"Atalanta Fugiens Fuga XIV°"

Michaël Maier 1687

 

Questo trattato di Arnaldo da Villanova, datato 1303, viene offerto alla meditazione e allo studio dei nostri visitatori, nella traduzione operata dal nostro Fratello Federico P.  ogni diritto gli è riconosciuto

In alcuni passaggi, il testo, sembra identico al Flos Florum. Esso si trova:

- 1° Le Opere complete di Arnaldo da Villanova

- 2° Di Alchimia Opuscula complura veterum philosophorum, Francoforte (1550). É su questa versione che a stata eseguita la presente traduzione, comparata con quella francese ed inglese.

- 3° Bibliotheca Chemica Mangeti, Coloniae Alobrogum, 2 volumi in foglio, 1702, Tomo 1°, pagina 702.

 

Il documento è © Federico P.

 

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Alchimia Opuscula complura veterum philosophorum

 

 

 

Semita Semitae

(Traduzione)

 

Qui comincia la Strada della Strada trattato corto, breve, conciso, utile a chi lo comprenderà. I ricercatori abili vi troveranno una parte della Pietra vegetale che gli altri Filosofi hanno nascosto con cura.

 

Padre venerabile, prestami pietosamente attenzione. Apprendi che il Mercurio è lo sperma cotto di tutti i metalli; sperma imperfetto, quando esce dalla terra, a causa di un certo caldo solforoso. Secondo il suo grado di solforazione, genera i diversi metalli nel seno della terra. Esiste, quindi, una sola materia prima dei metalli, la quale secondo un'azione naturale più o meno forte, secondo il grado di cottura, riveste delle forme differenti. Tutti i Filosofi concordano su questo punto. Eccone la dimostrazione: Ogni cosa è composta di elementi nei quali si può decomporla. Citiamo un esempio impossibile da negare e facile da comprendere: il ghiaccio con l'aiuto del caldo si trasforma in acqua, dunque è acqua, Ora tutti i metalli si risolvono nel Mercurio; pertanto questo Mercurio è la materia prima di tutti i metalli. Insegnerò in seguito il modo di fare questa trasmutazione, annullando così l'opinione di quelli che pretendono che la forma dei metalli non può essere modificata. Avrebbero ragione se non fosse possibile ridurre i metalli nella loro materia prima, ma mostrerò che questa riduzione in materia prima, è facile e che la trasmutazione è possibile e fattibile. Per la ragione che tutto ciò che nasce, tutto ciò che cresce, anche si moltiplica secondo la propria specie, come anche gli alberi, gli uomini, le erbe. Un seme può produrre altri mille semi. Dunque è possibile moltiplicare le cose all'infinito. Secondo quanto precede, chi analizzerà le cose constaterà che se i Filosofi hanno parlato in modo oscuro, hanno non di meno detto la verità. Hanno detto, infatti, che la nostra Pietra ha un'anima, un corpo ed un spirito, ciò che è vero. Hanno paragonato il suo corpo imperfetto al corpo, perché è senza potere per sé stesso; hanno chiamato l'Acqua un spirito vitale, perché dà al corpo, imperfetto in se ed inerte, la vita che non aveva prima e che perfeziona la sua forma. Hanno chiamato il fermento anima, perché, come lo si vedrà in seguito, ha anche dato la vita al corpo imperfetto, lo perfeziona e lo cambia nella sua propria natura.

Il filosofo dice: Muta la natura e troverai ciò che cerchi. Ciò è vero. Perché nel nostro magistero estraiamo inizialmente il sottile dallo spesso, lo spirito dal corpo, ed infine il secco dall'umido, in altre parole la terra dall'acqua, è così che cambiamo le nature; ciò che era in basso noi lo collochiamo in alto, così che lo spirito diventa corpo, poi il corpo diventa spirito. I filosofi dicono ancora che la nostra Pietra si fa con una sola cosa e con un solo vaso; ed essi hanno ragione. Tutto il nostro magistero è tratto dalla nostra Acqua ed esso si fa con essa. Scioglie gli stessi metalli, ma questo non mutandosi in acqua di nube, come lo credono gli ignoranti. Calcifica e riduce in terra. Trasforma i corpi in ceneri, incenerisce, imbianca e purifica, secondo quanto dice Morien: "L'Azoth ed il fuoco puliscono l'Ottone, cioè lo lava e gli toglie completamente la sua nefandezza". L'ottone è un corpo impuro, l'azoth è l'argento-vivo.

