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Franklin Delano Roosevelt, come il suo predecessore e antenato Theodore Roosevelt, fu un Presidente degli Stati Uniti massone e, soprattutto, fu un capo di uno Stato che orienta anche la sua prassi politica alla dottrina massonica e, in particolare, alla specifica visione dell’Arte Muratoria che si ha nel Nordamerica.

Roosevelt viene iniziato il giorno 11 ottobre del 1911 nella R. Holland Lodge n.8 di New York.

Una delle Logge Usa più antiche e prestigiose, anche oggi, laddove essa afferma, nel suo sito internet, che “il peso del mondo esterno appare più leggero quando lo dividiamo tra i Fratelli di Loggia”.

Viene qui in mente, per assonanza concettuale, il tradizionale rituale di apertura dei lavori di Loggia, quando si afferma che si devono “scavare oscure e profonde prigioni al vizio e edificare templi alla virtù”.

La Massoneria si è radicata, fin dagli inizi, negli USA perché il sostrato puritano, virtuista, moralista e, fino a questi ultimi anni, pudico, ha permesso al particolare moralismo massonico di prosperare senza essere contrastato da una società, per così dire, “machiavellica”, ovvero priva di un univoco e rigoroso senso morale [1].

Quando Curzio Malaparte, così egli narra nel suo “Tecnica del Colpo di Stato”, ebbe modo di ospitare un giornalista anglosassone proprio durante i preparativi, a Firenze, della “Marcia su Roma”, mostrò al suo collega britannico Serravalle Pistoiese, narrata dal Machiavelli nel suo vecchio testo su Castruccio Castracani, ma il giornalista inglese arrossì e affermò che Machiavelli was a devil.

Ecco, se, come si dice secondo la vulgata gesuitica sul Segretario Fiorentino, “il fine giustifica i mezzi”, questa frase è il contrario esatto del particolare puritanismo anglosassone e americano in particolare, dove il Bene si trova sempre nello stesso posto e il Male è unico e innominabile.

Naturalmente, la politica e la realtà sono ben diverse, ma la comunicazione sociale USA è legata a questa cultura “valoriale” in cui le idee si valutano secondo criteri puramente etici.

Franklin Delano Roosevelt è il primo Presidente, è bene notarlo, che, da Capo dello Stato USA, viene nominato Gran Maestro Onorario dell’Ordine De Molay.

 

L’Ordine che abbiamo sopra citato è una organizzazione massonica per i giovani dai 12 ai 21 anni, i cui rituali, nei quali peraltro non si fa menzione di alcun credo religioso, sono modellati sulla tradizione templare e sulla figura del suo 23° Gran Maestro, De Molay appunto.

Colui che sarà bruciato vivo nel 1314 dal Re Filippo il Bello, che distrugge l’Ordine del Tempio e, come si narra in alcune tradizioni, sarà proprio De Molay a gridare al Re “un giorno un mio discendente ucciderà il tuo discendente” e, in effetti, la ghigliottina che taglierà la testa al Re capetingio Luigi XVI era decorata con simboli massonici e templari [2].

Nella storia, come in termodinamica, nulla si crea e nulla si distrugge.

E comunque la tradizione massonica americana è caratterizzata da una forte tensione cristiana e “operativa”, mentre le Fratellanze della vecchia Europa sono più legate a tradizioni simboliche, rituali, sapienziali autonome rispetto al Cristianesimo.

Si pensi al Rito di Memphis-Misraim, che pure vide Giuseppe Garibaldi come suo Gran Maestro, o all’Antico Ordine Arabo dei Nobili del Mistico Velo, gli shriners i quali, largamente diffusi anche negli USA, sono presenti anche nel resto del Mondo.

La chiave del massonismo di Roosevelt sta comunque nella sua dichiarazione: “sono cristiano e democratico, e questo è tutto” [3].

