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Esoterismo e Politica

L'Ebraismo

Nella tradizione cristiana, l'abbiamo visto, Cristo opera come persona [1]  fisica nella Storia, ed è indistinguibile, se non ex post, dal Padre e dallo Spirito Santo [2].

  La Storia dopo la Resurrezione e la Presenza del Figlio della Storia diviene storia della Salvezza, dentro la Chiesa e dentro la storia di tutti gli uomini, chiamati in quanto tali a far parte del progetto di Santità del Figlio, che è completo e definitivo [3].

  Nell'Islam è la Terza e Ultima Profezia che si realizza, mentre la vita degli uomini è sottoposta alla volontà dell'Unico che è il “signore dei Mondi” e può distruggere il mondo e rifarlo quando vuole [4].

  Dio è unico, non si è incarnato, anzi il peccato di “associazione”( taqfir)  di altre divinità ad Allah è il più grave [5] ed è infinitamente distante dall'uomo e dalla sua storia che pure Dio osserva e controlla.

  La Storia e la società, per l'Islam, sia sciita che sunnita, sono lineari e si snodano in un eterno presente [6].

  Che si chiuderà nella lotta tra l'Anticristo (il Dajjal)  e il Mahdi immediatamente prima della fine del mondo, di questo mondo, al quale Allah potrà o meno sostituirne un altro [7].

  E per il mondo ebraico? Qui la questione è più complessa datco che, come è universalmente noto, il Messia Ebraico non è ancora arrivato.

  Il “Maschiach” , colui che è UNTO e  annunciato, non è presente esplicitamente nella Torah [8] e NON significa il Salvatore.

  Sarà però un grande leader politico e militare, discendente di Re Davide (come del resto il Cristo) [9]  osserverà tutti i comandamenti della legge [10] e sarà quindi un giudice giusto per il suo popolo [11],  che porterà a vincere in grandi battaglie, riunendolo  nella Terra Promessa.

  Sabbatai Zevi [12] si converte all'Islam sotto la pressione della condanna a morte, e si ritiene il Maschiach, venuto per realizzare misticamente l'unità del popolo ebraico e, anche qui come nell'Islam, una rete di lettura esoterica rispetto alla letteralità del testo della Torah.

  Ma, nella tradizione ebraica, più che la data “scritta nei cieli” della fine del mondo si tratta di definire una serie di elementi che permettono al Maschiach, che alberga in ogni generazione, di realizzare il suo potenziale.

  L'elenco è lungo: il pentimento di tutto Israele per un giorno, l'osservanza corretta del sabato in tutto Israele per una sola volta, apparirà in una generazione che è totalmente colpevole o totalmente innocente, ma che ha comunque perso ogni speranza,  e infine il Maschiach apparirà in una condizione nella quale i figli non portano alcun rispetto ai padri e agli anziani.

  Prima dell'arrivo del Maschiach, ci saranno guerre e sofferenze [13] ma Egli porterà alla redenzione politica  e spirituale il popolo d'Israele riportandolo, come abbiamo visto, nella Terra Promessa [14] per ricostruire Gerusalemme.

  Il Maschiach ricostruirà il Tempio e renderà il Nuovo Israele il Centro del Mondo sia per gli Ebrei che per i Gentili [15] mentre ristabilirà la legge religiosa come norma giuridica dello Stato [16].

 Qui, i tratti determinanti dell'esoterismo politico sono chiari: l'Unto è potenzialmente presente in ogni generazione di Ebrei, realizza l'unità della comunità religiosa e politica della tradizione,  fonda la legge dello Stato sulle norme della Torah.

 Dopo che è arrivato il Maschiach, si materializzerà Olam-ha-ba, il mondo a venire.

  Quindi per l'esoterismo politico  ebraico la fondazione dello Stato è la ratio della venuta del Maschiach, che è appunto l'unificatore di tutto il popolo ebraico, e Olam ha ba  sarà la realizzazione della pace tra tutti i popoli e le religioni [17]  mentre il popolo di Israele tornerà nel Suo Stato da ogni dove [18], mentre non vi saranno più peccati [19].  Interessante peraltro questa connessione, eminentemente politica, tra realizzazione di Olam Ha Ba e comportamenti privati.

   Nella tradizione dei commentari del Maestri israeliti, il ruolo politico fa spesso premio su quello propriamente spirituale del Maschiach e non è un caso che una figura importante come Rabbi Akiba [20] abbia ritenuto un capo militare come Bar Kochba [21] tale da essere l'Unto, Colui che Deve Venire, il Maschiach.

  Nella tradizione ebraica, vittoria politica e salvezza spirituale sono strettamente collegate, e la realizzazione della società giusta, quella secondo la Torah, è conditio sine qua non della rettitudine individuale possibile.

  Bar Kochba prende di sorpresa la Decima Legione romana e riconquista Gerusalemme, centro di irradiazione spiritual-politica dell'Ebraismo di ogni tempo. Senza Gerusalemme, niente Stato Ebraico, niente Maschiach.

