Il documento che segue, opera d'ingegno del carissimo F:. Francesco Siniscalchi, è estratto dagli atti ufficiali del "Convegno di Studio" indetto dalla R:.L:. Hiram all'Or:. di Torino il 12° e il 13° giorno del 3° mese dell'anno 5962 V:.L:. 12 e 13 Maggio 1962 E:.V:.

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© Francesco Siniscalchi

 

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INIZIAZIONE E CONTRO-INIZIAZIONE

É privilegio grandissimo ma certo non poco impegnativo rivolgerVi la parola in una circostanza come questa; che vede, gli "Uomini di Desiderio", giunti dalle varie Valli, riuniti a dedicarsi alla ricerca di quella Verità, immanente e trascendente ad un tempo, che costituisce, o dovrebbe costituire, l'effettiva se non l'unica ragion d'essere di una Istituzione come la nostra.

Poiché, il parlar di "metodo" o di "metodi" per l'applicazione in Loggia dell'esoterismo massonico, quand'anche improprio possa essere questo linguaggio, è tuttavia conforme alla caratteristica tradizionale di tutte le scuole, che, nel volgere dei secoli, hanno inteso fare della ricerca della Verità qualcosa di ATTUALE e cioè di OPERATIVO, nel senso che ogni conquista, su qualunque piano operata dall'Uomo, ogni traguardo raggiunto, ogni concetto definito, deve, per mutarsi in effettiva realtà trasfondersi in una forma di Vita, in uno stato di coscienza ed in una regola di azione, ad informare, permeare, creare persino in alcuni casi limite, il cammino percorso e da percorrere da ciascuno di noi. Per il che le IDEE, dal loro piano divino, discendano ad incarnarsi in noi.

Forse, l'unico "criterio" di Verità che a noi è dato, non solo intuire ma anche illustrare ad altri, è proprio questo. Che ci differenzia e ci solleva ad un tempo al di sopra di coloro che si rinchiudono in un dogma per ricercare, (dobbiamo loro riconoscerlo), anche essi la Verità; ma, per ciò stesso, rifiutandosi alla Verità quale essa è e può essere per noi, e cioè essenzialmente Vita ed esperienza, profondamente e coscientemente sentita, di Vita: a quella Verità che, in tanto può dirsi tale sul piano umano, in quanto si realizza e si incarna quale elemento effettuale operante nella evoluzione, anzi, fin anche del solo e semplice "esistere" di quanto costituisce il fondamento, diretto o indiretto che sia, della nostra partecipazione attiva a questo "fenomeno" che noi chiamiamo "Realtà".

Ogni speculazione filosofica, così, non si esaurisce in pura accademia solo se si pone come elemento costitutivo essenziale di una forma di Vita.

Ma, pur nell'ambito di queste finalità e di questa unica Tradizione , è bene che si sappia e che, se si sa, si ricordi, che nella Istituzione massonica universale, si sono andate concretando, specie negli ultimi 150 anni, due correnti, due forme differenti di lavoro, due, persino, diversi modi di porsi di fronte al compito della ricerca della Verità. Correnti, modi e forme che restano per ora forse anche divergenti, pur se fossero depurate, e l'una e l'altra, delle varie sovrastrutture che fenomeni storici contingenti hanno determinato, finendo per fare obliare a qualcuno l'esistenza di una diversità sostanziale a petto della sola cristallizzazione di forme differenti di carattere rituale. Ed é bene che noi si ricerchi, proprio nell'ambito di questo Convegno di studi sull'esoterismo, le vere cause di queste differenze, che sono e possono essere le sole ad operare al di sopra ed oltre il momento storico contemporaneo che si attraversa.

 

Devo dire che queste due forme diverse nelle quali sembra dividersi oggi il mondo massonico, rispondono molto probabilmente proprio ai due possibili stati che possono originarsi da ogni insegnamento operativo di un esoterismo iniziatico: vale a dire nella Iniziazione e nel suo contrario, la contro-Iniziazione; fenomeni che sono entrambi, elementi, non lo si scordi mai, di una unica realtà dinamica, o meglio di un unico divenire. Ed é proprio per questo che in entrambe le vie, in entrambe le correnti, v'é del vero e del buono, così come vi sono presenti e minacciosi, in minore o maggior misura, i pericoli di una possibile degenerazione negativa. Ed é per questo che abbiamo il dovere di esaminarli, per renderci più forti e più preparati di fronte ad essi.

