"Gran fe devia"

Cantigas de Santa Maria secolo XIII

L’astrologia è solo una credenza o una forma del sapere? In che modo gli astrologi hanno influito sul potere politico nel passato? Che significato può avere oggi l’astrologia nell’era tecnologica?

Il documento che presentiamo ai nostri ospiti è una intervista a Giorgio Galli dell'Università di Milano, catturata dal mensile "Massoneria Oggi" n.3 del mese di Maggio-Giugno 1994, editrice Erasmo.

© Erasmo Editore

 

Mondo Moderno e Astrologia

 

Domanda - Da sempre gli uomini hanno tentato di ricercare le cause del corso della vita di ogni individuo e delle collettività. A questa esigenza sono state risposte  diverse: una di queste è stata l’astrologia, cioè l’idea che il destino di ogni singolo uomo e di tutta l’umanità possa essere influenzato dalla posizione degli astri. Lei ritiene che l’ astrologia nei secoli passati sia stato un tentativo degli uomini di dare ragione a tanti avvenimenti individuali e sociali?

 

Giorgio Galli - Sì. nei secoli passati l’astrologia si è presentata come un tentativo di questo tipo. Una concezione che è durata dai Caldei fino alla rivoluzione scientifica del XVII secolo.

 

Domanda - L’astrologia e i responsi degli astrologi possono aver influito in senso psicologico sul corso degli eventi umani?

 

Giorgio Galli - Probabilmente sì, tuttavia, a questo proposito, la storiografia nata con la rivoluzione scientifïca, che ha fatto suo il modello delle scienze fisiche, non ha dedicato particolare attenzione a questo problema. Sono state riportate molte situazioni in cui leaders politici hanno preso le loro decisioni secondo i responsi degli astrologi, più in generale, dei veggenti, tuttavia non è mai stato formulato uno studio tematico per capire veramente quale sia stata l’influenza dei responsi astrologici su determinati avvenimenti, sociali o politici. Si può dire che vi sia stata una influenza, ma è difficile precisarne la misura.

 

Domanda - Come storico della politica, ritiene che vi sia stato un rapporto tra astrologia e potere politico?

 

Giorgio Galli - Certamente e, anche in rapporto alla domanda precedente, vorrei ricordare che gli astrologi appartenevano, come si direbbe oggi, allo staff dei consulenti del potere politico, naturalmente con momenti di grande favore, se sembrava che le loro interpretazioni portassero al successo, e con momenti di disfavore, se sembrava che portassero all’insuccesso. In seguito, con l’avvento del Cristianesimo, questa situazione à stata modificata: già durante l’impero romano talvolta l’attività degli astrologi era consentita, tal’altra ostacolata. Col Cristianesimo questo si è ulteriormente accentuato e quindi anche in questo caso dovremmo fare distinzioni storiche fra un periodo e l’altro, tra alcuni imperatori e alcuni papi e altri, ma nel complesso si può dire che, in diverse società e per lunghi periodi della storia, c’è stato uno stretto rapporto tra astrologia e potere politico.

 

Domanda - L’uomo, con lo sviluppo della scienza, sia delle discipline naturali che di quelle umane, ha tentato di fornire risposte sempre più adeguate per spiegare il comportamento sociale e individuale. Tuttavia, oggi non si può dire che si possono fornire spiegazioni scientifiche per capire il corso degli eventi della vita umana individuale. La scienza può fornire queste risposte? O, ancora, la storia dell’uomo, singolo e della società, ha una sua logica o invece è mossa da variabili che non si possono né capire, né determinare?

 

Giorgio Galli - Tra le discipline sociali che hanno tentato di dare una spiegazione anche alle vicende della vita individuale, certamente in questo secolo ci sono state la psicoanalisi di Freud e la psicologia analitica di Jung. Al di là del dibattito sullo statuto scientifico della psicoanalisi, credo che, usata intelligentemente, possa individuare alcuni elementi che consentono di fare scelte in diversi momenti della nostra vita. Ritengo che sia possibile una spiegazione, in termini di probabilità,

degli eventi della vita individuale e interpersonale.

 

Domanda - Non soltanto per l’uomo singolo, ma anche per la società?

 

Giorgio Galli - Per quanto riguarda l’individuale, il maggiore contributo è stato certamente dato dalla psicologia e dalla psicoanalisi. Per quanto riguarda la società, credo che, entro certi limiti, le scienze sociali come la sociologia e la storia, come scienza sociale, e le scienze politiche possano, sempre in termini di probabilità, fornire spiegazioni degli eventi umani; per questo non credo che tutti gli eventi umani siano affidati al caso o all’imponderabile.

 

Domanda - La vita di ogni uomo è un processo che dipende dalla libertà delle proprie scelte, insieme alle condizioni sociali o, al contrario, è in balia di forze cieche, che non si possono comprendere né tantomeno controllare?

 

Giorgio Galli - No, ritengo che, date le condizioni sociali, possiamo ragionevolmente orientare, come dice anche l’astrologia (gli astri non determinano, ma orientano). le nostre scelte. Ciò richiede, però, un attento esame di noi stessi: molte volte crediamo di essere liberi, in realtà non lo siamo, non perché condizionati dall’esterno, ma perché non conoscendoci bene, crediamo di agire per il nostro meglio, e magari sbagliamo. Credo che sia possibile scegliere, ragionando in termini di psicologia, e operando in base al celebre detto socratico "Conosci te stesso".