 Gesù Cristo non viene per costruire una ribellione nazionalista degli Ebrei contro gli occupanti romani, il Suo Regno non è di Questo Mondo, il Messia Spirituale  dei cristiani separa Cesare e Dio (la sua messa in fuga dei mercanti dal Tempio, che viene interpretata dal popolo come un inizio di rivolta politica [22] ) e realizza forse per un momento un sostegno di massa alla Sua predicazione, che Egli vuole portare verso una direzione di rinnovamento spirituale, ma, per la mentalità ebraica, anche oggi, non vi è spiritualità senza politica e viceversa. E non vi è politica senza attenzione, spesso sottile, al rituale di ogni cerimonia, o di ogni pratica religiosa privata.

  Il nesso, oggi come ieri, è la mistica: la Kabbalah crea il tempo, il ritmo, il significato per l'apparizione necessaria del Maschiach [23].

  Il Messia connette il popolo a Dio, dato che esiste sempre qualche ebreo in stato di peccato, che può sempre  dilatarsi a tutto il popolo Eletto, ed è quindi nominato con vari titoli che riguardano tutti la sua funzione di intermediario alla fine del tempi:  il Maschiach è l'”unto”, lo abbiamo già visto, il Santo braccio di Dio [24], è la Bandiera [25] ed è la Mano della Giustizia, intesa nel suo senso formale e sostanziale [26] il Padre Eterno [27] le dita di Dio [28] la mano potente [29] “l'Emmanuel” (Dio con noi) [30] il Re o il Mio Re [31], il Signore [32] il Mio Signore [33] il Principe della Pace [34],  la Roccia oppure la mia Roccia [35]”Colui che Regna su Israele” [36] il Seme [37], il Figlio dell'Uomo [38] in quanto Dio ha fatto a Sua immagine e somiglianza l'uomo, il Meraviglioso Consigliere [39] la Parola del Signore [40].

  Insomma: il Maschiach deriva dalle emanazioni delle sefirot cabbalistiche, le combine in vario modo di fronte all'uomo, per sostenerlo nel suo cammino, ma il Messia di Israele è insieme salvatore personale, figura angelica, leader politico.

  Ed è quest'ultimo ruolo che giustifica, alla fine, gli altri due precedenti [41].

 In sostanza, il Maschiach è una figura che trasforma gli Ebrei dispersi in una sola identità, anche spirituale, e potremmo quindi affermare, con qualche legittimo eccesso, che il Messia è lo Stesso Stato di Israele [42].

  Ovvero, per essere più teologicamente esatti, l'esistenza dello Stato Ebraico è una condizione necessaria, ma non necessariamente sufficiente, poiché si tratta della libera volontà di Dio, dell'apparizione, che è comunque certa, del Maschiach, magari nel Settimo Millennio secondo la datazione ebraica [43].

  D'altra parte, molti degli attributi del Messia sono relativi alla difesa del Popolo Eletto, alla progressiva costruzione della sua perfezione che è personale, ma anche, lo abbiamo visto, politica.

   La tesi è antica: il Rabbi Zvi Hirsch Kalischer suppone, nel suo trattato del 1863 [44], che il solo “self help” possa risolvere i problemi sia politici che teorici degli Ebrei, che vivono forzatamente in un contesto forte di numerosi influssi cristiani, laicisti, massonici, perfino islamici [45].

 Rabbi Abraham Isaac Kook arriva fino a giustificare il sionismo, il nazionalismo “laico” di origine mazziniana [46]. Isaac Kook è il primo capo askhenazita della comunità ebraica nei territori del Mandato Britannico, è un cabbalista [47], ed un esperto di Torah.

  Rabbi Moshe Shmuel Glaser, anch'egli sostenitore del sionismo politico, che si fonda su quello religioso e  sull'attesa del Maschiach, fonda nel 1929, isieme ad altri Maestri della Legge, il primo partito politico del sionismo internazionale religioso, il Mizrahi.che si basa sulla divisione netta, nelle interpretazione della Torah di Glaser tra Legge Scritta e Orale [48],  il che permette la variazione delle applicazioni della norma della Torah a seconda della situazione personale e politica,  il Sionismo è necessario al Progetto di Dio per il Suo Popolo, che deve ritornare nella Terra che Lui gli ha destinato. Un tratto politico e mistico di straordinario rilievo, nella generazione dei primi sionisti militanti [49].

  Se e quando tutti gli Ebrei si fossero finalmente riuniti nel loro nuovo Stato, per Rabbi Glaser come per gli altri dottori della Legge, il Messia sarebbe certamente arrivato.

   Da questo punto di vista, possiamo affermare, sempre con una certa radicalità, che il nesso tra Sionismo “laico” e Sionismo religioso consiste nel fatto che i laici, ritengono che lo Stato degli Ebrei sia di per sé stesso il Meschiach, un Messia che realizza la Profezia del Regno, mentre per il Sionismo religioso il nesso è, ancora, tra pratica personale della Legge e dimensione politica di essa [50].

   Anche lo stesso nonno di  Theodor Herzl, che segue le discussioni di Rabbi Alkalai [51] nelle varie sinagoghe dell'Impero Austro-Ungarico, viene influenzato da questa connessione, che Alkalai, un sefardita, pone tra Kabbalah e Sionismo Politico.