 

Le due vie, le due correnti alle quali ho fatto cenno sono: l'una quella della massoneria di tipo latino e l'altra quella della massoneria di tipo britannico; ed ho detto volutamente "britannico" e non "anglosassone", proprio per escludere da questa corrente la massoneria americana la quale, pur se inquinata da una superficialità, e sostanziale e formale, tipica di un circolo profano o semi-profano, sembra tuttavia porsi in mezzo alle due correnti stesse, avendo risentito, nella sua formazione, e dell'una e dell'altra.

Dire quale delle due correnti sia la genuina ò la più genuina é forse perdere inutilmente dei tempo; così come sarebbe perdere del tempo discutere sul fatto se sia vero che la Massoneria moderna debba farsi oppure no discendere dalla Gran Loggia Madre di Inghilterra costituitasi nel 1717, ovvero dalle tradizioni iniziatiche, certamente precedenti, che da molti secoli innanzi avevano già cittadinanza in Europa e nella Europa centro-meridionale in particolare.

Alcuni Autori, per risolvere dilemmi di questo genere, fanno ricorso al concetto di "Tradizione valida", concetto che per altro varrà la pena di esaminare con priorità al fine di chiarirne l'effettiva portata e di evitarne così l'uso e l'applicazione in forma unilaterale e settaria.

 

A cosa si deve ricollegare il concetto di "Tradizione valida"?

Non certo alla semplice e banale successione storica di poteri, quand'anche sia di qualche peso nel senso che ogni "consacrazione" comporta un "crisma" che si trasmette anche se il portatore di esso dovesse non esserne degno.

Né, a me sembra, alla sola rispondenza formale a determinati requisiti.

Disposizione della Loggia, per esempio, e gli stessi Rituali sono sempre validi PURCHÉ permeati di carattere iniziatico. Intendo che nelle cose massoniche, tutto debba avere un significato, una ragione d'ordine spirituale e cioè iniziatica. La pretesa di "modernizzare" i Rituali (quando non si limiti alle sole forme del linguaggio, o non risponda all'insorgere di una "nuova" tradizione), equivale alla pretesa di distruggere gli archetipi fondamentali del mondo spirituale umano. Equivale a lasciare la forma, la scorza di una cerimonia iniziatica, e di distruggere la sostanza, che ha decisamente la funzione di una catarsi magica, e cioè di una elevazione spirituale operata per mezzo di un Rito, gli aspetti del quale, e esteriori e simbolici, rispondono alle successive fasi della elevazione spirituale stessa.

 

Un Rituale é il risultato di una ricerca, di uno studio e di una conquista nel campo dello Spirito, operata da una Scuola Iniziatica; e NON la compilazione di un regolamento o di un codice profano, e nemmeno una semplice "regola" poniamo di un sodalizio di "monaci". Un Rituale è la manifestazione in Simboli, e cioè nel Verbo dello Spirito, di una esperienza spirituale di un gruppo iniziatico: é, se mi si permette l'apparente contraddizione, la cristallizzazione dinamica di una IDEA. Entro questi limiti,, ma solo entro questi limiti, poco importa l'adozione di questo o quel rituale; la scelta é in relazione alla scelta del "filone' d'oro", della tradizione iniziatica alla quale ci si vuole magicamente riallacciare, in relazione alle tradizioni esterne ed a quelle locali, che siano quasi ancora "nell'aria".

 

L'Inghilterra è un paese di vera democrazia e di vera Libertà; dove la Libertà é divenuta così profondamente modo di vita", e costume, da mutarsi quasi in abitudine e senso elevatissimo di autodisciplina e di auto-limitazione del proprio campo di azione per rispetto dell'altrui. Il senso degli altrui diritti e dei propri doveri é nel popolo inglese, almeno nell'ambito del proprio paese, assai più sviluppato che presso alcuni popoli latini.

