Lo scritto, tradotto dal Carissimo Fratello Federico P. costituisce un opera della maestria di Wiliam Wynn Westcott. Nella traduzione è stata mantenuta l'ortografia ebraica originale. 

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© Pignatelli Federico

 

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Tutti gli studenti hanno letto qualcosa sulla Qabalah dei Rabbini ebrei del tempo antico, e sanno che si trattava di una forma di teosofia, di un tentativo di formulare una filosofia basata sul Vecchio Testamento, ed era intesa a rivelare e spiegare il significato nascosto dei nomi delle persone e dei luoghi come di ogni particolare accadimento, che si ritrovano nel "Libro Antico" così come viene denominato dagli odierni Ebrei acculturati.

I Cabalisti confidavano largamente nei numeri come mezzo di interpretazione delle affermazioni mistiche. Essi erano in grado di utilizzare questo sistema poiché le antiche lettere caldee ed ebraiche venivano anche impiegate per rappresentare i numeri: così la loro Aleph significava uno Beth due, Ghimel tre, Daleth quattro, Hé cinque, vav sei, Zain sette, Heth otto, Teth nove e Yud dieci, e così via; da Keph a Quoph si ritrovano i numeri da venti a cento; Resh è 200 Shin 300, Tav 400. Quindi seguivano altre cinque lettere finali in altra forma: finale Kaph, Mêm Nun, Phe e Tzaddi, significanti 5, 6, 7, 8, e 9 mila.

Seguendo questo metodo, ogni parola ebraica dava origine a un numero, e ogni numero rappresentava una o più parole: così Jehovah, sillabato YHVH Yud, Hé, vav, Hé diventava 10, 5, 6, 5, che secondo il simbolismo cabalistico dà 26.

Il Nuovo Testamento è giunto fino a noi attraverso la lingua greca, e le lettere greche venivano anch'esse impiegate in qualità di numeri. Da qui divenne possibile per i mistici del Cristianesimo seguire l'esempio ebraico, e alcuni degli antichi teologi cristiani ricorrevano ai numeri per rappresentare parole, frasi e idee.

Alcuni anni fa, Bligh Band pubblicò un saggio sulla Qabalah greca, in questo testo egli forniva numerosi esempi di parole sacre rappresentate sottoforma di numeri, richiamando in special modo l’attenzione sul numero cosmico 37.

Ma sarà meglio, per prima cosa, elencare le lettere ebraiche con i numeri a esse corrispondenti.

 

Sull'Alfabeto Ebraico, l'Ospite Interessato può consultare l'ampia sezione dedicata:

Alfabeto Ebraico

 

Le Lettere

Nome

Dizione

Valore Numerico

Accezione

Analogie    Astrologiche

Quadrata

Corsivo

Rashi

a

Aleph

1

Armento

Aria

b

Bheth, Beth

2

Casa

R

g

Ghimel

3

Cammello

U

d

Daleth

4

Porta

Q

h

5

Finestra

A

w

Waw

6

Gancio

B

z

Zain

7

Spada

C

j

Cheith

8

Recinto

D

f

Teth

9

Serpente

E

y

yud

10

Indice teso

F

k

]



Khaph, Kaph

20

500

Cucchiaio, palmo della mano

T

l

Lamed

30

Pungolo, frusta

G

m

\



Mêm

40

600

Acqua

Acqua

n

}



Nun

50

700

Pesce

H

s

Samekh

60

Sostegno, appoggio

I

u

Aïn

70

Occhio

J

p

[



Phe, Pe

 80

800

Bocca

S

x

{



Tzade

90

100%

Amo da pesca

K

q

Quph

100

Nuca

L

r

Resh

200

Testa

V

c

Shin, Sin

300

Dente

Fuoco

t

Thav, Tav

400

Sigillo, impressione

W

 

Il particolare soggetto di questo saggio è il numero 666, che è menzionato nella "Rivelazione di San Giovanni il Divino", nel 18esimo verso del 13esimo capitolo.