  E' qui il punto: la realtà dello Stato degli Ebrei diviene conditio sine qua non della realizzazione della Sapienza Invisibile della Torah, che è in correlazione alla condizione diasporica degli Ebrei.

  Alkalai propone, inoltre, che il Sultano accetti di concedere la Palestina ad una Società per Azioni ebraica, che dovrebbe utilizzare il territorio come area indipendente ma tributaria formalmente della Sacra Porta, si tratta di fare presto, il Messia sta arrivando [52].

 Theodor Herzl è fortemente influenzato da questo humus politico-religioso [53].

  La Salvezza è di tutti gli Ebrei, non solo di coloro che studiano con attenzione la Legge, e il messianismo, che si diffonde soprattutto tra gli Ebrei poveri e meno integrati, è l'antefatto religioso del Sionismo militante.

 Theodor Herzl è un ebreo borghese, ungherese di lingua tedesca, che diviene dal 1891 il corrispondente da Parigi per il quotidiano liberale viennese Neue Freie Press,

  L'affare Dreyfus [54] che segue per il suo giornale gli mostra alcune cose: che l'assimilazione degli Ebrei nella borghesia europea è difficile e incerta, quanto quella del proletariato ebraico, che l'antisemitismo è un tratto determinante della modernità post-rivoluzionaria europea (si pensi all'antisemitismo radicale di Prodhon [55] o di Bakunin [56]) che unifica il moderno della Rivoluzione del 1789 [57],  che libera gli Ebrei in quanto elimina le vecchie corporazioni di arti e mestieri [58] con la Legge Le Chapelier,e il non moderno, la reazione dell'Europa dei Principi e dei Re alla Rivoluzione del 1789 che libera gli Ebrei in quanto non riconosce altri culti che non quelli nazionali [59]. Squilibrio tra identità ritrovata e situazione di minoranza, spesso in condizioni in cui anche le altre fedi o ideologie sono passibili di liberare tutto il loro antico potenziale antisemita.

  Il piccolo Freud gioca con i soldatini di Massena (Manasseh) e “tifa” per il semita Annibale contro gli “ariani” Romani [60].

  L'idea di Theodor Herzl è esposta nel suo Judenstaat del 1896 [61]: si tratta di reperire una Terra per gli Ebrei, che per il giornalista austroungarico può essere in Palestina o nell'Uganda, colonia britannica, per evitare l'inevitabile: lo scontro violento tra Ebrei e Gentili sul piano religioso e politico.

  La civiltà europea, da destra come da sinistra (si veda “la Questione Ebraica” di Marx [62] per Herzl non accoglie gli Ebrei, non è pronta a elaborare una civiltà ebraico-cristiana comune che possa fare da  fondamento alla nuova tradizione  post-1789.

  Il problema di Herzl è la questione stessa dell'Europa: incapace di digerire i valori liberali di una parte della rivoluzione-rivolta del 1789 [63] e di assorbire la controrivoluzione delle vecchie classi dirigenti [64] che non hanno capito che con il 1789 non si tratta di un temporale passeggero.

  In tutti e due i casi, l'antisemitismo è dominante: dalla sinistra [65] che legge gli Ebrei come inventori, il che è peraltro storicamente  errato, della banca, dell'”usura”  e del “capitalismo”, e della destra che legge il mondo ebraico come alieno alla tradizione profonda del continente carolingio.

  E che vuole collegato alla Sacra Madre Russia e, oggi, all'Iran sciita postkhomeinista [66].

  Tra i due antisemitismi, si colloca la ricerca polemica ” Kapitalist? Palestin!” con la quale gli SS arrivati a Pisa cercano, e trovano, trucidandoli, Pardo Roques e i suoi collaboratori, sia cristiani che ebrei [67].

  Il problema è che il moderno, l'unbehagen, il “perturbante” [68] si è progressivamente collocato nell'universo dell'antisemitismo.

  E lo “scontro di civiltà” come è stato chiamato, non ha favorito il mondo ebraico, anzi.

  Israele è stato oggi ben disegnato, da una propaganda con scarse contromosse ed efficacissima: lo Stato Ebraico è il “ nemico dei palestinesi”, ha come progetto la distruzione del mondo islamico, vuole espandersi territorialmente, “odia”l'Islam [69].

  Tutte falsità, naturalmente, ma che innestano una rivolta nuova dentro l'antica.

  Così come il sistema strategico mediorientale passa da una polarizzazione geopolitica ad una “religiosa”, dopo che le ideologie sono passate di moda, la questione dell'area rimane quella: Israele autonomo, ma di cui si contesta appunto la forza militare e la libertà strategica, con oggi la UE  che si è “arabizzata” [70] e che  ha paura di operare con sano cinismo nel Medio Oriente e nel Maghreb [71].

  L'azione di democracy building in Libia, per esempio, ha generato una massa di supporto imprevista e stabile per il qaedismo, che pure ha una mouvance diversa da quella degli anni di Osama Bin Laden [72].

