I fenomeni tangibili della natura sono percepiti dai nostri cinque sensi: gusto, olfatto, tatto, udito, vista.

La scienza considera questi fenomeni come delle vibrazioni di frequenza diversa che impressionano i nostri organi fisici e, tramite i nervi, vengono trasmesse ai vari centri del cervello. La posizione di questi centri sembra che sia stata determinata dalle conoscenze anatomiche attuali. Quanto all'origine delle vibrazioni ed alla loro natura, possiamo solamente prospettare delle ipotesi. Anche gli occultisti si sono occupati di questo problema e hanno potuto classificare alcuni dei suddetti fenomeni dopo averne osservati gli effetti sull'uomo.

Noi conosciamo la ripartizione dei colori secondo la gamma prodotta dall'analisi spettrale, come pure quella delle sette note musicali. La scienza attuale, disponendo di apparecchi strumentali della massima precisione, ha stabilito che oltre i sette colori conosciuti ne esistono atri dei quali l'occhio umano non può coglierne le vibrazioni, come l'infra-rosso e l'ultra-violetto. Si può dunque ammettere che il numero di queste vibrazioni sia indefinito.

Lo stesso dicasi per quanto concerne le gamme innumerevoli nelle quali le vibrazioni sono troppo frequenti o troppo lunghe per essere captate dalla radio ricevente naturale dell'uomo: l'udito.

Esiste un legame tra questi fenomeni di ordine diverso e l'onda sonora può mutarsi, in un certo momento, in onda visiva. Un grande compositore russo, Scriabine, aveva intravisto questa relazione e nella sua ultima opera, Prometeo, in un dato momento si rese conto che la musica era in capace ad esprimere il suo pensiero giunto al punto culminante. Prometeo aveva ottenuto il fuoco. Il compositore cercò d'introdurre un effetto di luce per rimediare all'insufficienza delle sonorità musicali. La morte lo colse mentre lavorava alla costruzione di uno strumento speciale che avrebbe dovuto realizzare la sua concezione estetica.

Esaminiamo ora le cose dal punto di vista delle scienze occulte.

L'uomo è composto da tre elementi: spirito, anima e corpo (Nishematn Ruach e Nephesh nella Qabalah ebraica) che corrispondono rispettivamente:

 

1° alla parte superiore, spirituale, la scintilla divina;

2° alla parte mediana, istintiva, equilibrante (l'anima vivente del genesi)

3° alla parte inferiore, sensitiva, subcosciente, che dirige le funzioni della vita vegetativa dell'essere e con la quale prende contatto con il mondo fisico.

 

Secondo questa classificazione, i sensi inferiori sono: il tatto e il gusto pur se questo ultimo, essendo fin ad un certo punto influenzato dall'odorato e dalla vista, si trova per conseguenza in una sfera più elevata.

Secondo la Qabalah, il tatto ed il gusto appartengono al dominio della lettera Mem (intestini e organi esteriori).

Mediante il tatto ci rendiamo conto della forma e dello stato di un oggetto. Mediante il gusto l'essere elimina gli alimenti nocivi alla sua nutrizione.

I tre altri sensi (vista, udito e odorato) appartengono al dominio della lettera Schin ed a quello di Ruach ed è possibile che appartengano in parte anche a quello di Nishemath.

Di questi tre sensi il più elevato e il meno conosciuto è quello dell'odorato.

Cercherò di provare questa superiorità, ma dato che il senso dell'odorato è pochissimo conosciuto e sfugge all'indagine scientifica potrò svolgere questo studio solamente in modo sommario.

La vista rivela all'uomo la forma esteriore di un oggetto, il suo colore. La memoria visiva evoca la vista di un luogo o di un oggetto e ne ricostruisce l'immagine innanzi all'occhio interiore dell'uomo.

Per questo motivo gli antichi tennero in gran conto i profumi e le fumigazioni. Le volute degli aromi salivano dritte verso il cielo e per loro mezzo si stabiliva un contatto tra l'Essere supremo e gli incarnati. La Chiesa, cristiana ha conservato nella sua liturgia queste fumigazioni. I primi Apostoli ne compresero l'importanza durante la preghiera poiché il profumo agiva come un vero stimolante nell'esteriorizzazione dell'anima. Queste pratiche sono cadute nell'oblio. La Chiesa ignora la gamma dei diversi aromi appropriati a determinate circostanze e solo ha conservato l'uso dell'incenso (1).

Vediamo ora cosa dice la Qabalah del senso dell'odorato. Sappiamo che quest'ultimo è retto dalla lettera Nun, della quale il valore numerico è di 50 e la corrispondenza zodiacale è lo Scorpione.

L'arcano maggiore che corrisponde a questa lettera è «il Genio dell'uomo». Esso significa, nel mondo superiore, il perpetuo movimento della vita e della morte e nel mondo fisico, le combinazioni delle forze della natura.

Una osservazione curiosa: la parola naso inizia con una N in quasi tutte le lingue (nez, naze, nose, nos...). Anche la parola italiana «narici» come quella francese «narices» ha una relazione di consonanza con il suo sinonimo ebraico: nehiraïm. In ebraico numerose parole significano contemporaneamente l'aroma più pregiato, la divinazione, lo spirituale, e tutte iniziano con la lettera N (2).

L'azione di questo senso è superiore a quello del tatto poiché percepisce non solo la forma, ma anche il colore.

Le vibrazioni musicali evocano ricordi di un ordine superiore, ricordi che fanno vibrare le corde dell'anima. Esse provocano delle emozioni gaie e tristi. Una musica determinata può trovare una eco in un uomo e lasciare indifferente un altro. Nondimeno queste impressioni saranno di una natura completamente diversa di quella degli altri sensi. Conosco delle persone che ascoltando la musica di Wagner perdono la nozione dello spazio e del tempo e riprendono coscienza del luogo in cui si trovano solo quando l'ultima nota si è spenta. Ma oltre questo senso domina quello dell'odorato.

