l Mons Philosophorum, è un documento, datato 1604, il quale accompagna una immagine, appunto il Monte dei Filosofi, che spiega nel dettaglio. Fu pubblicato la prima volta a Hiltona nel 1785.

Siamo lieti presentare ai nostri Ospiti, sia il testo originale sia la traduzione in lingua italiana, che reputiamo essere la prima, curata dal F:. Federico Pignatelli. Ogni diritto è riconosciuto.

Il documento è © Federico P.

 

La libera circolazione in rete è subordinata alla citazione della Fonte (completa di link attivo) e dell'autore.

 

L'Arte lo rende un signore, non un servo,
Non affrettarti, stai sulla retta via,
Così avrai molto profitto e molta gioia.
 

Perchè questa è sicuramente la volontà di Dio,
Mantieni la verità e la fede, pensa anche a me,
Così che sia libero da ogni maldicenza.

 

L’'Arte è giusta, vera e certa
E Per colui che teme Dio ed è diligente
E si serve rettamente delle Nature.

Se Dio ti concede molto nella tua vita,
Dai con abbondanza al povero,
Sii fedele e silenzioso sull'Arte,
 

 


Mons Philosophorum

 

L’'anima dell'uomo dappertutto
É persa attraverso una caduta,
Per una caduta la salute del corpo
É persa e rovinata, soffre.
All'anima è riportata nuovamente una salvezza
Che è IEHOVA Gesù Cristo.
Egli riporta la salute del corpo
Da una cosa che da vedere è brutta,
Che è nascosta in questa figura,
Il più alto tesoro in questo mondo,
In esso è la più alta medicina
Anche la più grossa parte della ricchezza,
Che a noi il Signore IEHOVA ci ha dato,
Chiamato Pater Metallorum,
Al Filosofo ben conosciuto
Che siede davanti alla grotta del monte,
Esso si offre ad ognuno,
Ma dai Sofisti, accecati,
È ben poco riconosciuto


Si che essi non fan che battere sui muri intorno

Di sofistici cenci abbigliati.
Alla sinistra vi si vede
Lepus, rappresentante l'Arte della Chimia,
Meravigliosamente bianca, i cui segreti
Vengono ricercati col grado del fuoco.
Alla sinistra uno può anche vedere liberamente
Cos'e la vera Clavis artis;
Come la gallina cova un pulcino
Uno non può essere troppo sottile con esso.
In mezzo alla montagna, davanti alla porta,
Sta il fiero leone in bella posa
Il cui nobile sangue così caramente
Il mostruoso drago sta per versare.
Gettalo in una tomba profonda
Da cui esce il corvo nero;
Che si chiama quindi Ianua artis
E da qui sorge l'Aquila alba.
Anche il cristallo raffinato nella fornace
Ti mostrerà velocemente il Servum fugitivum


Che sembra sfuggire,
Un figlio, meraviglioso per molti artisti.
È il Principium laboris

Chiamato il mediatore di ogni termine.
A destra nella botte sono
SOL LUNA la ragione del firmamento.
Il Senior vi pianta la
Rad. Rubeam & Albam.
Ora procedi con costanza
E ti appare l'Arbor artis.
Con la sua fioritura esso annuncia ora
Il Lapidem Philosophorum.
Sopra tutto la corona della gloria,
Che governa su tutti i tesori.
Sii diligente, tranquillo, costante e pio
Prega che Dio ti aiuti,
E se tu l’ottieni
Non dimenticare mai i poveri.
Tu loderai allora Dio con le schiere
Degli angeli, ora e per sempre.

 

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