CAPITOLO SESTO

Se avessimo voluto divulgare il segreto della nostra Grande Opera, ci saremmo spiegati in termini noti a tutti. Ma dal momento che, l'unico nostro scopo, è il vantaggio della Società, abbiamo preso tutte le precauzioni necessarie, per nascondere al Pubblico questo segreto dei segreti; & quanto ne abbiamo scritto, è per quelli che, per loro virtù, si sono resi degni di compartecipare ai nostri doni. Quale grande disordine potremmo causare nel mondo, che cosa potrebbe desiderare chi chiaramente insegna l'arte di fare tanto oro quanto la cupidigia ne chiede? 

Sarebbe da augurarsi per la pace & per la tranquillità degli uomini, che l'oro fosse loro sconosciuto, o che almeno fosse loro inutile, dal momento che questo metallo, per necessità, & per il cattivo uso che se ne concreta, è la causa di quasi tutti i mali che colpiscono gli uomini: è lui che oggi determina la distinzione delle condizioni umane; che distingue ricchi & poveri, padroni & servitori, grandi & piccoli, magistrati & popolo, & che è, infine, il capriccioso della fortuna & l'idolo di questo mondo. 

Sarebbe distruggere la Società che è istituita da tanti secoli tra gli uomini, con le leggi divine & umane; & sarebbe rovesciare tutti gli stati che l'oro rende e conserva così comuni, & li mantiene con il suo commercio. Del resto, una grande & generalizzata abbondanza, farebbe tutti gli uomini ricchi, o piuttosto li renderebbe tutti poveri. Tutti vorrebbero comandare; nessuno ubbidire, & non ci sarebbe più stato di dipendenza. Tutti sarebbero costretti a coltivare la terra per la propria sussistenza, & sarebbe costretto praticare diversi mestieri per potere vivere. Questa costrizione & questa necessità sarebbe ancora più grande nelle latitudini in cui siamo, o per l'incertezza delle stagioni; si può dire che l'uomo non può vivere di solo pane, & che i vestiti & gli altri aiuti che riceve dalle arti meccaniche, non gli sono meno necessari per la vita, del cibo. Del resto, il numero dei cattivi & dei fannulloni sarebbe sempre più grande di quello delle persone virtuose che vivono soltanto del lavoro delle proprie mani & della loro industria; i più forti continuerebbero ad opprimere i più deboli, così che rendendo gli altri infelici, diverrebbero essi stessi miserabili, & così tutto sarebbe in confusione: e le cose, non sarebbero così come oggi sono, grazie al commercio dell'oro, vale a dire dove ognuno esercita un solo mestiere & una sola professione ottenendo più facilmente tutte le cose necessarie alla vita, & si avvale del lavoro di tutti gli altri, come se facesse tutti i mestieri & tutte le professioni; tutto questo fa si che ciascuno possa vivere soddisfatto & in tranquillità nella propria famiglia, secondo la propria condizione. Si deve considerare dunque, il nostro silenzio misterioso & la nostra oscurità filosofica, come un grande vantaggio per la quiete & per la sicurezza comune di tutti gli uomini; & tuttavia è proprio questo mistero che ci attira il disprezzo, l'odio & la calunnia di quasi tutti gli uomini. Infatti, come gli uomini si augurano di vivere a lungo & felici sulla terra, & considerano la pietra filosofale, come il solo & infallibile mezzo per procurar loro una così grande felicità; & considerando questa segretezza come un ostacolo insuperabile che toglie loro il possesso di un si grande bene, imprecano & si scagliano contro questa segretezza, & si arrabbiano proferendo mille ingiurie & mille imprecazioni contro di noi che ne siamo gli autori: ci chiamano subdoli, bugiardi, ignoranti & figli delle tenebre. Dicono che ci serviamo di questa oscurità, come di un velo & come di un pretesto per nascondere la nostra ignoranza & la nostra impostura. 

Se avessimo scritto oscuramente della nostra Scienza, con il proposito di insegnarla chiaramente a tutti, avrebbero ragione di muoverci questi appunti. Ma ci siamo ben guardati di promettere una così grande chiarezza sulla nostra dottrina; al contrario, diciamo & avvertiamo molto sinceramente, che non abbiamo avuto mai l'intenzione di scrivere che per i soli figli della scienza; vale a dire, per quelli che per loro virtù, hanno acquisito la conoscenza del nostro primo Mercurio; & che al riguardo degli altri, non abbiamo voluto né dovuto scrivere diversamente, né meno oscuramente di quanto noi abbiamo fatto. Quale motivo, allora, per biasimarci della nostra oscurità, dal momento che sono quelli che non ci comprendono, che ci biasimano, & non è per loro, che abbiamo scritto. Potrebbero forse, con titolo, trovare a ridire che un uomo, grazie alla benedizione che Dio avrebbe elargito alla sua opera & al suo lavoro, avendo esso ammassato legittimamente grandi ricchezze, accuratamente nascoste, lasciasse tutte queste ricchezze soltanto ai suoi figli, i quali conoscerebbero essi soltanto il luogo dove sono nascoste, & ne farebbero buon uso? Potrebbero, dico, biasimare questo uomo, se lasciasse per testamento questo tesoro ai suoi figli, escludendo tutti gli altri uomini? 

 

Ecco quale è stato il nostro spirito & la nostra condotta, scrivendo della nostra scienza per insegnarla & comunicarla agli uomini.

Avendola appresa soltanto grazie alla benedizione che il Cielo ha elargito al nostro studio, vogliamo farne compartecipe chi, allo stesso modo, ha scoperto abbastanza per poterci comprendere.  

Così, ciò che è oscurità & tenebre per gli altri, ciò che li acceca ciò che li fa smarrire & ciò che li porta  alla demoralizzazione, è, al contrario, per i figli della scienza, una luce che dissipa loro tutte le ombre & scopre loro tutti i più reconditi misteri , & è per essi un motivo di consolazione & di gioia particolare & meravigliosa; per il fatto che hanno contemporaneamente la soddisfazione di conoscere una scienza elle più utili, la più sublime, ma anche la più nascosta & la più sconosciuta che lo spirito umano abbia potuto concepire, & che da’ loro ogni insieme di immense ricchezze con la possibilità di ben trascorrere una lunga & felice vita, che sono i beni più grandi che si possano augurare in questo mondo; & hanno la soddisfazione di sapersi, allo stesso tempo, esenti dall'accecamento & dall'errore in cui sono generalmente gli altri uomini, i quali o non conoscono, o disprezzano una scienza così rara & così preziosa, o la cercano per mille sentieri assurdi & con mille mezzi inutili & contrari alla saggezza che è il vero & l'unico faro che la illumina.    

 

 

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