Istantaneamente un aroma o un odore suscitano nell'uomo un ricordo non di oggetti, come avviene per gli altri sensi, ma quello di uno stato d'animo nel quale si trovava il soggetto quando percepì per la prima volta il profumo in questione. Non si tratta del l'evocazione di un luogo o di un oggetto che si produce, ma quello del sentimento dominante l'essere.

Il ricordo provocato dall'odorato è più intenso, più luminoso di quello che si riferisce agli altri sensi. Infine, i ricordi che provengono dagli altri sensi lo seguono e la scena si ricostruisce perfettamente chiara con le emozioni che l'accompagnarono un tempo.

Accade molto raramente che una reminiscenza causata da un altro senso ne evochi una appartenente all'odorato; invece è l'opposto che avviene e quest'ultimo illumina repentinamente tutti gli elementi che concorrono a ricostruire la scena.

É quindi certo che l'odorato occupa il primo posto tra i nostri sensi ed è quasi impossibile definirlo poiché appartiene ad un ordine che trascende la portata delle parole. Appartiene ad una dimensione superiore che noi sentiamo, ma che sfugge ad ogni classificazione.

Considerato sotto questo aspetto, il senso dell'odorato appartiene al dominio superiore di Ruach e forse anche a quello di Neshemath.

Questo significato duplice si concepisce per sé stesso poiché mediante l'organo che serve all'odorato si effettua l'atto della respirazione, l'aria necessaria alla vita di Nephesh penetra nei polmoni... come pure il profumo, che sembra essere indispensabile alla vita di Neshemath. Non dimentichiamo che «il profumo dei fiori è l'anima della pianta che si libera nel momento più bello della sua vita» - dice un'antica leggenda indù. Ora, per assicurarci resistenza fisica noi utilizziamo i corpi dei vegetali (alimentazione di Nephesh) e la loro anima non potrebbe essere il nutrimento indispensabile per Neshemath? Non possiamo escluderlo...

Comunque sia, il profumo è un'emanazione vitale emessa dal fiore nel punto culminante della sua crescita; mentre un odore sgradevole, infetto è, in generale, un segno di morte, di putrefazione. Noi ritroviamo qui l'armonia vivificante e gradevole, analoga a quella della musica e dei colori ed anche il caos e a cacofonia, che simbolizzano il disordine della morte.

Ancora un'osservazione interessante: La Qabalah attribuisce a ciascuna narice una lettera diversa e ciò ha un significato particolare.

Alla narice destra corrisponde Daleth, del quale le corrispondenze sono: nel mondo planetario - Giove; la cifra 4 e negli Arcani maggiori «La pietra cubica», arcano della realizzazione.

Alla narice sinistra, la lettera Resh che corrisponde a Saturno, numero 200, all'arcano della «Risurrezione dei Morti» - rinnovamento spirituale della vita.

Ad un esame superficiale appare strano che a due parti di uno stesso organo, delle quali sembrano identiche le funzioni, siano state attribuite due lettere che - pur appartenendo allo stesso gruppo, se considerate nella loro composizione geroglifica - hanno diverso significato. Ecco la spiegazione, che mi è stata data da un Maestro a questo proposito: «Quando sarai capace di respirare inalando da una narice ed esalando dall'altra, avrai raggiunto un gradino importante sulla scala indefinita dell'evoluzione».

Allora non compresi il significato di queste parole e le interpretai come una metafora, più che una cosa effettivamente realizzabile. Più tardi, studiando le lettere ebraiche, intesi ciò che il Maestro voleva dire: Per un uomo destinato a raggiungere una certa altezza sulla scala dell'evoluzione, è indispensabile che egli pervenga a controllare le sue funzioni fisiologiche e ciò per rimanere in armonia con le leggi della natura.

Gli Indù ci hanno dimostrato la possibilità di questo controllo provocando a volontà l'anestesia ed anche la morte apparente mediante la sospensione delle funzioni corporee.

La lettera Daleth presenta l'idea dell'esalazione; chimicamente è l'acido carbonico e l'azoto che servono alla costruzione della natura visibile (Pietra cubica, (3)).

Al contrario, la lettera Resh presenta l'idea dell'inalazione, di rinnovamento; chimicamente è l'ossigeno indispensabile alla continuità della vita fisica (Risveglio dei Morti) (4).

Purtroppo noi siamo ben poco documentati su queste questioni primordiali ed è molto probabile che ci troviamo su un piano inferiore che ancora non ci consente di avvicinarci ad esse.

Esiste una gamma di fumigazioni che i Maghi avevano adottato alle altre gamme conosciute (5).

Questa nomenclatura degli aromi ci è stata trasmessa dai vari autori però non senza contraddizioni ed errori... conseguenza fatale di una evoluzione insufficiente che più non ci consente di comprendere la vera «Scienza degli Aromi».


 

 

1 - Sono state ritrovate antiche ricette di aromi composti per differenti operazioni magiche nei templi di Edfu e di Filae.

2 - Nehot - aroma polverizzato = Neshima - respirazione, ma Nishematn - Spirito. Nasso - Nephesh - aspirazione; ma Nephesh anima subcosciente. Nehesha - predire per divinazione, ma Nahash è l'allegorico serpente del Genesi, cioè l'istinto fisico inferiore ecc.

3 - La   radice  Nun-Daleth  significa: tutto  ciò  che evapora, che si esala.

4 - la  radice  Resh-Nun significa una combinazione chimica della natura elementare.

5 - Vedi «Trilogie de la Rota» di Enel.

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