  Una strategia di “tempi lunghi” e di radicamento nel territorio, scontando la crisi economica e sociale dei luoghi  alla quale gli occidentali non possono far fronte, privi di risorse come sono [73].

  La vera domanda è quanto saranno disposti i paesi islamici del Golfo, la stessa Turchia, reduce dalla efficace legalizzazione dell'AKP al governo con Erdogan [74] a giocare al ruolo della scissione dentro il nuovo Islam per condizionare EU, USA, Federazione Russa.

  Se lo Stato Ebraico saprà darsi un profilo, anche culturale ed esoterico, tale da inglobare e/o contrastare le tensioni marginali del nuovo Islam politico, allora gran parte della questione geopolitica di Israele, da qui al prossimo futuro, sarà risolta.

   Gli USA di Barack Obama hanno, di fatto, .operato per una legalizzazione del mix tra jihadisti “moderati [75]” e riformisti modernizzatori che ha consegnato la Libia al nuovo jihad radicale (per quanto valgono queste differenziazioni) [76]  e ha risvegliato la tenaglia del “jihad della spada” in Africa, la sua prossima zona di radicalizzazione, tra Libia e Nigeria [77].

  Petrolio da controllare con la geopolitica della violenza  e dell'esclusione dei “bianchi”, possibile collegamento di questo progetto geofinanziario con la linea dell'OPEC [78] di protezione politico-militare del petrolio nigeriano o libico per non portarlo tutto e subito sul mercato globale, creando crisi al ribasso sui prezzi al barile.

  Sul piano geoculturale ed esoterico, che è l'essenza della strategia a medio-lungo termine, lo Stato Ebraico può ricucire la sua frattura interna tra “religiosi” e “laici”, che passa attraverso una diversa lettura dello scontro di civiltà Islam-Occidente presente sia nel campo del radicalismo neoreligioso, che di quello laicista di tipo occidentale, ripetendo il miracolo di Ben Gurion.

 Una strategia, anche militare, fondata su due poli: a) l'amicizia con tutti i paesi maggiori, senza limitazioni “occidentaliste”, e non  a caso il primo Israele accetta di farsi armare da Cecoslovacchia e, in parte, dall'URSS staliniana,  b) il collegamento tra sionismo laico e il suo fondamento esoterico e cabbalistico,il ritorno del Popolo Eletto in Palestina come inizio della Realizzazione della Legge e conditio sine qua non per l'arrivo del Maschiach [79].

  Il paradigma di Herzl è sempre quello: non importa se si costruisce lo Stato Ebraico in Uganda [80] o nella parte destinata agli Ebrei dei Territori della Partizione [81], che peraltro Churchill ulteriormente riduce per il Jewish National Home [82] lo Stato degli Ebrei rende possibile l'autonomia culturale e religiosa dell'Ebraismo moderno, gli impone una svolta di rinnovamento, fuori dalle tensioni antisemite che lo bloccano in Europa, e impone inoltre l'azione esoterica del Messia, che può essere anche l'intero Stato Ebraico, o un Uomo Predestinato, secondo la Tradizione.

Ovvero, il Sionismo è un nucleo esoterico di “attesa” e  una superficie nazionalista-illuminista-progressista.

  In entrambi i casi, il Popolo Ebraico e il Suo Stato sono una cosa sola, poiché una cosa sola è la Bibbia e la lunga fila dei commenti ad essa dal VI secolo d.C. fino al Rinascimento, che è peraltro, in gran parte, un dono che l'Ebraismo esoterico fa alla civiltà europea [83].

  La scelta di operare perla fondazione  dello Stato Ebraico nell'area “jewish” della Partizione è sia strategica che geoculturale.

  Ben Gurion massimizza gli effetti della guerra fredda che già si staglia all'orizzonte, opera per una assoluta autonomia strategica di Israele, che anche oggi è sommamente necessaria, “copre” ad Ovest uno Stato Cuscinetto dei britannici, la Giordania, che gioca con sottile ed efficace cinismo contro gli altri paesi arabo-islamici  che iniziano subito la guerra contro il neoproclamato Stato, si pone come guardia dello Stretto di Suez, e opera fin dall'inizio con una sua politica africana, nel Maghreb e nell'area del Corno d'Africa [84].

  Chiudere il nemico vicino con il nemico lontano, dividere, con una strategia da Orazi e Curiazi, il fronte arabo che, fin dal 1949, pensa di “cancellare in un sol colpo” l'Entità Sionista,costringere l'occidente a seguire il proprio gioco, mentre il  XX Congresso del PCUS del 1956 manda al macero i Partiti Comunisti del Terzo Mondo a favore delle “borghesie nazionali” [85].

  Una prospettiva “biblica” della strategia israeliana, sulla linea di Ben Gurion e dei suoi immediati successori, che vede lo Stato Ebraico come essenziale per tutta l'umanità, perfino per quella che per ora lo combatte [86].

