Crediti: "Rivista Massonica" vol  LXIX XIII maggio 1978 - Società Editrice Erasmo. 

Nella L. Reale Augusta di Treviso, il II giorno del III Mese dell'A.d.V.L. 5807 dovendosi iniziare il profano Giuseppe Cappelletto ed essendo assente l'Oratore Fr. G. A. Brocchi, il II° Sorvegliante Fr. Francesco Bonaldi fu incaricato di assumerne il seggio.

Il Fr. Bonaldi soddisfece al compito in grado tale che, dopo un triplice Osea, fu deliberato alla unanimità doversi dare alle stampe l'allocuzione.

 

 

"Caelum non animum"

Carmina Burana secolo XIII

 

 

 

Il discorso all'Apprendista - 1807 -

 

Sì! questo è il Tempio della verità, l'asilo della Filantropia, il sacrario della Virtù: questa è la Scuola dei doveri, dei diritti, dei legami, delle obbligazioni umane: da quivi il soccorso de' miseri, il supplizio de’ colpevoli, l'esaltamento de' giusti: qui pende, s'annoda, s'eternizza l'inneffabile catena dell’ordine eterno dell'armonia del creato: qui si libra si frena si corregge l'impeto signoreggiante delle passioni, la repugnante forza de' vizi, il nuvoloso stormo degli errori: questo è il centro intermedio proporzionale fra il grande e il meschino, il ricco ed il povero, il forte ed il debole, il principe ed il suddito, tra uomo e uomo, nazione e nazione, culto e culto, governo e governo: qui sorge il più augusto il più sublime Istituto dell'Universo, questa è la Società de' liberi Muratori. Neofito! Respira, o contempla attento il nuovo ordin di cose che ti circonda. Appena le tenebre dell'ignoranza si sono dissipate dinanzi a te, che la luce infinita viene ad illuminarti del sacro raggio. Il tuo coraggio, e la tua fermezza scossero il gioco de' profani. Perdine la rimembranza fra la pura gioja che qui si diffonde, e siedi tranquillo nel mezzo a' tuoi Fratelli.

Sì! la gioja figlia della pace conforta il tuo cuore dacché, avvinto al nostro Ordine coll'irrefragabile vincolo di libero giuramento, hai varcato le porte del Tempio che si chiusero per sempre dietro i tuoi passi. Innalza su quelle porte il tuo sguardo. Silenzio, e Pace t'additano in mistica leggenda il tuo primo dovere, il tuo primo bene. Silenzio colle passioni, pace col cuore. Silenzio coll’orgoglio fastoso, e la pace del cuore ti terrà luogo di grandezza; silenzio coll'avidità smodata, e la pace del cuore ti terrà luogo di ricchezza; silenzio coll'ira scorretta, e la pace del cuore ne accheterà le tempeste; silenzio coll'incontinenza voluttuosa, e la pace del cuore t'infonderà soave interminabil diletto; silenzio colla curiosità prepotente, e la pace del cuore ti terrà luogo di scienza; silenzio colla strisciante superstizione, e la pace del cuore ti condurrà a Dio; silenzio con tutti i mostri vaganti nell'Orbita profana, e la pace del cuore ti renderà caro a te stesso, alla tua Famiglia, alla Patria, alla Società, allo Stato, caro ed utile à tuoi Fratelli, caro e grato al grande Architetto dell'Universo.

Spira il Grande Architetto da quel Delta Divino che la voce della natura per bocca del Venerabile ti ha chiamato poco fa a riconoscere. Ma che? Tu cerchi forse altri Emblemi e figure che ne rappresentino l'immagine, cerchi tu segni materiali ed estrinseci che l'esistenza, e la grandezza ti palesino del tuo Creatore? Ecco l'avvivatore del giorno, la reggitrice della notte: fuori di questi null'altro di visibile ti colpisca. Qui s'adora l'Ente Supremo, e non chi s'attenta rappresentarlo; qui non il manto s'adora, ma chi di manto non può né deve celarsi. Altri Emblemi ti si appresentano figurati nell'antichità de' tempi quai mezzi d'Architettura per la misteriosa creazione del nostro Tempio. Qui il Compasso, la Squadra, la Pietra greggia, il Pavimento Mosaico, la Linea, la Cazzuola, l'Appiombo, il Libro sacro, il Martello: e simboleggia il compasso l'incorruttibil giustizia, e t'accenna la squadra l'infallibil cammino, e t'insegna la pietra greggia il dirozzamento del cuore, e vedi nel pavimento mosaico l'unione meravigliosa di parti discordanti ed eterogenee, e nella linea la rettitudine, e nella cazzuola la lisciatura, e l'eguaglianza nel livello, e l'equità nell'appiombo, nel sacro libro il deposito de' tuoi doveri, nel triplice colpo del martello il principio purificato della fisica, della morale, dell'intellettuale: della fisica e la conservazion di te stesso; della morale e il perfezionamento dell'anima; dell'intellettuale e l'illustrazione della mente: tutto infin ti convince che sotto mistiche forme qui l'esercizio si prepara, si rassoda, si perpetua della vera morale.