La nostra Acqua unisce corpi differenti tra essi, se sono stati preparati come è stato appena detto; questa unione è tale che né il fuoco né nessuna altra forza possono separarli per combustione dal loro principio igneo. Questa trasmutazione sottilizza i corpi, ma non è la sublimazione volgare dei semplici di spirito, delle persone senza esperienza per i quali sublimare è elevare. Quelle persone prendono dei corpi calcinati, li mischiano agli spiriti sublimati, cioè al mercurio, all'arsenico allo zolfo ecc., ed essi sublimano il tutto con l'aiuto di un forte calore.

I corpi calcinati sono trascinati dagli spiriti e dicono che sono sublimati. Ma quale non è la loro delusione, quando trovano dei corpi impuri con i loro spiriti più impuri di prima! La nostra sublimazione non consiste nell'elevare; la sublimazione dei Filosofi è un'operazione che fa di una cosa meschina e corrotta (la terra) un'altra più pura, parimenti quando si dice comunemente: "Un tale è stato elevato all'episcopato..." per elevato si intende che è stato esaltato e collocato in una posizione più onorevole. Parimenti diciamo che i corpi hanno cambiato natura, vale a dire sono stati esaltati, che la loro essenza è divenuta più pura; si comprende, dunque, che sublimare è la stessa cosa che purificare; è ciò che fa la nostra Acqua.

É così che deve intendersi la nostra sublimazione filosofica sulla quale molti hanno errato.

Ora, la nostra Acqua mortifica, illumina, pulisce e vivifica; fa dapprima apparire i colori neri, durante la mortificazione del corpo, vengono in seguito numerosi e vari colori, ed infine il biancore. Nella mescolanza dell'acqua e del fermento del corpo, vale a dire del corpo preparato, compaiono un'infinità di colori. É così che il nostro Magistero è tratto da uno, si esegue con uno e si compone di quattro, di cui tre sono in uno.

Apprendi ancora, Padre venerabile, che i filosofi hanno moltiplicato i nomi della Pietra mista per meglio nasconderla. Hanno detto che è corporale e spirituale, ed essi non hanno mentito, i Saggi comprenderanno. Perché ha un spirito ed un corpo; il corpo è spirituale solamente nella soluzione e lo spirito è diventato corporale grazie alla sua unione con il corpo. Alcuni lo chiamano fermento, altri Bronzo. Morien dice: "La scienza del nostro Magistero è comparabile in tutto e per tutto alla procreazione dell'uomo. Prima, il coito. successivamente, il concepimento. Terzo, l'imbibizione. Quarto, la nascita. Quinto, la nutrizione o, alimentazione". Vado a spiegarti queste parole. Il nostro sperma che è il Mercurio, si unisce alla terra, vale a dire al corpo imperfetto, chiamato anche Terra-madre (giacché la terra è la madre di tutti gli elementi). É quanto intendiamo per il coito. Poi quando la terra ha trattenuto in se un poco di Mercurio, si dice che c'è concepimento. Quando diciamo che il maschio agisce sulla femmina, bisogna intendere con questo, che il Mercurio agisce sulla terra. Ecco perché i Filosofi hanno detto che il nostro magistero è maschio e femmina e che risulta dall'unione di questi due principi. Dopo l'aggiunta dell'acqua, vale a dire del Mercurio, la terra cresce ed aumenta in bianchezza si dice, allora, che c'è imbibizione. Poi, il fermento si coagula, cioè si unisce al corpo imperfetto, preparato come è stato detto, sino a quando il suo colore ed il suo aspetto siano uniformi, è la nascita, perché a questo punto appare la nostra Pietra che i Filosofi hanno chiamato: il Re, come è detto nella Turba dei Filosofi: "Onorate il nostro Re estratto dal fuoco, coronato di un diadema di oro; ubbiditegli fin quando non sia giunto all'età della perfezione, nutritelo fin quando non sia grande. Suo padre è il Sole, sua madre è la Luna; la Luna è il corpo imperfetto. Il Sole è il corpo perfetto". Al quinto ed ultimo punto viene l'alimentazione, più è nutrito, più aumenta. Ora, si nutre del suo latte, vale a dire dello sperma che l'ha generato al principio. Occorre, quindi, inzupparlo di Mercurio, fino a quando non ne abbia bevuto due parti, o, se necessario, di più .

 

Si inizia la pratica

Passiamo, adesso, alla pratica, come l'ho annunciato in precedenza. E inizialmente, per rendere la trasmutazione possibile, tutti i corpi devono essere riportati alla materia prima. Vado qui a dimostrarti quanto è stato detto in precedenza. Ti prego dunque, o figlio, di non disdegnare la mia Pratica perché in essa si nasconde tutto il nostro Magistero, come io l'ho visto nella mia fede occulta.

