Diritto alla Felicità

 

Per molti uomini è un'esperienza rara e temporanea. Per i più un traguardo sfuggente e illusorio. Per tutti un metro per giudicare la qualità dell'esistenza, l'importanza dei sogni e dei desideri, l'atteggiamento dell'uomo verso il mondo e il suo vivervi.

Beatitudine terrena, o celeste, per gli antichi. Legata al piacere, dall'Umanesimo in poi. Diritto della persona, con l'età moderna. La felicità, dunque. Un tema sempre vivo e attuale. Ha ossessionato il pensiero occidentale, oscillante tra la banalità di considerazioni come "La felicità non è di questo mondo", e la saggezza epicurea della ricerca del "paradiso in terra".

E nel tempo la felicità è stata Fortuna, Ricchezza, Armonia, Attimo fuggente, Misura del Tempo. Gli attimi non rendono felici, ma felice può essere un'esistenza, una vita, in cui si riesce a coglierne ogni momento, come eccezione.

Ma abbiamo il diritto ad essere felici? Gli ultimi eventi nel mondo ci dimostrano come la felicità sia fragile e vulnerabile, legata, talora, a situazioni casuali e od a un concorso di circostanze. Ma la o felicita è anche la capacità di cercare un modo, per vivere insieme, nella tolleranza e nella pace conquistando una posizione di primo piano nell'età moderna. L'idea di felicità comincia a degradarsi in una concezione sempre più utilitaristica, diventando così quasi sinonimo di benessere. E si comincia, dunque, a dire che bisogna piuttosto, perseguire una condizione d'utilità che sia la meno dolorosa possibile. Un programma di riduzione del dolore più che un programma di massificazione del piacere.

E un altro limite che porta ad un'involuzione della nostra società è l'espansione illimitata dell'individualismo. Tanto le Filosofie del passato quanto quelle del presente hanno sempre rilevato che l'individualità umana si situa in un rapporto duplice, con se stessa e con gli altri esseri umani. Ecco allora che, in qualche modo, la felicità resta inscindibile dalla vita di relazione.

La nostra civiltà ha, invece, imboccato una strada diversa, quella dell'individualismo sempre più spinto. E l'uomo contemporaneo è infelice perché non trae felicità dal sistema delle relazioni. Non è solo colpa sua: è il suo orizzonte che si è ridotto.

Ecco spiegato perché la Libera Muratoria dedichi a questo tema la Gran Loggia 2003 chiamando a confrontarsi sul tema della felicità, Fratelli e Profani. Uniti, tutti, nel desiderio di capire, approfondire, riflettere non tanto e non solo se essa esista, ma quanto, piuttosto, che cosa realmente, oggi, essa rappresenti per l'Umanità nel suo complesso e per l'Uomo in particolare. Per capire se la felicità dell'Uomo sia anche la e felicità dei Popoli e dell'Umanità.