Cristianesimo comunitario, come nella tradizione protestante USA, senso della eccezionalità degli Stati Uniti, paese di uomini e donne fuggiti dalla vecchia Europa per professare liberamente le loro eterodossie religiose, senso ancora della piccola comunità degli eguali, e infine cristianesimo “delle origini”, senza Chiese e senza gerarchie se non quelle decise dall’Assemblea dei fedeli. Ecco il mix della ideologia americana della House on the Hill, in cui si mischiano inestricabilmente massonismo e protestantesimo eterodosso.

Non vi è democrazia senza cristianesimo, negli Stati Uniti, e non vi è democrazia senza vedere nell’altro una imago Christi, nella migliore tradizione, peraltro, della teologia medievale [4].

Certo, la Massoneria, in America del Nord, coincide quasi completamente con l’élite degli affari e dello Stato.

Negli anni immediatamente precedenti alla presidenza di F.D. Roosevelt, quelli che gli storici chiameranno della “Coolidge prosperity” [5], il piccolo boom della presidenza di Calvin Coolidge, i massoni importanti non si contano: Henry Ford, che pure era un durissimo antisemita, Walter P. Chrysler, il “re” dei rasoi Gillette, Eberhard Faber, il produttore di matite, David Sarnoff, il fondatore della Radio Corporation of America, Luis B. Mayer della Metro-Goldwin-Mayer, Jack Warner, Cecil B. De Mille (e il suo kolossal sulla Bibbia è pieno di allusioni massoniche) e i grandi comici W.C. Fields, Harold Lloyd, Stan Laurel e Oliver Hardy, gli attori Clark Gable e Douglas Fairbanks, per non parlare di Irving Berlin, Luis Armstrong, Duke Ellington.

Quindi abbiamo nella stessa rete massonica Henry Ford, l’autore e sponsor dell’”International Jew”, il finanziatore del periodico The Dearborn Independent, nonché il creatore negli USA del mito della “cospirazione giudaica” ben prima di Adolf Hitler, e Sarnoff e Berlin, due ebrei fieri di esserlo e di essere contemporaneamente americani [6].

Irving Berlin, lo ricordo qui, è l’autore di White Christmas ma, soprattutto, di God Bless America.

Gli Ebrei in USA arrivano scappando, ancora nei tempi moderni, da una Europa che non dimentica mai la sua deriva antisemita.

E arrivano ad Ellis Island, magari catalogati, come gli italiani, “non bianchi”, per sfuggire al “carnefice europeo”, come lo chiama Walt Whitman nel suo poema di fondazione dell’identità americana, Foglie d’erba [7].

Quel carnefice europeo che usa l’ascia per uccidere e compiere rivoluzioni e rivolte, mentre gli americani usano l’ascia (simbolo massonico, peraltro) per disboscare e costruire i loro villaggi.

Ma perché Ford e Berlin sono entrambi massoni, negli USA? Per un motivo esoterico importantissimo.

Il protestantesimo si propone infatti come “Nuovo Israele”.

E quindi, o sostituisce integralmente il Popolo Eletto nella sua teodicea, o si affianca ad esso per operare la Parola di Dio nel mondo.

O si elimina, quindi, l’Ebraismo, o lo si sussume amichevolmente nel Disegno della Salvezza di Dio [8].

Non riprenderò qui, poiché esula dal nostro fine, la lunga storia della teologia storica dei riformati radicali nordamericani, in cui le diverse fasi dell’Umanità si spiegano solo nella interconnessione tra salvezza e peccato, un peccato senza grazia né perdono [9].

Il tutto in una teodicea che, per la presunta precisione delle date e dei fenomeni che distinguono le nuove fasi della azione di Dio nel Mondo, sembra una teorica dello sciismo duodecimano iraniano o una teodicea della Finis Mundi [10].

E qui si tratta in fondo dello gnosticismo contemporaneo: la tendenza attuale a “tentare Dio” con un peccato o una rivolta contro di Lui per causare la Sua Giustizia: Sodoma e Gomorra, le Sei Nazioni distrutte da Dio (Deuteronomio 7:1-5) e le tante azioni “irregolari” descritte nella Bibbia [11].