Prendi una libbra di oro, riducila in lamine molto brillanti, mischiata con quattro parti della nostra Acqua purificata stritolandola ed incorporandolo con un poco di sale e di aceto, finché il tutto sia amalgamato. L'oro essendo dunque stato ben amalgamato, mettilo in una grande quantità di acquavite, vale a dire di Mercurio e mettilo tutto nell'Urinale sul nostro centro purificato; fai sotto un fuoco molto lento durante un giorno intero; lascia allora raffreddare, e quando sarà freddo, prendi l'Acqua e tutto ciò che è , filtra per mezzo di una tela di lino, fin quando la parte liquida sia passata attraverso la tela. Conserva quanto resterà sulla tela, raccoglilo e dopo averlo messo in una nuova quantità di Acqua benedetta nello stesso vaso, scalda un giorno intero, poi filtra come detto precedentemente. Esegui la stessa operazione fin quando tutto il corpo sarà convertito in Acqua, in altre parole nella materia prima che è la nostra Acqua. Fatto questo, prendi tutta questa Acqua, mettila in un vaso di vetro e cuoci a fuoco lento fin quando non vedrai la nerezza apparire alla sua superficie; toglierai le particelle nere con abilità. Continua sino a che tutto il corpo sia cambiato in una terra pura. Più ricomincerai questa operazione e meglio questa verrà. Ricuoci dunque, togliendo la nerezza, fin quando le tenebre siano sparite, e l'acqua, cioè il nostro Mercurio, appaia brillante. É allora che avrai la Terra e l'Acqua. Prendi poi tutta questa terra, cioè la nerezza che hai raccolto; mettila in un vaso di vetro, versa sopra l'Acqua Benedetta, in modo che niente sia sopra la superficie dell'acqua che niente vi galleggi; scalda a fuoco leggero per dieci giorni; poi stritola e rimetti della nuova Acqua; ricuoci la terra così coagulata ed ispessita senza aggiungere dell'acqua. Cuoci infine a fuoco violento sempre nello stesso vaso, finché la terra divenga bianca e brillante. Avendo quindi, imbiancato e coagulato la nostra terra, prendi l'Acqua di vita che è stata ispessita con l'aiuto di un leggero calore, con la terra coagulata, cuocila ad un fuoco violento in una capace cocurbita munita del suo coperchio, finché tutto ciò che c'è di acqua nella mescolanza sia passato nel recipiente e che la terra carbonizzata resti nella cocurbita. Prendi allora tre parti per quattro di un fermento, vale a dire se hai preso una libbra del corpo imperfetto o di oro, prenderai tre libbre di fermento, cioè di Sole o di Luna.

Bisogna sciogliere prima questo fermento, ridurlo in terra e ripetere, in poche parole, le stesse operazioni effettuate per il corpo imperfetto. Solo allora li unirai, li imbibirai con l'Acqua che era passata nel recipiente, e cuocerai per tre giorni o più. Imbibisci di nuovo, ricuoci e ricomincia questa operazione finché questi due corpi resteranno uniti, vale a dire non siano più di uno. Peserai. Il loro colore non sarà cambiato. Verserai allora su essi l'Acqua già nominata, poco a poco, finché essi non ne assorbono più. In questa unione dei corpi, lo Spirito si incorpora ad essi e giacché sono stati purificati, si muta nella loro propria natura. É in questa maniera che il germe si trasforma nei corpi purificati, ciò che non avrebbe avuto luogo prima a causa della loro grossolanità e delle loro impurità. Lo spirito cresce in essi, aumenta e si moltiplica.

 

Riepilogo

Adesso, Padre venerabile, ritornerò su ciò che ho detto applicandolo alle preparazioni degli antichi Filosofi ed ai loro insegnamenti così oscuri e così incomprensibili. Pesa tuttavia le parole dei Filosofi, comprenderai e riconoscerai che essi hanno detto la verità. La prima parola del nostro Magistero o dell'Opera è la riduzione del Mercurio (il corpo), vale a dire la riduzione del rame o di un altro metallo in Mercurio. É ciò che i Filosofi chiamano la soluzione ed è il fondamento dell'arte, come lo dice Franciscus: "Se non dissolvete i corpi, lavorate vanamente", è di questa soluzione che parla Parmenide nella Turba dei Filosofi. Nell'intendere la parola soluzione, gli ignoranti pensano immediatamente all'Acqua delle nuvole. Ma se avessero letto i nostri libri, se li avessero compresi, saprebbero che, la nostra Acqua è permanente, e che separata dal suo corpo essa diviene da allora immutabile. Dunque la soluzione dei Filosofi non è l'Acqua delle nuvole, ma è la conversione dei corpi in Acqua dalla quale essi sono stati da prima procreati, cioè il Mercurio. Proprio come il ghiaccio si muta in acqua che gli aveva dapprima dato nascita.