Non intendiamo, in questa sede, entrare nel merito della disputa riguardante il fatto se questo testo sia stato scritto da San Giovanili, figlio di Zebedeo, l'Apostolo prediletto, o da Giovanni il Presbitero, o da un altro autore sconosciuto, ma il linguaggio e la fraseologia differiscono da quelle del greco del Vangelo di San Giovanni, e così la sfrenata simbologia di alcuni capitoli, che si rifà piuttosto a ideali babilonesi o persiani. La citazione riguardante il mio soggetto dice quanto segue: "Qui sta la sapienza - Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia; infatti è un numero d'uomo, e questo numero è seicentosessantasei". Il quale può venire rappresentato con tre 6 o come 600, 60, 6. Questa descrizione si riferisce alla seconda delle due bestie menzionate. É una bestia malvagia, un ingannatore: possiede due corna come un agnello e parla come un drago. Si potrebbe notare che gli agnelli non hanno corna finché non siano cresciuti e diventati pecore, e che nessuno ha mai sentito di un drago parlante; chiaramente si tratta di termini simbolici. Questa bestia farà si che gli uomini adorino la prima bestia che aveva ricevuto una ferita. La seconda bestia opera miracoli e fa scendere il fuoco dal cielo, ordina agli uomini di fabbricare un'immagine della prima bestia e darle vita affinché essa possa parlare; ma il capitolo non specifica se gli uomini costruiscano davvero tale immagine. Ci viene anche detto che la bestia imporrà a tutti gli uomini un marchio sulla fronte e sulla mano destra, ma sembra che non tutti riceveranno questo marchio, poiché esiste la clausola secondo la quale una persona priva del marchio non potrà né comprare né vendere.

Ciò deve intendersi come totalmente simbolico, poiché la storia non ci riferisce di alcun uomo marchiato in tal modo né di alcuna classe di persone che non potesse vendere o fare acquisti.

Si presume che San Giovanni intendesse rappresentare qualche persona o evento che si sarebbe manifestato in futuro, ma sebbene teologi e altri studiosi abbiano proposto innumerevoli interpretazioni circa il nome della bestia, nessuno è stato in grado di associare a esso gli eventi derivanti dall'avvento della bestia o Uomo 666, o della prima bestia descritta nei versi dall'1 al 10, né del drago del verso 4 dello stesso capitolo. I primi Cristiani vedevano nelle due bestie gli imperatori romani, a causa della venerazione tributata ai Cesari, della distruzione di Gerusalemme a opera dei Romani e la persecuzione operata da Nerone e altri nei loro confronti; mentre la Chiesa Protestante associava il numero 666 al Papato.

Il Libro della Rivelazione, chiamato anche "Apocalisse", ha un carattere composito poiché le prime parti si riferiscono a vere Chiese realmente esistenti all'epoca e presentano un commento sulle caratteristiche di ciascuna e sulla loro evoluzione, mentre il restante e visionario e profetico, infarcito di nebulose immagini descriventi sette sigilli, trombe, giuramenti e bestie, la distruzione di una simbolica Babilonia (cioè Roma) e la nascita della visionaria Nuova Gerusalemme. L'esimio filosofo tedesco Rudolf Steiner, che si dichiara sia Rosacruciano che teosofista, ha pubblicato, a beneficio dei propri discepoli, un trattato particolarmente dotto sull'Apocalisse. Egli scriveva il nostro numero in questo modo 400200660, TRUS, che è Surt letto in ebraico; egli associa anche le sette chiese a sette periodi cosmici e razze umane.

L'impiego di emblemi e simboli può apparire a volte piuttosto allettante, e i simboli possono risultare assai belli e poetici, ma la ragione consiglia di raffigurarli in maniera che il loro significato sia comprensibile a coloro che intendono studiarli seriamente.

Io non propongo di cimentarsi nel tentativo di svelare il segreto delle due bestie, intendo soltanto richiamare l'attenzione sulle svariate e spesso abusate interpretazioni circa l'identità dell'uomo che reca il numero della bestia.