Chiamare Dio attraverso il Peccato, e ritenere nel contempo che il perfezionamento dell’Uomo possa farlo arrivare, senza perdere la sua umanità, alla Divinità: eritis sicut Deus [12].

I quattro milioni di massoni nel Commonwealth e negli USA sono spesso alla ricerca della rispettabilità borghese, oltre che della Luce dell’Oriente, e negli USA la Massoneria opera come elemento di fusione tra Metodisti, Battisti, Presbiteriani, Episcopali, oltre alle altre numerose sètte che sono nate proprio all’interno della esperienza nordamericana della Frontiera, un momento in cui la comunità protestante USA si è letta come “Nuova Gerusalemme” [13].

Ecco qui il punto, lo ripetiamo: o si ritiene, come alcune sètte protestanti eterodosse nordamericane, che la Buona Novella dell’Evangelio possa “sostituire” Israele, e quindi il protestantesimo non ha più nessun bisogno della presenza del Popolo Eletto, oppure si ritiene che Israele sia ancora l’ispirazione della Elezione evangelica, che è comunque il Patto finale ed esclusivo tra Dio e tutta l’Umanità [14].

Certamente, il potere USA ha molto a che fare con la Massoneria, e non solo a livello politico.

La Corte Suprema, per esempio, ha sempre avuto una maggioranza massonica, e questo vale per molte aree di potere del sistema politico nordamericano.

Il problema è che, proprio per la grande diffusione della Massoneria negli Stati Uniti, molti fratelli si trovano a giocare ruoli opposti.

Il Ku Klux Klan è stato fondato dal massone e generale confederato, Nathan Bedford Forrest; e il famoso Albert Pike, il “papa della massoneria” britannica e nordamericana, divenne ben presto il Responsabile della Giustizia nel Klan [15].

Pike si espresse chiaramente sul razzismo: “ho pronunciato il mio giuramento massonico davanti a bianchi, non a negri. Se la Massoneria accetterà i negri, io la lascerò” [16].

Poi, nel 1915, un altro massone, William Joseph Simmons, riporta a nuova vita il Ku Klux Klan, e qui la Massoneria USA viene in qualche modo interessata al KKK: la Fratellanza è apertamente anticattolica, sottilmente antisemita, chiaramente ma elegantemente razzista. Lo shopping del Klan dentro la Massoneria USA non è certo privo di successi.

Certo, la Massoneria di Franklin Delano Roosevelt è ben altra cosa da quella di Pike e del Ku Klux Klan, anche se non bisogna mai dimenticare il nesso inestricabile tra protestantesimo “radicale” e Fratellanza USA [17].

É fin dall’inizio, come spesso capita ai grandi leaders politici, un militare competente: da Segretario Assistente della Marina riesce ad aumentare il suo budget e a sostenere con successo la costruzione dei nuovi sottomarini, oltre a fondare la Riserva della US Navy.

Malgrado la sua malattia, riesce a correre per il Governatorato di New York, che vince di misura.

É in questa fase che arriva il grande crollo della Borsa del 1929, e Franklin Delano Roosevelt, un po’ per spirito massonico e un po’ per sapienza politica, organizza strutture di sostegno comunali ai nuovi poveri, con uno staff che, in seguito, porterà, da Presidente, alla Casa Bianca.

FDR arriva alla Presidenza con una serie di alleanze piuttosto eterodosse.

Roosevelt si mette in collegamento, nell’ambito del suo Partito Democratico, con Joseph Kennedy, il capo del clan degli irlandesi, cattolico e avversario della Massoneria, nonché con il magnate dei giornali William Randolph Hearst. Che era massone, peraltro [18].

Un ulteriore leader locale necessario per vincere nella Convenzione Democratica fu il democratico californiano William G. McAdoo, altro massone.

La campagna del candidato Franklin Delano Roosevelt fu tutta incentrata, fin dall’inizio, su un New Deal.

Un nuovo accordo economico, certo, ma anche politico, sociale, culturale.

