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La Legge della Simpatia

In pectore vires

 

Simpatia, nel linguaggio magico, é sinonimo di attrazione.

L’attrazione é la causa dell’equilibrio generale del Cosmo, ed essendo un’espressione dell’Assoluto, deve di conseguenza procedere da un principio di assoluta purezza.

Fra i mondi, l’attrazione emana dalla spiritualità spaziale; ma essendo regolata da leggi che sono al disopra di essa, per manifestarsi sensibilmente, ha bisogno di appoggiarsi a sostegni materiali. Se non vi fosse la materia, l’attrazione da sola non produrrebbe nulla, perché la sua stessa natura la definisce un principio passivo. E qui per materia intendiamo anche quella derivante dalla primordiale, lievissima condensazione del pensiero della divinità, nell'atto creativo del Mondo.

Il Leone é l'emblema della forza cosmica universale, che in amore si manifesta primieramente nella simpatia; e nel mito, Venere uscente dalla spuma del mare, simboleggia l'attrazione nel significato più generale del termine.

Il corpo astrale degli uomini é soggetto, come tutte le altre cose create, all'attrazione, con specializzazione magnetica ed é quindi polarizzata, di modo che essa si manifesta nella duplice forma di attrarre (trarre a sé) e di respingere.

Due corpi astrali in presenza possono attrarsi (simpatia), respingersi (antipatia), restare in equilibrio (indifferenza). Quest'ultimo caso è rarissimo, estremamente improbabile, perché é difficilissimo che corpi astrali diversi si trovino in tale sincronia di oscillazione, da non influenzarsi scambievolmente e quindi polarizzarsi in qualche modo.

L'uomo avverte, quand’é dotato di una certa sensibilità, queste forze che si sprigionano dagli altri esseri viventi ed anche dalle cose, ed ha la percezione immediata delle variazioni che si svolgono nel suo corpo astrale e che si traducono in impressioni più o meno vive.

L'iniziato perfetto, da queste impressioni, deduce immediatamente la natura e, fino ad un certo punto, la storia delle persone con le quali si trova in contatto: È questo il segreto della capacità divinatoria di Cagliostro e di altri.

Or dunque, la simpatia è un fatto naturale, di origine astrale, di ordine superfisico, dovuta alla polarizzazione dei corpi astrali in presenza; ma di essa non bisogna dimenticare il centro emanatore, lo spirito, perché é lì che risiede la causa profonda.

È per questo che le persone che ci risultano antipatiche a tutta prima, sono pericolose; esse, prima o poi, ci saranno fatali e l’impressione di repellenza che proviamo, é un avvertimento del nostro "Io" profondo.

Rientrando nel nostro fondamentale argomento, é evidente che per suscitare l'amore in una donna, bisogna primieramente agire sulla astralità, e cercare di polarizzarla convenientemente.

Dato, intanto, che l’impressione simpatica é quella che é, e che essa dipende essenzialmente dal centro spirituale delle persone, noi non possiamo agire su di essa senza usare accorgimenti sottili, che valgano a predisporre l’animo del soggetto in una determinata maniera a noi favorevole.

Bisognerà, cioè, far lo stesso lavoro che fanno i romanzieri per rendere simpatico il protagonista del loro romanzo, il quale, pur essendo un personaggio inesistente, appassiona profondamente i lettori.

Che fanno i romanzieri ?

Costruiscono un carattere, gli attribuiscono delle virtù e dei vizi che eccitino nei lettori le passioni più attive e finiscono per creare un eroe immaginario, che sarà amato sinceramente da essi, che li farà tripudiare delle sue vittorie e che li commuoverà fino alle lacrime nelle sue disgrazie. Il romanziere avrà costruito, in altre parole, una entità immaginaria, per la quale tutti avranno della simpatia.

Si noti che per quanto "irreale"sia la persona creata dal romanziere, essa ha un’anima spirituale reale ed esistente, e che da questo centro emana regolarmente attrazione. Il lettore evoca quest’anima, e ne resta influenzato. Ma tutto ciò è un mistero religioso che esorbita dai limiti imposti alla presente trattazione, epperò non lo discuteremo.

Dunque, a simiglianza dei romanzieri, noi ci costruiremo un "Io" immaginario e tale da suscitare una corrente polarizzante simpatica nella donna che si desidera sottomettere. Questo nuovo "Io" , benché di nostra creazione, deve diventare nostra parte integrante , deve cioè , essere vivo e vitale in noi, come un Ermete Novelli o un Zacconi vivevano sulla scena i personaggi che interpretavano. L’Arte dell’attore è veramente tale quand’é magica, quando, cioè, rientra nell’ambito della scienza dell'essere e si realizza in conformità delle sue leggi.

Disse un grande maestro: Per impadronirsi di una cosa qualsiasi, bisogna entrare nello spirito di quella cosa.

Che voleva significare, se non il plasmarsi e l’identificarsi dell’operatore con la sua operazione ?

La legge della simpatia é la stessa legge immanente che equilibra il creato; essa non può essere violata da una volontà comunque possente, né da altre forze comunque operanti. Per farci servire da essa, dobbiamo sottometterci ad essa, nel senso di metamorfosarci in modo che agisca in nostro favore; oppure dobbiamo costruire un sosia che abbia le prerogative adatte a farla agire in tal senso, ed identificarci col nostro sosia, quando ciò sia necessario.

 

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