 

Vi sono due modi, almeno, per giungere a godere di quella Libertà che é Verità nello stesso tempo: l'uno é di conquistarla d'impeto, quasi di violenza; l'altro é di viverla con umiltà, giornalmente, nelle piccole cose come nelle grandi. Il primo offre pericoli alle anime non ben temprate; il secondo richiede una auto educazione assai elevata, nonché, per i più, anche l'ausilio dell'ambiente e, vorrei dire, quasi anche dell'aria che si respira. É del secondo modo di giungere alla Libertà che godono gli Inglesi, fruendo di quella Libertà che, fattasi autodisciplina, diviene Necessità.

In pieno accordo con il clima nel quale si e andata formando la massoneria britannica é presso quei popoli, l'assenza in Loggia di quella figura, così importante nella massoneria di tradizione latina, che è l'Oratore di Loggia. Ne consegue che in una Loggia inglese, nel Tempio, non si discute; MAI. Non solo non si discute di politica o di religione: ma non si discute nemmeno di cose iniziatiche; intendo dire che, invece di discutere, si AGISCE (o si dovrebbe agire ...) iniziaticamente; vi sono, è vero, dei discorsi di carattere iniziatico; ma questi discorsi, essendo parte FISSA dei Rituali, sono più un apporto storico che non il frutto di una ricerca personale del momento. Nel Tempio, così è un RITO e solo un Rito che si svolge; esso é cioè (o dovrebbe essere) un risultato più che un mezzo di perfezionamento (come é da noi); pur essendo, per il suo carattere simbolico, anche un mezzo di insegnamento.

Mentre da noi il Tempio è anche come una palestra spirituale, in Gran Bretagna, eccezion fatta per alcune Logge di carattere speciale, il Tempio è solo TEMPIO, e cioè luogo di funzioni che potrebbero definirsi "magiche", espressione simbolica e rituale dell' edificio umano.

 

Questi aspetti della Massoneria britannica che potrebbero anche dirsi positivi, in quanto di salvaguardia del carattere non profano del lavoro muratorio svolto nel Tempio, presentano tuttavia dei pericoli di notevole gravità. Quegli stessi pericoli ai quali si espongono (vuoi consciamente, vuoi per assoluta povertà di capacità di penetrazione) anche molti così detti "ritualisti" di marca nostrana, i quali della osservanza minuziosa delle forme esteriori del Rito fanno non solo il loro vanto principale, ma soprattutto il baluardo per evitare di affrontare l'esame di problemi anche contingenti, la risoluzione dei quali secondo i dettami dell'insegnamento massonico non potrebbe che risolversi secondo direttrici che ostano ai loro egoistici interessi personali o di settore o alle loro convinzioni politiche che da questi derivano.

E tali pericoli risiedono appunto nella cristallizzazioni non tanto delle forme e delle formule, quanto purtroppo anche del modo di operare attraverso queste forme e queste formule; e, peggio, persino del modo di pensare che per queste forme si viene a determinare. Quando invece, per una Iniziazione, che non si risolva paurosamente nel suo contrario, ogni fase del suo sviluppo deve svolgersi in Libertà e con piena attiva coscienza del proprio operato.

Di qui é sorta la controversa questione di cosa debba intendersi per Grande Architetto dell'Universo; nella risposta a questo quesito ponendo la Massoneria britannica il mezzo di riconoscimento di regolarità delle altre Obbedienze. Gli Inglesi oppongono alla definizione che viene data dalle Massonerie latine, secondo la quale il G. '. A.'. D.'. U.'. é un Simbolo, il fatto che, secondo loro, il G. '. A.'. D.'. U. ". è invece una Realtà; con ciò mostrando di non rendersi conto che, come quella che loro chiamano "Realtà" é anche essa un Simbolo, così anche un "Simbolo", nella sua dinamica creatrice, É una Realtà. Gli Inglesi, da materialisti di fatto quali essi sono, non hanno in fondo coscienza della realtà del SIMBOLO, anche se al simbolismo si richiamino, ed in forma rigida, e del simbolismo facciano uso ed il simbolismo attuino, nel Tempio, come una effettiva realtà. Timorosi (forse inconsciamente) di precipitare, data la loro natura, nella completa assenza di ogni effettivo carattere iniziatico, si aggrappano disperatamente alle forme, difendendole con caparbietà degna di miglior causa, senza accorgersi di distruggere, proprio per questo, la loro unica funzione. E non rendendosi così conto che quando noi diciamo che il G.'. A. ' . D. '. U. '. é un Simbolo, intendiamo con questo dire (o dovremmo intendere dire) che esso é la Legge di tutto ciò che è; che è l'Amore che informa il Tutto, La Libertà che questo Tutto pervade che è l'Anima e la Corona di questo Tutto; che é la Verità che noi ricerchiamo; che è, in una parola, ciò che é.