  L'affermazione di Ben Gurion che “occorre espellere gli arabi palestinesi e prendere il loro posto [87]”  ha un rilievo geopolitico e uno religioso: Israele deve essere sufficientemente grande per poter generare il Maschiach, e stabilirne gli effetti pacificatori nel mondo, per poter poi caratterizzare culturalmente l'area e influenzare anche il mondo arabo moderato, infine per fare buon peso dimensionale  rispetto ai Paesi Occidentali più o meno “amici”.

  Come si vede, fin dall'inizio, la connessione tra esoterismo politico e strategia è al centro della costruzione dello Stato Ebraico.

  Il Messia degli Ebrei ha un ruolo ben diverso dall'Imam Finale islamico [88]: la finis mundi arriva, nella teologia sciita e sunnita dell'Islam, per rendere libero Allah nel costruire un altro mondo, e selezionare coloro che risorgeranno  da quelli che sono destinati al Fuoco Eterno [89].

  La legge Coranica si è “chiusa” dopo, appunto, la chiusura delle Porte dell'Interpretazione [90]  che riguarda la gestione del testo coranico e degli hadith di Muhammad  e l'analisi dei versetti coranici e dei detti del Profeta e da quel momento riguarda, salvo rari casi, la lettura adattativa del Testo, non quella mistica che, non a caso, riguarda sezioni marginali (anche politicamente) del mondo islamico [91].

   Il Messia Ebraico non arriva certo  per permettere ad Allah di realizzare la minaccia-promessa della Sura al Fathir [92] al versetto 16, “Se Vuole, può distruggervi tutti e manifestare una nuova Creazione.

  Il Maschiach lo ricordiamo, arriva per pacificare il mondo, non per farlo cessare cosa che non gli è possibile, e per far cessare anche la povertà e la miseria tra tutti gli Ebrei e, poi, tra i Gentili [93].

  Vi è qui una tendenza “socialista” dell'esoterismo ebraico che ben si rappresenta in certi filoni laburisti  dell'immigrazione giudaica verso i Territori di Israele, anche prima della Dichiarazione di Indipendenza [94].

  Rinnovamento popolare e trasformazione religiosa, spirito comunitario in attesa dell'arrivo del Messia [95]. Tutti elementi che separano, anche nel mascheramento “laico” e addirittura “materialista”, la specificità del socialismo ebraico, che è sionista e fuori dal Sionismo non è pensabile [96].

  Il Messia degli Ebrei [97] viene scelto dal Signore per introdurre una nuova epoca di pace, felicità, prosperità tra tutti gli uomini, non tra i soli israeliti, che saranno comunque i primi a vederlo e a darlo al mondo.

   Nel Regno di Dio, Malikhut Shaddai, tutte le ferite saranno rimarginate e il mondo, ma questo mondo, sarà straordinario [98].

  Per l'Ebraismo ortodosso, si tratta, per il Maschiach,  di costruire il Terzo Tempio  e di  ricostruire il Governo della Comunità universale.

  L'Attesa della Realizzazione della Legge fa il Resto, in un contesto di interpretazione letteralista anche se spesso creativa sul piano dei riferimenti storici [99].

  Nel Sanhedrin [100], è scritto che il Messia arriverà quando i nemici saranno come una “fiumana” e tenteranno di sommergere Israele.

  Ma qui non si tratta di Finis Mundi, anzi di continuità estrema, e di perfezionamento del Mondo Reale, amato follemente dall'Ebraismo sia nei suoi aspetti materiali che in quelli spirituali.

 Viene in mente proprio  una predica di Escrivà De Balaguer, “amare follemente il mondo” [101].

  Il Messia finale dell'Islam porta alla fine, invece, il Mondo Reale e quello degli Uomini, e crea le condizioni per il Giudizio Finale che, nella tradizione coranica, è particolarmente rilevante [102].

  Egli sarà di alta statura,  avrà la  pelle chiara, rassomiglierà nel viso al Profeta Muhammad, il nome del padre sarà Abdullah,  quello della madre Amina, la sua età al momento della rivelazione sarà di quaranta anni, quanti quelli del Profeta al momento il cui venne riconosciuto come tale,  e riceverà direttamente la conoscenza da Allah [103].

  Nella tradizione ebraica, il Messia realizza il mondo, in quella islamica lo perde per poi ricostruirlo perfetto. Ma solo con l'aiuto di Allah.

  Se, da parte dell'universo esoterico islamico, la crisi finale deve accadere per rivelare il Dodicesimo e Ultimo Imam [104] che è nel suo “nascondimento” (ghayba) è entrato nel 873 d.C., nella sua piccola fase di occultamento mentre è dalla morte di Al Samarri [105]

 si è entrati nel momento del Lungo Occultamento,  che dura da quel momento fino ad oggi e soprattutto consente a chi parli a nome del Mahdi di essere creduto, sia pure per breve tempo e per fini determinati [106].

  E' il meccanismo che si è instaurato con il khomeninismo  che è, in effetti, rinchiuso tutto nella formula della “tutela del giurisperito”.

   Se qualcuno parla a nome dell'Ultimo Imam e invoca la Sua Protezione, allora si innesca, come vediamo oggi in Iran, lo Stato Politico  dell'Escatologia Finale, la cui sola ratio è la creazione delle condizioni storiche e militari per generare la Venuta del dodicesimo Imam.

