"Rosas das rosas"

Cantigas spagnolo secolo XII

Dal 1905 al 1972

 

Per rispondere a questi attacchi sui vari fronti e per «sfatare le accuse scempie e ingiurie volgari mossele (al GOI ndr) da certa stampa che inventa raccoglie, riproduce e illustra contro l’ordine nostro» nel 1905 la rivista cambiava veste e titolo, diventando la Rivista Massonica per essere, come scrisse Ulisse Bacci «anche diffusa nel mondo profano... Così la Rivista Massonica, potendo correre nelle mani di tutti, sarà in grado di spiegare e chiarire i principi e gli intendimenti della nostra Istituzione, concorrendo a difenderla vigorosamente dagli attacchi di ogni genere che da più parti le si muovono con insolita temerità».

Rinnovata nei caratteri e stampata a tutta pagina, aumentò le pagine per fascicolo continuando a dividere il contenuto in due parti: ufficiale e non ufficiale. La prima comprendeva gli Atti, informazioni sull’Istituzione e notizie sulle comunioni estere; la seconda articoli divulgativi di carattere storico, letterario, scientifico e discorsi e conferenze pronunciati in ambiti massonici o profani
La linea editoriale della rivista rimase immutata fino al 1926, anno della sua forzata chiusura, e in questa strategia di «trasparenza» e difesa dell’Istituzione venne affiancata in periodi successivi dalla rivista del Rito simbolico L’Acacia (1908-1917) e da quella del Rito Scozzese Antico e Accettato Lux (1923-1925).

Anche se espressioni di Riti queste riviste possono essere considerate a tutti gli effetti riviste del GO d’I in virtù del sistema organizzativo teoricamente abrogato nel 1922 dal Gran Maestro Domizio Torrigiani che decretò la separazione tra Ordine e Riti ma di fatto in vigore fino alla messa al bando della massoneria nel 1925.

Le due riviste svolsero un ruolo molto importante in due momenti molto difficili per il GOI: l’Acacia nella crisi massonica del 1908 (determinatasi con la scissione del RSAA e la nascita della Gran Loggia di Saverio Fera) e negli anni precedenti la Prima guerra mondiale, con lo sforzo di respingere gli attacchi virulenti del Partito nazionalista da una parte e dei massimalisti socialisti, capeggiati da Benito Mussolini, dall’altra. La rivista L’Acacia rientrava a pieno titolo nel tipo di riviste culturali, descritte in precedenza, in quanto tutte le notizie interne riguardanti il Rito Simbolico venivano delegate al Bollettino del Rito Simbolico Italiano, che seppure spedito insieme alla rivista godeva di una sua fisionomia redazionale e tipografica.

La rivista Lux nacque in un periodo particolarmente tumultuoso della storia, non solo massonica, italiana, contribuendo al non facile lavoro di chiarezza e difesa delle tradizioni democratiche della massoneria, dopo la sbandata pro-fascista del primo dopoguerra, trovando calorosi consensi non solo nel Rito Scozzese (del quale essendo il bollettino pubblicava gli atti del Supremo Consiglio nella consolidata tradizione della forma di «bollettino-rivista») ma da parte di tutti i massoni del GOI.
Il primo novembre 1926 in applicazione delle leggi fasciste restrittive sulla libertà di stampa, il prefetto di Roma, con una sua ordinanza, imponeva la sospensione della stampa massonica. La Rivista massonica cessò le pubblicazioni con il numero 7 del mese di settembre 1926, dopo 56 anni di pubblicazione ininterrotta!

La dittatura fascista interruppe per vent’anni la catena iniziatica libero-muratoria in Italia e alla ripresa dei lavori apparve subito chiaro che il forzato «sonno» aveva avuto effetti disastrosi. Il periodo che va dal 1945 al 1960 vide da una parte il difficile rapporto tra coloro che avevano vissuto la massoneria prima del 1925 ed erano legati ai vecchi modelli culturali e le nuove generazioni, alla ricerca di una nuova identità, in concomitanza con la drastica riduzione del tradizionale spazio laico proprio della Massoneria e in presenza del periodo più integralistico di matrice clericale mai avuto in Italia.

Malgrado questo clima di sofferenza interna e difficoltà esterne nel 1947 iniziò la pubblicazione della rivista L’Acacia massonica, nata sotto la Gran Maestranza di Guido Laj e continuata sotto quella di Ugo Lenzi. Diretta da Giovanni Mori - vero artefice, anche finanziario, dell’iniziativa - la nuova rivista del GOI seguiva la linea della Rivista Massonica con articoli di tematiche liberomuratorie, notizie del GOI e argomenti di attualità ripartiti in quattro rubriche fisse: Sulla pietra grezza; Cronache dalla Comunione italiana; Libreria, recensioni; Colonna funebre. Con la morte di Mori nel 1952 L’Acacia cessava la pubblicazione mentre nel gennaio 1951 appariva il Bollettino del Grande Oriente d’Italia, rivista che  uscirà negli anni 19515px2 (con cadenza mensile),  contenente principalmente gli Atti ufficiali del Grande Oriente, un notiziario e una rubrica dedicata alla corrispondenza dove trovano spazio argomenti di attualità.

Un anno esatto dopo la cessazione della rivista L’Acacia il testimone venne ripreso dalla rivista Lumen, che dal n. 2 assumerà il titolo di Lumen Vitae. Molto simile alla precedente consorella come contenuti, Lumen Vitae aveva diffusione solo all’interno del GOI e apparve durante le Gran Maestranze di Publio Cortini, Giorgio Tron e Umberto Cipollone.

Tra il 1959 e il 1966 si ebbe l’unico periodo (a parte il periodo 1925-1947 per gli ovvi motivi) di assenza di una pubblicazione a livello nazionale del GOI. A questa situazione anomala per l’Obbedienza italiana pose rimedio il Gran Maestro Giordano Gamberini che nel 1966 diede vita alla Rivista Massonica (preceduta da due numeri sperimentali denominati Ordine Massonico) della quale assunse la direzione. Significativamente la nuova testata si collegava alla Rivista Massonica del 1905 portando sul primo numero la dicitura vol. LVII-I della nuova serie.
La rivista, pur con una veste editoriale dimessa, si differenziava dalle precedenti esperienze del secondo dopoguerra per l’alto contenuto degli articoli e della varietà dei temi trattati; inoltre la rivista veniva venduta sia in edicola che in libreria, contribuendo in parte ad arginare il clima di sospetto e di ostilità imperante nella società italiana
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Indice

Introduzione Periodo dal 1862 al 1904 Periodo dal 1905 al 1972

Periodo dal 1973 al 2003