É quasi certo che il "Libro della Rivelazione" fu scritto in greco, e da una persona che aveva dimestichezza con la filosofia greca e con la Gnosi; e questo vale anche per le parti dottrinali del Vangelo di San Giovanni. Anch'esso fu concepito a uso dei Cristiani che vissero nel primo e secondo secolo della nostra era, alcuni dei quali erano Ebrei, altri Gentili, altri pagani convertiti, e altri ancora avevano radici religiose nell'antico Egitto faraonico. In epoca successiva, il testo geco venne conosciuto attraverso la traduzione latina.

É improbabile che la "Rivelazione" sia stata inizialmente scritta in ebraico, non esistono tracce né notizie riguardanti una tale versione, né un originale latino, quindi si presume che l'enigma del nome risulti di più facile comprensione per persone di cultura greca e che abbiano dimestichezza con la numerologia greca piuttosto che con i modelli matematici ebraici, latini, arabi o egizi. Tuttavia vi sono critici che individuano scelte e modelli ebraici nella grammatica di alcune parti di questo libro, e i simboli del drago e della bestia rammentano il Libro Caldeo di Daniele.

II numero 666 può essere trasformato in lettere, al fine di comporre una parola, secondo differenti modi. Per mezzo di lettere rappresentanti 600, 60 e 6, o tre lettere significanti ciascuna un 6, o in una sterminata quantità di altre maniere, come 500, 100, 60 e 6, o in latino DCLXVI, o con le lettere ebraiche 400, 200, 60 e 6.

In questa sede, io posso solamente presentare alcuni degli esempi suggeriti e adottati dagli studiosi che si sono occupati del problema.

Le parole significanti 666 nella originale versione greca della "Rivelazione", sono scritte per esteso: - Exakosiai exekonta ex, e il monogramma greco Ch R S non è impiegato nel testo ufficiale, così come alcune simbologie della Bibbia inglese. Ai tempi di Ireneo esistevano alcune copie manoscritte della "Rivelazione" che fornivano in alternativa il numero 616, ma attualmente lo si ritiene un errore dovuto ai copisti. Esistono ancora alcune delle primissime copie del Libro della Rivelazione; sei in greco unciale, e altre in siriaco, armeno, egizio (due forme), etiope e arabo.

Per prima cosa considereremo i teologi: essi hanno suggerito, come autentico significato di 666 quale nome d'uomo: -

1. Lateinos: questo fu ammesso da Ireneo in lettere greche 30, 1, 300, 5, 10, 50, 70 e 200, indicanti l'Impero Romano, che all'inizio perseguitò mediante la tortura e la morte i Cristiani e la nascente Chiesa.

2. Nero Cæsar è perlopiù generalmente ammesso in lettere ebraiche NRYN QSR, 50, 200, 6, 50 e 100, 60, 200, ma in lettere latine NRV QSR dà la già menzionata variante 616.

3. Traiano Adriano, secondo Volter.

4. Caligola, un Cesare, ma il suo nome dà ancora 616 (zahm, spitta).

5. Teitan, TEITAN, la malvagia razza di giganti secondo la mitologia greca.

6. Apostates, il termine greco che designa colui che abbandona la sua fede.

7. Romanus, 200, 70, 40, 50, 6, 30, cioè il popolo romano, impiegando la Aïn al posto della latina O.

8. Tiamat, il Caos primevo dei Caldei (Gunkel).

9. Saturno, l'antico dio pagano dei romani e il grande pianeta, scritto in ebraico STVR, 60, 400, 6, 200.

10. Anti theos esti, cioè l'Anticristo, colui che è contro Dio.

11. He ge Chaldaia, Caldea intesa come Babilonia.

12. Emporia, ricchezze: Atti XIX. V. 25, le malacquisite ricchezze di Demetrio, il costruttore di tabernacoli.

13. Rudolf Steiner suggerisce Surath, SVRT; Samech, vav, Resh, Tav, 60, 6, 200 e 400, un nome cabalistico per l'Angelo o Demone del Sole. Bligh Bond sostiene che il corretto significato della parola è: "Il torrido calore del sole".