 Gli hadith profetici per giustificare lo sciismo sono particolarmente interessanti, per chi si occupi di studi esoterici.

  Il primo “hadith” politico sull'Avvento  è lo  yawm al dar,  di fase meccana, in cui Muhammad  cerca tra la folla i propri parenti, il che è un serio precedente giuridico per l'Islam [107]

 Vi è poi l'hadith “rayat” sul vessillo (appunto, rayat)  pronunciato  da Muhammad nella battaglia vittoriosa di Khaybar [108], ancora oggi un mito jijadista [109].

  Nell'hadith “marzalat” si paragona il rapporto tra il Profeta e Alì con quello tra Mosè e Aronne [110], poi abbiamo a che fare con l'hadith  ghadir,  nel “pellegrinaggio dell'addio” dopo il Nono  Anno dell'Egira lunare, nei pressi dello stagno (“ghadir”) di  Khumm, appena fuori dalla Mecca, dove il Profeta, secondo gli sciiti, investe della propria eredità di maestro-combattente Alì ibn Talib [111], infine l'hadith thaqalayn, pronunciato da Maometto negli ultimi  giorni di vita [112] 

 Un hadith dei due “pesi” che contano, la famiglia del Profeta e  il Libro della sua profezia [113].

 Insomma, per la tradizione sia sciita che sunnita il Messia, viene per contrastare l'Anticristo e convertire il mondo, dopo un conflitto  radicale e finale [114].

  In altri termini, l'Imam Ultimo non viene per proteggere il mondo ma per collaborare con Allah alla sua totale ricostruzione dopo averlo distrutto [115].

   E' il contrario  del kathecon, il Messia Finale islamico, quel kathecon che protegge,  che “trattiene” dalla Seconda Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi,  i fedeli e il mondo dall'assalto dell'Anticristo, ma che comunque non durerà fino al giorno del Signore [116].

  La questione, sulla base delle scelte geopolitiche attuali,  è ben più  elastica per la dirigenza di Teheran, soprattutto in rapporto a quella che loro chiamano “L'Entità Sionista”.

 Tra il Popolo Eletto nascerà, biblicamente, il Maschiach, l'Unto,  e nessuno sa, prima che egli si riveli, .chi Egli sia.

 Quindi, la teologia sciita di oggi appare da vicino come quella della “strage degli innocenti”  e va letta in una nuova luce, come peraltro fanno gli stessi Imam di Teheran: come una operazione iniziatica  per evitare che arrivi il kathecon, ebraico, “colui che trattiene”  si ponga  al Mondo visibile [117].

 Ed è questo un tratto molto affine con quello del nazismo “magico” e occultista, che vive il mondo sapienziale ebraico e i tentativi di costruzione del Sionismo, di uno Stato degli Ebrei, come la sfida finale tra due “razze dominatrici” [118].

  La battaglia finale tra Iran e Israele è sempre e solo rimandata, e riguarda però sia la sapienza religiosa che le testate missilistiche [119].

  La questione è propriamente gnostica: se è davvero conoscibile Dio, e il Suo Volere, o si “trattiene” l'arrivo dell'Anticristo oppure lo si facilita, poiché  è quella la “linea della storia” [120].: occorre che tutto accada perché tutto, poi, passando dalla porta stretta paolina, si realizzi, lasciando sul campo il mondo vecchio e creando, dopo la distruzione dell'universo attuale, la possibilità per Dio di ricrearne un altro migliore.

 Chiamare Dio, obbligarlo ad agire, perchè chiuda questa fase cosmico-storica  (e qui si comprende l'ossessione antiebraica dell'Islam sciita, che sa bene quanto ci sia di sapienziale e cabbalistico nella fondazione di Israele [121]).

 


 

 

 [1]    v. Josemaria Escrivà de Balaguer, E' Gesù che passa, Milano, Ares, 2009

 [2]    Giuseppe Marco Salvati, Teologia Trinitaria della Croce, Milano, Elle Di Ci, 1987

 [3]    Battista Mondin, La Chiesa sacramento d'amore, trattato di ecclesiologia, Bologna,. Edizioni Studio Domenicano,  1993

 [4]    v. Surat Al Fathir, v. 16, al liunk http://quran.com/35 

 [5]    v. Janet R. Brachman, Global Jihadism, Theory and practice, London, Routledge, 2009

 [6]    v. N. J. Coulson, A History of Islamic Law, Edimburgh University Press, 1964 reprint  2011 by Transaction Press

 [7]    v. Hans Daiber, Islamic Philosophy and Theology, Leiden, Brill, 1994

 [8]    v. Jean Marie De Rossignol, Der Maschiach, Selbst-Offenbarung des Herr, JHWH Marseille, Foquè, 2009

 [9]    Geremia 23-5

 [10]  Isaia, 11 2-5

 [11]  Geremia 33, 15

 [12]  Gershom Scholem, Sabbatai Zevi, The Mystical Messiah, 1626- 1676 Princeton, Princeton University Press, 1976