 

Così , la Massoneria britannica offre un mezzo di penetrazione alle correnti della contro-Iniziazione, che hanno sempre operato ed operano, come accennerò in seguito, nel senso di distruggere, in qualunque forma e con qualunque mezzo, e con mezzi anche opposti fra loro in momenti storici o luoghi differenti, di distruggere, dicevo, ogni possibilità che l'Iniziazione reale offre di elevare l'uomo in forma attiva e cosciente.

Ma, come ho già detto, non è che nella Massoneria di tradizione latina non si annidino analoghi pericoli. Che si manifestano, potenzialmente quasi in ugual misura, sia in coloro che vorrebbero vedere allontanato ogni riferimento alle tradizioni spirituali della nostra Istituzione, sia in coloro i quali, trincerandosi dietro richiami puramente formali alla Tradizione iniziatica, attuano o intendono attuare essenzialmente, attraverso la Massoneria, i loro esclusivi fini personali; ammantandosi di purezza massonica con il lanciare anatemi verso quei Massoni che, nel mondo profano, appartengano a correnti politiche sostenitrici, nel campo economico e sociale, di quelle riforme strutturali della società che potrebbero colpire, ed in effetti colpirebbero, i loro egoistici interessi personali

Di qui la necessità di porsi il quesito del perché vi debba essere una Iniziazione e cosa in fondo questa sia. Perché ricercare l'Iniziazione, quale il suo scopo, in cosa si rende valida ed opportuna, se non addirittura necessaria, per la vita dell'Uomo?

 

L'Iniziazione, quella vera e non quella solamente virtuale, conduce a nuovi stati di coscienza, a stati di coscienza superiore che allargano la visione dell'Uomo, estendendo il suo Essere a comprendere anche quanto per le sue possibilità fisiche gli sarebbe estraneo, ciò ottenendo con il risveglio di quanto in noi non é legato ai limiti spazio-temporali.

L'Iniziazione é un Risveglio, vero e proprio. L'uomo comune vive nella vita fisica ed in quella psichica (in quest'ultima per altro spesso senza nemmeno controllarla) e dimentica o non sa che possiede anche facoltà superiori.

Ciò determina gli scompensi quotidiani del nostro essere, le turbe psichiche, la violenza del fisico su di noi, la incapacità talora di trovare una ragione effettiva alla vita, la abdicazione, quasi sempre, alla propria dignità nel rifugiarsi in credi superstiziosi o dogmatici o nelle braccia di Chiese o dottrine alle quali si commette vigliaccamente il compito di pensare per noi e di decidere per noi su quanto é in noi, pur non essendo "noi"

 

Lo scopo finale della Iniziazione è il conseguimento della conoscenza e della "calma" ed equilibrio spirituali, cioè di quella luce che, ad un tempo, illumini noi e, da noi, fuori di noi, laceri le tenebre.

 

É "necessario" conseguire quella che chiamiamo "Iniziazione" ?

L'essenza di ciò che non é si distrugge; "l'essere" non può "non essere" allo stesso tempo e nemmeno divenirlo in un tempo successivo. Una manifestazione umana non può che rappresentare che una soltanto delle possibilità dell'Essere.

Quanto si incarna nell'Essere umano é ciò soltanto che viene ad essere posto di fronte ad una libera scelta. Non é per la entità esclusivamente fisica e "materiale" che si pone il dilemma di Libertà-Necessità: per essa, quanto la riguarda é tutto necessario, é tutto Legge precostituita. Non é nemmeno per la entità esclusivamente spirituale che si potrebbe porre il predetto dilemma; per essa, quanto la riguarda é tutto esclusivamente "libero" e pertanto nuovamente "necessario" (seppure di una "necessità" di ordine superiore), perché la Libertà é la sua intrinseca Legge, precostituita per essa.

