Nella vasta produzione di libri dedicati all'Alchimia, stampati nei decenni a cavallo dei secoli XVI e XVII secolo, il testo che presentiamo ai nostri Ospiti, in prima traduzione italiana "Aureum Seculum Redivivum", non ha in verità mai goduto di grandi considerazioni, o più esattamente, ha goduto di una certa attenzione soltanto per via dell'incisione posta sul suo frontespizio e presente in tutte le edizioni a far data dal 1625; emblema che, al contrario, nella prima edizione in lingua tedesca del 1621 è assente. Si tratta come è possibile vedere dalle immagini del testo originale, a lato riportate, e riversate direttamente dall'edizione del 1677 di Francoforte, di due triangoli intrecciati a formare il Sigillo di Salomone iscritto in un cerchio e il motto latino. "Centrum in Trigono Centri", ripreso, successivamente, nel 1680 dal Marchese Massimiliano di Palombara che ne fece il frontone della famosa "Porta Ermetica" a Roma e ancor oggi presente in Piazza Vittorio.

L'autore è uno sconosciuto che si firma "Hinricus Madathanus", ma nella prefazione del testo contenuto nel "Museum Ermeticum" dell'edizione latina del 1626, Madathanus dichiara apertamente che il suo nome è altro ed è stato da lui celato dietro un complicato enigma.

Tutti i testi di questo periodo fanno riferimento a Bernardo Trevisano e a Sendivoglius, nell' "Aureum Seculum Redivivum" invece, si ha Paracelso come principale e quasi unico soggetto di riferimento. Sulla base di tale osservazione, alcuni studiosi hanno ipotizzato che dietro il nome di "Hinricus Madathanus" si nascondesse "Adrianus Minschit", medico paracelsiano che godette di buona fama nel secolo XVII, ma si tratterebbe di semplice ipotesi ancor oggi non confermata.

 

Il Testo Originale

 

Proemio

Aureum Seculum

La Donna Centenaria

Epilogo