondere al Venerabile?
Certamente l’ Uguaglianza. Poiché in un ternario consapevole Uguaglianza equivale ad Unità.
La corrispondenza con il Venerabile non è solo perché Egli tratta i Fratelli con equanimità e giustizia, perché “i Fratelli sono tutti uguali” o perché si debba esclusivamente promuovere il principio dell’Uguaglianza, ma perchè all’apice dell’Oriente splende una Luce ancora indivisa, Una, giusta, perfetta, equanime (e cos’altro ci si potrebbe attendere, dalla Luce primigenia?) su tutti i Fratelli Massoni.
Così come su tutti gli uomini.

 

L’Oratore - Sole: prima Luce divisa

All’Oratore corrisponde il Sole, prima Luce divisa.
La Luce solare è una Luce libera, potente, che penetra e trasforma, scalda e rende possibile la Vita sulla Terra.
Così le parole dell’Oratore: la Parola, come la luce, deve circolare forte e libera, deve essere capace di dare vita, di spingere al rispetto - quando occorra al superamento stesso - della Legge (il compito dell’Oratore) e a grandi opere, di trasformare.
Nessuna parola non libera; come se la realtà simbolica della Libera Muratoria ci dicesse che a tutti i livelli, anche a quello della convivenza sociale (libertà per tutti gli uomini: di pensiero, di vita, di azione), conviene (è giusto e perfetto) agire in conformità alla Luce originaria.
Per questo, per tutto questo, la parola del ternario che corrisponde all’Oratore è Libertà.
La sefirà corrispondente sarà quella del lato destro, Hokhmà, principio maschile ed attivo a cui spetta il compito di fecondare la terza sefirà, Binah, intelligenza e comprensione, principio femminile del lato sinistro.


Il Segretario - Luna: seconda Luce divisa
Al Segretario, la Luna, seconda Luce divisa.
Fisicamente il Sole, agendo sulla materia e sui processi biochimici, rende possibile la Vita sulla Terra, ma è la luce lunare, polarizzata, notturna e riflessa, con un diverso spettro, che presiede ai processi di germinazione e di gestazione, alla formazione dei viventi.
La corrispondenza tra fasi, cicli lunari e processi di nascita e formazione, per esempio nello stesso corpo fisico delle creature femminili, è una Legge evidente.
La funzione del Segretario è quella di raccogliere la memoria collettiva della Loggia, di lavorare e riflettere le parole dell’Officina; solo dall’elaborazione, dalla parola pensata e rammemorata, può nascere una nuova fase, un nuovo tempo di parola e di azione.
Così, l’analogia tra la funzione iniziatica del Segretario ed il simbolismo lunare (e femminile) si rende evidente.
L’atteggiamento con il quale l’Oratore porge all’officina la propria parola è un atteggiamento potente e attivo, maschile nel proprio carattere; viceversa il Segretario riflette il proprio lavoro sulla Loggia, il suo ruolo è più passivo; egli deve solo operare affinché la parola pensata ed elaborata raggiunga tutti con la dovuta comprensione, perché si conservi almeno una minima parte del lavoro svolto,con effetto uguale e con uguale Bellezza per tutti, senza perdita per alcuno.
La parola nel ternario del Delta che corrisponde al Segretario è pertanto, Fratellanza.
La sephirâ corrispondente è, per quanto più sopra detto, Binâ.
 

Tracce
Di fronte a noi alcune tracce di riflessione possibili:

a) l’affermazione circa la Massoneria come un’Istituzione solare è fuorviante terminologicamente: Istituzione della Luce, piuttosto, in quanto la parte lunare, passiva, femminile, è ben presente nel luogo più significativo del Tempio, l’Oriente;

b) “Tutti gli esseri provenienti dal Creatore sono dei Templi.” recita il verso di un’Istruzione Massonica moderna, 1774.
E, d’altronde, il riferimento al corpo umano come Tempio è presente in tutti i Libri Sacri.
Dobbiamo dunque trovare anche nella fisiologia umana una corrispondenza con le declinazioni della Luce all’Oriente del Tempio.
Il funzionamento dei due emisferi del cervello, il destro deputato alla gestione delle idee astratte, ultralogiche, intuitive (Sole, Oratore, Attività, Forza, la sephirâ H'cmâ) il sinistro deputato al fissaggio della Parola, all’elaborazione del Linguaggio, alla definizione di una Forma e alla Memoria, alla contemplazione (Luna, Segretario, Passività, Bellezza, la sephirâ Binâ)…
La vista umana, assolutamente differenziata nonostante la simmetria degli organi, dove è però solo l’occhio destro a focalizzare…

c) evidentemente, l’applicazione dell’albero sephirotico al Tempio massonico può proseguire con riferimento alle colonne dello stesso, colonne che al loro apice sono segnate dalle due Luci divise Sole e Luna e dalle due sephiroth corrispondenti e, alla loro base, dalle colonne Jakin e Boaz.
H'cmâ è alla destra – applicando correttamente l’albero sephirotico al corpo dell’Uomo Primordiale e procedendo da destra verso sinistra, corrisponde all’Oratore, alla colonna di Settentrione e di Boaz, Binâ è alla sinistra di Kether, corrisponde al Segretario, alla colonna di Meridione e di Jakin.
Tale interpretazione si attaglia peraltro perfettamente al carattere delle due colonne del Tempio, la Colonna degli Apprendisti, o della Forza, e quella dei Compagni, o della Bellezza.
La posizione delle colonne Jakin e Boaz è d’altronde chiarissima secondo il Libro: la colonna di destra è individuata entrando nel Tempio.
Va inoltre considerata la complessità dell’albero sephirotico; il suo funzionamento è un funzionamento complementare, mai di antagonismo o di contrapposizione: le sephiroth maschili di H'cmâ fecondano quelle femminili dell’altro lato in virtù della propria natura e come indicano i percorsi dell’Albero, le une non possono esistere senza le altre.
Quanto caratterizza l’uno o l’altro lato sephirotico sono le sephiroth di partenza, H'cmâ e Binâ.
Con Kether, come esemplifica la rappresentazione dell’Albero sephirotico, queste sephiroth costituiscono una Triade che governa ed indirizza le altre.

d) la corrispondenza tra i ternari rappresentati dai Simboli all’Oriente e dai Dignitari e dal trinomio Uguaglianza/Unità – Libertà – Fratellanza/Amore è una corrispondenza profonda e non incidentale od analogica; essa costituisce un’altra occasione per scardinare una micidiale concezione laicista, pragmatica, orizzontale e sociologica dell’Ordine; concezione che rischia di ritardare ulteriormente il risveglio, in questi tempi ultimi, della Massoneria. Questa non incarna questi concetti, per così dire “politici”, solo nella loro accezione illuministica o borghese od ottocentesca; essi sono sempre stati attinti, dominati e rovesciati sul mondo, da un altro e più alto livello che include il primo, dalla comprensione della dinamica della Luce (Delta-Sole-Luna).
Tra i compiti principali del Massone nel Kali Yuga vi è certamente la comprensione, l’adesione radicale a questa dinamica, con ogni parte della propria sostanza sottile, intellettuale e materiale: adesione da viversi nel sé, nel cuore, nelle viscere.
Possibilmente, anche più sotto.

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