Un progetto, certamente, dal sapore massonico e con la tendenza, strana per gli USA, ad applicare uno Stato Sociale di tipo europeo in un contesto fortemente alieno non solo all’intervento dello Stato, ma alla stessa politica sociale come tale.

Il progetto di FDR coalizzò insieme i sindacati, le minoranze razziali e culturali, le grandi masse urbane, perfino i bianchi del Sud.

Il collante fiscale e morale (diremmo oggi moralistico) fu il sostegno promesso da FDR alla legislazione proibizionista che, peraltro, era il core business della famiglia Kennedy.

Vinse con il 57% dei voti, e raggiunse la maggioranza in tutti gli stati dell’Unione meno che in sei.

Il New Deal viene letto, dai politici conservatori americani dell’epoca, come una operazione non solo “di sinistra”, ma specificamente massonica e, in particolare, come una “azione ebraica” nella quale i “sionisti” e le sinistre si uniscono insieme per distruggere il “sogno americano” ed eliminare l’eccezionalismo USA.

La costruzione di uno “stato sociale”, un concetto certo del tutto estraneo alla mentalità dei Founding Fathers, viene visto da molti conservatori americani come l’abbandono del mito della House on the Hill, della separatezza degli Stati Uniti dal resto del mondo, che è dominato dal peccato, dalla perdizione dei “papisti” e degli Ebrei, e dalla satanicamente machiavellica separazione tra morale e politica.

Con Franklin Delano Roosevelt, proprio in quanto massone cristiano, si compirà l’autonomia, ma non la separatezza, degli USA rispetto al resto dell’Occidente.

 


 

[1] V. Per la morale massonica il bel testo di Arturo Reghini: “La Morale e il Lavoro Massonico”.

[2] V. M. Fosso, Jacques De Molay, Cavaliere di Dio, lulu.com, 2009

[3] V. Todd E. Creason, Famous American Freemasons, Lulu.com, 2007

[4] V. Il testo di R.L. Worthy, the Founders’ Façade: Christianity, Democracy, Freemasonry, and the founding of America, New York, Cornerstone Books, 2004

[5] V. Charles Johnson, Why Coolidge matters, leadership lessons from America’s most underrated President, New York, Encounter Books, 2013

[6] Sull’antisemitismo feroce di Henry Ford, v. Neil Baldwin, Henry Ford and the jews: the mass production of hate, Washington, Public Affairs, 2001

[7] V. Qui Gary Schmidgall, Conteining Moltitudes, Walt Whitman and the british literary tradition, Oxford, Oxford University Press, 2014

[8] V Louis Harap, The Image of the Jew in American Literature, Syracuse University Press, 2003

[9] V. G. Laderman, L. Leon, Religion in american cultures, New York, ABC-CLIO, 2003

[10] V. Qui Richard Kyle, Apocalyptic Fever. End –Time prophecies in modern America, New York, Wipf & Stock, 2012

[11] V. Eric Voegelin, Science, Politics and Gnosticism, two essays, Regnery Publishing, s.l., 1997

[12] Sul significato gnostico ed esoterico della frase, v, Eliphas Levi, Great Secret, London, Weiser Books, 2000

[13] Christopher Buck, Religious Myths and Visions of America, New York, ABC-CLIO, 2009

[14] V. Amanda Porterfield, The Protestant Experience in America, Greenwood Publishing Group, 2006

[15] V. Henry Hepps, The True Masonic Order, lulu.com, 2004

[16] William l. Fox, Lodge of the Double Headed Eagle, University of Arkansas Press, 2001 Pike, oltre che un massone, è anche un esparto satanista.

[17] V. David Beito, From Mutual Aid to the Welfare State, University of North Carolina Press, 2000

[18] V. Qui Sean J. Savage, Roosevelt: the Party leader, 1932-1945, University Press of Kentucky, 2015


 


 

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© Professor Giancarlo Elia Valori

 

Honorable de l'Academie des Sciences de l'Institut de Frances

Professore di Economia e Politica Internazionale presso la Peking University. (CINA)