É solo per chi, come l'Uomo, é formato di fisico e di spirituale che si pone la scelta; e questa é possibile sul piano intermedio tra il fisico e lo spirituale, e cioè sul piano dell'Anima.

 

L'uomo deve ricercare la "sua" Legge, ciò che lo giustifichi come UOMO e non come essere bruto; ma la sua scelta é libera, affinché, nel cammino del suo progresso spirituale attraverso le varie esperienze vitali, egli sia stato il solo a costruire se stesso.

Quando si dice che Dio crea l'Uomo, questo, in fondo, si dice.

Solo quando l'uomo volgare avrà creato in sé l'Uomo superiore, l'Adamo spirituale, egli si sarà reso simile a Chi fu capace di creare l'Uomo.

Non é questo un gioco di parole; se l'avrete compreso, voi stessi darete una risposta al quesito se sia la Iniziazione necessaria o meno.

Chi ha la necessaria qualificazione per la Iniziazione é, in fondo, chi, in precedenza, ha già operato su se stesso.

 

V'é una chiave per conoscere noi stessi e chi ci circonda:

V'é chi mostra di essere refrattario ad ogni idealità ed indifferente ad ogni entusiasmo; egli é molto, molto indietro nella via del proprio perfezionamento. Quasi sempre v'è poco o nulla da fare.

V'è che si presenta fanatico di una idea cattiva od errata. É un essere posto di fronte ad una grande, tremenda prova; se potrete, dovrete cercare prima di spegnerne il fanatismo e poi correggerne l'errore.

V'é chi è fanatico di una Idea buona. A lui é stato già dato di allontanare l'errore in sé e per sé; ma dovrà imparare ad annullare il suo fanatismo, perché questo fanatismo deturpa l'Idea.

Ma talora si ha anche la fortuna di incontrare persone che servono una grande Idea, in verità ed equilibrio, senza ombra di fanatismo, con rigore ed intransigenza morale, e soprattutto verso se stessi, ma senza astio verso ciò che é fuori di loro, e con la necessaria comprensione di chi non sia ancora giunto al loro livello. Ed é proprio a costoro che si oppongono i messaggeri della contro-Iniziazione.

 

Non crediate che la contro-Iniziazione sia cosa da tacere. É, specie in certi periodi storici, un fenomeno temibile e preoccupante.

Talora chi diviene anello di una "catena" di contro-Iniziazione, non se ne avvede nemmeno, se non si mantiene vigile su se stesso e sugli altri.

Tempo fa è stata per me una vera sorpresa leggere lo scritto di un autore nel quale si configuravano con rigorosa esattezza le manifestazioni del processo di contro-Iniziazione, contro dei quali si metteva sull'avviso il lettore; e la sorpresa consisteva nel fatto che, nella sua vita pratica e profana, proprio quello stesso autore aveva suscitato ed incoraggiato manifesti fenomeni di contro-Iniziazione.

 

La contro-Iniziazione si manifesta in due modi, dei quali il secondo è decisamente il più pericoloso.

 

Per involuzione e decadenza, é il primo: in quei periodi storici, o in quei gruppi e società, in cui dottrine come il materialismo, il "positivismo", o il fanatico "scientismo", tendono a voler distrarre l'uomo dalla ricerca di quanto, in se, è superiore e divino, con il presentare violentemente un presunto ed esclusivo dominio delle soli leggi fisiche e delle necessità che le governano. Questa prima manifestazione é una manifestazione "passiva" della contro-Iniziazione.

 

Per "reazione", il secondo: ed é questo, dietro una indistinta esigenza dell' "ignoto", si affacciano manifestazioni così detti di "magia nera" (processo verso stadi inferiori), e cioè di satanismo e di "desiderio di potenza", cioè la sfacciata esaltazione del così detto "superuomo", al quale alla fine ogni cosa, anche se immorale, sarebbe concessa. Questa seconda, é una manifestazione "attiva" della contro-Iniziazione, che segue spesso la prima, quando gli animi, trascinati dalla fascinazione della materia, siano fiaccati seppure non spenti, e quindi atti a ricevere idee "nere" senza difendersi e reagire.