 [13]  Ezechiele 38.16

 [14]  Isaia, 11, 11.12  Geremia 23-8, Osea  3-4, 5

 [15]  Isaia, 2-2,4

 [16]  Geremia 33-15

 [17]  Isaia 2-4

 [18]  Isaia 11- 11, 12  Osea 3, 4-5

 [19]  Zefania 3, 13  v. anche http://books.google.it/books?id

 [20]  Judah Nadich Rabbi Akiba and its Contemporaries, Lanham, Jason Aronson, 1998

 [21]  v. Corrado Martone, Il Giudaismo Antico, 538 a.e.v.  70  e.v. Roma, Carocci, 2008

 [22]  Armando Levoratti, Nuovo Commentario Biblico, I Vangeli, Roma, Borla Città Nuova 2005

 [23]  v. per un riassunto utilissimo Giorgio Israel, La Kabbalah, Bologna, Il Mulino, 2005

 [24]  Isaia 40, 10b

 [25]  Isaia 49, 13b

 [26]  Salmi, 80: 15b

 [27]  Isaia 9, 6b

 [28]  Daniele 5, 5a

 [29]  Giobbe, 12, 9

 [30]  Isaia 7: 14

 [31]  Geremia 23: 5b

 [32]  Gen. 18: 1

 [33]  Salmi 110: 1a

 [34]  Isaia 9: 6 b

 [35]  Isaia 8:14b

 [36]  Micah 5:2b

 [37]  Gen.  3:15b

 [38]  Dan. 7:13a

 [39]  Isaqia 9:6b

 [40]  Isaia 2:3c

 [41]  v. la serie di domande e risposte al link http://www.kabbalaonline.org 

 [42]  v. Richard C. Lux, The Jewish People, the Holy Land and the State of Israel, a catholic view, New Jersey, Paulist Press, 2010

 [43]  Michael Adi Nachman, The King is Here, Bloomington, eUniverse, 2012

 [44]  v. la versione on line, in Ebraico, del Trattato di Kalisher su  Derishat Zion,  http://hebrewbooks.org/38529

 [46]  Luigi Compagna, Theodor Herzl, il Mazzini di Israele, Soveria Mannelli, Rubbbettino, 2010

 [47]  Zvi Yaron, The Philosophy of Rabbi Kook, Eliner Library, 1992  v. http://www.eliner.co.il/ 

 [48]  v. la pagina dedicata a Rabbi Glaser al link http://www.math.psu.edu/glasner/Dor4/ 

 [53]  Jacqueline Rose, The Question of Zion, Princeton, Princeton University Press, 2005

 [54]  v. Leslie Derfler, The Dreyfus Affair, Westport, Greenwood Press, 2002

 [55]  v. http://metadave.wordpress.com/2008/07/03/pj-proudhons-reflexions-on-the-jews/ per la teoria dello sterminio degli Ebrei da parte del socialista Proudhon

 [56]  v. http://www.topix.com/forum/world/poland/TRI772N8JAIUT7DUP  per il pensatore anarchico russo, gli Ebrei SONO il capitalismo e Marx è l'altra faccia di Rothschild”  e gli anarchici populisti russi sono freddi nei confronti dei pogrom nel loro paese, v. John Doyle Klier, Russians, Jews and the Pogroms of 1881-1882 Camridge, Camrbidge University Press, 2011

 [57]  v. AA. VV. (ed. Gail Schwab and John Neannerey) The French Revolution fo 1789 and its impact, Westport, Greenwood Pubs,,  1995

 [58]  v. Maria Grazia Meriggi, L'invenzione della Classe Operaia, Milano, Franco Angeli, 2002

 [59]  v. Arno Mayer, Il potere dell'Ancien Régime fino alla Prima guerra mondiale, Bari, Laterza, 1999 Per Meyer l'Antico Regime cessa di esistere solo con la fine del primo conflitto mondiale.

 [60]  Sigmund Freud, Intanto Rimaniamo Uniti, lettere ai figli, Milano, Archinto 2013

 [61]  v. il esto on line di Herzl al link http://www.gutenberg.org/ebooks/28865 

 [62]  V il testo del fondatore del “socialismo scientifico” al link http://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1844/2/questione-ebraica.pdf 

 [63]  v. articolo di G.E. Valori su HIRAM, al link http://www.grandeoriente.it/images/Goi/Riviste/hiram/2012/01-2012.pdf 

 [64]  v. Jacques Godechot, La Controrivoluzione,  Milano, Mursia  1988

 [65]  v. oggi, in Italia, il “pezzo” di Pagani al link http://www.linkiesta.it/antisemitismo-sinistra

 [66]  Mathias Kuentzel, Unholy hatreds. Holocaust denial and antiisemitism in Iran, Jerusalem, Vidal Sassoon  International Center for the Study of Antisemitism, 2007

 [67]  v. Carla Forti Il Caso Pardo Roques, Torino, Einaudi, 1998  Il soffitto della casa di Pardo Roques  è pieno di simboli  esoterici e cabbalistici 

 [68]  v. sopratutto Aldo Carotenuto, Freud, il Perturbante, Milano, Bompiani 2002