14. Ci sono stati alcuni che hanno visto nel 666 la figura dell'Imperatore Napoleone.

Godfrey Higgins, l'autore de "L'Anacalipsi" (1836), indica 666 come Rasit, RSVT, 200, 60, 6, 400, con il significato di saggezza.

Il Libro del Genesi inizia con le parole "Be resit tradotto come "In principio", ma questo studioso crede che dovrebbe essere letto "In saggezza Dio creò il cielo e la terra".

Il Venerabile Bede (morto nel 735) propone come esempio del senso negativo di questo numero parole come vergogna e negazione.

Si noterà che i numeri dall'1 al 36 collocati in un quadrato magico formato da quadrati più piccoli, danno per addizione, quando disposti in un certo modo, 111 in ciascuna linea e 666 in totale.

É stato suggerito che 666, essendo composto da tre cifre uguali, sia stato scelto a significare Anticristo in opposizione a 888, il numero di Gesù, IHSOUS in lettere greche, e in quanto privo della santità dei tre sette, 777, essendo sette il numero sabbatico (Briggs).

Lo stesso numero 666 si ritrova due volte anche nel Vecchio Testamento. Nel 14esimo verso del 10mo Capitolo del Primo Libro dei Re è dato come il peso in talenti dell'oro portato al re Salomone in un anno.

In Esdra XI verso 13, leggiamo che Adonicam aveva 666 figli, o presumibilmente discendenti, che giunsero a Gerusalemme da Babilonia, ma Neemia dice che ammontavano a 667.

Potrei menzionare che il numero 666 è la somma di tutti i numeri dall'uno al 36, ed è curioso notare che 666 è il totale di tutte le lettere che i romani usavano come numerali: D, C, L, X, V e I. Il numero 666 è anche la lunghezza del diametro di un cerchio la cui circonferenza è 2093, che è la diagonale di un quadrato i cui lati siano 1480, il numero di Christos, CHRISTOS, che significa "L'Unto".

Altre serie di numeri biblici legati a 666 sono: I nomi dei figli che Giacobbe ebbe da Zelfa insieme ai nomi di Lia e Zelfa, la sua serva; e così quelli dei figli che Giacobbe ebbe da Bala, la serva di Rachele, insieme al nome di Baia, formano il numero nella seguente maniera:

 

LIA

36

LHA

 

BALA

42

BLHA

ZELFA

122

ZLPH

 

DAN

54

DN

GAD

7

GD

 

NEPHTALI

570

NPTL

ASER

501

ASHR

 

666

 

666

     

 

Le lettere e i numeri di Cam HM finale 605, il figlio meno degno di Noè, addizionate a quelle di Noè 61, NUCH, danno 666, mentre Noè addizionato a Sem, SHM e Jafet IPT, dà come somma 888, che è il numero di Gesù, in lettere greche IHSOUS, 10, 8, 200, 70, 400, 200.

Gli Edomiti, che erano alieni a Geova e nemici di Israele, sillabavano il loro nome HADUMIM, 5, 1, 4, 6, 40, 10, 600, che dà 666. Nel Genesi XXXIV verso 2, leggiamo di Sichem, figlio di Hemor, simbolo dell'uomo malvagio; egli disonorò Dina, figlia di Giacobbe e Lia; il suo nome dà 666.

Dom Augustine Calmet (morto nel 1757), che pubblicò il libro conosciuto adesso in traduzione come il "Dizionario della Bibbia". scrisse che "Il numero 666 può essere ritrovato in nomi e parole tra le più sacre e del più diverso e antitetico genere, fino all'Anticristo, così che al proposito è saggezza tacere piuttosto che fantasticare significati che possono venire applicati erroneamente".

A proposito di questa curiosità storica ho ritenuto opportuno stendere questo saggio per la vostra considerazione. Esso dovrebbe essere divulgato e studiato in forma scritta, sia a mano che a stampa, essendo inadatto all'impiego orale in conferenze o lezioni universitarie.