Ed é proprio da questo secondo tipo di contro-Iniziazione che noi, Massoni italiani, dobbiamo massimamente guardarci, specie avendo accolto fra noi, talvolta con una eccessiva facilità, gruppi di "tradizione" assai dubbia o di formazione poco chiara. Perché se è vero che i "rapporti del Massone con la Loggia devono essere gli stessi che si possono stabilire per paragone fra un accumulatore e la sua stazione di carica", per il che in Loggia il Massone si deve "caricare" e nell'attività quotidiana trasformare l' "energia" accumulata", occorre evitare che questa carica si manifesti come una carica "negativa", gli effetti della quale nel mondo profano si manifesterebbero inevitabilmente come un cieco sostegno delle forme più reazionarie del vivere sociale.

E se é vero, come é vero, che "il Simbolismo è mezzo di espressione universale che conduce a quelle Idee che il linguaggio umano esprimerebbe con immensa difficoltà", per il che "esso non tende a convincere, ma a fornire delle Idee non è men vero che, nel necessario travaso di quest'opera nel mondo profano, esso deve risolversi nella possibilità, di "comprendere, pure nella permanenza attuale, il destino di chiunque, di scorgere in qualunque volto  una pagina della propria autobiografia"; il che é il vero AMORE, la vera Charitas, che deve contraddistinguere un Iniziato.

 

E ciò vale e deve valere per ogni aspetto della vita umana e per ogni manifestazione di questa. Per il che il Massone non deve sentirsi estraneo ad alcun fenomeno, spirituale o non che esso sia, che possa in qualche modo influenzare il destino di un popolo e l'evolversi di questo. Anzi, il Massone deve sempre cercare di operare nel senso che in ogni circostanza tendano a prevalere quegli aspetti che favoriscano un sempre maggiore sviluppo della Umanità, in Libertà e coscienza, verso livelli superiori di vita e di coscienza.

 

Così, consentitemi di accennare, brevemente perché già ho abusato della Vostra paziente attenzione, ad un avvenimento, di portata veramente mondiale, che si avrà tra non molto in Italia. Intendo parlare del Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica (1), avvenimento che (dovrà vederci non solo vigili osservatori, ma, se possibile, anche, se pur dal di fuori, attori coscienti. Questo Concilio, che si pone sotto il segno della ricerca di unità tra le Chiese Cristiane, potrebbe essere, per quanto io ne dubiti, un mezzo di affermazione non indifferente dei nostri principi; e questa affermazione potrebbe derivare anche dal suo molto probabile fallimento per quanto si riferisce proprio alla unità delle Chiese Cristiane; perché, Carissimi Fratelli, questa unità, a mio vedere, non é possibile altro che in una esaltazione del comune carattere esoterico (contrapposto a quello dogmatico) che inevitabilmente sta dietro qualunque grande manifestazione religiosa. Tanto più che a fronte del dogmatismo cattolico si pone, da un lato la Chiesa Ortodossa, derivata dall'antico Gnosticismo, e dall'altro le varie Confessioni Protestanti che, del ritorno alle pure tradizioni cristiane e del libero esame delle Scritture, hanno fatto la loro effettiva ragion d'essere iniziale.

 

Di ciò, noi che siamo, o dovremmo essere, i custodi della pura tradizione esoterica, dobbiamo essere coscienti. Respingendo, come la peggiore delle jatture, ogni sollecitazione ad un ammorbidimento delle scomuniche che verso di noi ha lanciato nei secoli la Chiesa Cattolica, quando questo ammorbidimento non fosse, come dovrebbe essere, preceduto da una effettiva chiarificazione su ciò che costituisce la sostanza di quanto ci divide, INESORABILMENTE, da tutti coloro che, nella cristallizzazione (cosciente o non cosciente che sia) delle formule e nella dogmatica e passiva osservanza di queste, abbiano fatto un mezzo per impedire od ostacolare il cosciente cammino e sviluppo della Umanità.

 

 

1. Il Fratello scriveva nel 1962