Nell'immortale travaglio, stuolo immenso di Fratelli da più remota epoca ti ha percorso, ed il gemino Emisfero da' primi Secoli della vera luce risuona del martellar delle nostre Officine. Tutti gli uomini saggi, onesti, ed intrepidi hanno battuto, e battono di continuo alle porte del Tempio perché si aprano ai loro voti. Tolta l'ineguaglianza delle condizioni profane, tutti, e tutto dirigendo ad unico fine la nostra Società, muove pacificamente; e securamente alla meta de' suoi augusti lavori.

Entra qui il Principe cui tutto serve ma per deporre lo Scettro; entra il Magistrato severo ma per deporre il fulmine della Legge; entra il Guerriero indomito ma per deporre la Spada sanguinosa; entra l'indagatore Filosofo ma per servire alla vera sapienza; entra lo splendido Cortigiano ma per deporre il fulgore dell'auliche Sale; entra il Sacerdote d'ogni Culto ma per conoscere un solo Dio; entra il Cittadino d'ogni Nazione ma per formare una sola Famiglia; entra il Legale eloquente ma per allontanarsi dalle brighe del Foro; entra il Medico osservatore ma per svagarsi dai fantasimi de' morbi e della morte; entra il Dovizioso ingemmato ma per perder l'idea de' suoi scrigni; entra il Povero modesto ma per dar tregua all'angustia de' suoi bisogni; entra l'Artefice operoso ma per sollevarsi dalle diuturne fatiche; entrano qui tutti gl'uomini saggi, onesti, ed intrepidi. In questo augusto ricinto si fondano le massime, si depurano i costumi, s'illumina lo spirito: esce l'Artefice e va a perfezionar la sua opera; esce il Povero e va a rassegnarsi più tranquillo al rigore della sua sorte; esce il Dovizioso e va a far parte co' suoi simili del superfluo; esce il Medico e va a travagliare con più fervore alla conservazione degl'esseri; esce il Legale e va a difendere con più zelo la causa dell'innocente oppresso, del pupillo spogliato, della vedova tiranneggiata; esce il Cittadino e va a compiere i doveri della Legge, della Patria, del Trono; esce il Sacerdote e va a custodire la santità dei Delubri; esce il Cortigiano e va ad appoggiare i diritti della giustizia, e dell'umanità; esce il Filosofo e va a distruggere i sofismi, e gl'errori; esce il Guerriero e va a mietere nuovi e più freschi allori sul campo della gloria; esce il Magistrato e va a librare con mano scrupolosa la bilancia d'Astrea; esce il Principe e va a rassodare le basi della felicità de' suoi popoli... Oh meraviglia!... Oh spettacolo!... E questo aggregato luminoso di virtù, questo consenso generale di morale, questo risultato prezioso di beni ha ancor dei nemici, dei detrattori, e dei vili che temono di conoscerlo? Ed havvi tra le piante stesse di questa misteriosa arbore alcuna che tralignando dalla radice s'infetta, perde la vivacità del colore, s'inaridisce, cade, e si separa dal germe della vivificazione? Ed havvi tra noi alcun scellerato che gittandosi dietro le spalle la coscienza del suo giuramento, l'obbrobrioso giudizio pronunzia della sua abdicazione dalla Famiglia? E tu che ora pago di essere fra noi ammesso hai appena veduto un barlume di luce potresti tu ripiombare di nuovo nelle tenebre de' profani discepolo abbrutito dell'ignoranza, o seguace entusiasta del fanatismo? Oh! conseguenze irreparabili di così enorme eccesso. Allora non più famiglia, allora non più fratelli, ma inimicizia, e nemici: allora non amore ma abborrimento, non sostegno ma precipizio, non onore ma vergogna, non premio ma pena, pena terribile, pena sterminatrice, pena meritata. E quel principe, e quel magistrato, e quel guerriero, e quel filosofo, e quel cortigiano, e quel sacerdote, e quel cittadino, e quel legale, e quel medico, e quel dovizioso, e quel povero, e quell'artefice, e tutti armati contro di te, e tutti congiurati alla comune vendetta, e tutti... Ma la probità della tua civile condotta, l'ardente brama d'illuminarti, l'intrepidezza dimostrata nelle prime prove ci garantiscono della lealtà delle tue intenzioni. Va dunque felice nell'immensa carriera che ti si è aperta; studia gl'effetti, rispetta le cause, conosci te stesso, conosci gl'altri, conosci l'ordine, e per meritarne il compenso passeggia animoso tra le simboliche nubi del Tempio circondato dal silenzio delle passioni, dalla pace del cuore, dall'onniveggenza del Grande Architetto dell'Universo.