 

Ecco dunque che per grazia di Dio conosci il primo elemento che è l'Acqua e la riduzione di questo stesso Corpo nella materia prima.

La seconda parola è "Ciò che si fa della terra". É quanto i Filosofi hanno detto. "L'Acqua esce dalla terra". Avrai così il secondo elemento che è la terra. La terza parola dei Filosofi è la purificazione della Pietra. Morien dice a proposito di questo argomento: "Questa Acqua si putrefà e si purifica con la terra, ecc". Il Filosofo dice: "Unisci il secco all'umido; ora, il secco è la terra, l'umido è l'acqua". Avrai già l'Acqua e la terra in essa stessa e la terra imbiancata con l'Acqua. La quarta parola è che l'Acqua può evaporare per la sublimazione o l'ascensione. Ridiviene aerea separandosi dalla terra con la quale era prima unita e coagulata; e tu avrai così la Terra, l'Aria e l'Acqua. É ciò che dice il Filosofo nella Turba: "Imbiancatelo e sublimate ad un fuoco vivo finché fugga un spirito che è il Mercurio. É per questo che lo si chiama uccello di Ermes e pollo di Hermogene". Troverete, in fondo, una terra calcinata, è una forza ignea, vale a dire di natura ignea. Avrai i quattro elementi, la terra il fuoco dunque e questa terra calcinata che è la polvere di cui parla Morien. "Non disprezzare la polvere che è in fondo soltanto perché è in un luogo basso". É la terra del corpo, è il tuo sperma ed in lei è il coronamento dell'Opera. Poi con la terra suddetta metti il fermento, questo fermento che i Filosofi chiamano l'anima; e ecco perché: come il corpo dell'uomo non è niente senza la sua anima, ugualmente la terra morta o corpo immondo non sono niente senza fermento, cioè senza la sua anima. Giacché il fermento prepara il corpo imperfetto, lo muta nella sua propria natura come è stato detto. Non ci sono altri fermenti che il Sole e la Luna, questi due pianeti vicini che si riaccostano a causa delle loro proprietà naturali. É ciò che fa dire a Morien: "Se tu non lavi, se non imbianchi il corpo immondo e non gli dai l'anima, non avrai fatto niente per il Magistero. Lo spirito è unito allora all'anima ed al corpo, si allieta con essi e si fissa. L'acqua si altera, e ciò che era spesso diventa sottile".

Ecco quanto ha detto Astanus nella Turba dei Filosofi: "Lo spirito non si unisce ai corpi sino a che questi non sono stati purificati perfettamente delle loro impurità". In questa unione appaiono i più grandi miracoli, giacché, allora, tutti i colori immaginabili si mostrano ed il corpo imperfetto prende, secondo Barsen, il colore del fermento, mentre il fermento stesso dimora inalterato.

Ora Padre pieno di pietà, che Dio accresca in te lo spirito di intelligenza affinchè tu possa ben soppesare ciò che vengo a dirti: gli elementi non possono essere generati che dal loro stesso sperma. Ora questo sperma è il Mercurio. Considera che l'uomo non può essere generato se non con l'aiuto dello sperma, i vegetali possono nascere soltanto da un seme, altrettanto (sperma) gli occorre per la generazione e la crescita. Ne viene che, credendo di fare meglio, sublimano il Mercurio, lo fissano, l'uniscono ad altri corpi, e tuttavia non trovano niente. Il motivo è semplice: uno sperma non può cambiare, resta com'è; ed egli produce il suo effetto soltanto quando è posto nella matrice della donna. Ecco perché il Filosofo Mechardus dice: "Se la nostra Pietra non è messa nella matrice della donna, per essere nutrita, essa non si accrescerà".

 

O Padre mio, eccoti dunque, secondo il tuo desiderio, in possesso della Pietra dei Filosofi.

Gloria a Dio.

 

Qui si conclude il piccolo trattato di Arnaldo da Villanova, dato al papa, Benedetto XI nell'anno 1303

 

 

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