 [69]  John Gray, Al Qaeda e il Significato della modernità, Roma, Fazi Editore, 2004

 [70]  Geminello Alvi La Confederazione Italiana, diario di vita tripartita, Venezia, Marsilio 2013

 [71]  Anoushiravari  Ehteshami, Globalization and Geopolitics in the Middle East, old games, new rules, London, Routledge, 2007

 [73]  Abdel Bari Atwan, The Secret History of al Qaeda, Berkeley, University of California Press, 2008

 [74]  Anda Can Kombarancibasi Turkish Politics and the Rise of AKP, dilemmas of institutionalization  and leadership strategy, Lomdon, Taylor & Francis,  2009

 [75]  v. Zaki Laidi, Limited Achievements, Obama's Foreign Policy, London, Palgrave Macmillan 2012

 [78]  D'altra parte, la Nigeria è in crisi e deve importare prodotti petroliferi a causa dell'invecchiamento delle proprie infrastrutture, che nessuno ha voglia o può, grazia ai “Boko Aram”, rifinanziare. v. http://www.stockhouse.com

 [79]  v. Ben Gurion, “la Bibbia è il nostro mandato”, al link http://mailstar.net/bengur-recollections.html 

 [81]  v. Itzhak Galnoor, The Partition of the Palestine, decision crossroads in the Zionist movement, Albany, State University of New York,  1995

 [82]  v. Michael J. Cohen, Churchill and the Jews, Oxford, Frank Cass,  2003 II ed.

 [83]  v. David Rudeman, Cultural Intermediaries, Jewish Intellectuals in Early modern Italy, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2004

 [84]  v. Zaki Shalom,  David Ben Gurion, the State of Israel, and the Arab World, 1949-1956, Brighton, Sussex Academic Press, 2002

 [85]  v. Benny Morris, 1948, a History of the first Arab-Israeli War, New York, Yale University Press, 2008 Per il XX congresso del PCUS, v. AA.VV. Il Ventesimo Congresso del PCUS, atti del convegno internazionale patrocinato dalla Regione Toscana e dalla Lega Nazionale Cooperative e Mutue, Milano, Franco Angeli, 1988 e per le “borghesie nazionali” v, inoltre http://www.academia.edu

 [86]  Shabtai Tevet, Ben Gurion and the Palestinian Arabs, from Peace to War, Oxford, Oxford University Press, 1985

 [87]  v. http://mondoweiss.net  che cita una lettera del 1937 del fondatore dello Stato Ebraico.

 [88]  Jassim Hussein, The Occultation of the Twelfth Imam, a historical background,  London, The Muhammadi Trust,  1982

 [89]  v. Fauzan Saleh,  Islamic theological discourse in twentieth century Indonesia, Leiden, Brill, 2001

 [90]  David Ayalon, Studies in Islamic History and Civilization, Cana ltd, Jerusalem, 1986

 [91]  v. F. Meier, Essays on Islamic Piety and Mysticism, il testo tradotto della setta dei sufi Dervisci Rotanti, Leiden, Brill 2001

 [92]  v. ancora al link http://quran.com/35 

 [94]  Leila Farsakh, Palestinian Labour Migration to Israel, labour, land and occupation, London, Routledge, 2005

 [96]  v. S. Levenberg, The Jews and Palestine, a study in Labour Zionsm  Bloomington, Hyperion Press, Indiana University Press, 1976

 [104]  v. Ashk P. Dahlen, Islamic Law, Epistemology and Modernity, in Contemporary Iran, London, Routledge, 2003

 [106]  v. per le citazioni specifiche v. il Kitab al-Kafi v. http://www.al-islam.org/al-tawhid/kafi/1.htm 

 [108]  Sulla teologia della battaglia contro gli Ebrei dell'osasi di Khaybar, v. http://www.ummah.com 

 [109] Sul significato della bandiera nera nella semantica islamica, v. http://www.makingsenseofjihad.com 

 [110] v. l'interessante risposta sunnita alla questione nel blog http://ummahislamic.blogspot.it

 [114] v., sull'esoterismo dell'Imam finale, sia nella tradizione sciita che sunnita il testo al link http://books.google.it/booksid

 [115]        v. Ibrahim Amini,  Al Imam al Mahdi,  the just leader,  Sandord,  Southgate Publishers, 1998

 [116]        V. il testo della lettera dell'apostolo Paolo al link http://www.gliscritti.it 

v. anche M. Cacciari, Il potere che frena, Milano, Adelphi, 2013

 [117]        v. Geza Vermes, The Nativity, History and Legend, London, Penguin 2006

 [118]        v. Monica del Maso, Pensare Dio dopo Auschwitz, Roma, EMP,  2007

 [119]        v. AA. VV.  (Sander Gilman and  Steven Katz) Anti-Semitism in t times of crisis,  Albany, New York State 1993  University,

 [120]        Maurice Ruben-Hayun, L'Ebraismo, Storia e Identità, Milano, Jaca Book, 2010

 [121]        v. Joel C. Rosenberg,  The Tehran initiative, Carole Stream,  Tyndale, 2011

 

 

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