 

Domanda - In questo senso la scienza e l’analisi che ogni individuo può fare di se stesso ci portano a sostenere che anche la nostra vita individuale non è in balia di forze cieche, come magari vorrebbero gli astrologi.

Qual è il suo parere in proposito?

 

Giorgio Galli - Può sembrare che ci sia un destino, soprattutto se non conosciamo noi stessi. Noi subiamo dei condizionamenti, ma allo stesso tempo possiamo valutare anche i condizionamenti e misurare il grado di libertà di scelta che abbiamo.

 

Domanda - Nell’epoca attuale, accanto al sorgere di movimenti spirituali di diversa natura, vi è anche una grande diffusione delle credenze astrologiche. Quale ritiene possa essere la spiegazione di questo fatto, in riferimento alle condizioni della società attuale?

 

Giorgio Galli - L’astrologia in questo secolo è molto cambiala: essa non legge più il destino nelle stelle; di solito i critici non ne tengono conto e pensano che tuttora ragioni o operi come al tempo dei Caldei e allora avanzano diverse obiezioni. L’astrologia odierna ha saputo aggiornarsi e si presenta come un sistema simbolico. Questa è la prima ragione del suo successo: la sua capacità di aggiornamento è accompagnata dall’uso di concetti e strumenti di natura psicologica. La seconda ragione è che, in un periodo di pur grande successo della scienza, è opinione diffusa che la scienza non possa dare risposte a tante cose per noi importanti: per esempio, l’amore e la salute. Anche nell’ambito della salute la scienza ha fatto tanti progressi, ma talvolta sentiamo che non ci dà risposte soddisfacenti. In altri campi, non si propone neanche di darle: la creatività artistica o i rapporti erotici. Su questi la scienza non si pronuncia, salvo talvolta la psicoanalisi, per quanto riguarda l’amore. L’astrologia si va diffondendo, oltre che per la sua capacità di aggiornamento, perché la scienza, pur in un periodo di grande fortuna, si presenta come non attrezzata per rispondere a problemi importanti per la vita umana.

 

Domanda - Si può dire che anche la diffusione delle credenze astrologiche sia relativa a una crisi di valori delle società occidentali?

 

Giorgio Galli - Sì, crisi di valori nel senso che, a parte il problema della scienza, in questo secolo sono certamente entrati in crisi dei sistemi di valore di grande importanza: le religioni rivelate e le ideologie politiche. Si è constatata la riduzione del peso del concetto di sacro come proposto dalle religioni rivelate, soprattutto in Occidente, nonostante i tentativi di recupero. Allo stesso tempo c’è stato l’emergere e il decadere di ideologie politiche della destra o della sinistra.

 

Domanda - Quindi, anche questo può aver influito. Di recente, in un convegno organizzato dalla rivista "Astra", al quale Lei ha partecipato, vi è stato un confronto tra operatori di astrologia, scienziati e uomini di cultura. Cosa ne pensa di questo incontro?

 

Giorgio Galli - All’interno di questo convegno è stata dedicata un’intera giornata all’incontro tra scienziati di discipline diverse, dalla fisica alla medicina: questi scienziati, pur in disaccordo su temi anche importanti. hanno condiviso una critica alla attuale gestione della scienza, diventata in misura marcata un esercizio di potere che rifiuta il confronto. C’è stata una tavola rotonda tra operatori dell’astrologia e studiosi. L’aspetto importante di questa tavola rotonda è che, secondo me, forse per la prima volta, all’astrologia è stata riconosciuta una dignità, che di solito le viene negata anche, naturalmente, con valutazioni diverse.

 

Domanda - L’astrologia si può considerare una forma di sapere o, invece, è solo uno credenza non fondata?

 

Giorgio Galli - Penso che l’astrologia sia una forma di sapere, soprattutto se viene considerata come un sistema simbolico, come la psicologia o la psicoanalisi, attraverso il quale una persona, praticandola riesce a conoscere meglio se stessa e a gestire meglio i propri rapporti.

 

Domanda - L’astrologia può considerarsi come una variabile a rischio, che limita le possibilità, oggi o domani, di formulare spiegazioni rigorose del comportamento umano? L’astrologia può essere un elemento negativo di crescita del singolo uomo e dell’umanità, in quanto relega la sua maturazione al gioco delle combinazioni simboliche e giustifica ogni fatto umano in base a una logica non controllabile?

 

Giorgio Galli - No, non credo; se l’astrologia pretendesse di essere l’unica o la principale spiegazione, allora sì, limiterebbe una migliore conoscenza. Ma non penso che ci sia nessuno, tra gli astrologi, tanto presuntuoso da ritenere che l’astrologia sia la modalità principale. Credo che l’astrologia come sistema simbolico possa essere uno strumento per ampliare la conoscenza di se stessi e della società, in modo simile agli apporti che possono venire dalla psicologia e dalle scienze sociali. Se l’astrologia fosse una credenza cieca nell’influenza degli astri sarebbe un disastro, ma l’astrologia non è questo e in tal modo non penso possa limitare una libera ricerca di spiegazione del comportamento umano.